TURCH I NEL } ' RIULI
B. DA ALTRI ARCHIVI :
1. DALL'ARCHIVIO DI STATO IN MODENA
1502, gennaio 13 Buda. Il conte Mattia Frangipani si congratula colla corte d'Este per il matrimonio celebrato li 4 sett. 1501 Lra Alfonso, primogenito del duca. Ercole I di Ferrara, e Lucrezia Borgia e vi espone un desiderio particolare,
Reverendissime in Cbristo pater et domine, domine mi colen-dissime.
Humilima commendatione.
Per haver inteso el felice successo de v. s. 1·everendissinrn. per lo parentato novament.e fat,to colln santità. de N. S. et lo illustris-simo duc:a, meritame11te me deLio alegrar et congratularme ad quella pregando lddio de continuo, c.:he bene in meglio prosperi v. s. reve~
rendissimA, alla quale (come deditissi~no) ex corde humiliter me ricamando, Et perchè al presente la maestà rlel re se è degrH1,ta crearme suo armigero, me è de uecessità providerme de cavalli grossi et che siano alla mano, secnnclo che fa el mestieri per un homo cl'arme. Et pertanto confidandome nel(la} hnmanità de v. s.
reverendissima, prego quella se degni concederme u11 sno cavRllo, el qualle sia al bisogno, come de sopra ho dicto. Et io per lo primo clie occurrerà, mandarò un cavallo legiero a v, s. reverendissima et spero, che quella per sua humanità se ne coutente,·à assai. Io non haveria lai:;sato per denar alt.:noo de comprare uno et più cavalli, che fossimo al proposito, quu.ndo quì se trovassi cosa botrn., per(cl1è) essendo ungari in arme con el turco non è chi voglia vendere, et
FRAM\,JENTl RELATIVI ALLA STORIA ECC. 361
per questo ho pigliato fiducia de v. s. l'evernndissima non dubitando, che qnella serà, molto più umana verso el suo antiquo servitore, che io non ho saputo snpplicare. Nec alia.
Recomandome iternm ad v. s. reverendissimfl, qnae bene ac felicissime valeat.
Ex Buda, die 13 ianuarii 1502.
Se degnal'à v. s. revPrendissima consignare el dicto cavallo ad messer Stefano RHguseo portator de1la presente, el quale in uome mio adiungerà alcnn altre parole i piaccia ad quella (corno è solita) humanamente seolta11o.
Eiusdem vestre dominationis reverendissime humillimns servitor comes Mathias de Frnngepanibus etc.
manu proµrìa . . . . patri et domino., ...• cie in Silicie diacono cardinali ... domino
colendissimo etc.
(Arch. di Stato di Modetrn: Rubrica: Pa1-ticolari. Frangipani).
1528, febbraio ~5 Modrnssa. Il conte Bernardino Frangipani manda un messo speciale al clnca di Fenara per informarlo delle diverse sue occorrenze nel continuo pericolo di Turchi.
Illnstrissime ed Pxcel!ent,issime domine nobis observandi8sime.
Post rnei cornmen<lntionem etc. lo mando da la illustrissima signoria Vostra il noùil Franeisco Stucycbz, servidor nostro et da uni pie_narnente informato. Pre,go Vostrn. illustrissima Signoria gli Yoglia dare piAna fede in tnto quello dirà per parte nostra per adesso. Alla quale di continuo me aricornando. Ex civitate nostra Modrussa die XXV fehnuu·ii M.D.XXVIIL
Bernardinns de Frangipanibus VegliP, S Modrussieque etc. comes.
Illustrissimo et excellentissimo domino Alµhonso Estensi1 duci Fer•
rarie et,c. domino mihi oùservandissimo.
Ivi unito è il seguente scritto, che certo l'ambasciatore ha lasciato a guisa di promemoria in mano al duca:
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Sereui~simo dux. Il mio ill.mo signor conte Bernardin se al'i• chomauda alla sei·enissima sigooria di quella, come a Signol' et parente suo io omuibns honorandissimo.
Preterea sappia la serenissima signoria òi quella, come esso ili.mo signor mio multo più seria contento a far intenC'ler miglior nove a la serenità di qnella, ma il non se pol altramente, se uon quel be volontà di miser clomeue Dio et maxime in questo tempo, in el qual sum remaso, che quando io pensavo de viver in pace et servir al altissimo miser domene Dio et meterme in colpa de li mei peccati, echo snm remaso in graudenissima necessità, dolori et peu•
sieri non altramentr;,1 se uon come, un arboro tacado; non baLiendo aiuto alcuno da nisnna banda.
Etiam serenissime dux, essendo sta venuto la Lo1rn memoria del olim fio\ nostro conte Ferrando in queste p11t·te a trovar la serenità de la Signoria Vostni, cotne8si per esso fiol nostro, che se il contado nostro vegnissi a tE1l strette, che per là forç:-t et de ne-cessità ni conveg □ isse habandonar il paese nostro per força cle Turchi, che fosamo arechomandati a quei serenissimo stado da la ili.ma Signoria di quPl\i:1, et che non ne haùaudunasse in li bisogni nostri, et pen:hè in tnto il universo llllrndo non havemo più spera11çA.
quanto io la serenità di quella. Et sapia quella che mai questo povf'ro contado nostro non fo in tanto periculo perdicion et distrnction co111e Le aJesso, et perchè etiam al presente questi re combatino et g11e-rizano tra desì per il reame di Uogaria, et il pae!:le io questo mezo se distruxe1 consuma et se perde da li infideli Turchi. Et echo pereLè da uisuno signor dii reame non si trova alcliun !Jl'OVidimPnto ne aiuto et nui tuto il lrn.ver nostro habiamo perso et expeso, et pen:hè dappoi la morte dii re Mathias sempre mai lrnvemo· tenuto dusento et trecento chavali in .:lifension dii pR.ese et contado nostro et mai non havendo aiuto alcbuno da nisuu per valuta di un soldo, che ne ha fato in tal povertà pervegnir, che non havemo cum che governarse de le vituarie, però aricomandemo a la serenità di la ili.ma signoria di quella il nominato servidor nostro et che quelhi lli faci intender se podemo haver qnella vera et ferma sperança in la.
prenominata serenissima Signoria dì quella, come nui podessimo fruir questo pocho di tempo nostro cum honoi·e et repo8nT cum quest.e ciolorost>: coste dii corpo nostro come fidel cristiano et in cristianità lasade.
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Etìam mi comessi esso ili.mo mio signor che faci intender a la sereuissirna Signoria di quella, come li casteli di sua signoria confi -nano èllm li 'l1urchi et non potendo haver in essi de le vit1uu·ie hahi-soguevole1 se llOn tanto quanto vien port.ado de li µaesi altri. et la.
mazor parte <le essi casteli vien in perdition, di non poder haver vitua.rie più che per altrn cossa., perchè li habitanti fugiuo uou pote11do comportar tanta fame et miseria et li casteli restano haban-donati et dishabitati, et però suplicha a la serenità. di qllella pre-gando, che quella gli conceda di comprar in el duchato suo formenti per dncbati cento per uso di sua signoria, la qual iterum atque ite-ram n la prefata serenissima ac illustrissima Signoria di quella iiumi-liter come fl signor et parente se arichomanda.
Dal\' Archivio di stato di Modena - Rubl'ica Particolw•,: -Frangipani.
1526, marzo 27 Costautiuopoli. Gentilezze tra Solimano li ed il marchese di Mantova Federico II.
Imperatore delli re et datore delle corone, et umbracato de tuUa la terra et del mare maggiore et inferiore et dell'Asia et dell'Europa et de l' Aphrica et del!a Macedonia et della 'fherng!ia et del Peloponesso et de tntta la Grecia et de Romania et della Natalia et de l' Armania et della Massia et della Cesaria et della Mesopotania. et della Persia et della Evirania et de Cala.po et del Damasco et clel Caero et della Meca, et di Hierusalem, et di tutta l'Ambia et della Germania(!) et del Regno Torziani (?) et della Vulad1ia et della Tartari a et della Bugdaruia (sie) et della Servia et de tut.ti li regni de nostri precessori imperatori acquistati per forza d'armi et di virtù bellica et della nostra spada veramente divina et fulminea, et dal nostro avo Sultan Baesit 1) sa.eh et del suo figliolo snltau Selim 2) s1:1ch, et de me suo figliolo3) sultan Snliman sach impera-tore invittissin.10 de Costantinopoli et del\i supradetti regni. Voi che sete signor marchese di Mantova Federico 4) ha veti mandato el
1) Bajazeth II
t
.1512.') Selim I i· 1520.
a) Soliman Il. 1520-1566.
4) Federico IL (I duca di Mantova 1510) 151~1-1540.
364 LAJOS DE THALLéCZY
vo8tro diletto camarero Antiacomo ambassatore alln Porta della nosLm imperiale maestà insieme con le vostre litere, ni le quali liavete scrittoi che il signor vostrn padre ha manclato più volte ambnst:iatori al mio avo ~ultan Baiasir.ti sach, et havemo sap11to la benevolentia et amore che ent fra lorn, et ltaveti anchora avi:sato la nostra im pe-riale maestà., che si qnella comandasse quakhe cosa, che la Signoria Vostra seria prompta a farlo et alhora conosceria, che l'amasse. Iu questo havemo compreso l'amore et benivo!entia della. Vostra Signoria et de qui innanzi seria maggloi'e amore tra noi, che non fu tra la siguoria del mio a\·o col vostro pa.t.re, et anchora se Vostra Signoria ha bisogno qualche cosa della nostra Portu, seruo prontissimi di farla. Et questa littera l' havemo fatta in turchesco, ma l' ambassa-tore della Sign.oria Vostra ha detto, che io quella parte vostra non sano la lingua turchesca, et però I' havemo iuterpret.ata in itali:rno, imperoche in la detta imperiale corte nostra sono cancel!eri d'ogni linguaggio, et quel che in P uoa et P altra. Et bene valete-. Costan-tinopoli XXVII martii :MDXXVI.