Fase 6: VALUTAZIONE È un passaggio importantissimo del ciclo di vita di un progetto culturale e cioè la fase di esame del lavoro svolto e dei risultati ottenuti,
2.2 Excursus storico della Mostra del cinema di Venezia dal 1932 ad ogg
2.1.2. Gli anni della Guerra e del Regime, la Mostra si ferma.
Il momento storico non era dei migliori, il Fascismo aveva acquisito attraverso le “leggi fascistissime” il controllo totalitario sulle istituzioni, sulla vita politica e sulla società civile determinando la fine dello Stato parlamentare liberale in favore della dittatura. La seconda edizione della Mostra si svolse due anni dopo, dal 1º al 20 agosto 1934 e l’esperienza più che positiva della prima portò importanti novità: la rassegna diventò competitiva, le nazioni in gara con almeno un proprio esponente, furono ben 19 e più di 300 i giornalisti accreditati; inoltre venne istituita la Coppa Mussolini per il miglior film straniero e italiano. Ancora non esisteva una vera giuria ed era compito della presidenza della Biennale decretare i vincitori dei premi, con il consulto di alcuni esperti e secondo il parere del pubblico, in accordo con il Luce di Luciano de Feo, ancora direttore della mostra.
Oltre alla Coppa Mussolini vennero distribuite le Grandi Medaglie d’Oro dell'Associazione Nazionale Fascista dello Spettacolo e i premi per le migliori interpretazioni: la miglior attrice fu una giovane Katharine Hepburn, premiata per la sua splendida interpretazione in Piccole donne di George Cukor, mentre il premio per il miglior film straniero va a L'uomo di Aran, di Robert Joseph Flaherty, un documentario d'autore, genere molto apprezzato all'epoca, mentre la Coppa Mussolini per il miglior film italiano sarà assegnata a Teresa Confalonieri di Guido Brignone.
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Come conseguenza del grande successo di pubblico e di critica riscosso dalle due prime edizioni, dalla terza, sotto la direzione di Ottavio Croze, la Mostra diventa annuale, cresce il numero di opere e dei paesi partecipanti in concorso e il premio per gli attori assume la denominazione di Coppa Volpi, dal cognome del padre della rassegna.
Ancora una volta il festival vanta film di grande valore: Il traditore di John Ford, Capriccio
spagnolo di Josef von Sternberg, con Marlene Dietrich, e il vincitore del premio per il miglior film
straniero, Anna Karenina, di Clarence Brown, con Greta Garbo, presente per la seconda volta al Lido di Venezia, il miglior film italiano sarà proclamato Casta diva di Carmine Gallone con Mártha Eggerth e Sandro Palmieri.
Il 1936 è un anno importante perché viene istituita la Giuria internazionale che consolida il prestigio della rassegna, sono presenti film di registi importanti come Frank Capra, John Ford, Max Ophüls, René Clair, Josef von Sternberg, Marcel L'Herbier.
L’anno successivo proseguono le innovazioni e viene inaugurato il nuovo Palazzo del Cinema, opera dell'architetto Luigi Quagliata, costruito a tempo di record, secondo i dettami del Modernismo, diffusosi all'epoca e mai più abbandonato nella storia della rassegna (tranne che tra il 1940 ed il 1948).
Lido di Venezia: il Palazzo del Cinema dell’architetto Luigi Quagliata (1936)
Nel 1938 la mostra subisce le pesanti pressioni politiche dettate dal governo fascista, i film vincitori vengono imposti alla giuria internazionale tra cui il tedesco Olympia di Leni Riefenstahl e
Luciano Serra pilota di Goffredo Alessandrini, due film di esplicita propaganda, seppure il primo è
ancora oggi riconosciuto come uno dei capolavori del cinema degli anni trenta. Ma è anche l'anno della prima grande retrospettiva dedicata al cinema francese, dalle origini al 1933, poiché tra tutte le nazioni era quello che di più aveva offerto autentici capolavori: citiamo A me la libertà (1932) di
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René Clair, Carnet di ballo (1937) di Julien Duvivier, La grande illusione (1937) e La bestia
umana (1939) di Jean Renoir, Il porto delle nebbie (1938) e Alba tragica (1939) di Marcel Carné.
Nel 1938 si comincia a parlare di un progetto francese di inaugurare una mostra a Cannes, sulla Costa azzurra, in concorrenza con Venezia, i timori del direttore Croze sono confermati dal comportamento delle majors americane, le quali a seguito della legge Alfieri che dava ai produttori un aiuto diretto commisurato al numero di biglietti venduti, favorendo così i film popolari e le società più prolifiche, decidono di uscire dal mercato italiano. I produttori americani vedono il progetto francese con positività e lo sostengono inviando i loro film al festival che si inaugurerà l’anno successivo. Gli anni della guerra sono i più bui di tutta la storia della mostra, il 1939 è l’ultimo anno della rassegna a causa dello scoppio della seconda guerra Mondiale e ad inaugurare la Mostra, al posto del conte Volpi viene invitato il capo della propaganda nazista, Joseph Goebbels. Gli anni quaranta rappresentano uno dei momenti più difficili anche se, come abbiamo visto, già dal 1938 le pressioni politiche falsarono e rovinarono la Mostra: con l’avvento del conflitto la situazione degenerò e furono pochi i paesi partecipanti, con l'assoluto monopolio delle opere di registi appartenenti all'asse Roma-Berlino, operanti in un clima più propagandistico che artistico. La mostra non si avvalse né di giurie né distribuì premi, le proiezioni si svolsero a Venezia presso il Cinema san Marco poiché il palazzo del Cinema era stato requisito dalle forze armate. Prendiamo ad esempio la rassegna del 1940 e la confrontiamo con le edizioni precedenti: il programma venne ridotto a soli 31 lungometraggi rispetto al numero almeno triplo del 1938, le nazioni partecipanti sono solamente 8, mentre nel 1939 erano quasi il doppio, anche se di fatto sono Italia e Germania a battersi per l’ultimo film. Le edizioni del 1940, 1941 e 1942, limitate a “Manifestazione internazionale d’arte cinematografica”, in seguito si considerarono come non avvenute.
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