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3- MATERIALI E METODI

3.3 L’ergonomia

3.3.1 Antropometria delle cabine

Le malattie osteo-articolari e muscolo-tendinee manifestate nel 2007 erano 922 casi contro quelle del 2011 di 6633; di cui denunce per affezioni dei dischi intervertebrali 2.595 casi.

Le malattie professionali denunciate nell’anno 2011, nello specifico l’ernia discale lombare erano 1.090 casi[1].

Questo vertiginoso aumento trova una giustificazione in quanto gli studi relativi al settore agroforestale della sicurezza e del comfort all'interno degli spazi di lavoro sono ancora relativamente pochi. In questi ultimi anni, tuttavia, la ricerca si è sempre più interessata al settore dell’ergonomia e dell'antinfortunistica in agricoltura: sono nate molte riviste, nazionali e internazionali, convegni del settore, che presenta un importante e "tipico" approccio multidisciplinare.

L’antropometria è una branca dell’ergonomia che si occupa delle dimensioni e delle forme del corpo umano. La progettazione di qualsiasi manufatto destinato ad interessare la sfera lavorativa (e non solo) umana necessita delle informazioni fornite dall’antropometria. La norma UNI EN ISO 7250-1:2010 “Misurazioni di base del corpo umano per la progettazione tecnologica - Parte 1: Definizioni delle misurazioni del corpo umano e luoghi” fornisce una descrizione delle misure antropometriche che può essere utilizzata come base per il confronto di gruppi di popolazione. L’elenco di riferimento

specificato nella norma è destinato a servire come guida per ergonomi che devono definire gruppi di popolazione e applicare le loro conoscenze alla progettazione delle geometrie dei luoghi nei quali le persone lavorano e vivono. La progettazione deve tener conto di una variabilità esistente, consentendo spazi sufficienti per il massimo valore in alcuni casi (per esempio altezza di una cabina), o prevedendo, in altri, la possibilità di regolazione in funzione della taglia o della specificità del soggetto. Generalmente la progettazione dello spazio interno abitabile si fa tenendo conto della distribuzione percentile delle dimensioni antropometriche di una popolazione. Il percentile rappresenta la percentuale di soggetti che hanno una dimensione uguale o inferiore a quella assegnata. Il 50-mo percentile rappresenta, in una distribuzione simmetrica, il valore medio della distribuzione considerata: per esempio, in una distribuzione dell’altezza di una popolazione, il 50-mo percentile risulta l’altezza media. Gli ingombri di un posto di lavoro vengono, in genere, progettati per le dimensioni della popolazione comprese tra il 2,5 ed il 97,5 percentile, che significa che essi sono in grado di adattarsi al 95% degli individui.

Particolare cura deve poi essere dedicata al sedile, che un operatore può utilizzare anche per tutta una giornata lavorativa.

Il sedile di guida possiede nelle versioni più confortevoli: - culla abbastanza larga e orizzontale sui punti di appoggio dell’ischio (ossa inferiori del bacino) con una leggera pendenza all’indietro e una lunghezza inferiore a quella della coscia (arterie femorali non compresse e facilità di movimento della gamba);

- appoggio lombare regolabile in altezza ed in convessità per sostenere anatomicamente le vertebre lombari (soggette a discopatie);

- inclinazione dello schienale regolabile per il miglior appoggio del tronco;

- braccioli per un miglior supporto delle braccia;

- rotazione di 20° su entrambi i lati per facilitare la salita e la discesa, oltre l’osservazione degli attrezzi posteriori;

- regolazioni in altezza e avanti/indietro per rendere la distanza dei comandi la più adatta alle dimensioni tipiche del soggetto e per consentire un confortevole appoggio dei piedi a terra;

- sospensione elastica verticale per ridurre le vibrazioni trasmesse dalla macchina e registrabile in funzione del peso dell’individuo;

- sospensione elastica orizzontale per ridurre i carichi impulsivi orizzontali avvertiti come colpi nella schiena (generalmente escludibile a comando);

- rivestimenti idonei per consentire traspirazione soprattutto per lo schienale. In genere sui trattori sono disponibili sedili orientabili in senso verticale e longitudinale, con molleggio a parallelogramma e sospensioni in base al peso del conducente. Culle, schienali e braccioli sono a profilo anatomico (e spesso di tipo registrabile), contengono bene l’operatore anche su forti

pendenze. Il rivestimento, nei trattori cabinati, è in panno e di conseguenza riduce il problema della traspirazione. L’antropometria disciplina anche la disposizione dei comandi che deve essere ancora razionalmente studiata in funzione:

▫ dello sbraccio antropometrico (braccia e gambe);

▫ della possibilità di facile azionamento in funzione dei movimenti più facili con le mani o con i piedi;

▫ della facile visibilità in funzione del campo visivo e dei movimenti facili della testa.

▫ della facile individuazione di tutti i comandi per l’azionamento della macchina.

La quantità di leve e comandi in un posto di guida di un trattore può essere molto elevata. Essenziale per 1’azionamento facile e sicuro dei comandi è la loro massima riconoscibilità, che può essere incrementata con una forma ed un colore caratteristici. Alcuni comandi a leva, per esempio dei distributori idraulici, in cui la posizione della leva è proporzionale ad un certo effetto, dovrebbero avere, per un controllo fine e sicuro, la possibilità di appoggio della mano. Per quanto riguarda i comandi per lo spostamento della macchina (acceleratore, cambio, marce ridotte e veloci) sono tendenzialmente tutti dello stesso colore ben distinguibile dagli altri comandi. Per questo la codifica dei diversi segnali luminosi (forma, colore, simbolo) deve essere studiata attentamente ed in alcuni casi è standardizzata a scala internazionale. Segnali acustici, oltre a quelli luminosi, in casi specifici, diventano particolarmente utili per avvisare il conducente di gravi malfunzionamenti o di situazioni di pericolo.

Particolarmente citata, nel campo della teoria dell’informazione, è la cosiddetta legge del magico numero sette. Un soggetto medio, sottoposto a stimoli visivi, non riesce a memorizzarne ed elaborarne più di sette, con un campo di variazione da cinque a nove. Segnali particolarmente importanti per il conducente devono quindi essere visualizzati in maniera chiara e semplice e risultare in numero molto ridotto per fornire solo le informazioni più importanti, necessarie per l’adozione di rapide ed efficaci contromisure [33].

Un posto di guida di un trattore, infine, deve consentire la massima visibilità all’esterno, senza zone d’ombra e soprattutto verso l’attrezzo posteriore e anteriore. Proprio questa esigenza porta a cabine quasi completamente vetrate e da ultimo a trattori cosiddetti a vista libera o a vista incrementata sul davanti (a cofano ribassato) per una visione migliore soprattutto dell’attrezzo portato anteriormente.