LAJOS DE THALLOCZY
Frammenti relativi alla storia dei paesi situati ali' Adria.
Co11tinuazio11e \'. volnme VH, fascicolo I.
RAPPORTI DALLE COR'fI
DI ROMA E NAPOLI, DA FIRENZE E FERRARA (1457-1526).
1467, aprile 14 Roma. Il legato Carreto a Francesco Sforza:
rrnrchi a Belgrado; punizione di Ladislao Hunyadi per la morte di Ulrico di Cilli. Callisto III manda una nave eon sussidi a Rodi.
Illnstrissirne prìnceps et excellentissime domine mi singnla.rissime.
(om-issis)
Del Tnrcho qui se ha novelle, come con grandissima possanza venuto ad Belgrado con voto de non lnssare la impresa se non è o vincitore o morto. Molto se dnliita qua. et ma.xime perchè in la fortezza li è castellano nno fratello de la donna, chi fo de Giohanne va.yvoda ditta il biancho, et se dice, che lo re d'UngaI"ia 1) lia fatto morirei il figliolo 2) che fu <l'esso Giohanne, perchè era stato casone de la morte del conte de Ciglia3) e per tal dispetto et. desordil]e molto se dubit,a de quella part.e. Dio ce 1tjnti, de g11a non se fa alt.ro npparecchio. Que8t.e novelle se hanno da Venetia per vin. d'uno secret,ario de quella signoria, q1rn.l scrive queste cose d' Ungari a.
La galena del nostro Signore con certe robbe, furmento e denari sta per partirse et andare a Rodi. Se dice porta in tntto trn robba e àenari per XXX milia ducati nel circa. Non altro. l\Ie recomando a Voslrn Excellentin. Date Rome die XIII[ aprìlis 1457.
Eiusdem illustrissime dominationis Vestre fidelissimns servus Otto de Carreto etc.
(I, tergo: Illustrissimo principi et excellentissiino domino domino duci l\If'.diolani etc
1 ) Ladislao Postumo.
21 LR.dislao.
s) Ulrico.
·, 284 LAJOS DE Ti1AU.6C✓.Y - - - -- - -
1473, gennaio 8 Roma. Rapporto eia Roma al duca di Milano, che i Turchi avrebbero offerto pace a.i Vc-mezia11i, la qnale però questi ricnsarouo.
Illustrissimo signore nostrn. (omissis) .
. . . Dicirne et.inm esso mesRer Annello, essere ,·er0, como el Tm·cho lu re:cercato Venet,iani de pace, f-lecunilo sr-i-ip!H!mo JH't' le nost.1·e de VI del prPsentfl, et òice più forte, elle lia volL1to essere contento remettere le conditione de la pace a volnutà do la siguoriR, ma che essa uon l'ha voluta acceptare uè altramente iutrare in prat.icha per non dare snspecto ad Oxon Cassau. Et de questo dicene bavere littere da Venecia d'Angelo d' Atri. El che qnanto sapore habia de verità, lassiamolo al savio iudicio de Vostra Signoria.
(omissis) Rame (lie VIr1° ianuarii 1473
Einsdem Excellentie Vestre servitores fidelissimi Ioannes An.:imbold11s Novnrien!"-tiS et Ioannes Andreas Cag1l0la.
/Al dnca di Milano).
1473, marzo 5 Roma. Rapporto al duca di Milano: Un messo dell'imperatore Federico III cerca presso il papa Sisto IV aiuto contro i Turchi; disposi.done in proposito nello stato pontificio.
Illustrissimo signor mio. Questo ambasciatore del imperatore de novo fa grande instantia de bavere aiuto per la guerra del '11urd10 e molto più per havere un legato. El papa con questi d~putati sono iu parere, non ritrovandosi cardinale voglia accept,are questo caricho, che lo cardinale de Sancto Marco vicino a quelle parte habìa tale commissione et così se tene serà, beuchè male habia satisfacto al papa et al collegio in questa sua prima legatione.
(omissis)
Del armare contra el 'l'urcho, del che Veneciani tanta. praticha fano, anchora niente è conclnso. Alchuni de q11esti cttr<linali hanno dicto al suo ambasialore, che quando linverflno dato la possessione de li vescovnti a li nepoti de papa Paulo, allora parerà Labiano
FRAMMENTI RELATIV! ALLA STORIA ECC. 285
voglia indnrli a lo armare, nrn. fin a tanto nsarano cosi pocha reve- renti,t a la fede apostolicn, uon li pare debiano sperare da loro alchuno soccor;rn, A Vostra Ex(;ellentia devotamente me ricommanJo.
Rome die V. Martii 1473.
Eiusdem Excellentie Vestre devotissimns servitor
(Al dnca di Milano).
Joaunes ArcimLoldus Novt1.riensis cum recomendatione.
1474, a.gosto 26 Firenze. Il duca di Milano viene avvisato del passaggio per quella città delle ambasciate di Mattia Corvino e di Ussuu Cassan, dirette a Roma-.
Illuskissimo principe et exeellentissimo signore, signor mio singularissimo
Sono passati novamente de qui pur hogi <lui ambassatori assai Len imponte(?), l'uno del re de Uugaria et i' altro de Ui:1sum Cassan:
vano pP.r essere ad Roma alla sauttità de nostro signore 1) per queste t:ose contro el 'furcho, per qnanto pur se dice che parlano. Quì non se sono dimorati nisi nna nocte et tanto, quanto sono iti per la terra ad vederla un poco. Nè houori, nè compaguia, nè presenti non gli sono st.ati facti, nè loro hanno aucho altramente visitati la i;ignoria. Altro non e' è e racomandomi sempre a la Sublimità. Vostra.
l!,lorent.ie XXVI augusti 1474.
(Al duca di Milano).
devotissitnus servulns Plii[lippns] Sac[rarmorns]
1480, ottobre 17 Napoli. N'otizie pervenute daH'Uugheria sui progetti dei Turchi.
lllustrissirni et excellentis:;imi signori mei singulat·issimi etc.
(omissis)
De Uogaria la maestà del re ha littere, per le quale dice, esso signore re scrive, respondendo alle sue littere. Li scripse quèsti dì, como sino all1ora significai per mie littere, confol'tandolo ad non
1) Sisto IV.
286 LAJOS DE TIIALLOCZY
concludere altramente nè pace, nè treguH. cou lo rrnrco, et r-he lui nou li posseva ìntrare, perchè lì sa.ria carico etc. Per le qnale scrive, che da soa maestà è uno homo del 'l'ureo, che li offerse pace utile et honorevole con inclnderli questo signore re restituendoli Otrantho et tutto quello li ha preso . .F;t questo fa. el Turco, perchè facta dieta.
µace, vorria poi fore guerra ad Veneciani etc. Del che me è parso dare noticia alle Vostre Excellentie, alle qnale me recomando. Date Neapoli die XVII octobris 1480.
Earundem illustrissimarum dominat.ionnm Vestrarum servitor Marcus Trottns.
(Ai duchi di Milano).
1492, giugno 8 Ferrara. Antonio Balbiano scrive al duca di Milano, che le notizie avute da Venezia riguardo i 'rurchi fecero buona impressione sul duca Ercole I; quelle però, che si hanno da Napoli, sono atte a mettere tutti in apprensione.
Illustrissimo et excelle11tissimo Signore mio. Haveudo comuni•
cato cum questo illustrissimo signore duca lo exeroplo de le littere de la illustrissima signoria de Venetia al magnifico ambassatore suo presso la Excelle11tia Vostra et a mi remesso in la Sua de 2, dimo- strandosi circa li aparati del Turco esf.lere assai minori li effecti1
che 11011 era la fama cnm significarsi il nnmero de li legni de l'armata Slla, et dove si ritrovava; il che è stato a gran do piacere del prefato signore duca l'ingraciaudo la Excelleotia Vostra de la partecipatione. Mi sono poi ogi gionte le altre de la Signoria Vostra de 5 cum lo incluso e.x:ernplo de le littere comuni de li magnifici oratori residenti in Napuli1 per il quale si ha, quanto a sue magni•
ficeotie per lo illnstrissimo domino Federico in nome de la maestà il re già fo dicto et discorso di movimenti et apparati del 1.'urcho, dimostrando quanto possa essere grave el pel'icnlo et <lllbio de tali movimenti aù danno non solo de sua prefata maestà, ma de tucti sigoo1·i christiani; imperò justa quella ha ad haverseli bona et matura consideratio1rn per la Excellentia Vostra et signori Fiorentini cum-li altri principi de Italia. Quale exemplo havendo ad part.icipare com questo prefato signore dnca et fadi intendere la comuuicatione 11i ha facto la Excellentia Vostra cum li magnifici oratori de li signori confederati et di la risposta per quella fa.et.a aspectando prima
FRA!\H,1ENTl RELATlVI ALLA STORIA ECC. 28'7.
intendere qnalche cosa del par(';re de li signori ]1iorentini et de epso signore duca, per chP, più facilmente la sapia a che risolverSf", et del modo parimente, che la pl'efata Excellentia Vostra tenerà quando pure si tardasse in ha.vere il parere di prcfati signori per non lassare in la longheza cRusa di molestia ad la maestà regia. Il tuefo subito feci iutendere a la signoria sufi, qua.le asai ringratia la Celsitudine Vostra de la partccipa.tione, et molto pili ricercandosi in que8to il parere suo parendoli non expediente µer essere la Signoria Vostra prudentissima et sapientissima ad risposta et previsione di qualunqua grnnda cosa; tutta volta ricorda la signoria sul'!, che essendo assai minori li effecti de li apparati del Turcho, che non è la fama, como si ha per le littere de li signori Venetiani et per le quale appRre, non solo non havesse110 ad essere ad danno de la prefata maestà, ma ne anche de loro niuno de Italia, facilmente Cf!SSarà il dllbio, quale prende la maestà del signol· re et non essere di bisogno dc altra. provisione. Et non di meno, qua,ndo pure occorra il caso, non dnbita sua signoria, che la Excellentia Vostra si saperà risolvere como sole ne,,le flltre simile occurrentie che è de non mancare a tutto quello faranno li altri signori tntt.i, del cui interessa comune- mente si tractareùe cum snbiungere la prefata signOl'ia sna, che di tncto quello ordinarà h Excellentia Vostra, ne starà. lei semp\'0 contentissima et vorrà concorrere uon manco in questo, quanto ue le altre cose tutte nel parere et volere de quella et de li signori confederati... . (omissis).
Ferrarie die 9 iunii 1492.
Eiugdem Ii~xcellent.ie Vestre fit1elissimns servitor Antonius Ilalbiauus (Al dnca di Milano).
1492, giugno ~6 Napoli. L'oratore di Milano e quello di Firenze rapportano per espresso desiderio del rè Ferdinando ai lòro governi sull'imminente pericolo dei Turchi e snl bisogno, che si movesse il papa Innocenzo VIII; Genova pure dovrebbe pre- star soccorso per mare non essendone sufficienti i navigli del
re.
lllustrissimi et excelleut.issimi signori nostri. Non se e:xteuderemo al longo in significare quello, che de presenti qua se intende de li andamenti del Tnrclio, perchè le illustrissime et excellentissime
288 LAJOS DE Tl-IALL"6czv
Signorie Vostre intenderanno e\ tntto per le incinse copie de lettet·e, le qual novamente in questa materia ha lrnvute la maei:;tà regin, la qua.I havendo per e\ diseorso de epse iudicat.::, le cose essere in tei-mini de summa. susµicìone et fonnidine, precipue per essersi el grande Turcho appropinqnato et inviA.to verso la Valoua, rnandoe hei-i per l'amùassatore vrniciano et. noi, alli quali unitamente fece int,endere tntti qncsli avisi per mezzo dPl illustrissimo duca dc Calabria1 essendo anche tuttavia presente lo illustrissimo principe tle Capua et don Ft:derico. Poso la qual comuuicationfl el prefato signor duca in nome de la maestìt regia fece alq1rnnto de discorso per declnrnre la pi-eminencia de questo periculo et quanto el fosse de essere considerato comunemente da tutti dicendo tra le altre cose, che la maestà regia vedendo et considerando la grandezza de questo periculo, el qnal per li movime11ti del inimico de bora in hora più cniscevn, bavevn deliberato, eh' el signor don Federico in omo e modo merco,i proxirno uscisse fora cum l'annata, la qual era in ordine, cioè cum VIIII gRlee, quale erano in questo porto et VIIII altre, qnale er<LU0 in ordine a RPgio de Calabria, cum V ba.rchie et altre tante nave grosse, cnm la quale armata e\ se presenta.ria al capo
<le Lenca1) et in quelli altri loci vieiui ad Otranto et a qnella riviera, oltra che a Brindese fussino anchora VIII Rltre galee da potersi armare accadendo el bisogno. Et però pareva alla prefata maestà de comnnicare tntte q11este cose, aciò che per e! prefato oratore et noi se scrivesse opportunamente el tutto ad effecto, clie la signoria de Venelia et la illusLrissima et excelse signorie Vostre potessioo considerare sopra la materia et ;i.uche farli le provisioni conveniente, ciascuno per la parte sua, essendo la coim de tal qualità., che nou se poteva negare, el1e ciascuno nou haveRse da farli bona et dilli- gente consideracione, ricordando iu specie che una de le uecessarie opere, qual pareveno doversi fare iu questa materia, era de signi- ficare et proponere la imminencia de questo pericnlo efficacemente al pontefice et riscaldarlo alla cura et consideratioae del caso, el quale a sua beatitudine pe1· el grado pastorale doveria essere pi1't a core che a niuno altro, et maxime haveudo in potere suo lln instrnmento tanto apto alla defensione et segureza (le cliristiaui, quanto è el fratello del Turelio; 1) usando a questo proposilo el JJrefat.o
1) provincie di Lecce.
2) il fratello di Bajesid lf, Zizimo, fattosi cristiano a Roma (t 1495).
FRM,L\lENTI RELATIVI ALLA SrORIA ECC.
siguore multe altre parole tntLc del medesimo effocto per declarare la coosideracione, che me,·itava la uatnrn <le questi movimeoti, cum ricercbare itenun et de novo 11 opera dPl prefn.to orn.tore et nostra in significare eum celerit.à el tutto. Al qtial discorso fo rispuso per el prefato oratore et noi cnm quelli lerniini, clie JJarsino convenire alla qualità <le fa exposicione facta, in ringraciare la mae::1tà regia de la comunicacioue larga de quesLi :wi,;i et comendarla cossi de la
<leliberaLiooe facta de mandare fora l'annata, coma rmche del ,]isco,·so suo sapientissimo in commemorare li ri.specti, per li quali la natura de questo cnso mel'itn.vn. es.sere da tutti considerata, s11bit11Jgendoli1
che non se maucbaria de fare l1 officio, el quale sua maestà ricercava, cioè de avisare el prefato oratore b siguoria sua et noi la illnstris·
sima et excelse Signorie Vostre, le qual erano certissì1t1i non mH.n·
cba .. iano in questo comune caso de tutte le cousiderntione digue de le singulare sapieucie loro, et nuche accadendo el bisogno de qnelli effecti, li quali se passino sperare e desiderare da catholici signori i allegando noi a que,sto proposito, altra fil prefato or.t!Ot'e, cLe la maestà regia et anche la excellentia sna haveveno tanto !Jiù a ripo·
sarsi del animo et intencione de la illustrissima et excellentissime Signorie Vostre, quanto che iu questi dì haveveno ioteso la amore•
vole resolucione facta per epse in questa materia. Tutto questo discorso e rispostf", corno è dieta, fu facto in preRentia del oratore veniciauo e nostn1. È vero che la maestà regia, havenrlo inteso d,d prefato signore dnca tutto quello cbe comunemente era stato dieta et rasonato, mandò poi uno nuncio suo separatamente a noi, el qnale ne disse, corno la prefata maestà haveva da conferire cum nni alcune cose, per le quale la mnndaria nn homo suo alla s1ancia nostra et così circa l'una hora. de nocte mandoe missar Ju\io, el quale inco- menciò de novo a rasonare cum m1i de queste cose turchesche, facendo prima alqnanto rle excusacione se al primo colloquio facto per el signore dnr,a era stato ad misso l'ambasciatore ven eciauo cum dire, che alla maestà regia questo non era parso impertioeute, sì per essere in bona amicicia cum qnella illustrissima signoria, si anche pet· essere questa nna materia., la qnale non se poteva negare, cbe in bona. parte non tochn.sse anchora l'interesse loro. Poso la qual excusatione incoinenciò poi a dire, che la maestà regia l'aveva mao·
dato per rnsoual'e de questa materia separatamente cum nni iudicando cosi;i debito et cooveniente alla. mutua a111icicia. et confederu.cione;
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et qnì un'altra volt.a fece un discorso de la consi<leracione, la quale se doveva l1avere a questo comune caso et del pericnlo, el qnale la maestà. sna snspicava dricinrsi a cnsa sna per e\ camino, el qnal seconòo q11e8t,i avisi lrnveva incomenciato a pigliare el t'nrdw, e\
qnale pareva µur che vene8i;e vel'SO la Valona. Et però havendo qnest.i movimenti a fare exito presto, et, cnm brevit.à. de tempo, et COll8iderando da l'altro canto la maestà sua l'intervallo del tempo, qnal era necessario ad expecta1·si inanti che la ill11strissima et excPlse Signorie Vostre per la loginquità de la via potessino intenòere tutte queste cose et anche risolversi effectualmente in quello, che alle sapiencie loro paresse ricercare la iminencia del bisogno, pel' questo la ne µregava confortava e ricercava sì pel' In conside1·acione del comnne interesse, corno anche per li viucnli de la mutua confedera- cionf>, ad volere subito expedire una stafetta volando et avisare la illnstrissima et excelse Signorie del t,utto, aciò possa essere facto a tempo quello, che alle loro Sftpiencie occurren't overo parerà de fni·e in questo bisogno. Nui remettendossi in tutto alla risposta, qual h:wevamo facto ali' illustrissimo signore duca de Milano de la illutrissima et exc~lse Signorie Vostre risposimo a misser Julio snccinctamente solmn tochando I' effecto de Il\ ricliesta sua che fu in prometterli per satisfactioue de la maestà. rP.gia de expedit-e de bona voglia questa stafetta offerendoli ap1·esso in questo et omne altra cosa dal canto nostro tutto quello officio, qmile se poteva desiderare da segni de boui et amorevoli confederati. De IR. quale risposta dimon1:1tnltldo epso misser Julio summa sadisfactione cum dire, che la maestà regia ne riceveria gt"a.ndissimo piacere i subi unse poi <tl proposito pur de queste occunencie alcune parole più speci- fica e chiare et alle quale, per non negare el vero, sempre ne è parso, che tntti li prE>ludi habino mirato, cioè che essendo le cose iu termi1Ji tanto periculosi, occurreva alla maestà regia (le fare motto
::i. me Antonio per questo comt1ne bisogoo de scrivere alla Vostra
illustrissima Signoria, che havendo quella in dominio SllO la cità. de Genun., la.-quale è un instnimento in mare tanto a proposito quanto ciascuno conosce1 quando gli paresse de armare qualche nave o galee, le qual se liavessino a nnire cum l'armata sua, la qnal sola. alle volte non poterin. resistere a tutto l'impeto tnrcliesco, non snria se non a bon proposito. Ricercando poi snceessiviunente me Petra de scrivere alle Vostre excelse Signorie in conformità se non de armare
FRA!IL\ll~NTl RELATJVI Al.LA STORIA ECC. 291
le galee per non haverA for::ii qnelle la comodità, salt.em de concur~
rere cum dinari al me1lesimo effecto facendo iternm rnen!:ione de fa expeditione de ht stafett:'1, aciò la inteuciontl et risposta de la illustrissima et ex•:else Signorie se possa ha vere presto presi.o. Al !e qual p~role cosl specifiche et chiare pe1· nui fu rispo8to, che sico1no per satìsfactione de la mnest~ rf'gia essendo ricbesti :sul generale, luiveriano t>x~quit.o Poflì<.:io nostrn de scrivere generalmenlr, cossi per e\ medesimo ri.;pccto essendo novauiente facta qnesta petieione particulare, avisariamo distinctamentc et minutamente del tutto la illustrissima et excel:se Signol'ie Vostre, le qua.le in !a resolut:ione de questa materia foriauo tutte le eoosideracione digne de la singula- rissima saµiencia loro et alla illustrissima et exet-lse signorie Vostre de eontinuo ue l'icomandiamo. Neupoli XXVI iunii 1402.
llltu,;trissime et excelse Dorninationis VesLre fidelissimi Sf'rvìtores Aulonius Stangha et
l
Petrns de: A!amannis eqnes / oratores etc.
Post scripta - Avemo differito fin hogi ad expedire la pre- sente stafet.ta qnantunehe el l'!1So1rnmento fosse facto fio heri, perchè la copia de le incluse littere ne è stata mandata solameate hogi.
Date ut in lltteris.
A tergo: Illustrissimo !Jl'illt;ipi et excellentissimo domino domino
duci Mediolani etc. ac magnifieis <lornilli::1 octoviris 11ractice excelse reipublice fiorentine dominis nostris siugularissimis ek.
1493, ottobre 29 Ferrara.. Il Duca Ercole ri11grazia Lodovico Sforza di Milano di avergli cournnicata la lettera .scritta al pontefice Alessandro VI. nell1 occasione della rotta ricevuta dai Turchi in Croazia.
Illustrissime princeps et excelleutis8itne domine, affini:, et frater noster honorande. Questi die havessemo la. lit.tera de la Excellentia.
Vostra cum lo exemp!o de la rispostn, che la fece fare a la santità de nostro signore circa il scrivere td1e glielo havea facto per la rntt~
recevuta in Crovat.i:t da li 1furchi etc. Et per risposta non diremo altro a lit Celsitudine Vostra se non1 ehe la n::ngratiamo nssai, td1e cu1n n11i \' !JR.Lia voluto comnnlcare il f.11to nmoravolmente et panni,
292 >1- LAJOS DI:: THALLéCZY
che ln VoRtra illustrissima Signoria habia resposto al pontefice per quello morlo. che se conviene a cliatolico principe. Et bene felici- terqne valeat Excellentia Vestra .. Ferrarie XXVIII{ octobris 1493.
.(Al duca di Milano).
Hercules dux Ferrarie etc.
('rhebnldus)
1494, aprile 6 Vigevauo. Il Duca di Mila.uo fa esortare rè Alfonso Il di Napoli, perchè si adoperasse per una dieta comune d'Italia a Milano (simile a quella a Mautova (l-!69) convocatavi da Pio II\ onde adivenire ad una lega contro i Tnrchi·
Vig!evani 6 aprilis I 494.
Domino Herasmo Brascba.
l\lisser Hernsmo ! Vedereti quello, che µer le altre nostre respondemo sopra e\ fact.o dP.l fratello del Turco1 per exprimere el pnrere nostro circa al modo1 quale se lrnbia servare per farlo venire io potestà de quello serenissimo signore rè. In questa cosa me pare debiate dire alla maestà sua, che la se ricordi de la. dieta, quale ha dido che la desidera fare a JHilnno pPr la impresa del Turco, però che omne volta, che epsa havt:8Se havuto questo fratello del 'furco, Pxtimariamo, eh' el fosse al hora al tempo de possr.re fare questa dieta et invitare la Santità de nostro signore et cossì li altri principi christiani ad con,·enirliJ comu fo facto al tempo del papa, Pio a Manlo·va per tractare questa mf'lteria. La qnale dieta piacendo a sna maestà de fare in Milano, porria essere ceri.a de farla in casa sua et in loco opportuno non solo a convenirli da omne canto li principi christiani, ma anche ad ricogliere et alloggiare comoda- lnf:nte tanti signori et potentati1 guaii havriano venire a mandare per I1 effecto de epse dieta.
De tutto quello che ve scrivemo ue mandamo exemplo al!o illustrissimo messer Galeazo, perd1è el ne habia notìcia et sia ill favore de quello serenissimo rè in le cose, qua.le desiderarà. la maestà sua.
FRAMMENTI Rt.LAUVJ ALLA STORIA ECC. 293
1494, giugno 1. Vigevano. Il duca di Milano desidera, che il rè Alfonso II convocasse i principi d'Italia già nel!' inverno pross. vent
Domino Herasmo Brasche
Messet· Herasmo ! Havemo ricevuto le littere vostl'e de 26 del passato, per le quale ne significate I' audientia data dal serenissimo rè alli oratori francesi a Meningeo. (Omissis) Per h congrega- tione rie li principi chri8tiani1 quali ricerca el cristianissimo rè \Hll'
le cose del Turcho, se ben la consideratioue de la serenissima maeslà. sia prndentissi1m,1 nondimeno judicaria.mo, che non co.<:;tando questo al serenissimo rè, fosse bene fi.rg\i bona risposta cnm dargli intentione de farla questa invernata, perchè quando anchora allora non parà sia ben A. farla, la porà trovare causa de <la.rli dilatione., et lo fare questo sorà uno tenersi anchora pil1 in reputatione et presso el papa et preRso tutti gli altri Signori, .. (omissi.s) Veglevaui primo iuoiì 1494.
1497, luglio 31 Milano. 11 duca di Mila110 partecipa all'imperatore .Massimiliano la notizia avuta da Firenze sur una vittoria riportata dagli Ungari e Boemi sui Turchi.
Mediofani ultimo iulii 1497.
Sancto Bnischa.
S.iueto ! l'oratore Fiorentino, ne lm comunicato questa mattina avisi de Ungaria di n,rn grande rolla data µer· Ungari et Boemi contra Tartari et 'l1nn,;hi, la quale dice che l:ioi signori banno havulo da Roma et beuchè per le littere nostre de 21 da Roma, de le quale havemo \' iuclnso sommario, uoo ne faci mencioue alchuna, tamen non ce è par::io omettere de significarti qnello che ne habiamo, a.ciò lo participi alla maestà cesarea et quando lei ne haLi cassa alchuna., ce sarà grnt.o sa perlri.
In simili forma mutatis mutandis
•raurinum Geuuam
.294 LAJOS DE TlIALL6CZY
1499, giugno 10. l\farauo. Marchesino Stanga riferisce a Lodov. M. Sfr.rza, che il rè Ferdinando di Napoli con inter- venzione di Vladislao II ha fatto pace per tre anni coi 'l'urchi.
Illnslrissimo et excelleuLissimo Signorti mio observatissimo (Ornissis).
In li snmmari de Venet.ia esseudoli la fermeza òi preparatori del 'l'urcho et lo a viso de li Suyceri de bouo aspetto, ll LHdi son o stati alla signoria, la maestà sua ha <lieto, che del Turcho la crede se habia ad vedere q nalche movimento) ben <;be lei dal canto suo se ne si,t n.ssicurata per havere facto tl'egua da oeto dì in quà cum ipso Turcl10 per tre anni col mezo del re de Ungaria; et circl1a li Snyceri stati ad Veuetia., ha dimoustrato haverne havnto noticia et persuadersi, che Venetiauì fariano qualche male se fare lo potesseuo, essendo questo instituto suo.
( Omissis)
Marrani die X. innii 1499.
Einsdem illustrissime domi1rn.tionis Vestre minimus servitor l\farchesiDns Stanga.
(A tngo) Illustrissimo principi et exc.ellentissimo domino domino meo unit.:01 domitJo duci Mediolaui etc.
1499, giugno 10 Marano. Lo stesso a Milano: Rapporti tra Ferdinando di Napoli e l'Ungheria. Cavitoli del Palatino.
Illustrissimo et excellentissimo signore mio observatissimo.
(Omissis).
Soprn le cose proposite del cardinale di SRnto Dionisio al papa et quello che la santità sua doveva bavere script.o al Coucordiense, la maestà sua disse, non bavere fin qui inteso dal prefato Concor- diensc cosa alchuna, ma che, se li parlava, responderia cum tale parole et. termi11i, che rescriveudo al papa la verit.à, li daria da pausare; snhiungendo la maestà su;i, ch,::i havendo novamente facto tregna per 3 anni col Tnrcho, non li bisognava per adesso fomento
FRr\.\!MENTl RELA'fl\11 ,\LLr\ STORL\ ECC. 295
ad questa ìmpresn. Nè col re de Ungliaria 1) haveva lite alchn11a, anzi era in bon:-i amicitia cum lui. Et quanto fosse per la confirma- tione de li capituli del Palatino, 2) corno è tochato in le littere cle Ro1nn, la 111nestà :-;ua dissP, non sn.pnre che cosa fosse questa, salvo sel Cou1:01·i--lif'nse non liave!"-!Se lui qualche tractato co1 prefato conte de sue pnrr.icnlarità. ... (Omissis).
Manani X. iunii 1499.
EinsJein illustrissime domiuationis Ves1re minimus servitor Miu·chesinus Stanga.
(ii tergo) lllustri:-;~imo priucipi et exeelleutissimo domino domino meo unico, doiniuo dn(;l Mediolaui etc.
(l:°>26) novembre 13 Roma .. Avvisi da Semendria per la via di Ragusa.: I 'l'nruhi si ritirauo a Costantinopoli per notizie avute sn disordini nel]' Asia mi11ore; devastarono nell'Ungheria 10 Comitati.
L' HmLa.sci11tore rnguseo è st,ato q1u~sta sera da monsignore et dice es;iere pnrtito da Ragusi alli non so qu,inti de qnesto et che là liave\'nno avuti a visi dii Samandria s), che è una terra sopra il Danubio, doi gìol'IJnte [email protected];o Bt-lgrado dalla parte ver;;o Costanti- nopoli, come il '11111"CO con suo t>xercit.o era arivato lì et aban<lonato t.ot1Llmente il reg-110 de U11gru·ia liavenclo nmazzato f]uanti Ungari
!invea possnti havcre oltrn for~i centomillin. anime, che me1rn.vano i Turchi con loro, et ehe di là ile,~signa.va. andare in Costant.inopoli iu XX log4"iamen1i et questo per bavere inteso, essere stalo roUo nuo .suo s1tngi11.co1 quale haven in Asia nlle confine del Sopbi.¼) Et ditti advisi de Samandria sono de 14 de ottoùre et dice, esso Turco non bavere voluto :-ia stato laccato dalli soi un pelo di tutto quello ,,;i retrovava nel <mSlf>llo di Buda, ma cLe lassò iu sua guardia LX Ungari con farli giuni.re, che lo consegnariano intngramenle nl suo
1) Vladislavo li (1490•1516).
2) articoli dell'anno 1485 concedenti al comes palalinus facoltà. nffatt.o psrt.icolari.
3) Semendria,
'J della Persia ~dlora sotto la dinastia discendent.e dal profeta Sophy.
LAJOS DE THALL6CZY
re, et che da 72 comitati, ne li qnali è diviso il regno de UngH-ria, non ne sono sLati devastati più c)ie diece. Buda, et per tutto dove sono stati Turchi, è stato misso a foco et roinati. Mi pare una grande nova. Così Dio voglia sia al proposito della pace fra christirrni, come spero et mi raccomando,
RAPPOR'rI DA RAGUSA (1454-1400)
! 454•, settembre 21 Ragusa. Voci sur un consiglio geuerale da teuersi iu Ungheria co11tro i Turchi
J e:st18 Maria B.
Illnstris.-;i1110 :si~uorc mio. A li di !Jl'Oxime preteriti per la. via de Firenze a!li XIII del presellle ho 8(:ripto partic:ularmellle fl la Vostm illw;ti·i,;".>iH,rt Signol'ia rle g11anlo se sente qni, mA per pili i.;ertez,:m 1nando una covia q11l ini.;]11sa, mandata uoviler ad quesLiL nHtgnifica sìgno:·ia per uuo loro arnbflxatore :secnndo la Vostra Siguotia veclerà et.e.
De llO\'O ancora liflliiamo r:iui, che ad queste feste de san .Michele proximo futuro se fa con8iglio generale in Hungariri, dove è ancora chiamato lo imperatore, et perchè dubitano non li vengsi, secundo fe tre mi$i pas::.iati a lo altro coo.-;iglio fado, <love fo pen:io- n,diier lo duca de BorgogniH, uon è st,1bilii.o ill qmde ci1à de le due, vìdelicet ad Bnd,~ o cauto lo Reno(?) in un a!trn, de la qualu non so lo uome et in questo con,;iglio se dice, li serà. lo re de Hungarin et de Polonia, li am\.,c,xatori dç n~ de Fraucia ei del duca de Bor•
gogw1, licet lui laxasse lo sno pt~rere in st.:riptis l'altra fiatn, et generaliLer tucti nlt,·i siguoi-i de là, videlicet ltungari, boemi, pollaui, de la .Magna, casa di Ra~sa et de Scl1iavo11ia, et tuto ciò cbe se pre~ullle contra li Tnl'chi, et li hu11gari sta.uno pure su la riva del Danubio.
2fJ8 LAJOS DE TflALLéCZY
Ceternm la maiestà dt1 re (Alfonso) de Aragona ha mandato a li dì paxati, circa 2 mesi, uno suo cancelleri1 chiamato Spera iu Dio de Cardon, a lucti questi 8ig □ ori, viLleli1.:et <lnca St,epha.no de Bosi11a/) re de Eosina, 2) dispoto de Rassa, 3) al g11bernatore de Hungaria, 4) poi ill Bohemia a lo rè, quale sta a lJrngtt, et 1-1. la tornata farà la via de lo iinperatorP., ad afferire de andare personaliter contra lo rrurcI10 con galee CL et cinquanta nnvi. La Vostra Signoria p(u)ò extimare mo, q nello li pare etc ...
(omissis)
Date Ragusii XXI septemLris 1454 Lora 22; scriµ8i raptissime.
In Nflpoli se sta in gn111 dubio per l'armata de Genuisi, qual noviter tornata a Napoli.
(omissis) Vestre il\nstrissime Dominationis
serviter devot.issimus Honor(atns (?)].
A tergo: ll!ustrissimo p,·incipi et éxcelle11tissimo domi noi rlomino meo sitJgulal'issimo, domino clnei lUt\diolnni etc. Papie Auglerieque comiti ac Cremone domino er,c.
1456, 22 dicembre, Ragusa. Il segretario de Sfondratis rammenta a Franceseo Sforza, di avergli mandato u11 rapporto sulle condizioni in UnghP.ria e gli comunica copia di una let•
tera di due patrizi raguse.i nel cousiglio del despota della Rascia sul contegno dei Turchi dopo la loro scoufitta a Belgrado
Illustrissime princeps et excellelltissime domine domine mi sìngularissime. Post commendationem hnmillimam. Decima die pre- sentis mensis per litteras meas Celsitndiui Vestre significatum fuit, quo in statu essent res UJJgarie regni et pariter exemplum littern- rum regiarum trnnsmissL1m. Nunc ut Celsitudini Vestre innotescat,
1) Stefan VukCié {1435-14.66), duca di S. Sarn,
!I) Stefano 'l'ommaso Ostojié (1444-14Gl).
3J Giorgio Brankovié 1427-1456. 2•l dicembre,
1) Giovanni Hunyady H.56,
FRAMMENTI RELA'l!Vf ALLA STORIA ECC. 29~
quid de Turcorum domino novi n.pud nos sit, transmitto exemplnm litLernrnm huic magnifico regimini Rngnsii directan1m per Alovisinm de Re.st.is et Damianum de Georgio, pat.ri ·ios raguseos; ii sunt aµnd illtistrem de.:ipotnm Rassie,, qui in eius consilio intimisqne vel'Sant.ur. Post victoriam chri,;tiauot"um in '1'11rcos snb civitate Na11- doralùensi 1) de vita mngni 'l'urci, qunmvis domini i:::;ti diligenti;:isime per proprios percootatores perscrut:-it.i sint, nihil CE!rt.i ad nos a.lla- tnm foit preterquam e,x lit.teris dictorum Alovisii et Damialli, qui ani.eri. eum vivere affirmabant. Nnnc quid de ipso scriLant., illustris- simR. Dominai.io Vestra cognoscet. Hec sn11t q1ie impresentin.rum haLui significaiione rligm1. Q11e i111posternm lrnLebo, ex debito fidei mea significnre ~uraLo ipsi Cel:-!itndini Vestre, cui humillime me commendo. Ex Ragusio die vige~imnsecnncla mensis decembris 1456.
Eiusdf'm Celsitudiuis Vestre fidelissimns servitor Bartholomens de Sfondrntis de Cremona1 magnifice. communitatis Ragugii 8ecre·
tarius canceilarius.
(Al duca di Mdano).
1475, febbraio 13 Ragusa. Notizie da. Ragusa sulla vittoria riportata dal principe de Moldavia Stefano, figlio di Viado Dracnla, sui Turchi, nonchè sulle perdite di questi in Dalmazia;
tuttavia, se avesse a. perdurare la discordia fra i chri:-;tia11i, \'i sarebbe perieolo anche per le coste dell'Adriatico.
Magoifice et generose miles et domine. Post deùitam commen- dationem. Pochi dì fano vi ho significato de le occorrentie del canto di qnà et per nna lisLa intimato la numerosità et l' onleue del appa- rato de la navn.le clas::;e tnn.:hesca. A mio iudiLio e degli altri, che intendono el suo poterr, et degli christiani t-1 volere per poco ioten- der et incrednlità et zìlosin, con falsa opinione Hi tie11e suspetoso et pericoloxissimo uxir de questa annata per tuti locl1i de questo sino adriatico et ultra, per modo nè peusar nè scriver nè a clii vien leto consolation nè dilcto de tal arlvixi i:ii po haver nè dnr. Hora in alcuna parte si polemo consolar. S11liman lrnssìi con vero è stato sfrachasaato mirnbelmente dal signor de la Moldavia per modo, che
1) cfr. più innanzi pag. 33.
·~oo
LAJOS DE TlIALLÙC/,yda nna grande coµia de gente d' arme varva qnautitate O\·axit et fertur afnrmntive-1 essere lni in perso,rn ferito gra\·emente.
A presso uno suo liamuray del Tnrc.:ho, appella,t.o Scbenderi Bey, fratello de Alibey, è fnzilo a Belgrado snl Danubio 1-)81' la prexa et caµtività ha dato el 'l\1rcho a suo fratello prefato Alibey, che! è stato el pilt valente e più fidato cavitaneo de li soì de rprn. Pt de lò. del mare e nobel homo et Turcho natnral.
Item et altre corrarie foeero quesLi nostri vicini, unfl. in Dal- matia et l' nltr·a sopra Zerne\•icb; hanno re portato grandissimo danuo a cassa e mauchamento de molta zente. Questo è quauto per questa occorre che ptu·e bon comenzamcnto de la fol't,nna, et è haver spe- ranza in Dio, che non gli hsserà signorezal' el n~are come signor iu tena de questo canto de qua. Se s~ima qnesta pecbiata non essere de picolo momento, gli farà alentar l'annata, non aliud. Quello nlla zornata havarò1 signi6carò a la Vostra lìfagnificent.ìa, qnn.wio per questa comnnità non fia dato avixo a la signol'ia duca!. Vnleat domi- natio Vestra. Ex Ragnsis XI!f. febrnarii 147G.
Excellentissime Vestre 1ifognificentie in omnibus Panlus de Puteo se recommauda.
A tergo: Magnifico et generoso domino Zacharie Barbaro militi plmimum honorando.
Nota: Confr. Acta Extern II p. 267 IV p. 306, 308.
1476. marzo ~ Ragnsa.. Bortolo de Sfondratis riferisce a Milano sulla pre.sa di Gaffa., sulla stra.ge del Conte Alessio e snlle machinazioni dei Turchi contro Stefano di Moldavia.
llln>'ltrissime princeps et excellentissime domine domine mi singularissiine, Post terre o::1cnl11m ante cel::1itudinis Vestre pedes.
Acciviat snmmatim iilustrissima dominatio Vestra, que relulerunt nova bornm dominonnn meorum oratores, qui Constantinopoli nuper rediernnt. Turcorum cla~sis vE:lon1m qnadringentornm q11adrn,giota in ponto Euxino, qnem mare maius appellant, Cliapham cevit cum alii,; septem oppiJis, que Chaphe parebaot; dimidium facultatum et suLst<i.11tiarum ab omnibus, qui dictum locum in::;olebaut, accepit1
FRAtiIMENTl RELATI V! ALLA STORIA ECC.
nude grandem adunavit thesaurnm. QuingenLn.s familias Ianuensium et aliorum lat.iuorttm éhapha Co11stant.i11opolim migrn,·e ius~it, Subiu- gHvit quoque <Jassis ipsa ad 'fa11airn dno, qne per Christ.ianos tene- lJantur ('astra; hr.e elassis gessit Decembri vero proxirne exacto di<:t.orn111 Turcoi-um gentes in i1,so nrnri rnaiori q1iendam comitem Alt,xam dt!Lelbrnnt. Huic ci\'itas rrat vnlgo 1111ll('.nµata 'l'oòoriza
1 et
natura et inilnsti·ifl. nrnnit,issiurn. Qqam ta.men cnm vi capere non possent obseòenrnt., obses:sam et farne confectam ad deditionem, interposita tamen imperntoris 1fnrcorum fide, nd dediLionem coege- nmt. Q11am impe:rat,or firlem !:IP.rvaverit, illnstri:ssima dominat.io VPstra int.elligat .. Co111it.em iµs11m c11m to!a familifl. et primariis urbìs Con- stu.11ti11opolim tnul11xerl':. Ips11111 cnm urnsGulis omnibus ipse impen1.- t.or in co1Hq,ectu suo ohtrnncari fe0it 1 uxore et fìliabns in eius abusum rnservutis. Posseùit dictus Alfxa inter urbem et Gornita,tnm domos cireiter t,rigintamillia. lntent.io elidi imptrat.oris foit l1oc anno pre- terito tot,is viribus contra Stephanum Moldavie 1) dominnm ire, sed eius con,,;ilia diremit metus1 quelll de maiestate regis Huugarie conceperat. Audiebat enim ipsmn n·gem Stephano favere et si opus foret, sibi omnia que posset, anxilia pre,:;titnrum, Anno presenti nulla per 'l'urGoS paratur classi,;; nd Da11u1Jium Turcornm cousilia omuia diriguntor. Sere1Jissimns !Viathiasi Hnngariae rf'x, animosus imngine patris, ia.mdudum maxiroos varatns molitu::, in 'l'nrcos numeroso exer- citu cootra.cto ad partes D,urnbii descendit; partem exercitt1s mi,;it ari expugnntionem ,-ninsdam munitissimi oppidi ad vadum Savae, Saslon nuncupati. Primo insultu oppidurn, ad pancos vero dies ipsius oppidi arcem eeverunt. Hec impresentia.rum habemus de HHI.Ìestate sna per exploratores, qnos lii maguitici domini mei, nt eventum ceptonnn celsitudinis snae iutelligere possent, ad illas partes trans· miserant. Progredietur, nt fama est, cebitndo suii ad expugnationem aliornm locorum1 que in ripa Danubii 'l1urci teneut,. Hi maiestatis suae mot.u~, pro quanto intelligere possnmus, factnri s11nt, ut. postha.bi- ti:3 {?) omnibus myre turcornm imperatonun con:silia conatn8qne Omuf'S ad defensionem loconun sunnnn cnnvertantnr, qnodqne ad generale certamen utrimq1ie deveniatur. Rogandus est Dens noster, ut uecessi- tatem christianorurn piis oculis a.spi1:iat. Qne sequeutnr, Celsitndini
1) ::iuccessore di Viado Dra.cula.
1502 LAJO~ DC: TilALL6CZY
Vestre aignificabimus. Cnins pediLus me meosque liumillirne com- mendo. Ex Rugnsio die VI. martii 1476.
Eiusdem celsitudinis Vestre
ficielissimus serviLor Bartholournns de Sfondrnt.i,;
Ragusiensis secretarìus cum liumili commendatloue.
A tel'gO: lllnstrissimo principi et excelle11t,issimo domino suo singularissimo Galeaz Vicecomit.i duci Mediolani etc. Papiae Angle- rieqne comiti ac lanuae et Cremane domino etc.
Nota: Cf. Acta ext. II 345 e lettere dèl rettore ài Ragusa dd.ta 18 febb. 1476.
Rigu1trdo la presa di Caffa v. Areheogrnfo triest, ve.I. VII fase. I, rapporti da Venezia 23 lug!io 1475 ed in merito a Stefono di Afoldnvia ibid. al 6 marzo 1475.
1484, marzo 25 Ragusa. Avvisi sui movimenti dei rrurchi
Excellentissime a.e potens domine mi honorande.
De nove ne aviso, che qua sta una nrwe da Costantinopoli 11ogie a zorni XIII che manca da la insula de Si.;:o et dice, como Scioti tui.;t.i staono in arme, per fino le porte serratej dubitano de l'armata del Turco, la quale se arma ad Pera et a Gallipoli, per dove la verità non se sa, ma se dice per Suria o iu Puglia o per Rodo o forzi per nui altri. Serà quello parerà a Dio. Quando la excelsia maestà tenesse in Puglia cinquemilia fanti et de le cerne V milia altri et tl'emilia cavalli, tra Brindesi et Barlecta ce daranno impazo a la dieta armata de togliere aqua a li homini da Lofanto in la Fiomara de Barlecta. Non me habiate per male, si io ho quesla presuntione a dire a la Signoria Vostra sopra questo stato, che porto amore a la excelsa maes1à et portarò sempre mai.
Da le parte de Belgrado bavemo et de quelli de Smellerevo, co!llo per la pace, che lia. la maestà del re d' Uugal'ia con lo Turco, JJraticano insieme uua !Jllrte et l' altra1 ma nui dubitamo che serà conclusa questa pace. Multe cose diria in 4.nesta littera1 ver adesso
FRAMMENTI RELATI V! ALLA STORIA ECC. 303
tacho per bon respecLo. El nrnguifico caµilano heri passò da Levante con galee octo fora da h\i·go iu mare miglia sei et non se acost.ò n la terra come loro inimico. De qui se sta male de farne, ad Venet.ia i;imi!meute et per t11etrt la Dalmatiil se more de fame. H.ecomaudeme a la SignoriH. Vostra. Rngu::iii Jie XXV. rnar1ii 1484.
Vostro Bartholorneo de Luccari manu propria.
1497, gennaio 25 Ragusa. Nic. Gondula riferisce al <lL1ca.
Lodovico Maria Sforza. sul messo Milanese a Ragusa; il Turco
11011 ha voluto far pace col rè d'Ungheria e 11011 ostante la peste fa nuovi prepa.rati vi di guerra.
Illustris::iime Princevs ed PXcel!entissime domine domine mìhi plurimum obaennnde. Post humil!imam commendat.ionem.
Non bisogna fìa molesto cum lnugho enlLrrare la mia dcvotione habita tempore genitoris i!!L1strissimi ac germani P.Xcellentissimi di Vostra. illnstrissima Signoria, vengho solo al fatto sendo qui ritornato magnifico misser conte Caraza, 1) cum egli in compagnia messer Agnelo Creato et servitor de Vostra excellentissima Signoria, qnal misser conte demandalo clPl suo pati-one comunir-a sempre ogui fa.cenda.
mecho per n.nìua che sia anche ipso suo patrone. Dove considerato la indigeut.i1~ de la. cosa mi parve necessario fare noto mio picco!
nome ad la Vostra illnstrissima Signoria aneho la cesarea serenità per li servitii delle quali et <levotione più che pe1· altra causa astricto.
Dunque accadendo cosa, che redunda per se1·vitio si de Vostra illustrissima Signoria corno de la cesarea maies_tate in omni eventu me promptissimo et paratissimo hanno le Vostre Sublimilàj nec nlterins circa hoc.
Io sin quì non ho voluto fare motto al suddetto misser Agnelo, percliè lo veglio titubare segregato del mandato de Vostra illu- sti'issima Signoria; non so se del suo cervello proviene ciò, overo dal consilio alieno. Pe1· minore scandalo 110n mi alargo µer questa volta, imperchè veduto l' f'xito senza. alcuno rispetto, signifìcnl'Ò tutto
1) infra al 2~ ott. 1497: Uoranz~.
LAJOS DE THALL6CZ\'
quello coi:oscerò esse"re i11leresse de Vostra excellent.issima Signoria.
Signor Mnstaphabegh gli è mutato d~ que,-.to SandiiA.cho ad nn altro più comorio et apto etc.
Grau Tnrco dicono, e! che non certifico, non lnver voiL1to rati- ficare tre ugna con e\ sei enis.simo rè de Hung:aria, la cui mniestà mise dignistiima nml,assata ad questo fine. Insnpe1· Grnn Turco fa riconciare tntte le galee \'ecchie, et a11co fa rlelle nove faLri1·hare et di\"11lgn1 a tempo 11novo \"Oler armare; imperò, sec11udo me, l'im- pedisse grnnde pestilenza, quale per aucho,· cniilcl falcia mena per tnt.to suo paese de Europa et potis . ..;ime in Co11stantinopoli, de donde s'è absentato; vero è, eh' e! cuor gli è molto cresdnto per la morLe del frntello et coutinuo c:-esce, veduto the rè de ]-,r<1nza così ligier- mente come aquistò regno di Sicilia ollì[11] 1rnc·he haverlo pei-dnto et con grnuJe m1111ch1unento de sua maicstute etc. et anche vedendo gi-ancle discensiolle et foogho qnasi iuextingnibile in h11lia flCeso.
(omissis)
Ex Ragusi die XX.V. iauuarii 1497.
Eiusdem Vestre illustrissime Domiun.tionis deditissimus servitor Nicolaus Gondola (Al dur·a di Milano).
1497, aprile 4 Skoplje. Ang. de Lavello recatosi daMustapha bey per acquisto di cavalli, si lagna al duca di Milano clell' amba- sciatorò conte Coranza.
lllnstrissimo et excellentissimo signore mio singularissirno.
Aviso la Excellentia Vostra, como ali 27 del passato an,hi al signore Mustafa l,ey secondo lo ordine de que1la. Li appresentai ad una sna cuxa in campagna distante <la Scopie 5 miglie, e li mi ritene 4 giorni sotto un paviglione con forme careze assai. E ve- nendo al ragionameolo de potere acomprare cavalli, mi rispose non ha vere facto fare tale offerta et cominciò a maledire il ~onte et fare scuxe, <"he pareano cosse in sogno; e ultimate con gran solicitudine me fe tore licentia, e sono reLornato in Scopie, in el quale luocho fo opera per via de mercadanti per ritrovare qualche bon cavallo.
_ _ _ _ FRAMMENTI Rl!.LA'JlVl ALLA STORIA ECC. 30;1
Ma dirò alh, ExC'ellentia Vostra, che souo mal eouduto per harnre retrovato in el conte, suo oratore1 tuU,o qnello male, che si può pen- sare e senza aie umi vergogna ne rispeto; el, patron sno
e
turco e vive rdu. turchesca e di rrn!la he curado, salvo de !tavere il µresent.e.Me sfor;-;arò venire con quella pili celeritc\ nti ~eril possibilf', et ala Excellent.ia Vostn\ di continuo me 1·icomanclo !:lcopie 4 :iprili,i 1497,
Illu1:itris8irne e.xcelle11ti:ssime domin;itionis Vest.re
(Al duca di l\li!auo).
servito I'
Angelus de Lavello,
1497, ottobre 23 Monticelli. Angelo de Lavello al duca di Milano: Venendo il conte Coranza qual messo di Mustapha bey a Venezia., vagliasi indurlo mediante le Signorie al paga- mento di un prestito.
IUust1·issirno excellent.issimo signore mio singularissimo etc.
Ho havuto aviso da Venetin1 come (}uello conte Corauza da L' Arta1 che era runbassatore del signore Mustafabei, se aspecta di presente a Venetia, et perchè è homo di quella sorte, che ala Excel- hmt:.ia Vostra ho significato, La prego quanto posso ad fare scrivere a quella illusti-isoima siguoria1 ch1 el stringa ala restitntione de li ducati 130, quali a nome rli quella li imprestai et anche a l'oratore isuo li, che non gli manchi; e sei bisognerà farne fede, li famegli del magnifico quoudam misser Baptista Sfondrato ne sono tutti informati et etiam conoscano molti greci et merchadantii che lo i,rnuo, ed io ne ho uno suo script.o di mano propria. E li aricordo anche, quando le paresse scrivere fll prefato conte di cio, et anche dolersi,
<·he non li habi portato la rispost,a ·del gran Turcho quale tene, como ne ha per altra via lrnvuto fwiso; forsi che tale terore più lo indueriano ala satisfotione.
E prego soprn tutto la Excellent,ia Vostra, che ha.bi rispet9 al honore mio, che costui non si vanti haveremi ubarato, perchè non solo quauùo li 1-1ia.ccia sono per pagare la dieta summa de dinari che mi sera in disfanne, ma anche spendere il resto ·e la propda penwna in piacere e servicio sno. E quando quella non li paia dE:
LAJOS DI!: THALL6czv
fare tale l>rovixione, la lff<'go a danne licentia, o che li \'ada o che li possa m:1ndnre clii farà co.ss?., che in T11rchiit se dil'à in gloria de Italiani: qnt>llo era servitore di gran signorf', Tuttavia me rPmeUo in ogni cossa. nli comandi soi, ali qnali rli comiuno me ri,·omaudo.
Ex aree Montieeltol'llm 23 odobt·is 1497.
Illustrissime et excellentissime domiuat.ionis Vest.re
servitor fìdelissìmus Augelo de LHvello.
(A I iiuca di l\liilrno).
1498, ge1111aio 3 Ragusa. Rapporto di Goudola " Milano:
irruzione dei Turchi in Polonia e Russia; m1ione tra l' impe- ratore e Vladislao II contro i Turchi; guerra tra i snltaui ottomani e qnelli dei mamalnchi.
Jesus.
Illustrissime princeps et exc('.lleutissime domine domine rnihi observandissime. Humillima commendatione.
A XIII et XX de novembre e VI del decemùre proximi el11psi mesi signai ad la Vostra Excellent.ia I' occ11rrent,e. Poi delli Tut"ehi rinrlati in Polonia et Rnssia altro non si sente, imperho e Tur("hi comincian dire. che rè de Polonin ha rncolta multa gente e ntinflm che alias essi Turchi finxero, l11ngamente erano assediati et consnmpti, tandem tornarono onustissimi rle opulente pri>;da.
La nova unione et compositioue cum saucto ordine eeleLrat.o tra la cesarea maPstà et serenissimi regi de Hungarin et de Pol0nia et i loro germani rila distructione delli turchi, si la divina e cle- mentissima maestà concorra nelle menti et animi delli prf'librtti regi, spero spignerano i Tnrchi de Europa de breve et il clisegno del appanito che fa esso Turnho terra mariqtH:i1 si estingner~.
De X del proximo passato mese, ho de Alexoudria, come lo Diodaro de Babilonia hn occiso lo soldano, <·he l'è sno carnale nipotP, et ipso Diodaro fatose cum forze soldano, co11tra il quale gli comosse Diodaro de Damast:ho armata mano et versa tra loro cruentissima guerra, la qual Idio onnipotente mantenghi tra loro1 el
FRAMMENTI RELA"IIV! ALLA STORIA ECC. 301
che sareUUe multo al proposito della dispo,;it.ione, la qnale monstrano bavere lo prefate serenitù. Il rrurcho havea destinata molto solenne ambassata a lo interempto soldano, causa che couducea per sua mogliere figliola de olim Gemi soltan che morì a Napoli nel pot.er de lo re defundo de Frn.11cia. Idio i-ier sna pietà guidi le cose di>i cliristiani. Sempre studioso e vigilante starò intendere e significar, quello è diguo al udito della rostrt't. illustrissima .Signoria, la cui vi_ta è il dominio no,;tro. Sigoor Dio sempre prosperi sublimando ad vota optata. Ex Ragusa die III ianuarii 1498.
Eiusdern Vestre excellentissime rlominationis
(Al duca di Milano).
hnmilimus detitissimusque servitor Nicolaus Goudula.
1498 maggio 2 Ragusa. Rapporto di Gondula: Pericolo, cui va incontro Venezia per parte dei Turchi.
Avisi de Nicolò Gondnla de Ragusa de <lì 2 maii.
Amba8sat0re de Venetiani dal grnnde 'l1urco ex!Jedito, nt alias dictum est, nuoquam se persev.era. ilnc!te exercito per terra et el Gran 'l\1r~o in 11ersona se è in campo noi et molti altri lrnvemo paura1 imperò così calculando extinrnmo, che casca.re debba sopra vcnetiani t,de nmln. sorte, quod a me Dens avertat. Spiacerne et non pocho, che io interveuirt3 non possa a quello rnmorigi11 l"8 di Franza, che qualche experientia si provarebf> .. Plwsati uno po(:o et estimati il tutto i quello sia electo, largo mvdo se <lisponghi, che nurnquam firà meno del dieta etc.
1499, febbraio 26 Ragnsa. Bortolo Sfoudrato al duca di Milano: La sconfitta dei Tnrehi in Polonia e Russia; p~rieolo per la repubblica di Ragusa; bisoguo c.:he La l'Europa di assicurarsi qual avanguardia il rè d'Ungheria.
Illustrissimo et grntiosis.simo signor mio. D11. poi el baso de la t,nra avanti li µiedi de la Celsitudine Vostra. Qt1elle zente tur- chesche che erano passate la secood1l volta Alli damni <le la Polonia
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et con la RnssiaJ qnasi tnte sine dnbìo sono mal capitnte per giazo, 11eve, piogi€', extremi fredi et tempi sinistri Stimase !:liana mancl1ati pii\ de 40 milla cavalli et flltrettauti Turchi et per questo tuta la Tnrchia sta in luctu et lachrime; nec tftmen pe1· queRto è mutata la deliberntione del grnn 1lurco per facto de l'annata, da la qual deliberatione non desiste, imo in quella magis ac magis insiste et sei à, una validissima annata. lliulti multa dicunt. El designo et pensiero del inimico non se può saper, ma dnbitamo, ch'.el debia vegnir contra questa città., tum per esser debile potenzia ad comparatione de la potenzia sua, tnm quia questo luogo lo faria f<ignore facilmente de la Dalmat.ia et de la Itfllia pt'll' e\
i-iito rle questa ciLt,à. contigua alla D11\matia et vi~inn alla Puglia et alla Marclrn et alla Romagna. Dio misericordioso sera quello el qllal openirà, C"he li potentat.i rle christiani et maxime de Italia, intellecta m11gnitndine pel'icnli, compositis privatis differontiiti, farano novi penseri et consulent saluti comuni Italie, che veramente, se gli serà lassato evomit.are il veleno concf'.pt.o, e\ ponerà ad tale exter- minio la chri><tianitA, ('he ria poi q1rnndo se vorà. provedere, 110n se porà. El gran maf>Stl'o rle Rhodo, che ern sapientissimo et animo- sissimo, migravit ex liac vit.n. La più salubr·e proviHione che se pori~
fore serif,, che li pot.entati de Italia tenesseno µer lor colligut.o et soldato el re rle H11ngaria, et cli' el dito rè saltasse in Servia et, Ra~sia curn lo exercito ogni volt['!, eh' e! Gran 'l'ureo facesse l'armala, perd1è questo seda mo,fo de gua~tar tnti li de!-ligni del dicto grnn Tnrco i ma so ben certo ehe non bisogna consiglio fld clii snperia governai- el m11ndo. Alla CPIHit11cli1rn Vostra sempre me recomanèlo Date Rflgn~ii rlifl 26 febrnarii 1499.
De la CPlsitudioe Vostrn
s1•.hiavo B,utliolomeo Sfoodrato.
secretario de Rflgusi cum humil!irna eomme11da1.ione.
A tergo: Illnskissimo principi et (-xcellentissimo domino suo singularis><imo Ludovico . dnci Mediolani.
RAPPORTI DALL'IMPERO E DA ALTRE PARTI (\455-1525).
145;':,, marzo 5 Digione. Rapporto al duca di Milano Francesco Sforza, ohe Filippo duca di Burgogoa cerca di alle- stire una spedizione contro i rrurchi e vi trova appoggio presso Carlo VII di Fra11cia; i' imperatore però come pure i duchi Alberto e Federico se ne tengono riservati.
Illustrissimo priucep8 et exctdleutissime domine domine. Cussì corno monsegnore de Burgogna ha. reqneslo gli geut.ili homini de questi pAisi ù' andare cou lui contra el •rurco et dinari da li homini de que!:!ti paisi de Burgogua, cussì ba reqllesto he domandato in rle li paisi de Picardia et de Fiandni., beuchè li Fiamengbi Labiano refndato de li darn dinari per questo, dic.:enrlo loro che per la guerra de Fiandra sono desfati al presente et anchora sono malcontenti, corno sono molti altri signori e snbditi, che monsignore se metta in qnesto periclllo, tuta volta lui he deliberato d1 andarli, se alchuoo signore de la Magna o de Franza o de altro paise li Vl'l, et ogni di se aspectano li ambassadori de monsignore de Burgcgna, che sono per qnesto andati da lo imperatorf', el quale non se mostra a tale impresa troppo ardente. ni anchora lo dt,ca Alberto, ni lo duca Fede- rico, ni li duchi de B11yvera; ben se dice che lo re Lanzaloto desidera de li andare, ma perchè he le zoveno, li soi subditi li hano dit.o, che non li darnno secorso, ni audarauo ~on lni e sono malcon- tenti che li vada, e se monsignore de Burgogna li Vl'l 1 se dice che
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lo re de Franza li da l'inqueceuto hnze n soe speiìe, che fauo doe mille cavalli utili. Li arobassadori de monseguore de Bnrgognn, elie ernuo audati per savere, s' el rè ern contento de prendflre in guardia. e in segmtà lo paisi ile monsegnore de Borgogna, sono retorllati et bano solamente parlato a mo!lsegnore lo duca. d' Orliens, lo quale fan\ la relatione al rè de Frnnza et la resposta farala poi a sapt're a rnonsf'gnore de Ilnrgogua. Et lo rè mostra bavere in amore monsegnore ile Bnrgogua e pnre essere bona intelligentia fra loro, et de presente non hè nesnno che specialmente regia lo rè de Franza, e qnel!o c\1e de presente ha più grande auctoritade a.presso del rè, pare eSSP.re moust'gnore lo bast,u-do d'Orliens. Poclto se parla a la corte del rè de monsegnore lo rlelfiuo, li ambass~tori de lo rè de loga.lterra et ~imul el legato del papa fauo grauile inatautia con lo rè de Frauza per havere louglie tregtH', almancho vinti anni, e se spera che queste tregue baverano loco. Monseguorn lo delfino l.a1 mandato a donare a mousegoore de Bnrgogna uua coluvrina et akhuni Jireseuti et li mostra grandi segni d' nmore., ... (Omif:!sis).
Ex Di,·ione qui11ta Maij 1455
lllt1sl1·is~ime et excelle11tis:1ime iominationis Vestre servitor Rnymonclus dtl ì\iarliano.
(Al dnca di Milauo).
14f16, lnglio 2B. EstraLto di nn rapporto di Giov. I-Innyadi a Dionisio Széehy Cardinale di Strigouia (Esztergom) snlla scon- fitta dei Tun.:hi a Belgrndo.
Copia extra(:ta ex littt-ri1:1 origi11alibus loaunis v11yvode seu de Hunynd missis ad Uardinalem Strigoniensem et ab eodem cardinali ad sanctissim11m dominum nostrnm C,di~tum divina providentia papam III.
RevPreocli!-sime ir, Christo paLf>l", domine 11oliis bonorflnd@.
Noviiates lrn.s \'f>Stre dominationi i:;cribero pos;;umus, ']Uomodo impc- rator '1'111·chor11m cum sua valida potent.i,L et cum nonnullis ingeniis ad expngnandnm castrnm Nnndornlbense VPnerat. Culll qnali enim pugna et ingeniis venerat, unqnam oculut> hominis talia vidit nec meute cogiU,re potnit. In tantum enìm ipsum cast.rnm per ictus bombarrlan1m desLrnxit, quod ipsu1u cai;trum non ElSt castrum sed
FRAMMENTI R~LA'IIVI ALLA STORIA ECC. 311
carnpum, qnia usqne ad tenam murns est destrnct,us. Tandem feria quarta pl'Oxime pi-eterita post horam vesperorurn cil'ca ipsum castrum sturroinam(?) mini.bilem fecernnt in tantltm, qnod per totam noctem et die crastina usqne ad praudium duravit, ita nt in medio castri duabns vicibus cnm ipsis puguam habuimns tanqnam in uno campo. Tandem extra campnm ad ipsos iJTnimns, iu quibus usque ad sera pugnam habuimus ip3umque Imperatorem Turcorum de supradicto castro deo auxiliante eiecimus ornnesqne bombardas et iugenia sua obtinuimus;
ipseque solus cum quibus remansit feria sexta rroxima de nocte confusus et destructus se in fngam convertit, pro eo, si aliqui ad µresens contra ipsum imperatorem se moverent, exercitualiter ex mrnc unqnam levius reguum suum obtinere possunt sicut ad presens, ex quo principales et capitales gentes sue et signauter pedites castro SLtpradicto suut pel'dite dictiqne pedites ipsius imperatoris1 qni alias gentes snas preva!ebant1 quasi omnino snnt annihilati usque cum proprio cn.pite nost.ro in ipso castro foimus tempore expugnatiouis et ab illo die quo iµsnm caetrum obsessum fuit in eodem fuimus Multi enim etiam ex familiaribus et hominibus nostris vulnerati et aliqui mortui snnt, sed tamen deo anxilic1nte nuuqnam unus imperator Turchorum cnm tanta verecundìa <le campo se in fogam sicut ipse convertit tamquam debellatus; prius enim iu aqna confl.ictum habni- mns, t>X qniUus nonnullas gflleRs eorum obt.inuimus. Que enim ex eisdem remansernnt, dnm predit:tii feria quinta contra ipsas galeas ire volebamus, illese mox in fugam convertenrnt, de eisdem homines salientes ipsas igne combusserunt .. Pro eo ntlllc ignoranrns, quid sumus fucturi castro predicto, qnia non possumus dicere eum esse cas!rum, sed camµum propter fractionem et nimiam ipsius Jestrnc- tionem. Date in loco predicto, feria sexta proxima ante festnm Iacobi Apostoli fin.no Domilli MCCCCLVI.
Ioaones de Hnuyad comes Bistriciensis
A tergo: - Reverendissi1110 in Christo patri domino domino Dionysio ,.airdina.li archiepisc()po Strigonieusìi domino nobis hono- r,tudis:;imo.
Notrt: Lf\, liLerazione di Belgrado (Nii.ndorfehérvàr in uugherese, Gded1 \Vt-i~3enburg in t.e(lesco, Nandor•AlUa fra gli itaJ.) dall' as- sedio del SLdtano Maometto II forma un avveninvmto internazionale
312 I.AJOs nic: TJIAt1.Uczy
dei più importanti <lel sec. XV. Dopo la cadnt.n. di Co;,l:rnlinopoli (1453) era rla temersi, che i Tnrchi senzn. ostricoli di sorla prose•
guano la loro marcia trionfale verso l'occidente e verso il mezzo- giorno del\' Enropii. A c11.po della clefensivn ellropea si;orgef.Ji la curia romfl.nR; vi è Callisto III 1 il qnale con ardore fehUrilmente e.sorta gli stati italici a prestarvi efficnce soccorso. Avevano t.imore dei Tnn:hi fra i principi d'Italia anzitutto il duca di Milano Francesco Sforza e r0 Alfonso di Napoli. I/ attitudine di Frnnccsco Sforza illnstrano le lettere ed i rapporti nell'archivio di Milano pubblicali dall'editore di questi frammenti nel codex diplom. partium regno Hnngariae adnexarnm voi. II. Budapest 1907 (17 aprile, 18 giugno, 10, 231 24, 28 e 29 luglio, 3, 4, 7, 11, 13, 23 e 29 flgoslo). Iu base a tale pubblicazione è t1scito di raeente □ u trattat0 sul]' a~sedio di Belgrado dalla penna di Giorgio Balllnyi nella rivista storicomi- litarè (Szendrei; Hadtort,. Kozlernények 1911 jlln ). Gli ulteriori rap- porti, che qui si riproducono, sei vono R cornvh!tare l' irnpressioue prodotta dal gl·an fatto di Belgrado in Italia. e uella cristianit,à occidentale. Un' eco l.le è la lettera rii Franeesco Sforza1 la quale immediatamente si allega al primo dot;tunento.
1456, agosto 1 l Milano. Francesco Sforza comunica la vittoria sui Turchi a Belgrado a Carlo VII nouchè al rè Renato;
così pure all'arcivescovo di Milano ordinaudoue tridua festività nonchè ad altre persone nell'Italia superiore.
Serenissimo ac christianissimo regi Francorum.
Spurcissimum chrisitiane religionis hostf!m 'rurcnm, dnm castrum Nandoralbensem, quod est in foribus regni Hungflrie, ma.ximi::; copiis et apparatibns obsessl1m expugnare Sltperbissime tentaret, hungal·icis virilJus felicìque dietu magnifici comitis loanuis Uniady, terrestri marittimaqne pugna superatum, hodierna die mihi denunliatlltn ef:it ..
Huius siquidem rei testes sunt littere illustrissimi ducis Venetorum dominii, cum inserta copia litterarum ipsius comitis Ioannis ad reve- rendissimum domiunm cardinalem Strigoniensem, apostolice in ea provincia sedis legatum, quemadmodum ex ipsarum liUernrnm his inclusis copiis vestra sereoitas uberius inLelliget. Que tam felicia uova
FRAMMENTI RELAT!Vl ALLA STOII.IA ECC. 3l3
sublimitati Vestre, nisi fortasse alinode inotnerint, nota fa.cere cnm quod officii deùitique mei erga serenissimam .i\Iaiestatem Vestram, q1rnm summa venernt.ioné smnmaque observantia prosequol', forn existimavi, tum (qnod non flmbigo) eandem Maiestatem Vestram Lanto celesti dono imprimis non mediocriter gavisnram. Respexit tandem omnipoteus deus christiauos tantasque miseratus clades et ctrages, gnas tenibile, ìllnrl monstrum christiane intulit religioni, ab eodem debitas exigne penas cepit maiores, nt spPrnndum est, iu dies ex:ac- turns. Qnorl si tam pan·a Huugarorum mann et in ipsis regni faucibni:;, rrun:u.s ipse curo tanta gentium excita(ta) mole 1-1rofligat11s est, gt1id si) nt alios taceam, potentatns invictissime Maiestatis et potentissimi regni vesti-i vires esset expertus. Itaqne vobiscum, christianissime rex, pro tam felici novo in primis congni.tulor1 mecumque gaudeo plnrim11m sperans fon\ ut propediem divina favente clementia indnen•
t.ibusqne sanctissima arma cbrii:;tianis potestatibus1 detestabilis illa :Thhhometi setta iufringatur extel'miueturque. Reliquum est, qnod Maiestat.i Vestre me accurate commendo. Date Mediolani di XI.
Augusti 1456.
Cichns.
In simili forma mutatis mutandis serenissimo regi Renato.
Reverendissimo domino archiepit;copo Mediolaneuf;i, potestati, vicario et XU provisionum (?) indite urbis Mediolanì.
Accepimus hodie ab illustrissimo Venetornm dominio litteras cum exemplo nouullarnm litteran11n per maguificum et strenuum comi1 em fohannem de Uuiady rflverendissimo domino cardinali Strigoniensi1 apostolico in Hnngaria legato} scriptarum de obtenta victoifa contra pedìdnm christ.iane rnligiouis inimicmn, Turcorum imperatort1m, qui dum castrnm Niiudoralbeuse castramelaretm (?), iUi a Chri:stifichdibns profligatus ext.itit, sicllti ex exemplari dictarnm litterarnm his inclnsu magi:s aUunde intE-lliget.is. Et quoniant eadem ipsa vidoria comnnem rdfert ntilitatem cnnctisgue christi.inis populis leLiciam, pro qmt ~pern.ri potesi. christi:rne fidei lilierntio ab OfJpres- sionib11::1 eius 'l'un·ornm principis1 dr.bemu:s omnef'!, nt ve,·i chri,-;ticolì, infinitas .-;nmmo et omni potenti deo gratias, et eo de\'otiqre et ardentiore
314 LAJO.'::i Ul'.'. TI-fALL0CZY
auimo ampliores, q110 dh·ina concedente clementia erinrns prospero~·
magis successus haùituri. Vf'strarn itag11e palernit.atem hortarnnr et rnbis deinde mandarnns, qnatenus liis receptis ad landem Pt, gloriam omnipotenLis dei et gloriosissime eins matris Marie el tot.ius celestis cnrie l,riumµhantis hoc tam iu('.nnclum et felix novum puùli- cari et per tres dies cont..inuos devotas processiones et falodia Cll!l1
amenis campanarnm sonitibns in ista indita mbo nostra et ubique loconun eius ducatus solemniter fieri faciatis. Date Medìoh1ni die XI angusti 1456.
C[icl,us].
In simili forma scl'ipLum fuit infrascriptis videlicet: Domino episcopo Bolognino de Atendolis, potestati, referendario et
presidentibns Papie.
Domiao episcopo, potestati, referendario et deputatis Lande.
Domino episcopo, potestati, referendario et depntatis Placentie.
Domino episcopo, potestati, referendario et deputatis Cremane.
Domino episcopo1 potestnti referendario et deputi:ttis Novnrie, Domino episcopo, potesiati, referendario et aneianis Panne.
Domino episcopo, potestati, referendario ac deputatis Cumarurn.
Domino episcopo, potestali, referendario et cleputatis Terdone.
Potestati, referendario et deputatis Alexandrie.
Comissario et capit.aneo Glareabdue. (? Chiavenna :>) Petromarie de Rubeis.
Rolando Palavicino.
Dominis de Corigia.
Camiti Stefano de Sancta Vitali.
Potestati, castellano et comuuitati Viglevani.
Potestati et bominibus burgi Sancti Domini.
Potestati et hominibus Florenzole.
Commissario et hominibus Pontremuli.
Domine Luchine de Verme.
Commissario Belinzone.
Uapitaneo Seprii.
Capita.neo Martesane.
Capita.neo Vallistelline.
Capitaneo, castellano et comuoitati l\lodoetie. (? Mouclovi ?) Camiti Henrico de Saco.