Per la maggior parte delle persone, Angelo Loforese è un nome piuttosto sconosciuto. Quando si menzionano i Maestri del canto lirico contemporaneo, ci sono numerosi nomi davanti ad Angelo Loforese: Luciano Pavarotti, Andrea Bocelli ecc. Non si può negare che abbiano un grande valore commerciale, però a mio parere dal punto di vista musicale, Angelo Loforese dovrebbe avere una posizione dominante nel mondo del canto lirico contemporaneo. La sua tecnica di canto è riconosciuta dai professionisti come la più avanzata di oggi.
La sua carriera artistica si può definire leggendaria.
Nonostante Il padre di Loforese fosse un cantante dilettante di basso, non spinsa mai il figlio a cantare. All’'età di 14 anni, Loforese scoprì per la prima volta il suo talento di cantare. L’organista che accompagnava il coro gli consigliò di studiare canto e lo portò dalla sua prima insegnante -- Anna Degiachelli. Nel 1938, Loforese iniziò lo studio professionale del canto lirico all'età di 18 anni. Degiachelli era una mezzosoprano. Loforese ha detto in un’intervista che la prima leziome impartita da Degiachelli era “canta in maschera”. Secondo quanto summenzionato, cantare in maschera è una tecnica fondamentale per i cantanti lirici. In quel periodo Loforese imitò Gino Bechi nel canto nasale. La cosa più importante che Loforese imparò dalla sua prima insegnante professionale fu come trattenere il diaframma invece di spingere col diaframma, che è molto diverso da quanto compiuto dalla maggior parte dei cantanti di oggi. Tuttavia, questa tecnica di tenere il diaframma ha mantenuto la sua voce stabile nonostante abbia più di novant’anni.
Infatti, nella prima fase dell’apprendimento di canto lirico, il suo registro era sempre basso perché aveva una voce molto grave. In seguito, grazie alla guida della Degiachelli e Gino Bechi, Loforese cambiò il registro da un basso a un baritono.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, lo sviluppo dell’opera si arrestò. Il 4 gennaio 1941 vi fu la chiamata alle armi e quindi la momentanea sospensione dello studio del canto. Dopo un periodo vissuto forzatamente in Svizzera, Angelo Loforese rientrò in Italia e riprese a studiare con il maestro Primo Montanari (tenore) marito della più nota Lina Pagliughi, che lo indirizzò alla voce di Baritono. Il suo debutto si tenne nel 1948 a Milano, interpretando il ruolo di Silvio nei Pagliacci di Leoncavallo. In tale periodo, un suo collega basso Antonio Gulli gli diede un consiglio prezioso che Loforese tiene tuttora a mente e insegna ai suoi studenti, ossia “appoggiare la voce sulla lingua”. (“Nove domande a Angelo Loforese”, 2017)
L’anno 1952 fu un punto di svolta per Loforese perché incontrò il Maestro Emilio Ghirardini. In quel momento Emilio Ghirardini era già un baritono famosissimo che aveva avuto cooperazioni sul palcoscenico con i cantanti come Renata Scotto, Luigi Alva, Gianni Poggi e Giuseppe Campora ecc. Dopo aver cantato 11 opere come baritono per sei mesi, Angelo Loforese ha cambiato il suo registro da baritono a tenore. E il simbolo di questa svolta fu, nel 1952, il successo dell’opera Il
Trovatore. Infatti, era proprio Ghirardini che lo aveva convinto a cantare come tenore,
solo che Loforese non aveva accettato subito il cambio di registro. Per tale motivo, Loforese passò tanti anni come baritono. Tuttavia, al fine di superare le difficoltà di cantare gli acuti, Ghirardini gli aveva detto di “lasciare libero” la voce, invece di
“raccoglierla”.
Dopo il passaggio tenorile, c’erano tante cose da studiare per Angelo Loforese. La prima cosa che studiò da Ghirardini era “cantare davanti ai denti”. Loforese ha detto che così trovò la posizione ideale della voce. (“Nove domande a Angelo Loforese”, 2017) “Cantare davanti ai denti” è indubbiamente la chiave che ha permesso a Loforese di diventare un tenore grande. Questa tecnica molto preziosa significa che quando si canta, si deve evitare di usare la gola e tutto viene determinato dalla pronuncia sulle labbra. Invece, oggi tutti gli insegnanti dicono di “aprire la gola”. Loforese ha detto che una volta aveva provato ad aprirla consapevolmente e il suono poi si è ingolato. “Cantare davanti ai denti” è sempre la premessa per le altre tecniche vocali secondo Angelo Loforese, perché solo cantare davanti ai denti e non pensare alla gola può permettergli di cantare in un modo naturale e rilassante. Inoltre, “cantare davanti ai denti” può allungare la vita artistica di un cantante. Loforese stesso è un buon esempio: nei primi anni Sessanta, grazie proprio a questo insegnamento, poté superare la cosidetta “menopausa” della voce, che per la maggior parte dei cantanti eccellenti è una difficoltà insormontabile.
Come tenore Loforese ha cantato circa 80 opere, soprattutto in Francia, ma anche nei più importanti teatri italiani. È stato inoltre in Germania, Spagna, Austria, Portogallo, Grecia, Giappone, Brasile, Argentina, Stati Uniti e Sud Africa. Ha anche cantato con grandi direttori d'orchestra come per esempio Von Karajan, Votto, Gavazzeni, Bartoletti, Santini, ecc… e a fianco di grandi colleghi come Tebaldi, Scotto, Tagliabue, Bastianini, Gencer, Olivero, Barbieri, Siepi, Simionato, ecc…
Angelo Loforese non solo possiede una voce splendida e padroneggiamento delle tecniche avanzate, ma è anche un maestro sul piano della recitazione. Il tenore deve anche concentrarsi sull’interpretazione dei ruoli. Agli allievi, Loforese dice sempre che quando si interpreta un ruolo, occorre “essere sè stessi”. (“Nove domande a Angelo Loforese”, 2017) Infatti non è facile far comprendere appieno agli spettatori il contenuto di ciò che si canta, però il principio "recitar cantando" è una soluzione ideale, ovvero l'utilizzo importantissimo della parola. In tutta la vita artistica, Loforese si sempre mantiene fedele a questo principio.
Il 16 marzo 2013 al Rosetum di Milano10, a 93 anni, il Maestro Angelo Loforese
ha festeggiato 60 anni dal debutto nel ruolo di Manrico, esibendosi, tra le altre arie, nella celebre cabaletta "Di quella pira", con l'esecuzione di due do di petto11. La sua
voce era molto brillante, dimostrando al mondo la sua perfetta tecnica del canto lirico anche se aveva più di 90 anni. Dopo l’esibizione, il suo video è stato pubblicato su Youtube e ha catturato l’attenzione del mondo lirico. Nonostante il Maestro Loforese sia stato considerato come un tenore paragonabile al grandissimo Beniamino Gigli ed abbia ottenuto una medaglia artistica dal stazione radio NHK del Giappone, il suo nome non era tanto conosciuto finché il suo video è stato pubblicato online.
Lasciato il palcoscenico, si è dedicato all'insegnamento con acutezza e grande dedizione. Personalmente ho potuto di incontrare per qualche volta con il Maestro Angelo Loforese grazie alla raccomandazione del mio amico Wang Huandong, un
10 Il Rosetum è un centro culturale cattolico, fondato nel 1956 dai frati francescani nella città di Milano. 11 Significa che il do4 eseguito dai tenori romantici e post-romantici con voce piena, laddove tale nota veniva
baritono cinese.12 Tramite i contatti personali, ho trovato che il maestro Loforese è
una persona semplice, modesta e tenera, mentre durante l’insegnamento è sempre molto preciso e severo. Questo è il Maestro Angelo Loforese, un maestro professionalissimo nel settore di canto lirico, e allo stesso tempo un amico gentilissimo nella vita quotidiana.
Adesso il Maestro Angelo Loforese ha già 99 anni, ma il suo affetto e la sua devozione stanno ancora influenzando i giovani che si impegnano nel mondo lirico. Il concorso intitolato al suo nome -- Il Concorso Internazionale di Canto Lirico “Angelo Loforese” si tiene ogni anno, offrendo ai giovani cantanti un palcoscenico sul quale mettersi alla prova.
12 Wang Huandong, l’allievo di Angelo Loforese, adesso è il presidente del Il Concorso Internazionale di Canto Lirico “Angelo Loforese”.