É stato più volte ripetuto che il risultato del MURAME consiste nel creare un ordinamento delle alternative dalla migliore alla peggiore. L’output della valutazione che verrà esposta nel capitolo successivo sarà una classificazione di un campione di banche che verranno valutate attraverso i criteri esposti nel capitolo 3. Gli indicatori presentati rappresentano diversi aspetti che influiscono nel rischio liquidità, ognuno dei quali preso singolarmente non fornisce una misura completa del rischio citato. A questo punto è spontaneo chiedersi a cosa possa servire ordinare un certo numero di banche in base alla loro esposizione al liquidity risk. Il motivo, in base al quale può essere utile conoscere quali sono le banche più esposte a tale rischio deriva dalla circostanza che la liquidità e l’esposizione ad essa sono centrali nella valutazione e nel controllo del rischio sistemico. Sono le stesse disposizioni di vigilanza prudenziali a convalidare tale affermazione; in esse, infatti, si legge che “la predisposizione di un adeguato sistema di governo e gestione di questo rischio (di liquidità) assume un ruolo fondamentale per il mantenimento della stabilità non solo della singola banca, ma anche del mercato, considerato che gli squilibri di una singola istituzione possono avere ripercussioni sistemiche”42
. É stato già esposto nel primo capitolo che i problemi di liquidità, grazie all’interconnessione che risulta tra il funding liquidity risk e il market liquidity risk, non rimangono isolati all’interno della singola istituzione coinvolta ma si propagano nel sistema coinvolgendo a catena anche altre banche. La relazione tra funding liquidity risk e market liquidity risk è ancora più evidente nelle fasi in cui i mercati sono turbolenti. In normali condizioni di mercato infatti la relazione tra funding liquidity risk e market liquidity risk può essere definita come virtuosa. In questo ciclo virtuoso svolge un ruolo determinante la Banca Centrale. Il compito di quest’ultima è di immettere nel mercato la giusta quantità di liquidità aggregata, indicata anche come quantità di liquidità neutrale. Immettendo liquidità nel sistema attraverso il mercato interbancario o il mercato degli
42 “ Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche”, Titolo V, Capitolo I, Sezione I, Banca d’Italia(2006).
96 assets la liquidità messa a disposizione dalla Banca Centrale copre il deficit di liquidità aggregato. Dato che la quantità offerta è uguale alla quantità di liquidità domandata si raggiunge una situazione di equilibro il cui risultato si riflette nei tassi applicati nel mercato interbancario, i quali eguagliano i tassi prefissati nella politica monetaria. Si può concludere che in normali condizioni ogni istituzione può ottenere la liquidità necessaria per far fronte ai propri bisogni. È importante sottolineare che ciascun tipo di liquidità (funding liquidity, market liquidity e central bank liquidity) ricopre un ruolo specifico nel buon funzionamento del mercato. La liquidità della Banca Centrale serve a colmare il deficit che si crea tra domanda e offerta di liquidità aggregata nel sistema. Tale immissione di liquidità deve essere poi redistribuita tra i vari agenti; questa funzione è svolta dal mercato degli assets. Infatti, la possibilità di ottenere liquidità direttamente dalla Banca Centrale è riservata solo ad alcune banche, le quali successivamente la presteranno, e quindi la redistribuiranno, anche agli altri ististuti, mediante il mercato interbancario. La funding liquidity si concretizza nell’efficiente allocazione delle risorse, realizzata una volta che ogni banca è riuscita ad ottenere la liquidità necessaria per far fronte ai suoi impegni. Ogni banca rimarrà liquida finchè nel mercato c’è abbastanza liquidità per soddisfare i propri bisogni. Si può evincere di conseguenza che la possibilità che non si materializzino situazioni di illiquidtà dipende dal buon funzionamento di questo meccanismo. In queste circostanze, in cui i mercati sono efficienti e c’è una sufficiente quantità di risorse liquide disponibili il rischio sistemico può considerarsi ridotto al minimo. In alcuni casi queste condizioni ideali possono essere compromesse e il meccanismo da positivo per il sistema può diventare un pericoloso canale di contagio. Per spiegare come questo possa avvenire si può partire dal presupposto che le banche, per definizione, non sono caratterizzate da un equilibrio solido. Come è stato già accennato nel primo capitolo, la funzione principale della banca consiste nella creazione di liquidità, che poi dovrebbe essere allocata efficientemente nel sistema. Per poter svolgere tale compito ogni banca raccoglie depositi a vista e concede prestiti, i quali sono caratterizzati da scadenze più lunghe. Tale trasformazione delle scadenze origina il maturity mismatch che quindi può essere visto come la radice della fragilità che caratterizza gli istituti bancari. Quindi è proprio il core business della banca che genera un disallineamento delle scadenze atto a generare tensioni di liqudità. Questo gap può essere controllato attraverso la detenzione di
97 strumenti liquidi che possono essere dismessi qualora la banca necessiti di fondi per far fronte alle richieste che via via si presentano. Il liquidity buffer non può però eliminare completamente il rischio di liquidità. Per la banca non è conveniente detenere solo strumenti liquidi in quanto, tali investimenti offrono basse remunerazioni. Quindi gli attivi delle banche sono caratterizzati da un mix di strumenti liquidi ed illiquidi, in modo tale da trovare un compromesso tra la sana gestione della liquidità e una buona prospettiva di redditività. Questo fragile equilibrio che caratterizza la singola banca può essere leso da diversi fattori, ad esempio dall’aumento improvviso delle richieste di risorse liquide da parte dei depositanti. La banca può presentare delle mancanze di liquidità perchè non é in grado di fronteggiare tutte le richieste; fino a che questo riguarda solo la singola banca questa situazione non è una minaccia per il sistema. Tuttavia, il funding liquidity risk della singola banca può essere trasmesso anche alle altre attraverso il mercato interbancario o il mercato degli assets in generale. La banca può vedersi costretta a vendere i propri assets, spesso accettando degli haircut consistenti nei prezzi di vendita. L’aumento delle vendite di strumenti finanziari, soprattutto se di importi consistenti, creano illiquidità nei mercati; in quello degli assets perchè i prezzi degli strumenti diminuiscono, in quello interbancario perchè la crescita dell’incertezza può portare ad un razionamento del credito. Di conseguenza nei mercati interbancari e negli altri mercati all’ingrosso si può assistere ad una rilevante rarefazione delle risorse liquide disponibili. Le banche possono passare facilmente da una posizione di liquidità ad una posizione di insolvenza qualora non riescano a reperire la liquidità necessaria. L’insolvenza genera a sua volta perdite ai depositanti e agli investitori. In questo modo si entra in una spirale viziosa che può portare anche altre banche al fallimento. Inoltre, l’interconnessione tra i diversi operatori del sistema finanziario assume un ruolo rilevante nella propagazione del rischio di liquidità. Questa digressione serve a spiegare che monitorare l’esposizione individuale di ogni singolo istituto di credito può servire a prevenire quei casi che possono avere ripercussioni sul rischio sistemico. Tale controllo deve essere svolto dagli organi di vigilanza. Le direttive del Comitato di Basilea attribuiscono un’importanza notevole al ruolo degli organi di vigilanza. È compito degli organi di supervisione valutare, in primo luogo, la gestione del rischio di liquidità attuata da ogni banca e verificare se la banca presenta un
98 livello di resilienza consono con il ruolo che occupa nel sistema finanziario. I ruoli delle istituzioni possono essere sintetizzati in due punti principali consitenti:
- nel constatare se le strategie e le politiche rigurdanti la getione la misurazione e il controllo del rischio soddisfino i principi generali indicati dalla normativa; - nel verificare se la banca è dotata di una quantità sufficiente di risorse liquide
che le permettano di superare periodi di tensioni di liquidità.
É molto importante che il giudizio della Banca Centrale relativo alla singola banca, ed anche i relativi provvedimenti, tengano in considerazione anche il ruolo che la banca occupa nel sistema economico in generale e nel sistema dei pagamenti. Quindi le indicazioni ottenute dal MURAME rappresentano un campanello dall’allarme tanto più le banche che si trovano nelle ultime posizioni rivestono un ruolo determinante nel buon funzionamento del sistema finanziario. L’implementazione del MURAME da parte degli organi di supervisione è facilitata data la possibilità, attribuita agli organi di vigilanza, di richiedere informazioni alle singole istituzioni. Una volta determinato l’ordinamento si utilizzerà il metodo MURAME anche per suddividere le alternative in classi omogenee. Ad ogni classe di merito è attribuito un determinato rischio di liquidità. Le utlime classi saranno composte dalle banche che hanno un’elevata esposizione al liquidity risk. Tanto più sono numerose queste classi, tanto più si può considerare il sistema a rischio di shock.