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Applicazione e verifica del piano

Nel documento Quaderni di Conservazione della Natura (pagine 41-45)

Un grave pericolo per la realizzazione del piano è costituito dalla mancata attuazione delle azioni descritte nello stesso; per ovviare a questo è necessario mantenere il coordinamento e lo scambio di informazioni fra quanti sono interessati alla gestione della specie. Infatti,

solo così è possibile stimolare la collaborazione nonché il razionale impiego degli sforzi e delle risorse riversate sulla conservazione della specie. Si rileva altresì l’opportunità di utilizzare la nascente struttura di coordinamento dei parchi abruzzesi per mantenere un costante coordinamento fra le azioni svolte a livello dei diversi parchi coinvolti. 3.2.1. Adozione del piano

L’efficacia di un piano d’azione dipende in larga misura dalla sua divulgazione ed adozione da parte degli enti ed organismi in grado di influire nelle scelte di conservazione. Sulla base di questa considerazione si ritiene opportuno promuovere l’adozione del piano da parte di molteplici istituzioni in grado di favorire la conservazione del Camoscio appenninico a diversi livelli. In particolare, per quanto riguarda i Parchi interessati, l’adozione risulta fondamentale per garantire l’attuazione delle azioni previste.

AZIONI

Adozione da parte della Convenzione di Berna Priorità: media.

Tempi: inizio entro un anno.

Responsabili: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. Programma: richiedere l’adozione da parte della commissione permanente

della Convenzione di Berna.

Adozione da parte della IUCN Priorità: media.

Tempi: inizio entro un anno.

Responsabili: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. Programma: richiedere l’adozione da parte della IUCN.

Adozione da parte dei Parchi interessati dalla presenza attuale o futura del Camoscio Priorità: media.

Tempi: inizio entro un anno.

Responsabili: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. Programma: richiedere ai consigli di amministrazione dei parchi d’Abruzzo,

del Gran Sasso - Monti della Laga, della Majella, dei Monti Sibillini, del Sirente - Velino l’adozione del piano e l’impegno per la realizza-zione delle singole azioni pertinenti.

3.2.2. Individuazione e attivazione delle possibili fonti di finanziamento Un grave rischio per la realizzazione di quanto previsto dal piano d’azione deriva dalla difficoltà di reperimento dei fondi necessari. Per questo motivo viene fornita un’analisi delle possibili fonti di finanziamento delle azioni previste dal piano. È importante considerare che si tratta di fonti di finanziamento complementari, nel senso che più fonti possono concorrere alla realizzazione di un’unica azione come anche azioni diverse possono fare affidamento a finanziamenti di diversa origine.

Fondi comunitari

I regolamenti 2078/92 e 2080/92 destinati a interventi agro-forestali di valore ambientale possono essere interessanti per le misure relative alla gestione del pascolo e sanitaria del bestiame domestico nelle aree frequentate dal Camoscio o interessata dalle reintroduzioni. I bandi afferenti alle commissioni europee DGXI e DGXII possono finanziare azioni di sensibilizzazione e ricerca. Esiste inoltre la possibilità di acce-dere ai fondi strutturali quali il programma Agenda2000 e, soprattutto, il LIFE-Natura.

I progetti LIFE favoriscono generalmente azioni di tutela concrete che riescano, nell’ambito della durata del progetto, a rimuovere o ridurre in modo determinante le minacce per la specie o l’habitat oggetto di intervento. I LIFE sono finanziati generalmente al 50-75% e hanno un budget medio di circa 500.000 ECU, un elemento positivo è la collaborazione di più partner nell’ambito dei progetti. Le azioni che LIFE finanzia in misura minore sono quelle di ricerca, arrivando a coprire circa il 10-20% dell’intero budget, ed essenzialmente finalizzate al completamento delle conoscenze per l’attuazione delle misure di tutela. Fondi del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio

Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, in quanto richiedente di questo piano d’azione e coinvolto istituzionalmente nella conservazione della natura in Italia, potrebbe predisporre una linea finanziaria dedicata all’applicazione dei piani d’azione. Questi finanziamenti risulterebbero particolarmente importanti al di fuori dei parchi.

Fondi degli Enti Parco

Il monitoraggio delle popolazioni, la sensibilizzazione nei confronti delle realtà locali e la gestione delle aree faunistiche potrebbero essere gestite e finanziate dai parchi, attraverso la copertura finanziaria diretta e indiretta (fornitura di personale, servizi e strutture).

Fondi delle Organizzazioni non governative (ONG)

Un ruolo fondamentale delle ONG è quello di convogliare fondi per le azioni di conservazione. Una campagna efficace per la raccolta fondi presso i soci consiste nell’adozione di singoli individui: attraverso una donazione, si riceve un certificato che testimonia il supporto economico sostenuto e da quel momento si iniziano a ricevere informazioni su un certo individuo della specie adottata. Altre iniziative per la raccolta fondi includono l’organizzazione di serate con ospiti di grande richiamo, o l’attivazione di sponsor privati, interessante soprattutto per aziende il cui logo è rappresentato dal Camoscio.

AZIONI

Piano di reperimento delle risorse finanziare Priorità: media.

Tempi: inizio entro un anno.

Responsabili: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e ONG.

Programma: viene preparato un piano di reperimento dettagliato, da pre-sentare al gruppo di lavoro, in cui sono indicate tutte le possibili fonti di finanziamento accessibili per ciascuna delle azioni previste dal piano, o per quelle a priorità maggiore. In particolare, il piano di reperimento finanziario deve indicare tempi e modi per attivare le diverse fonti. Costi: 1.000 Euro come rimborso spese.

3.2.3. Monitoraggio sull’attuazione del piano

Allo scadere del periodo di validità del piano viene effettuata una valutazione conclusiva sullo stato di attuazione raggiunto, a cui fa seguito la stesura di un rapporto su quanto è stato realizzato. In funzione dello status di conservazione raggiunto dalla specie viene redatto un nuovo piano.

AZIONI

Valutazione finale del piano, eventuale stesura di un nuovo piano Priorità: alta.

Tempi: allo scadere dei cinque anni di validità.

Responsabili: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio.

Programma: viene effettuata una accurata valutazione dell’efficacia delle azioni proposte e dello stato di attuazione delle stesse. Eventuali nuove azioni o correttivi da apportare a quelle attuate solo parzialmente

ven-gono indicati nel nuovo piano redatto successivamente alla valuta-zione stessa.

Nel documento Quaderni di Conservazione della Natura (pagine 41-45)

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