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CAPITOLO 2. I visitor studies: evoluzione e metodi di ricerca

2.2. Obiettivo della ricerca: rilevare le motivazioni e l’impatto cognitivo del

2.2.1 Approccio quantitativo o qualitativo?

Una volta definiti gli obiettivi, valutati i tempi e le risorse a disposizione del museo, si hanno gli elementi per decidere l’approccio metodologico più opportuno da adottare. La scelta da effettuare è tra ricerca quantitativa e ricerca qualitativa.

Affrontare un’indagine sulle motivazioni e sull’impatto cognitivo dei visitatori significa comprendere un fenomeno complesso che deve essere indagato attraverso la rilevazione di informazioni strettamente legate alla soggettività del singolo individuo. Sebbene tali informazioni possano essere raccolte utilizzando strumenti di natura quantitativa, come il questionario a risposta multipla, si ritiene ormai comprovata l’esigenza di un approccio qualitativo. I dati rilevati sono maggiormente approfonditi e ricchi di significato; il visitatore è sollecitato ad esprimere opinioni, punti di vista e giudizi che, essendo personali e argomentati in maniera soggettiva, non possono essere standardizzati.

In generale, i visitor studies costituiscono una disciplina multiforme che assomma contributi provenienti da sociologia, psicologia, antropologia, pedagogia, marketing e management. Coerentemente con tale natura ibrida, le indagini sul pubblico si avvalgono di varie metodologie di ricerca. Da una metodologia prevalentemente statistico- quantitativa, indicata per la rilevazione e l’analisi delle caratteristiche demografiche e sociali del pubblico (età, estrazione sociale, livello di istruzione, comune di residenza), si passa ad una ricerca di tipo discorsivo-qualitativa che utilizza strumenti più adatti alla valutazione di dimensioni cognitive di maggior complessità106.

Le differenze tra i due tipi di approccio sono riscontrabili già nella fase di impostazione di ricerca. Nella ricerca qualitativa la relazione fra teoria e ricerca è aperta, interattiva, poiché l’assunzione di teorie precostituite potrebbe condizionare l’interpretazione delle

106

P. Corbetta, La ricerca sociale: metodologia e tecniche. Vol I. I paradigmi di riferimento, Bologna, 2003.

informazioni raccolte, piuttosto, la ricerca potrebbe essere da stimolo all’elaborazione di nuove teorie. Nell’indagine qualitativa, inoltre, il soggetto indagato ha un ruolo attivo, poiché interagisce con il ricercatore. La sua compartecipazione diretta e creativa al processo di ricerca viene costantemente ricercata ed incentivata. Anche in fase di disegno della ricerca le differenze sono sostanziali: se infatti esso è costruito a tavolino ed è rigido nella ricerca quantitativa, in quella qualitativa il disegno è destrutturato, aperto, idoneo a captare l’imprevisto e modellato nel corso della rilevazione107.

Le informazioni quantitative sui visitatori, sono basate essenzialmente sui valori derivanti dal conteggio o dalla stima degli ingressi al museo; informazioni che restituiscono, in prima battuta, la capacità di attrazione del museo108. Le informazioni qualitative invece, possono essere rilevate secondo varie tecniche e possono essere diversamente organizzabili in fase di codifica e decodifica: i dati di questo tipo possono essere qualitativo-ordinabili o qualitativo non ordinabili nel caso in cui si faccia riferimento ad una scala di valutazione o ad una serie di risposte multiple. Nel caso in venga lasciata la possibilità al soggetto di argomentare le proprie risposte, le informazioni verranno presentate in forma narrativa o semi-narrativa; i dati così ottenuti verranno analizzati caso per caso e il singolo soggetto conserverà la sua specificità in fase di decodifica.

“L’approccio quantitativo è finalizzato prevalentemente a misurare i fenomeni e a generalizzare i risultati ottenuti”109. Le procedure standard con cui vengono raccolte le informazioni, consentono la codificazione, la misurazione e l’interpretazione statistica dei dati raccolti. Le informazioni raccolte devono essere semplici e chiare affinché possano essere trasformate in variabili e quindi misurate. Le proprietà individuali del singolo soggetto, vengono scomposte analizzate al fine di cogliere l’andamento statistico di queste variabili. Per rendere immediato all’occhio tali varianze, i risultati vengono presentati con tabelle e grafici in maniera generalizzata e sintetica110. Nella ricerca qualitativa invece, i soggetti vengono studiati nella loro interezza e unicità, poiché

“l’individuo è qualcosa in più della somma delle sue parti”111. Per poter capire il soggetto indagato e analizzare le informazioni rilevate è bene riportare per iscritto i discorsi, senza ricorrere a generalizzazioni o semplificazioni. L’obiettivo non è quello di individuare i meccanismi causali che stanno alla base dei fenomeni sociali, si cerca piuttosto di descrivere le differenze interpretandole alla luce di tipi ideali. Se infatti l’obiettivo della

107 P. Corbetta, ivi.

108 A. Bollo (a cura di) , Indagine sul pubblico dei musei lombardi, Fondazione Fitzcarraldo, 2004. 109 A. Bollo, Il museo e la conoscenza del pubblico: gli studi sui visitatori, Bologna, 2004. 110

P. Corbetta, Metodologia e tecniche della ricerca sociale

ricerca è quello di analizzare il soggetto, il risultato teorico a cui essa mira è la

generalizzazione dell’interpretazione singolare del caso analizzato. La definizione del tipo ideale rappresenta proprio questa generalizzazione dei dati raccolti per singolo individuo. “Il concetto tipico ideale serve a orientare il giudizio di imputazione nel corso della ricerca: esso non è un’«ipotesi», ma intende indicare la direzione all’elaborazione di un’ipotesi. […] Esso è ottenuto mediante l’accentuazione unilaterale di uno o di alcuni punti di vista, e mediante la connessione di una quantità di fenomeni particolari, diffusi, discreti, esistenti qui in maggiore e là in minore misura, e talvolta anche assenti,

corrispondenti a quei punti di vista unilateralmente posti in luce in un quadro concettuale in sé unitario. Nella sua purezza concettuale questo quadro non può mai essere

rintracciato empiricamente nella realtà; esso è un’utopia”112 .

L’idea di poter rintracciare dei ruoli equivalenti all’interno di una rete è piuttosto utile, perché consente di individuare delle categorie concettuali che possono aiutare, sia il moderatore nella fase di rilevazione, sia il ricercatore nella fase di decodifica.

Alla luce di tali informazioni, risulta evidente l’importanza di un approccio di tipo qualitativo che permetta maggior libertà di approfondimento di un ambito di studio ampio e complesso. L’indagine sulle dinamiche cognitive di un visitatore può essere affrontata attraverso l’utilizzo di diverse tecniche. Spesso i musei o le comunità scientifiche incaricate ad affrontare tale indagine, si avvalgono di più strumenti di natura sia qualitativa che quantitativa, ciò per consentire una raccolta di dati più o meno approfondita e maggiormente aperta ad interpretazioni sociologiche.