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AREA TEMATICA 3 THEMATIC AREA 3

Studio preliminare per la stesura di linee guida di intervento per il recupero e la valorizzazione dei siti inquinati

Arch. Alessia Cerqua Tutor: Ing. Giuseppe Marella

Arch. Silvia Pietra

Nel nostro Paese, come in tutte le regioni industrializzate, esiste un’elevata quantità di aree, con attività in corso oppure dismesse, contaminate o potenzialmente inqui-nate da sostanze pericolose che costituiscono una grave rischio per l’equilibrio am-bientale e la salute umana.

Generalmente si tratta di aree industriali, discariche, siti interessati da sversamenti, spesso interni o limitrofi ai centri urbani. Tali aree quasi sempre “non vendono” nel mercato territoriale ed immobiliare, rimangono spesso inutilizzate ed abbandonate, ed impongono di conseguenza una serie di costi alla collettività, connessi con ester-nalità negative di tipo ambientale, diminuzione dei valori immobiliari, spese per ar-ginare gli effetti negativi sulla salute umana, ecc.

Questi territori degradati, se sottoposti ad efficaci azioni di recupero, possono esse-re trasformati in luoghi di rilevante qualità urbana, con consideesse-revoli opportunità di crescita socio-economica per le comunità locali.

È importante, però che, quando si ipotizzi un progetto di recupero e riuso, le azioni di bonifica non siano concepite come atti a sè stanti, ma come parti integranti dei pro-getti di riqualificazione.

La ricerca proposta rappresenta uno studio preliminare per la stesura di Linee guida metodologiche e tecniche per il riutilizzo di siti inquinati; alla base del lavoro c’è l’i-dea di fornire degli strumenti per la “rivitalizzazione” dei siti inquinati, ovvero la lo-ro rimessa in gioco nel contesto territoriale; la bonifica viene intesa quindi come mez-zo e non come fine ultimo.

Il punto di partenza è stato individuare lo stato dell’arte in materia di bonifica e re-cupero dei siti inquinati nel panorama nazionale e comunitario, analizzando la nor-mativa esistente al fine di individuare i principali soggetti coinvolti nel processo di bo-nifica, e gli strumenti attivabili.

Dopo questa prima ricognizione, la ricerca è analizzando il rapporto tra sviluppo so-stenibile e siti inquinati. Quindi, per l’identificazione del possibile riutilizzo (e per te-stare le possibilità di bonifica) è stato ipotizzato uno strumento (check list) per valuta-re le potenzialità/criticità sia del contesto, che del sito specifico. Lo scopo del lavoro non è quello di fornire risposte, ma quello di proporre domande, spunti di riflessione, essendo consapevole che ogni sito presenta problematiche peculiari, impossibili da ri-solvere in maniera astratta.

Preliminary study for a road map for the recovery and the exploitation of contaminated sites

Author: Arch. Alessia Cerqua Tutors: Giuseppe Marella

Silvia Pietra

In our Country, as in all the industrialized regions, exists an elevated quantity of ar-eas, contaminated or potentially polluted by dangerous substances that represent a serious risk for the environmental equilibrium and the human health.

Generally, there are industrial areas, dumps, often inside or neighbouring to the ur-ban centers. Such areas are often unused and aur-bandoned, and they represent a se-ries of costs to the collectivity, connected with diminution of the real estate values, spent for embanking the negative effects on the human health, and so on.

If submitted to effective actions of recovery, these degraded territories can be turned into places of remarkable urban quality, with considerable opportunities for the eco-nomic growth for the local communities.

The proposed search represents a preliminary study for a road map for the recovery and the exploitation of polluted sites; at the start of the research there is the idea to furnish some tools for the recovering of the contaminated sites or their replacement ac-cording territorial context.

The starting point of the research was to individualize the state of the art in subject of reclamation and recovery of the contaminated sites in the national and community view analysing the existing laws with the purpose to find the involved subjects in the process of reclamation and the available tools.

After this recognition, the step subsequently was to study the relationship between sus-tainable development and polluted sites.

Then, for the identification of the possible recover of the contaminated sites, has been thought a tool to appraise the potentiality and risks both of the context, and of the spe-cific site (check list). The purpose of the job is not to furnish answers, but to propose questions, being aware that every site introduces peculiar problems impossible to re-solve in abstract way.

Atlante dei manufatti e delle opere di difesa costiere

Dr. Mauro Lucarini Tutor: Dr. Eutizio Vittori

Nell’ambito degli studi sui rischi naturali, è stato svolto il presente studio tendente ad approfondire la conoscenza delle opere marittime e di difesa costiera. Questo è sta-to un lavoro preliminare di raccolta e catalogazione dei principali interventi infra-strutturali in ambiente costiero.

In particolare, lo stage è stato sviluppato in due fasi: in un primo periodo è stato rac-colto materiale da monografie, periodici ed internet, successivamente questo è stato rielaborato e sono state scansionate le immagini per la creazione di schede tecniche. Per quanto riguarda i manufatti costieri è stata proposta una classificazione dei por-ti in funzione delle caratterispor-tiche morfologiche della costa, incluse le opere di difesa esterne ed interne ad essi.

Per le opere di difesa costiera in senso stretto, è stata effettuata una suddivisione de-scrittiva degli interventi in rigidi (barriere, rivestimenti, muri, pennelli, ecc.) e morbidi (rinascimenti, dragaggi, bioingegneria) e degli interventi speciali e/o combinati. Il lavoro oggetto dello stage non ha avuto la pretesa di raccogliere tutte le opere ma-rittime esistenti, ma solamente quello di realizzare un atlante illustrativo sulle tecniche più idonee da utilizzare, sui materiali usati, sulle applicazioni e sui conseguenti im-patti ambientali degli interventi costieri stessi.

Atlas of maritime structures and coastal protection works

Mauro Lucarini Tutor: Eutizio Vittori

With regard to the studies about natural risks, it has been developed the present stage for the purpose of probing into the knowledge of harbour constructions and coastal defence works.

This is a preliminary report in which have been briefly collected and catalogued the main marine constructions.

Particularly, the stage has been carried out in two periods: first, documentation has been gathered with monographies, magazines and internet; then, the documents have been worked out and the figures have been scanned to create technical files.

Concerning marine constructions (ports, docks, harbours and additional works), it has been proposed a classification of ports depending on morphological characteristics of the coasts, and a short description of inner and outer defence’s works for harbours. For the coastal defence works it has been executed a descriptive subdivision of con-structions in rigid works (breakwaters, revetments, seawalls, groins, etc.) and soft works (renourishment, dredging and bioengineering) and of special and/or combined works.

Finally, this should be considered a work in progress, because it has allowed to col-lect many information on suitable techniques, on utilized materials, on applications and on environmental impacts of marine constructions.

Dal risanamento alla riqualificazione: progetti integrati di bonifica e di sviluppo

Ing. Paola Di Toppa

Tutor: Ing. Giuseppe Di Marco

La tesi affronta il problema dei siti inquinati, tema questo che oggi suscita grande in-teresse nel campo tecnico-scientifico in seno alla “questione ambientale”.

Esito spesso di un’inadeguata pianificazione territoriale, o di attività illecite (in viola-zione di norme di tutela ambientale), nonché a volte di eventi accidentali, le aree in-quinate determinano situazioni di pericolo per la salute pubblica e per l’ambiente ta-li da imporre un intervento di risanamento. Dopo decenni di sviluppo incontrollato di attività antropiche il territorio mostra i segni di un degrado che minaccia il patrimo-nio naturale, storico e culturale collettivo. Le zone industriali individuate nei Piani de-gli anni Sessanta, elette ad accode-gliere “de-gli impianti che diffondono nell’aria fumo,

pol-veri o esalazioni dannose alla vita umana, che scaricano nell’acqua sostanze vele-nose e che producono vibrazioni e rumori”1, rappresentano l’esempio più eclatante della pesante eredità lasciata sul territorio italiano.

Il problema interessa le amministrazioni locali e centrali.

Il principio di “chi inquina paga”, che si traduce nell’obbligo di bonifica imposto al responsabile dell’inquinamento dalle norme di settore, non esclude, infatti, gli organi pubblici dalla partecipazione al processo di intervento sull’area inquinata.

I soggetti pubblici, nell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali sono chiamati, nel caso in cui siano individuabili i responsabili della contaminazione e questi provveda-no alla bonifica, a:

– raccogliere ed accertare la notifica della situazione di inquinamento

– registrare la comunicazione degli interventi di messa in sicurezza d’emer-genza

– ricevere ed approvare il progetto di bonifica e ripristino ambientale – certificare il completamento degli interventi

nel caso in cui, invece, i responsabili non provvedano o non siano individuabili, so-no chiamati a realizzare d’ufficio gli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ri-pristino ambientale.

Se da una parte grande attenzione è stata rivolta alla ricerca delle soluzioni delle pro-blematiche tecniche degli interventi di bonifica, dall’altra poco interesse hanno

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tato finora gli aspetti inerenti il ripristino ambientale e la riqualificazione dell’area de-gradata. Il lavoro sviluppato, oltre a fornire un inquadramento generale del proble-ma, sia dal punto di vista normativo-procedurale che tecnico-scientifico, propone un analisi territoriale dei siti inquinati volta alla realizzazione di un progetto integrato di bonifica e sviluppo per il completo recupero delle aree. L’analisi territoriale descritta, insieme con l’analisi ecologico-naturalistico e urbanistico-strutturale proposte da fi-gure professionali diverse, offre una visione più ampia delle caratteristiche del conte-sto territoriale del sito da bonificare. Tale visione può certamente risultare utile nella fase successiva a quella di bonifica, fase di ripristino ambientale e riqualificazione dei siti, garantendo la continuità tra fase analitica e fase di proposta progettuale degli in-terventi.

Nella consapevolezza delle relazioni esistenti tra temi ambientali, temi urbanistico-territoriali e temi socio-economici, l’approccio progettuale prospettato sembra ade-guato alla complessità della problematica trattata ed è in accordo con i principi del-lo sviluppo sostenibile.

From reclaiming to exploitation: integrated remediation and development plans *

Paola Di Toppa

Tutor: Giuseppe Di Marco

This paper deals with the problem of contaminated sites. This subject is very important within the framework of the “Environmental Issue” and it is debated by many scientif-ic and technscientif-ical researchers.

An inadequate land planning, illicit activities or sometimes accidental events produce contaminated sites and hence risky situations for public safety and the environment. These sites need to be remedy.

Following many years of uncontrolled development of anthropic activities, the land re-veals the signs of a degradation than threatens the collective natural, historical and cultural hermitage. Some industrial sites, settled by the old land planning, as the PRG of Venice in 1962, now are an example of this degradation.

The problem concerns municipal and central administrators.

The “polluter pays” principle does not leave the public institutions out of the remedia-tion acremedia-tion.

If the polluter is spotted and he activates to remedy the contaminated site, the public administrators have to:

– Receive and check the pollution notification – Register the communication of the first actions

– Receive and approve of the remediation and restoration plan – Certify the conclusion of these actions.

If the responsible cannot be spotted or he does not activate to remedy the contami-nated site, the public administrators have to:

– remedy and restore and perform the first interventions

So far, the remedying techniques have certainly attracted more attention than the en-vironmental restoration and the strategy of site development.

This work mainly proposes a territorial analysis of the contaminated sites to perform an integrated environmental plan for their remediation and complete development.

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* Nel testo i termini bonifica, messa in sicurezza d’emergenza e ripristino ambientale, ex art. 2 DM 471/99, sono stati tradotti rispettivamente con remediation, first interventios e enviromental restoration.

This paper also offers a general framework of contaminated sites administrative pro-ceedings.

The territorial analysis described in this paper, along with ecological analysis and ur-ban-planning suggested by different professional figures, approaches the character-istics of the contaminated site and its surrounding land from a wider point of view. That can certainly be helpful to the following planning phase (restoration and devel-opment of the areas); it also assures continuity from the analysis phase to the ex-ploitation phase of the sites.

This approach, aware of the relationship between environmental, territorial and ur-ban planning - and social and economical issues, seems to be suitable to the com-plexity of the discussed subject and it satisfies the principle of “sustainable develop-ment”.

Monitoraggio ambientale delle opere di ingegneria naturalistica realizzate con i finanziamenti della L. 180/’98 in Toscana; alcuni esempi di schede di valutazione post-operam

Dr. Dario Paletta

Tutor: Dr. Leonello Serva

Nel 1998, in seguito all’evento idrogeologico di Sarno, è stato emanato l’omonimo decreto legge il n. 180 del 1998 (convertito in L. 267/’98), che prevedeva che ve-nissero individuate le aree a più elevato rischio idrogeologico, che fossero adottate le idonee misure per la salvaguardia e che si procedesse alla realizzazione di un pro-gramma di interventi urgenti per la riduzione e la prevenzione del rischio in tali aree. Sono stati inoltre stanziati dei finanziamenti per gli interventi urgenti e per la ridu-zione e la prevenridu-zione del rischio in tali aree.

Numerosi interventi sono stati realizzati utilizzando tecniche di ingegneria naturali-stica.

La finalità dello stage è la valutazione della compatibilità ambientale e dell’efficacia di un campione di interventi realizzati con le tecniche dell’ingegneria naturalistica cer-cando di capire come le tecniche utilizzate dall’ingegneria naturalistica possano in-fluenzare la successione e se, in alcuni casi, sia possibile ottenere un’associazione ve-getale stabile alla quale la successione che si innesca in seguito all’intervento do-vrebbe portare.

Nel corso dello stage sono stati realizzati otto sopralluoghi in altrettante aree interes-sate da interventi di ingegneria naturalistica in toscana scelti fra quelli oggetti di mo-nitoraggio da parte dell’APAT.

Per questo motivo è stata realizzata una scheda di facile ed immediata compilazione durante i rilievi in campo (scheda di valutazione post-operam) che pone principal-mente l’accento sulle tematiche ambientali.

Generalmente gli interventi sono stati realizzati utilizzando uno scarso numero di ta-lee per metro lineare e le stesse sono state mal posizionate condizionando così anche la percentuale di attecchimento. Buoni risultati sono stati invece ottenuti con l’inerbi-mento.

Environmental monitoring of the naturalistic engineering works carried out with the funding of the Law. 180/’98 in Tuscany; some examples of evaluation report post-operam

Dario Paletta

Tutor: Leonello Serva

After the Sarno’s hydrogeologic event in 1998, Italian parliament enacted a law (180/’98) for the individuation and the defence of the higher hydrogeological risk ar-eas. Many of these works have been realized using the naturalistic engineering tech-nique.

The stage’s aim is to audit the environmental sustainability and the effectiveness of some of these works, trying to analyse if the succession process is leading or not to a self organizing ecosystem.

Eight yard have been audit, and a checklist based on environmental themes to make the fieldwork easier has been achieved.

The result was a general lack in the number of cutting placed and in positioning them. On the other side generally good results in the lavn have been found.

Analisi del Database APAT sul monitoraggio degli interventi D.L. 180. Il caso della Regione Lazio

Dr.ssa Teresa Sabato Ceraldi Tutor: Dr. Leonello Serva

La “legge Sarno”, o D.L. 180/98 poi L. 267/98 ha l’obiettivo di individuare e risolve-re in tempi contenuti le situazione a più alto rischio idrogeologico. Questo Decrisolve-reto Leg-ge definisce e programma gli interventi finanziati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. I lavori finanziati hanno come obiettivo di ridurre il potenziale ri-schio idrogeologico per persone e pubbliche infrastrutture in un breve lasso di tempo. Lo stesso decreto stabilisce che l’APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici) ha il compito di monitorare l’efficacia e la qualità degli interventi fi-nanziati con i fondi D.L. 180/98.

Il database APAT contenente le informazioni sugli interventi D.L. 180/98; è costante-mente aggiornato ed integra le informazioni provenienti dal Ministero e i dati reperi-bili in situ. Durante il periodo di stage formativo ho analizzato, con l’aiuto dello staff del Dipartimento Difesa Suolo i dati provenienti dalla regione Lazio e comparato il dato regionale e nazionale.

I risultati di tale analisi mostrano che nella Regione Lazio sono stai finanziati 64 in-terventi, cio comporta una copertura parziale del numero totale di aree classificate a rischio elevato e molto elevato che sono in totale 165 (riferito alla Regione Lazio). Nello specifico caso della provincia di Frosinone il numero degli interventi finanziati è molto basso nonostante ci sia il più alto numero di aree classificate “rischio molto elevato” con un rapporto del 15%. Le province che hanno ricevuto un maggior nu-mero di interventi finanziati sono quale di Roma e Viterbo con un rapporto nunu-mero di interventi finanziati/numero aree a rischio pari rispettivamente al 42% e 39%. La tempistica degli interventi è comunque piuttosto lenta, nonostante gli interventi sia-no destinati ad aree a rischi molto elevato, ma il trend regionale e coerente con quel-lo nazionale. Infatti nella Regione Lazio la maggior parte degli interventi sono in fase esecutiva mentre nella media nazionale gli interventi sono ancora in fase progettuale. Nella Regione Lazio rispetto al numero totale di interventi (64), 18 sono ancora in fa-se progettuale, 3 in fafa-se “asfa-segnazione lavori”, 41 sono in fafa-se efa-secutiva e sono in 2 casi i lavori sono finiti. Esaminando nello specifico la tempistica dei lavori appare chiaro che la fase che richiede maggior tempo è quello che intercorre tra il momento in cui l’intervento è stato approvato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Ter-ritorio e l’approvazione del progetto esecutivo, mentre i tempi di realizzazione dei la-vori risultano essere più contenuti.

In conclusione questo tipo di analisi basata sui dati costantemente aggiornati conte-nuti nel database APAT, mostra che gli interventi siano fondamentali per ridurre il ri-schio idrogeologico nelle aree interessate ma in alcuni casi la lenta tempistica dei la-vori rischia di minarne l’efficacia.

Analysis of the APAT Database on monitoring the interventions D.L. 180. Studies of the Lazio Region

Teresa Sabato Ceraldi Tutor: Leonello Serva

The “Sarno law”, or D.L.180/98 then L. 267/98, has the goal to individuate and solve in short time the situation of higher hydrogeologic hazard. This decree defines the pro-grams of the urgent interventions financed by the Ministry of the Environment and Ter-ritorial and Protection. The financed works have the goal to reduce the hydrogeolog-ic hazard for people and publhydrogeolog-ic infrastructures in a short timing. The same decree de-cides that the APAT (Agency for Environmental Protection and Technical Services) has the task to monitor the effectiveness and the quality of the interventions financed with this funds.

The APAT database is constantly updated, it integrates the informations coming from the Ministry and the data collected on the site. During the internship work I analyzed, with the help of the Department of Soil Defense staff, the data of the Lazio region and compared the regional and the national data.

The results of this analyses show that 64 interventions have been financed in the Re-gion Lazio, that determine a partial coverage of the total number of the areas classi-fied as high and very high hazard; the total number of these areas in the Region Lazio

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