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GLI APPROCCI ALL'E-LEARNING

Dal punto di vista didattico-formativa, l'evoluzione dell'utilizzo delle ICT per migliorare, arricchire e ottimizzare il processo di insegnamento-apprendimento dà origine al TEL (Technology enhanced learning), acronimo che si riferisce ad una modalità che favorisce gli stili degli apprendenti offrendo flessibilità in termini di tempo, spazio, modularità e granularità dei contenuti formativi (Trentin, 2006).

Si assiste pertanto ad una evoluzione delle ICT: dalla tendenza principale di attribuire centralità al dispositivo didattico si passa a mettere al centro del processo lo studente, il fruitore, costruendo attorno ad esso un ambiente di apprendimento integrato, che potesse offrire risorse plurali per la formazione. Tali risorse consistono in materiali digitalizzati, assistenza da parte di facilitatori del percorso, possibilità di interazione online con docenti o esperti, partecipazione ad una comunità di apprendimento di pari e collaborazione allo sviluppo di attività o materiali di lavoro basati su studi di caso o situazioni di simulazione e problem solving.

Trentin sottolinea che «la decisione di utilizzare supporti tecnologici per favorire il raggiungimento di specifici obiettivi formativi, non può prescindere da un'attenta analisi del valore aggiunto che questi possono effettivamente offrire al processo di insegnamento/apprendimento»

(Trentin, 2008, p. 40).

Esse risultano indispensabili in attività formative il cui materiale didattico sia pensato e strutturato in maniera ipertestuale e multimodale, ovvero attraverso una serie di linguaggi comunicativi di tipo digitale e liquido, come video, audio, animazioni, ecc. Questo tipo di materiali rendono il processo formativo di tipo adattivo, ovvero in grado di venire incontro agli stili cognitivi e ai bisogni del discente. Quest'ultimo può apprendere, grazie alle tecnologie, in maniera non troppo direzionata ma con larga autonomia, sfruttando le possibilità di esplorazione, indagine, ricostruzione del sapere che determinati software (per esempio simulativi o di gamification) prevedono; inoltre è contemplata la collaborazione e l'interazione tra pari in remoto per raggiungere determinati obiettivi formativi.

Le potenzialità sopra illustrate, proprie dell'e-learning, possono essere alternativamente sfruttate mettendo in atto differenti approcci strategici. Tali approcci vengono di solito classificati in tipologie pensate per un apprendimento che favorisca principalmente la dimensione individuale e tipologie per un apprendimento che favorisca la dimensione collaborativa. Si tratta di approcci non necessariamente in antitesi, ma a volte utilizzati all'interno dello stesso percorso in alternanza, per diversificare il tipo di fruizione dei materiali.

Trentin (2004) differenzia in maniera più dettagliata gli approcci all'e-learning, individuando quattro categorie.

La prima riguarda l'apprendimento individuale e si riferisce all'utilizzo autonomo di materiale di supporto e di strumenti didattici per l'autoistruzione. In tale categoria ricadono i software didattici nati per essere usati sia in rete che in locale, sia i documenti, i video, e gli altri materiali strutturati pensati per la formazione a distanza.

La seconda categoria riguarda l'apprendimento assistito. In questo caso le possibilità di supporto fornite al discente sono diverse, in quanto può essere previsto un tutor di percorso per orientare o facilitare nell'uso dei materiali oppure l'assistenza da parte di un esperto (docente, formatore, ecc.) che interagisce sui contenuti disciplinari proposti, anche proponendo eventi come seminari, conferenze, ecc.

La terza categoria è quella dell'apprendimento collaborativo, che è l'approccio maggiormente utilizzato nella formazione e-learning di ultima generazione. In questo caso il focus è quello di sviluppare e strutturare una vera e propria comunità di apprendimento e/o di pratica, che interagisca sui temi formativi, condivida buone pratiche ed esperienze e collabori alla risoluzione di problemi tipici del proprio ambito professionale.

L'ultima categoria è quella degli approcci misti, noti anche come blended solution, in cui si cercano di integrare approcci formativi differenti, ad esempio le attività a distanza e le attività in aula oppure modalità individuali e modalità interattive e collaborative.

Ranieri (2005) opera una ulteriore classificazione dei modelli e-learning centrata non solo sul ruolo del discente ma anche sull'architettura didattica a cui essi sono ispirati. Tale classificazione è

utile soprattutto in fase di progettazione, nel momento in cui si debba definire la strategia maggiormente utile in base al target da raggiungere e agli obiettivi formativi fissati. Le architetture proposte sono quattro: ricettiva, sequenziale o direttiva, a scoperta guidata, collaborativa.

L'architettura ricettiva è quella relativa a corsi con finalità principalmente erogativa, basati sulla trasmissione di conoscenze o contenuti. Secondo i principi dell'apprendimento stilati da Merrill (2001) tale architettura è quella meno motivante e coinvolgente, quindi andrebbe utilizzata con parsimonia, magari in momenti marginali del corso, integrata con altre tipologie più attive.

L'architettura sequenziale o direttiva è quella basata su pattern che prevedano brevi lezioni, esercizi o attività di pratica, feedback immediato sulle attività, in una visione di tipo progressivo, dal semplice al complesso. Viene utilizzata solitamente per l'apprendimento di procedure tecniche (per esempio nell'alfabetizzazione informatica o nella conoscenza di base delle grammatiche e delle strutture delle lingue straniere) e richiede una forte strutturazione sia del corso nella sua globalità, sia dei singoli materiali.

L'architettura a scoperta guidata invece prevede approcci problem-based, apprendimento situato, uso di simulazioni esperienziali, feedback a partire dall'errore e forte interventi di coaching a supporto del discente. «È indicata per sviluppare capacità di problem solving e favorire l’acquisizione di competenze in domini cognitivi complessi. È necessario che l’allievo possegga una qualche conoscenza di base del dominio in questione e che sia disponibile una tutorship altamente qualificata» (Ranieri, 2005, p. 72).

Infine, l'architettura collaborativa, già accennata in precedenza, prevede interventi di peer tutoring e peer learning e si basa su approcci didattici per progetti. Gli studenti devono avere già conoscenze fondate ed essere disponibili a collaborare per costruire nuove elaborazioni di sapere.

Tali architetture non connotano il processo formativo in maniera univoca, infatti spesso si integrano tra loro nello stesso corso e-learning, per coprire obiettivi e necessità formative diverse e varie.

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