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A livello regionale, nel trimestre si è registrato un lieve innalzamento delle temperature minime rispetto alla media del periodo 1971-2000 e un abbassamento delle massime (soprattutto in maggio). La provincia che ha subito le maggiori variazioni è risultata L‟Aquila, probabilmente riconducibili alle caratteristiche geografiche della provincia e alla mancanza dell‟attività mitigatrice del mare presente nelle altre provincie.

Più nel dettaglio, il prolungarsi della stagione invernale ha caratterizzato il mese di aprile con temperature minime quasi sempre sotto i 10 gradi. In provincia de L‟Aquila si è registrata una temperatura media di 2,2°C, contro la media di 1°C. La provincia di Chieti ha registrato il valore più alto (6,7°C, quasi 2 gradi in più del periodo 1971-2000), seguita dalla provincia di Teramo (5,4 °C) e Pescara (4,7°C). Valori ben più alti si sono evidenziati a maggio, quando le temperature non sono scese sotto i 5 °C. In provincia di Chieti, probabilmente per l‟effetto mitigatore del mare, la temperatura minima media è stata di 10,4 °C (+ 1 grado rispetto alla media del trentennio 1971-2000). Nel Teramano, i valori minimi sono superiori di circa 5 gradi rispetto al periodo 1971 – 2000 (8,8°C contro i 3,4°C medi). I valori registrati a giugno sono risultati pressoché in linea con la media climatologica nelle provincie di Teramo e Pescara, di contro in quelle di Chieti e L‟Aquila le differenze sono state più significative (circa +2°C).

L‟analisi delle temperature massime in aprile mostra valori allineati con la media climatologica. Il mese di maggio si è caratterizzato per temperature massime sotto la media rispetto al trentennio in esame,

40 con scarto maggiore nella provincia de L‟Aquila (-3°C). A giugno le temperature massime si sono mantenute sotto la media climatica e la differenza più evidente si è registrata in provincia de L‟Aquila (-3,5°C). In definitiva in questo trimestre,

Le precipitazioni in aprile sono state abbastanza elevate rispetto alla media climatica. Nel territorio aquilano, specialmente nella zona nord occidentale caratterizzata da un territorio montuoso, si sono registrati circa 86 mm di cumulati (+7 mm), nel Chietino 79 mm circa (+16 mm), in questo caso con le maggiori precipitazioni verificatesi nell‟entroterra, in particolar modo nella zona montuosa confinante con la provincia de L‟Aquila. In provincia di Pescara le precipitazioni hanno superato di poco gli 80 mm nel mese di aprile, la media trentennale era di circa 68,4 mm, pertanto è facile constatare che anche questa provincia ha contribuito a disegnare un trimestre abbastanza piovoso. In provincia di Teramo si è registrato il valore più basso (76,7 mm), comunque superiore di circa 9 mm rispetto alla media 1971-2000. Nel mese di maggio, le precipitazioni sono state abbondanti, il livello di cumulato è risultato di molto sopra la media storica. Oltre che alla quantità di pioggia bisogna considerare l‟elevata frequenza dei giorni piovosi. A differenza di aprile, dove le precipitazioni hanno interessato maggiormente la zona interna della regione, a maggio la piovosità ha interessato tutto il territorio regionale (i massimi scarti in provincia de Teramo +50 mm e in provincia di Pescara +49 mm). A giugno si sono registrati scarti dalla media in tre provincie su quattro (Aquilano, Pescarese e Chietino), ma più contenuti (circa +7 mm).

Anche i dati inerenti l‟evapotraspirazione mostrano risultati interessanti: in aprile in tutte e quattro le provincie abruzzesi si è registrato un valore leggermente sotto la media, con punte massime in provincia di Chieti (71,5 mm). Più elevata è risultata l‟evapotraspirazione registrata a maggio ed è aumentata ancora in giugno in tutte le provincie, con valori che non si discostano molto dalle medie storiche.

In definitiva, è possibile affermare che il trimestre in esame non ha evidenziato fenomeni particolarmente critici, pur registrando alcune anomalie rispetto ai valori climatici. Le precipitazioni si sono distribuite in maniera piuttosto omogenea sul territorio regionale, senza però causare gravi danni o lunghe interruzioni delle principali operazioni colturali.

Dal punto di vista agricolo, nella vite si registra un ritardo vegetativo di qualche giorno rispetto alla media degli ultimi anni, probabilmente causato dal prolungarsi della stagione invernale, mentre il processo di fioritura/allegagione sembra procedere con regolarità. La peronospora è stata la maggiore insidia per i vigneti a causa delle perduranti condizioni di instabilità climatica. Sono risultati opportuni e tempestivi i trattamenti e le strategie di difesa che hanno salvato la maggior parte degli impianti nella regione. Sporadicamente si è riscontrata la presenza del fungo, come nella Valle Peligna (provincia de L‟Aquila, comuni di Sulmona, Pratola Peligna, Raiano), nelle aree dove l‟avvio ritardato degli interventi ha aperto la strada alle infezioni primarie che successivamente hanno causato implicazioni più gravi.

Per il ciliegio si è prestata attenzione alla Monilia, date le rischiose condizioni di umidità/piovosità, in particolare nell‟ultima decade di giugno. Non si sono registrati valori molto diversi rispetto agli anni passati nelle produzioni di ciliegie, una lieve riduzione si è evidenziata nel prezzo.

Nelle coltivazioni di pomodoro in serra, dopo alcune segnalazioni nella passata stagione, sin dalla primavera di quest‟anno sono stati rilevati anche nella nostra regione forti attacchi di Tuta absoluta, un lepidottero di origine tropicale di recente introduzione in Italia (2008), comunemente denominato tignola del pomodoro e dannoso, tra le altre specie, anche per patata, tabacco, melanzana e peperone. Nelle prime settimane di giugno la tignola sta interessando anche le coltivazioni di pomodoro in pieno campo creando non pochi problemi agli agricoltori.

41 5. Appennino meridionale

Nel distretto idrografico Appennino meridionale ricadono interamente4 i territori delle regioni Campania, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria e delle relative province (fig. 5.1).

Figura 5.1 – Inquadramento delle province e delle stazioni di rilevamento idrometriche

Fonte: elaborazioni SIGRIAN-INEA

4 Nel distretto ricadono parzialmente anche le province di L‟Aquila e Chieti in Abruzzo e di Frosinone, Latina e Roma nel Lazio, che sono state incluse nell‟analisi nel distretto Appennino centrale, in relazione alla prevalenza di territorio. Unica eccezione è la provincia di Frosinone, che al momento non è stata considerata data la strutturazione della nota per regione nel caso del Sud.

42 5.1 Campania

Il trimestre aprile- giugno 2010 è stato caratterizzato da un andamento meteorologico generalmente in linea con la media climatica 1971-2000, fatta eccezione per alcune differenze registrate nel mese di aprile e nel mese di giugno in relazione alle precipitazioni.

Nel mese di aprile, sono stati riscontrati valori meteorologici superiori alle medie climatiche sia per quanto riguarda le temperature che le precipitazioni. Le temperature medie minime per provincia hanno superato i valori medi climatici, in particolare nelle province di Napoli e Salerno, dove la differenza è risultata di + 2,4°C e +1,5°C rispettivamente, mentre nelle province di Avellino, Benevento e Caserta tale differenza è stata più contenuta, ma sempre positiva (graf. 5.1). Per quanto riguarda le temperature medie massime, gli scostamenti più significativi si sono verificati nelle province di Caserta e Benevento, dove si sono registrate temperature di + 2,8°C e + 2,4°C rispetto ai valori medi climatici (graf. 5.2).

L‟andamento meteorologico dei mesi di maggio e giugno per quanto riguarda le temperature sia minime che massime si è mantenuto del tutto simile a quello del trentennio di riferimento.

Grafico 5.1 - Temperature minime medie mensili aprile-giugno 2010 e media climatica

43 Grafico 5.2 - Temperature massime medie mensili aprile-giugno 2010 e media climatica

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA - CMA, 2010

Le precipitazioni cumulate mensili hanno superato la media climatica in tutte le cinque province campane, in particolare nei mesi di aprile e di giugno (graf. 5.3). Nel primo mese, in provincia di Benevento e di Avellino tale differenza è stata notevole, discostandosi, infatti, rispettivamente di +18 e +16 mm, mentre è stata più contenuta nelle province di Napoli e Salerno (+10 mm). Anche nel mese di giugno le precipitazioni hanno abbondantemente superato i valori statistici medi: in tutte le province campane sono caduti almeno 20 mm in più rispetto alla media climatica. In alcuni casi si sono verificati fenomeni di carattere temporalesco con conseguenti danni. In provincia di Salerno nel Comune di Capaccio la notte tra il 20 ed il 21 giugno una tromba d‟aria si è abbattuta lungo le zone costiere, danneggiando diverse strutture turistiche e alcune aree agricole in località agro di Capaccio.

Grafico 5.3 Precipitazioni medie mensili aprile-giugno 2010 e medie climatiche

44 I dati elaborati per l‟analisi del bilancio idroclimatico nelle cinque province campane (graf. 5.4), evidenziano il contenuto di acqua nel suolo del trimestre aprile-giugno in conseguenza del rapporto precipitazioni-temperature. Dal confronto tra i valori dell‟anno in corso con le medie climatiche, emerge un aumento di circa 10 mm di acqua nel suolo relativamente al mese di aprile ad eccezione della provincia di Caserta; valori molto simili nel mese di maggio, per finire con un sostanziale aumento nel mese di giugno (+20 mm) rispetto alle medie climatiche in tutte le province campane.

Grafico 5.4 Bilancio idroclimatico aprile-giugno 2010 e medie climatiche

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA - CMA, 2010

Per quanto riguarda l‟andamento delle disponibilità idriche dei principali invasi campani, sono riportati (tab 5.1) i dati messi a diposizione dai Consorzi Velia, Destra Sele ed Ufita corrispondenti ai rispettivi bacini idrografici dell‟Alento, del Sele e dell‟Ufita. In alcuni casi è possibile rapportare il valore assunto nel 2010 con quello dello stesso periodo del 2009. Nel caso del bacino di Alento è emersa una situazione leggermente peggiore rispetto al 2009, mentre per quanto riguarda il bacino dell‟Ufita si è evidenziata la situazione inversa. In questo caso, l‟autorizzazione al raggiungimento della massima quota di regolazione dello scorso anno ha ormai consentito il raggiungimento del massimo volume con conseguente miglioramento rispetto al 2009. Per quanto riguarda il bacino del Sele, si registrano valori di riempimento coincidenti con la massima capacità, condizioni ottimali per affrontare l‟incremento di esigenza irrigua del trimestre e del successivo luglio-settembre.

45 Tabella 5.1 – Riepilogo dello stato di riempimento dei principali invasi campani

INVASO Capacità Utile M ln mc 01/04/2010 Scarto rispetto al 01/04/09 01/05/2010 Scarto rispetto al 01/05/09 01/06/2010 Scarto rispetto al 01/06/09 Diga Alento 26,000 24,800 -0,800 23,300 -2,700 23,000 -0,500 Diga Fabbrica 1,100 1,090 -0,010 1,030 -0,070 0,960 -0,090 Diga Carmine 3,100 3,000 -0,014 2,960 -0,056 3,010 0,010

Diga S. Giovanni 0,250 vuota 0,097 -0,049 0,106 0,106

Diga Le Fosse 0,055 vuota vuota -0,006 vuota -0,025

Tot. Bacino Alento 30,505 28,890 -0,824 27,387 -2,881 27,076 -0,499

Traversa Persano

Bacino del Sele 1,500 1,500 1,500 1,500

Diga Macchione

Bacino Ufita 0,585 0,510 0,135 0,510 0,060 0,510 0,050

Volumi disponibili (M ln mc)

Fonte: elaborazioni Inea su dati Consorzi di bonifica e irrigazione Destra Sele, Velia e Ufita, 2010

Partendo dal quadro di informazioni sull‟andamento idrologico e meteorologico, è possibile fare alcune considerazioni sul settore agricolo. In alcune aree produttive della regione, il ritardo nelle operazioni colturali che ha caratterizzato il trimestre precedente ha determinato uno slittamento delle fasi di lavorazione con conseguente sfasamento dell‟epoca di semina delle successive colture primaverili-estive. Ciò comporta il rischio di un potenziale allungamento del periodo critico per la gestione dell‟acqua ad uso irriguo. È il caso, ad esempio, delle coltivazioni di mais destinato all‟alimentazione delle bufale nella piana del Sele, dove si registra un ritardo della coltura di circa tre-quattro settimane. In quest‟area, data l‟elevata diffusione degli allevamenti, tali colture occupano circa il 70% dei terreni agricoli. Il conseguente slittamento dell‟epoca di maturazione potrebbe causare, anche in relazione all‟andamento delle piogge del mese di agosto, maggiori richieste idriche per sostenere la coltura nelle fasi immediatamente precedenti la raccolta che con un ritardo di circa un mese, si avvicinerà al periodo critico, caratterizzato da elevata evapotraspirazione e piogge scarse. Generalmente si cerca di evitare un‟eccessiva concentrazione di richieste idriche in concomitanza di questa fase. Il periodo più asciutto è, infatti, compreso tra luglio e agosto come dimostrano anche i dati medi del trentennio, secondo i quali le precipitazioni medie climatiche dei due mesi oscillano tra 24 e 40 mm mensili contro valori medi di evapotraspirazione compresi tra 135 e 161 mm, lasciando facilmente intuire la scarsità di acqua nel terreno. Com‟è noto le esigenze idriche si intensificano in questi mesi, e un‟eccessiva concentrazione delle richieste potrebbe creare disagi anche se le condizioni di partenza degli invasi sono buone, come visto in precedenza. In ogni caso, il tutto potrebbe essere fortemente condizionato dall‟andamento pluviometrico. Pertanto, se la piovosità estiva di quest‟anno dovesse essere in linea con la media climatica (1971-2000), potrebbero verificarsi dei problemi di gestione, che al contrario sarebbero ridimensionati nel caso di eventi piovosi di superiore entità.

Infine per quanto riguarda le condizioni fitosanitarie, nel corso del trimestre dalle indagini effettuate dagli ispettori fitosanitari è emersa la presenza di alcuni fitofagi di elevata pericolosità. In diverse aree della

46 regione sono presenti focolai di infestazione del cinipide galligeno5. Sebbene non siano ancora stati accertati casi avanzati di infestazione, persiste l‟emergenza fitosanitaria a causa dei gravissimi danni che è in grado di arrecare alla coltura del castagno e, quindi, all‟intera economia dei relativi areali di coltivazione. In provincia di Caserta, in località Casamostra del Comune di Teano, è stata accertata un‟infestazione in un castagneto di 10.000 mq con varietà euro-giapponesi. Altri focolai di cinipide galligeno sono stati accertati in località Camaldoli del comune di Napoli, ed in provincia di Salerno nella zona collinare di Giffoni Valle Piana e nei pressi del Comune di Serino. Infine, in provincia di Avellino è stata segnalata la presenza di galle del cinipide nei comuni di Montefusco in località Piana delle Mele e Santa Paolina in località La Piana e nei comuni di Contrada, Monteforte Irpino e Avellino.

Altro fitofago pericoloso è la Tuta absoluta, la cui presenza è stata rilevata sia in provincia di Napoli che in provincia di Caserta, con lievi attacchi del lepidottero in pieno campo riscontarti in Agro di Villa Literno e Cancello Arnone.

5.2 Molise

Nella regione Molise, il secondo trimestre 2010 è stato caratterizzato da un andamento meteorologico piuttosto regolare, ad eccezione del mese di aprile, in cui valori delle temperature generalmente estivi e leggermente al di sopra delle medie stagionali hanno interessato entrambe le province.

In particolare, nella provincia di Isernia le temperature massime medie hanno registrato uno scostamento positivo dalla media climatica di circa 2°C, la provincia di Campobasso di circa 1°C (graff. 5.5. e 5.6). Le temperature minime di aprile hanno mostrato valori medi superiori ai 2°C in provincia di Campobasso. A maggio e giugno, invece, in entrambe le province, le temperature medie massime sono risultate in linea con le medie climatiche, mentre le minime medie hanno registrato uno scostamento positivo di circa 1°C .

5

Il cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu), è un imenottero molto diffuso in Asia e negli Stati Uniti, la cui presenza è stata riscontrata per la prima volta in Piemonte, in provincia di Cuneo, nel 2002. E‟ stato poi rilevato nel Lazio e nel 2008 anche in Campania, in provincia di Avellino e Salerno.

47 Grafico 5.5 – Temperature massime medie mensili aprile-giugno 2010 e media climatica

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA –CMA, 2010

Grafico 5.6 – Temperature minime medie mensili aprile-giugno 2010 e media climatica

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA - CMA, 2010

Per quanto riguarda le precipitazioni, in entrambe le province si evidenziano nel mese di aprile valori di poco superiori alla media climatica (graf. 5.7). Le piogge sono state localizzate sui rilievi nella prima e terza decade, mentre sparse e a carattere temporalesco nella seconda decade. A maggio, invece, il dato medio nella provincia di Campobasso ha evidenziato un lieve deficit rispetto alle medie climatiche. A giugno il dato si è mantenuto sopra la media climatica su tutto il territorio regionale.

48 Grafico 5.7 – Precipitazioni medie mensili aprile-giugno 2010 e media climatica

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA - CMA, 2010

L‟indice di bilancio idroclimatico medio nelle due province ha assunto valori inferiori rispetto alla media climatica (graf. 5.8), con punte in negativo nella gran parte del trimestre in esame e scarti massimi fino a –50 mm. Valori superiori e positivi si sono registrati nel corso della seconda decade di aprile, in entrambe le province, come conseguenza delle piogge che hanno interessato il territorio. Nel corso di giugno il bilancio è stato negativo, oltre che inferiore alla media climatica del periodo.

Grafico 5.8 – Bilancio idroclimatico aprile-giugno 2010 e media climatica

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA - CMA, 2010

In relazione alla disponibilità di acqua, le precipitazioni avvenute tra la fine dell‟anno 2009 e l‟inizio del 2010, unite a quelle verificatesi nel trimestre in esame, hanno determinato una disponibilità regionale sufficiente. Nell‟invaso della diga di Ponte Liscione i dati disponibili (graf. 5.9) evidenziano che il volume invasato alla fine di marzo 2010 è risultato intorno a 130 milioni di mc, vale a dire circa il 90% della capacità di invaso regionale; a fine giugno, invece, si è registrata una disponibilità idrica di poco inferiore all‟80% (sono in corso le erogazioni) della capacità di invaso, pari a circa 120 milioni di mc.

49 Grafico 5.9 – Volumi di invaso del Lago di Ponte Liscione aprile-giugno 2010

Fonte: elaborazione INEA su dati Molise Acque, 2010

Per quanto riguarda le condizioni idrologiche dei fiumi in Molise, di seguito sono riportati dei grafici in cui si evidenzia l‟andamento delle altezze idrometriche del Biferno, Trigno,Volturno e Quirino, rilevate dalle stazioni di monitoraggio ricadenti sul territorio molisano (graff. 5.10 e 5.11). Come dichiarato dalla Protezione Civile, nel trimestre in esame non si evidenziano particolari criticità e le altezze si sono mantenute al di sopra dello zero convenzionale.

Grafico 5.10 – Altezze idrometriche (in m) del fiume Biferno, aprile-maggio 2010

50 Grafico 5.11 – Altezze idrometriche (in m) dei fiumi Volturno, Trigno e Quirino, aprile-maggio 2010

Fonte: elaborazione INEA su dati Regione Molise – Centro funzionale della Protezione civile, 2010

In relazione alle implicazioni sul settore agricolo, nel mese di aprile, a seguito delle piogge cadute, si sono verificate le prime infezioni da peronospora sulla vite, con la conseguente comparsa delle cosiddette “macchie d‟olio” sulle lamine fogliari; inoltre, il perdurare di elevati tassi di umidità dell‟aria ha favorito l‟insorgere di attacchi di oidio, specialmente nella zone vallive. Le temperature elevate hanno favorito lo sviluppo della tignola sulla vite e sull‟olivo; attacchi di falena si riscontrano su colture di pomodoro, lepidottero capace di compromettere lo sviluppo generale della pianta e di attaccare preferibilmente i frutti immaturi a livello peduncolare determinando potenzialmente gravi perdite di produzione.

La presenza di condizioni umide e piovose ha favorito l‟attacco della Monilia sulle coltivazioni di albicocco, susino e ciliegio, mentre negli oliveti si ravvisa anche la presenza di occhio di pavone, di cercospora e di batteri in seguito al rialzo termico e alle piogge verificatesi.

Per quanto riguarda i cereali, in molti campi si sono evidenziati già nelle fasi precedenti la maturazione ingiallimenti causati dai ristagni idrici dovuti alle continue e costanti precipitazioni che hanno interessato la regione nei mesi precedenti.

51 5.3 Puglia

In Puglia le temperature massime e minime (graff. 5.12 e 5.13) sono state tendenzialmente in linea con le medie climatiche, con l‟eccezione della provincia di Foggia per le temperature massime, risultate inferiori alla media di circa 2°C).

Grafico 5.12 - Temperature massime medie mensili aprile-giugno 2010 e media climatica

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA –CMA, 2010

Grafico 5.13 - Temperature minime medie mensili aprile-giugno 2010 e media climatica

52 Per quanto riguarda le precipitazioni, i dati medi per provincia (graf. 5.14) indicano in tutte le province e in tutti e tre i mesi valori superiori alle medie climatiche. In particolare, scarti significativi si sono registrati ovunque in aprile (circa + 10 mm), in maggio (mediamente + 40 mm), mentre in giugno gli scarti dalla media sono stati più contenuti (+ 5 mm).

Grafico 5.14 – Precipitazioni medie mensili aprile-giugno 2010 e media climatica

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA –CMA, 2010

L‟andamento di temperature delle piogge ha determinato valori di bilancio idroclimatico negativi, come da attendersi rispetto alle medie climatiche del periodo dell‟anno considerato (graf. 5.15). Rispetto al clima, comunque, vi sono stati degli scostamenti ovunque positivi (ad eccezione della provincia di Bari nel mese di giugno). I maggiori scarti positivi si sono avuti a maggio, con punte massime nel Brindisino.

Grafico 5.15 – Bilancio idroclimatico aprile-giugno 2010 e medie climatiche

53 Passando all‟andamento delle disponibilità idriche, sono stati monitorati i principali invasi ad uso irriguo, accorpati in funzione del comprensorio irriguo servito. Al momento, sono disponibili i dati relativi al Consorzio della Capitanata, il più importante del Sud Italia in termini di superfici irrigate e di produzione agricola irrigua, nonché quelli del Consorzio Terre d‟Apulia (che gestisce l‟invaso del Locone).

Nel trimestre gli invasi osservati (Occhito, Capaccio, San Pietro, Capacciotti e Locone) hanno

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