La nascita di Mosè
Il tempo passò e il grande uomo [Giuseppe] a cui l’Egitto avrebbe dovuto manifestare una profonda gratitudine morì, insieme alla generazione che aveva tratto beneficio dal suo intervento. Poi «Sorse sopra l’Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. Egli disse al suo popolo: Ecco il popolo dei figliuoli di Israele è più numeroso e potente di noi» (Esodo 1:8,9). Tutte le levatrici ricevettero infatti l'ordine di sopprimere alla nascita i neonati ebrei di sesso maschile. Satana aveva ispirato quest'ordine: egli sapeva che tra gli israeliti sarebbe sorto un liberatore. Inducendo il re a uccidere i bambini ebrei, sperava di vanificare il progetto divino. ...
Durante l'esecuzione del decreto nacque un figlio ad Amram e Jokebed. ... La madre riuscì a nascondere il bambino [Mosè] per tre mesi. Con il passare del tempo, vedendo che non era più possibile tenerlo, se non con gravi rischi per la sua vita, preparò un cesto di giunchi, lo rese impermeabile con bitume e pece e vi pose il neonato. Poi, lo nascose tra le piante, presso la riva del fiume. Non ebbe il coraggio di sorvegliarlo, perché temeva la vita per entrambi. Sua figlia Miriam, però, che si teneva a una certa distanza,... era ansiosa di vedere quale sarebbe stata la sorte del fratellino. Ma Miriam non era la sola a occuparsi del bimbo. Con appasionate preghiere, la madre aveva affidato il piccolo alla protezione di Dio.
Alcuni angeli invisibili, che vegliavano sulla fragile culla, condussero la figlia del faraone in quella direzione. La curiosità della donna egiziana fu attratta da quella piccola cesta. Non appena ella vide quel magnifico bambino, comprese subito quali fossero le sue origini. Le lacrime del bambino la commossero... e decise di salvare il neonato: l'avrebbe adottato come figlio. — Patriarches and Prophets, 241-243.
Gli anziani di Israele appresero dagli angeli che il tempo della loro liberazione era vicino e che Mosè era l’uomo di cui Dio si sarebbe servito per realizzare quest’opera. Gli angeli dissero a Mosè che era stato scelto dall’Eterno per liberare il suo popolo dalla schiavitù. Supponendo che sarebbe stato necessario uno scontro militare, egli pensò che il suo compito fosse quello di guidare gli ebrei contro l’esercito egiziano. In questo caso, il suo attaccamento alla madre adottiva e al faraone avrebbero potuto costituire un ostacolo al compimento della volontà divina.
— Patriarches and Prophets, 245.
La sua permanenza [di Mosè] presso il faraone si protrasse fino all'età di quarant'anni. ... Un giorno... vide un egiziano che picchiava un ebreo: lo aggredì e lo uccise. ... Mosè seppellì immediatamente il corpo dell'egiziano nella sabbia... e intuito il pericolo, fuggì verso l'Arabia. ... Dopo qualche tempo Mosè sposò una delle figlie di Jethro(9) e rimase al servizio del suo suocero per quarant'anni in qualità di guardiano del gregge. — Patriarches and Prophets, 246,247.
9 Nota del compilatore: La figlia di Jethro con la quale Mosè si sposò si chiamava Sefora (Esodo 2:21). Il territorio dell'Arabia in cui Mosè fuggì era quello di Madian, situato nell'odierna Arabia Saudita.
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Se gli occhi di Mosè si fossero aperti, avrebbe visto i messaggeri di Dio, angeli puri e santi che lo guidavano amorevolmente, illuminando tutto intorno a lui con la loro luce. — The Signes of the Times, 19 febbraio 1880.
Mentre era dedito ai suoi doveri, vide un roveto i cui rami e fogliame ardevano senza consumarsi. Si avvicinò per vedere questa meraviglia, e una voce gli parlò tra le fiamme. Era la voce di Dio. Era chi nei tempi passati si era rivelato ai padri come l’angelo del Patto. Mosè si spaventò moltissimo quando il Signore lo chiamò. Con labbra tremanti rispose: «Eccomi». Fu ammonito di non avvicinarsi al suo Creatore con quella familiarità immotivata: «Togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai, è luogo sacro». ... «Mosè allora si nascose la faccia, perché aveva paura di guardare Dio» (Esodo 3:4-6). — Signes of the Times, 26 febbraio 1880.
Mosè intraprese il viaggio con la moglie e i bambini. ... Lungo la strada che da Madian lo avrebbe condotto in Egitto, Mosè ricevette un terribile e inquietante avvertimento della disapprovazione di Dio. Un angelo gli apparve, con un atteggiamento così minaccioso che sembrava volesse ucciderlo. Non vi furono ulteriori spiegazioni, ma Mosè ricordò di aver trascurato una richiesta di Dio: dietro le insistenze della moglie non aveva circonciso i suoi figli piu piccoli, non adempiendo così alla condizione che avrebbe loro permesso di partecipare alle benedizioni del patto di Dio con il suo popolo. ... Sefora stessa, temendo per la vita di suo marito, eseguì il rito e l'angelo permise a Mosè di continuare il suo viaggio.
Nella sua missione presso il faraone egli si sarebbe esposto a gravi pericoli;
la certezza della sua sopravvivenza era legata unicamente alla protezione degli angeli di Dio. — Patriarches and Prophets, 255,256.
Alcuni angeli avevano ordinato ad Aaronne di incontrarsi con suo fratello; i due, che non si vedevano da molto tempo, si ritrovarono nel silenzio del deserto, presso Horeb. ... Si diressero allora verso l'Egitto e, dopo aver raggiunto la terra di Goscen, furono accompagnati dagli anziani di Israele. Aaronne raccontò loro l'incontro eccezionale che Mosè aveva avuto e presentò i segni che il fratello aveva ricevuto da Dio. — Patriarches and Prophets, 257.
Le piaghe di Egitto
Mosè e Aronne furono i rappresentanti di Dio nell’affrontare un re insolente e provocante, parimente i sacerdoti impenitenti e ribelli che si erano alleati con gli angeli malvagi. Il faraone e i grandi uomini di Egitto non ignoravano il saggio governo di Dio. Una grande luce aveva brillato attraverso i secoli, indicando il vero Dio, il suo giusto governo e le richieste della sua legge. Giuseppe e i figli di Israele avevano portato la conoscenza di Dio in Egitto. Anche ai tempi della schiavitù, non tutti erano stati considerati come schiavi. Alcuni israeliti avevano occupato delle importanti cariche e avevano testimoniato riguardo a Dio. — The Youth Instructor, 8 aprile 1897.
Satana... sapeva molto bene che Mosè era stato scelto da Dio per spezzare il giogo della schiavitù sui figli di Israele. ... Si consultò con i suoi angeli per decidere come agire per compiere un doppio proposito: 1) Cercare di distruggere l’influenza che Dio voleva esercitare mediante Mosè, falsificando e imitando i miracoli e i prodigi fatti da Dio. 2) Cercare di usare i maghi e gli indovini per creare con le sue
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magie un’influenza che persistesse attraverso i secoli e distruggesse quella che Cristo avrebbe manifestato quando sarebbe venuto nel mondo a realizzare i suoi potenti miracoli. — Testimonies for the Church 1:291.
Mosè e Aronne entrarono ancora una volta nelle imponenti sale del palazzo reale. I due rappresentanti del popolo schiavo erano lì, tra le superbe colonne, i ricchi ornamenti, i dipinti preziosi e le immagini scolpite degli dèi pagani, per ripetere al faraone l’ordine divino di liberare Israele. Il sovrano, per assicurarsi che fossero stati inviati da Dio, pretese un segno miracoloso. ... Aronne prese il bastone, lo gettò ai piedi del faraone, ed esso si trasformò in serpente. «Il faraone a sua volta chiamò i sapienti e gli incantatori,... ognuno dei quali gettò il suo bastone e i bastoni divennero serpenti; ma il bastone di Aaronne inghiottì i loro bastoni» (Esodo 7:11,12).
In realtà, i maghi non erano riusciti a trasformare i bastoni in serpenti: i loro incantesimi e l’aiuto del diavolo avevano prodotto l’apparenza di un fenomeno reale.
Satana, infatti, pur possedendo tutta la sapienza e il potere di un angelo decaduto, non avrebbe mai potuto trasformare i bastoni in serpenti, perché non può creare la vita: questa è una prerogativa che appartiene solo a Dio. Tuttavia, egli fece tutto ciò che era in suo potere: simulare un miracolo.
Apparentemente quei bastoni sembravano serpenti veri, tanto che perfino il faraone e la sua corte li credettero uguali a quello di Mosè; allora il Signore fece in modo che il vero serpente divorasse quelli falsi. Ma neppure quest’azione fu considerata dal faraone un segno della potenza divina: infatti, egli l’attribuì a un potere magico superiore a quello dei suoi servitori.
Volendo giustificare la sua ostinazione nel rifiutare l’ordine divino, il sovrano cercò un pretesto per diminuire la credibilità dei miracoli che Dio aveva compiuto tramite Mosè. L’occasione gli fu offerta da Satana stesso: l’incantesimo compiuto
dai maghi fece sì che gli egiziani considerassero i miracoli di Mosè e Aronne come il risultato di un abile sortilegio. Il loro messaggio, dunque, non poteva essere
considerato come proveniente da Dio. Con questo inganno, Satana ottenne ciò che desiderava: fomentare la ribellione da parte degli egiziani, inducendo il faraone a
chiudere la propria coscienza a qualsiasi tentativo di persuasione. Inoltre, sperava di indurre Mosè e Aronne a dubitare dell’origine divina della loro missione. — Patriarches
and Prophets, 263,264.
Quando il faraone assistette ai potenti miracoli di Mosè, Satana agì per annullarne l’effetto. Voleva impedire che il sovrano riconoscesse l’autorità di Dio e
ubbidisse all’ordine divino, e quindi si oppose con tutti i suoi poteri agli interventi del Signore. Il solo risultato che ottenne fu di indurre Dio a manifestarsi con
maggiore potenza e autorevolezza. In questo modo, risultò ancora più evidente, per
gli israeliti e per gli egiziani, che esisteva un vero Dio, capace di dominare gli eventi.
— Patriarches and Prophets, 334.
La tempesta [la settima piaga] arrivò di mattina, come fu predetta. Tuoni e grandine, fuoco mischiato a grandine distrussero piante e alberi, colpirono uomini e bestie. Fino allora nessuna vita era stata toccata tra gli egiziani. Ma ora, la morte e la desolazione mostravano l’impronta dell’angelo distruttore. Solamente la terra di Goscen fu protetta. — The Signes of the Times, 18 marzo 1880.
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Prima di eseguire la sentenza di condanna definitiva dell’Egitto, l’Eterno diede agli israeliti indicazioni precise sulla loro prossima partenza. La principale
preoccupazione di Dio era tuttavia garantire la salvezza del suo popolo dal castigo che incombeva sul paese. Per ordine divino, ogni famiglia, da sola o insieme ad altre, avrebbe ucciso un agnello o un capretto «senza difetto» e con un ramo di issopo ne avrebbe spruzzato il sangue «sui due stipiti e sull’architrave della porta».
In questo modo, l’angelo sterminatore, che sarebbe giunto a mezzanotte, non sarebbe entrato in quella casa. Durante la notte, gli ebrei avrebbero mangiato carne arrostita, pane azzimo ed erbe amare, come aveva detto Mosè: «... Con i vostri fianchi cinti, con i vostri calzari ai piedi e con il vostro bastone in mano; e mangiatelo in fretta: è la Pasqua del Signore» (Esodo 12:11).
Il Signore, infatti, aveva dichiarato: «Quella notte io passerò per il paese di Egitto, colpirò ogni primogenito nel paese di Egitto, tanto degli uomini quanto degli animali, e farò giustizia di tutti gli dèi di Egitto. ... Il sangue vi servirà di segno sulle case dove sarete; quand’io vedrò il sangue passerò oltre, e non vi sarà piaga su di voi per distruggervi, quando percoterò il paese di Egitto» (Esodo 12:12,13). — Patriarchs and Prophets, 274.
I figli di Israele seguirono gli ordini dati da Dio, e quando l’angelo della morte passò per le case degli egiziani, il popolo di Israele era già pronto per iniziare il suo viaggio. — The Spirit of Prophecy, 204.
Verso la mezzanotte, in ogni casa egiziana i suoi abitanti furono svegliati dal loro sonno dal clamore di grida e dolore. Temettero che tutti dovessero morire.
Ricordarono le grida e i lamenti provenienti dalle case degli ebrei, risultato del decreto inumano di un crudele re che aveva mandato a uccidere tutti i piccoli appena nati. Gli egiziani non potevano vedere l’angelo vendicatore che entrava in ogni casa con il suo peso di morte, ma sapevano che era il Dio degli ebrei che provocava la stessa sofferenza che loro avevano inflitto agli israeliti. — The Youth Instructor, 1º maggio 1873.
Cristo: la guida invisibile di Israele
La notizia che gli israeliti si stavano dirigendo verso il mar Rosso... si diffuse rapidamente in Egitto. Il faraone organizzò le sue forze e... egli stesso, accompagnato dai dignitari del regno, guidò l'esercito. Gli ebrei erano accampati davanti al mare. ... All’improvviso scorsero, in lontananza, il bagliore delle armature e dei carri dell’avanguardia di un grosso esercito che si dirigeva verso di loro. ... Gli israeliti furono assaliti dal terrore. Alcuni invocarono il Signore, ma le loro voci vennero soffocate da quelle della maggioranza, che inveì contro Mosè. ... Egli rispose con calma, rassicurando gli israeliti con queste parole: «Non abbiate paura, state fermi, e vedrete la salvezza che il Signore compirà oggi per voi» (Esodo 14:13). ...
Avevano seguito a lungo la nuvola prodigiosa, simbolo della guida divina: eppure ora si chiedevano se non rappresentasse il presagio di una calamità. Perché li aveva condotti fino a quella montagna, in un luogo senza via di uscita? Per quegli uomini delusi, l’angelo di Dio sembrava ormai la causa del disastro che si stava profilando.
Proprio mentre gli egiziani si avvicinavano per catturare quella facile preda, la nuvola assunse la forma di una colonna e si sollevò maestosa, oltrepassò gli israeliti
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e si posò fra loro e l’esercito nemico, formando un muro di tenebre. Gli egiziani, non potendo più vedere l’accampamento degli ebrei, furono costretti a fermarsi.
Quando scese la notte, la nuvola che formava una barriera divenne luminosa dalla parte dell’accampamento degli ebrei, rischiarando tutto a giorno.
La speranza cominciò a rinascere nei cuori degli israeliti. Mosè invocò il Signore che gli rispose così: « ... Dì ai figli di Israele che si mettano in marcia. Alza il tuo bastone, stendi la tua mano sul mare e dividilo; e i figliuoli di Israele entreranno in mezzo al mare sulla terra asciutta» (Esodo 14:15,16). ...
«Gli Egiziani li inseguirono e tutti i cavalli del faraone, i suoi carri, i suoi cavalieri
entrarono dietro a loro in mezzo al mare. E la mattina verso l'alba, dalla colonna di fuoco e dalla nuvola il Signore guardò verso il campo degli Egiziani e lo mise in
rotta» (Esodo 14:23,24). — Patriarches and Prophets, 283-287.
Gli angeli di Dio passarono in mezzo alla moltitudine egiziana e rimossero le ruote dei loro carri. — The Spirit of Prophecy 1:209.
Gli egiziani furono assaliti da paura e confusione. ... Cercarono di tornare sui loro passi, verso la riva. Ma Mosè sollevò ancora il suo bastone e i muri d’acqua crollarono con grande violenza e fragore, riunendosi a inghiottire nei loro oscuri abissi l’intero esercito egiziano. — Patriarches and Prophets, 287.
Il comandante di Israele era il potente generale degli eserciti celesti. I suoi angeli, che fanno la sua volontà, camminavano ai lati del popolo di Israele e niente e nessuno poteva recargli danno. Israele era sicuro. ... Allora intonarono un sacro inno di trionfo diretto da Miriam. — The Review and Herald, 1º giugno 1887.
Gesù era l'angelo avvolto nella colonna di nubi durante il giorno e nella colonna di fuoco durante la notte. — The Review and Herald, 17 giugno 1890.
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