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do I, quale re d’Aragona, conte di Barcellona (e delle altre contee del cosiddetto Principato di Catalogna), re di Valencia, re di Maiorca (con le contee di Cerda-

gna e di Rossiglione), nonché re di Sardegna (e teoricamente anche di Corsica) e

infine re di Sicilia ultra Pharum

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. Era insomma – per dirla con le parole di una

Giovanna II, queste altre corone non erano che dei titoli nominali, sebbene ancora al tempo di Ladislao (1386-1414) questi avesse effettivamente tentato, in particolare tra il 1402 ed il 1403, di assicurarsi il trono di Ungheria. Del resto, proprio come presunto re d’Ungheria e di Croazia Ladislao aveva comunque mantenuto almeno fino al 1409 il controllo della Dalmazia (finché non la vendette ai veneziani, con Zara, Pago, Novigrad, e Vrana). Da allora anche queste av- venture ungheresi si erano comunque di fatto concluse, e quei titoli altisonanti erano divenuti sempre più degli orpelli privi di un immediato valore concreto (pur restando comunque dei titoli di prestigio, ed anche dei possibili appigli per eventuali rivendicazioni future).

12 Alfonso era nato a Medina del Campo, in Castiglia, nel febbraio del 1396. Il padre era Fer-

dinando I de Trastamara (nato nel 1380 morto nel 1416), che nel 1412 era stato chiamato alla guida della varia compagine dei regni della Corona d’Aragona. La madre era invece Eleonora Urraca de Albuquerque (nata nel 1393 e che sarebbe poi morta proprio nel 1435: in dicembre). Alfonso era il primo di diversi fratelli. Dopo di lui (lasciando perdere quelli morti in giovane età) venivano Giovanni (nato nel 1398 e dal 1425 re di Navarra); Enrico (nato nel 1400, conte di Albuquerque e dal 1420 duca di Villena in Castiglia, ma anche, dal 1409 Gran Maestro dell’Or- dine di Santiago); Eleonora (nata probabilmente nel 1401, e sposata dal 1428 con Edoardo de Avis, che dal 1431 era poi divenuto re Edoardo I del Portogallo); Maria (nata nel 1403 e sposata dal 1420 con il re di Castiglia Giovanni II, suo primo cugino); e Pietro (nato nel 1406). Dal 1415 Alfonso era sposato con Maria di Castiglia (Trastamara-Castilla), sua prima cugina, nata nel 1401 e figlia del re di Castiglia Enrico III (morto nel 1406). Alfonso e Maria non avevano né avrebbero avuto figli. Ma Alfonso aveva avuto dalla valenzana Giraldona Carlino un figlio illegittimo, ovvero Ferrante, nato nel 1423 (e che in seguito egli avrebbe poi designato quale proprio erede al trono napoletano).

13 Per quanto riguarda i domini di Alfonso, sarà bene ricordare che ciascuno di essi, sul piano

giuridico, costituiva un’entità politico-costituzionale a sé stante, legata alle altre solo dall’unione personale con il sovrano, anche se non mancava un certo senso di appartenenza condiviso, e an- che se in particolari circostanze potevano darsi – soprattutto fra gli Stati iberici (cioè i cosiddetti Stati de Tierra Firme, con in più il regno di Maiorca) – anche dei momenti istituzionali e decisio- nali comuni, come fu ad esempio quello che nel 1412 aveva portato al cosiddetto Compromesso di Caspe ed alla scelta di assegnare la corona dei vari regni al pretendente castigliano Ferdinando I di Trastàmara, padre di Alfonso, o come sarebbero state le cosiddette Cortes generales, che ven- nero convocate a Monzòn nell’ottobre del 1435 dalla regina Maria (moglie di Alfonso) per far fronte alla gravissima crisi politica e istituzionale apertasi proprio con la cattura del sovrano e dei

suoi fratelli nella battaglia di Ponza. Per ragioni di brevità ometterò in questa sede di soffermarmi dettagliatamente sulle origini di queste diverse compagini politico-territoriali “aragonesi”. Basti dire che il dominio più antico, cioè la Catalogna, era di fatto costituito da diverse contee – di Barcellona, di Girona, di Besalù, di Pallars, di Empuriès ecc. – originatesi dall’antica Marca di Spagna di Carlo Magno e sulle quali nel corso dei secoli IX, X, XI e XII aveva finito per imporsi il primato dei conti di Barcellona (della casa appunto dei de Barcelona). Nel corso del XIV seco- lo queste diverse contee avrebbero preso ad essere frequentemente denominate con il nome di Principato di Catalogna (o anche, più sbrigativamente, col nome metonimico di contea di Bar- cellona). Il Regno di Aragona invece era stato fondato nel 1040 dalla fusione di precedenti entità territoriali minori (il balivato di Aragona e le contee di Sobrarbe e di Ribagorza) e si era poi ag- gregato ai domini dei conti barcellonesi nel 1137, per effetto dell’unione dinastica tra la casa dei da Barcelona e quella aragonese degli Jimenez. Da allora la dinastia dei da Barcelona (ora anche re d’Aragona) aveva appunto preso ad essere solitamente indicata anche col nome di “Casa d’A- ragona”, lasciando comunque al Regno di Aragona propriamente detto (con la sua capitale, fissa- ta dal 1118 a Saragozza) la propria specifica e autonoma identità. Il Regno di Valencia, anch’esso distinto e separato dagli altri domini era sorto per contro nel 1238, dopo la conquista dell’omo- nimo regno (o emirato) musulmano (la cosiddetta Taifa de Valencia) da parte del re d’Aragona Giacomo I (1213-1276). C’era quindi il Regno di Maiorca, con due capitali: Palma de Mallorca e Perpignano. Esso era sorto nel 1231 all’indomani della conquista dell’isola di Maiorca da parte dello stesso Giacomo I (presto seguita, nel 1235, anche dalla presa di Ibiza e di Formentera). Nel 1276 questo Regno maiorchino (cui nel 1287 si sarebbe aggiunta anche l’ultima delle Baleari, e cioè Minorca) fu assegnato in realtà ad un ramo cadetto dei de Barcelona, aggregandovi anche le contee trans-pirenaiche di Cerdagna e di Rossiglione (anch’esse originatesi nel IX secolo dalla Marca Spagnola e su cui i conti di Barcellona dominavano dal XII secolo), così come la più occi- dentale signoria di Montpellier in Linguadoca. A questo ramo della dinastia (in sostanza i de Barcelona-Mallorca) nel 1344, con Pietro IV il Cerimonioso (1336-1387), subentrò tuttavia il ramo principale dei de Barcellona-Aragòn, per cui da allora il Regno di Maiorca, anch’esso con le proprie specificità istituzionali, fu quindi ricongiunto agli altri domini (pur perdendo la signo- ria di Montpellier, ceduta alla Francia nel 1349). Il Regno di Sardegna era stato invece formal- mente costituito da papa Bonifacio VIII nel 1297 come Regno di Sardegna e di Corsica, infeu- dato alla casa d’Aragona. All’epoca però nessuna delle due isole si trovava in realtà sotto controllo aragonese. Il grosso della Sardegna venne poi comunque conquistato tra il 1323 ed il 1334 (liquidando la presenza dei Pisani e dei Genovesi), mentre più a lungo resistette l’antico giudicato sardo di Arborea (che si estendeva dalle coste occidentali dell’isola verso l’interno). Dopo la fine della dinastia giudicale, nel 1407, gli Aragonesi procedettero tuttavia al completa- mento della loro conquista; e la battaglia di Sanluri del 1409 contro gli indipendentisti arboresi segnò di fatto la chiusura della questione, anche se qualche ulteriore sussulto si ebbe ancora nel 1417, allorquando il visconte di Narbona Guglielmo III (de Lara-Narbonne) cercò di risollevare la causa dell’indipendenza giudicale, venendo però rapidamente tacitato, nel 1420, proprio da Alfonso V, che lo indusse a cedergli tutti i propri diritti e a farsi definitivamente da parte. Diver- so era invece il caso della Corsica, su cui i Genovesi continuavano ad esercitare una sorta di protettorato, che impediva agli Aragonesi di potersi affermare. Proprio Alfonso, nei suoi primis- simi anni di regno, cercò di imporsi sull’isola, in particolare sostenendo, a partire dal 1418, una