3. Essere Assistente Sociale oggi: abilità, vantaggi, svantaggi nel rapporto con l’utenza.
3.1. Le funzioni, le competenze e gli ambiti di intervento dell’Assistente Sociale del
3.1.4 Area ludico/ricreativa e il lavoro con la Comunità
Nell’ambito della propria attività, il servizio sociale comunale si occupa inoltre di un aspetto più “frivolo” e “leggero”: l’organizzazione di attività ludico ricreative a favore di residenti, in particolare per la fascia dei minori.
C’è da dire che trattasi, purtroppo, di interventi aventi carattere residuale e che occupano soltanto una piccola parte del lavoro del servizio sociale; molto dipende dalle dimensioni dell’Ente e dalla presenza o meno nella pianta organica di un ufficio e delle figure professionali che si occupano esclusivamente di questo aspetto.
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Nella realtà dei piccoli Comuni, in cui tendenzialmente l’ufficio servizio sociale comprende anche “sport, cultura, pubblica istruzione, tempo libero e biblioteca”, le attività di carattere ricreativo sono spesso confinate alle feste comandate ( ad esempio in occasione del natale) o a periodi particolari dell’anno (ad esempio il periodo estivo), considerata la mole di lavoro attinente le aree precedentemente esaminate.
Nell’organizzazione dei servizi ludico/ricreativi un aspetto fondamentale risiede nel coinvolgere i principali destinatari nella scelta delle attività.
Potrebbe essere utile ad esempio, organizzare periodicamente delle riunioni rivolta ai residenti, chiedendo quali attività interesserebbe loro, o ai loro figli, frequentare. In questi casi sarebbe meglio che l’assistente sociale abbia già in mente una gamma di servizi da proporre, e che la scelta avvenga tra quelli.
Non è semplice mettere tutti d’accordo in questi casi, ci sarà sempre qualcuno contento e qualcun altro scontento. Tuttavia rientra nelle logiche e nei principi del servizio sociale il coinvolgimento a la presenza attiva degli utenti-destinatari degli interventi, e pertanto di un punto di contatto e confronto sia con il servizio, sia tra destinatari stessi. La scelta finale poi è rimessa al servizio sociale, certamente il relazione alle esigenze emerse durante le riunioni con i principali destinatari, ma anche tenendo conto dei costi necessari per l’attivazione dei servizi e delle risorse disponibili per attivarli.
La fase successiva è generalmente quella che prevede l’esternalizzazione del servizio, e quindi la gestione dello stesso viene affidata ad Associazioni e/o Cooperative sociali che si occupano di fornire le professionalità necessarie (educatori, ludotecari, animatori ecc…).
Quando l’assistente sociale del Comune si adopera nei modi appena descritti, pone in essere una tipologia di intervento, in cui il principale destinatario non è il singolo utente, ma la Comunità.
Si definisce “di comunità” (o Community work) il lavoro realizzato con persone che hanno analoghi interessi e/o problemi, al fine di favorire l’emergere degli stessi ed intraprendere un’azione comune per farci fronte.71
Nell’ambito del lavoro di comunità, ci si è occupati soprattutto dei bisogni dei soggetto svantaggiati, con problemi legati alla povertà o alle discriminazioni di classe, razza, genere, sesso, età o disabilità. In buona parte queste problematiche sono le stesse che interessano, più in generale, il lavoro sociale. Il lavoro di comunità si caratterizza per il fatto di affrontarle a livello collettivo, invece di considerare la persona (o ciascuna famiglia) come un “caso” a se stante.
L’assistente sociale del Comune, pone in essere un lavoro con la comunità in “senso stretto”, ossia nello svolgere la propria attività lavorativa tiene presenti le necessità della
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comunità. Se non si fanno carico di coltivare un buon rapporto di fiducia con i membri della comunità, e di condividere con gli altri gli obiettivi che vorrebbero realizzare, gli operatori potrebbero incontrare diffidenza ed ostilità al cambiamento di molti loro interlocutori, rendendo vano i lavoro svolto.
Nei piccoli contesti, lavorare con la Comunità e soprattutto “farsi accettare” dai suoi componenti è un elemento di particolare rilevanza, poiché ha delle ripercussioni sull’attività professionale dell’Assistente Sociale. Vi sono allora degli elementi che bisogna tenere presenti, soprattutto nel momento in cui si inizia a svolgere la professione in un nuovo contesto-comunità:
-dedicare la massima attenzione alle impressioni che si generano negli altri. Il modo in cui ci vestiamo, ad esempio, porta le persone a trarre molte indicazioni sul nostro conto; vale la pensa dunque domandarci se generiamo, nelle persone intorno a noi, le impressioni che vorremmo;
-essere puntuali, sia all’interno dell’organizzazione in cui lavoriamo (ad esempio rispettando gli orari di apertura al pubblico) sia all’esterno, in caso di visite domiciliari o riunioni collettive con l’utenza; per contro, se temiamo di non riuscire a onorare un impegno, è bene dirlo chiaramente in anticipo. È necessario cercare di mantenere il più possibile, agli occhi dei nostri interlocutori, un buon livello di credibilità;
-creare opportunità per stabilire sempre nuovi contatti ed “allargare il cerchio”; è utile per ampliare la sfera delle conoscenze nel contesto in cui lavoriamo, potrebbe esserci d’aiuto avere diversi punti di riferimento quando ci troveremo a dover gestire situazioni complesse, di cui abbiamo pochi elementi. Potrebbe essere agevole in questo senso allora, uscire a piedi quando si tratta di recarsi a domicilio dell’utente, oppure parcheggiare la macchina leggermente distante dalla sua dimora, in modo che nel tragitto, abbiamo l’occasione di farci “identificare” e conoscere;
-non credere a tutto quello che ci racconta la gente; soprattutto nei piccoli contesti, si tende a scrutare l’altro, per coglierne fragilità, difetti, errori….ed a raccontarli all’assistente sociale di turno, probabilmente per dare l’immagine di chi “conosce” il contesto e la “sa lunga” sugli altri.
Nelle pagine precedenti, si è messo in evidenza il ruolo, polifunzionale e multi professionale dell’assistente sociale che si trova lavorare nelle sedi del Comune.
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3.2.L’Autonomia dell’Assistente ed i suoi limiti: tra mandato professionale e