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Appare dunque chiaramente comprensibile la ratio sottesa alla recente evoluzione della disciplina sui rifiuti, volta a valorizzare il cd approccio del life cycle assessment, che

presuppone proprio l’estensione dei margini di osservazione all’intero ciclo di vita dei beni

e non solo al “fine vita”

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.

degli imballaggi flessibili. Si ricorda infine l’adozione, da parte dell’UNESDA (European non-alcoholic beverages association) di un codice dei condotta sulla produzione di bottiglie in PET riciclabili, recante specifici standard qualitativi (reperibile al seguente link: http://www.unesda.org/blog/code-conduct-pet- bottles-recyclability).

79 Cfr. Comunicazione della Commissione 2008/C 82/01 sugli aiuti di Stato in materia ambientale, par. 21, in cui si legge che «per correggere questo fallimento del mercato, i governi tengono ad adottare disposizioni legislative che obbligano a tenere conto degli effetti esterni negativi (esternalità) per la produzione. Mediante l’adozione di norme, misure fiscali, strumenti economici e altre disposizioni, le imprese inquinanti devono sopportare, in base al principio “chi inquina paga”, i costi sociali dell’inquinamento. L’internalizzazione degli effetti esterni negativi fa aumentare di conseguenza i costi privati sostenuti dalle imprese con una revisione al ribasso degli utili. Inoltre, poiché il grado di inquinamento varia in base al tipo di industria e di impresa, i costi di un eventuale regolamento ambientale tendono ad essere differenti, non solo tra imprese, ma anche tra Stati membri. Gli Stati membri, poi, possono percepir in modo diverso la necessità di fissare obiettivi ambientali ambiziosi».

80 M.CAFAGNO,Principi e strumenti di tutela dell’ambiente come sistema complesso, adattativo, comune, cit., pag. 329.

81 M.CAFAGNO,Principi e strumenti di tutela dell’ambiente, cit., pag. 329. 82 M.CAFAGNO,Principi e strumenti di tutela dell’ambiente, cit., pag. 330.

83 Cfr. COM(2006)767 del 6 dicembre 2006, Relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sull’attuazione della direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio e sul suo impatto sull’ambiente e sul funzionamento del mercato interno. Tale comunicazione riferisce espressamente l’ambito di operatività della prevenzione all’intero ciclo di vita degli imballaggi “dall’estrazione delle materie prime allo smaltimento”, precisando che «modifiche più consistenti nei volumi degli imballaggi immessi sul mercato possono essere realizzate soltanto tramite cambiamenti negli schemi di produzione, di consumo e di distribuzione. Questo spiega il limitato successo di tutte le misure di prevenzione attuate finora». Al fine di

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incrementare le attività di prevenzione, la Comunicazione dà conto della proposta del Parlamento europeo di ricorrere ad un indicatore ambientale per gli imballaggi (PEI-Packaging Environmental Indicator), con lo scopo di misurare l’effetto ambientale degli imballaggi e fornire orientamenti sui principali effetti ambientali di cui tener conto nella valutazione del ciclo di vita e negli approcci basati sulla nozione di ciclo di vita. Con riferimento al LCA, si veda la Comunicazione della Commissione del 21 dicembre 2005, COM(2005) 666, recante una “Strategia tematica sulla prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti”, in cui per la prima volta si è indicata l’introduzione del concetto del “ciclo di vita” nella politica in materia di rifiuti come misura essenziale per la loro riduzione. È interessante notare che in tale comunicazione la disciplina degli imballaggi viene menzionata proprio come esempio virtuoso di applicazione dell’approccio dell’intero ciclo di vita, mediante la fissazione di obiettivi di recupero per ogni materiale, partendo dall’analisi dell’impatto ambientale ed economico che si produce nel corso dell’intera vita del materiale. Proprio con riguardo alla prevenzione, nella citata Comunicazione della Commissione si afferma che “sarà possibile prevenire solo influenzando le decisioni pratiche prese nelle varie fasi del ciclo di vita: ossia le modalità di progettazione, fabbricazione, messa a disposizione dei consumatori e impiego dei prodotti”. Sulla produzione di rifiuti urbani incide inoltre il comportamento dei consumatori, legato a sua volta alla struttura sociale, al reddito individuale e al livello di benessere della società nel suo complesso.

Il life cycle assessment è stato formalmente introdotto anche nella disciplina generale dei rifiuti dalla direttiva 2008/98/CE, considerando n. 8, in cui si afferma la necessità di introdurre un “approccio che tenga conto dell’intero ciclo di vita dei prodotti e dei materiali, non soltanto nella fase in cui diventano rifiuti, per concentrare l’attenzione sulla riduzione degli impatti ambientali connessi alla produzione e alla gestione dei rifiuti, rafforzando in tal modo il valore economico di questi ultimi”.

L’UNEP (United Nations Environmental Program) ha dichiarato che «l’obiettivo del life cycle thinking è di prevenire approcci frammentari ed evitare i problemi che possono sorgere se si compiono valutazioni circoscritte a ciascuna fase del ciclo di vita di un bene, o a una specifica area geografica». Tale valutazione porta a ritenere l’imballaggio consustanziale rispetto al bene imballato, con riferimento al quale andrà effettuata la valutazione. Adottando questo approccio, il Consumer Goods Forum, ad esempio, nel suo report A global language for packaging and sustainability, a framework and a measurement system for our industry (2011, pag. 12), afferma che gli imballaggi per la loro stessa soddisfano esigenze di sostenibilità ambientale, in quanto la loro funzione di protezione dei beni consente di ridurre al minimo il rischio di deterioramento, distruzione o smarrimento dei beni, aumentandone così la sostenibilità poiché previene la dispersione di risorse: «Products generally represent far greater resources and have a much higher inherent value than the

packaging used to protect them. Thus, product losses due to underperforming packaging are likely to cause much greater adverse effects on the environment than the gains made through excessive packaging reduction».

Avvalendosi del life cycle assessment è possibile elaborare una sorta di profilo ecologico per ogni bene, prendendo in considerazione svariati indicatori, ed elaborando un’analisi degli impatti ed un progetto di miglioramento. Le regole tecniche ISO 14040 e 14044 rappresentano lo standard internazionale a cui gli analisi fanno riferimento per sviluppare ed eventualmente far verificare ogni studio LCA. La struttura di analisi proposta dalla norma ISO 14040 si articola nelle seguenti fasi: definizione degli scopi e degli obiettivi (goal and scope definition); analisi di inventario (life cycle inventory analisys, LCI); analisi degli impatti (life

cycle impact assessment, LCIA); interpretazione e miglioramento (life cycle interpretation).

Per un esempio di analisi dell’impatto condotta con il metodo del life cycle assessment si rinvia al Dossier Conai 2010 La prevenzione ecoefficiente, cit., pag. 32 ss., in cui alcune categorie di imballaggi sono state esaminate con riguardo a tre indicatori di impatto riconosciuti a livello internazionale: GWP (Global Warming Potential, che valuta l’emissione di gas ad effetto serra e si misura in massa di carbonio equivalente), GER (Gross Energy Requirement, che indica l’energia totale consumata durante il ciclo di vita di un imballaggio), il consumo d’acqua necessario per la produzione e commercializzazione dell’imballaggio. Per approfondimenti si rinvia a A.L. WHITE – K.SHAPIRO, Life cycle assessment. A second opinion, in

Environment, scienze and technology, 1993; M.N. CURRAN, Environmental life cycle assessment, in The

International Journal of Life Cycle Assessment, 1996, vol. 1; M.DUDA –L.SHAW,Life cycle assessment, in

Society, 1997, vol. 35, pag. 38 ss.; W.KLÖPFER,Life cycle assessment. From the beginning to the current state, in Environmental Science and Pollution Research, 1997, vol. 4, pag. 223 ss.; C.HENDRICKSON - A. HORVATH – S.JOSHI –L.LAVE,Peer Reviewed: Economic Input–Output Models for Environmental Life-

Cycle Assessment, in Environment, scienze and technology, 1998, 32; J.A.TODD –M.A.CURRAN,Stramlined Life-Cycle Asessment: a final report from the SETAC North America Stramlined LCA Workgroup, SETAC, St. Petersburg, 1999; W. MCDONOUGH – M. BRAUNGART, Cradle to cradle, cit.; H. BAUMANN – A.M. TILLMAN, The Hitch Hiker's Guide to LCA. An orientation in life cycle assessment methodology and

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