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Il mare costituisce per l'Italia un patrimonio inestimabile che trova fondamento nella notevole varietà e diversità di specie animali e vegetali, nelle molteplici presenze di testimonianze archeologiche, storiche e architettoniche, nell'offerta di paesaggi unici e nella diffusa influenza sugli usi e costumi della sua popolazione. Questo prezioso serbatoio di risorse, purtroppo, è costantemente minacciato e necessita, pertanto, di una tutela adeguata ed efficace. Tra le strategie adottate quella che si è rivelata più efficiente, per la tutela degli ecosistemi marini e costieri, è l'istituzione delle Aree Marine Protette.

Negli anni le funzioni di tutela attribuite alle AMP si sono sempre più ampliate e integrate allo sviluppo del territorio: si è passati dalla sola gestione e regolamentazione delle attività legate al mare, alla creazione di piccole aree marine protette soggette a vincoli che le isolavano dalle zone circostanti, fino ai più recenti orientamenti che attribuiscono alle AMP la protezione di determinati siti coordinandola a una gestione più ampia dell'area costiera marina. Sostanzialmente, le AMP devono contrastare la riduzione delle risorse ittiche, assicurare il mantenimento e la conservazione della biodiversità e garantire la protezione del territorio senza però escludere le attività umane.

Le AMP sono state introdotte dalla Legge di Difesa del Mare n. 979 del 1982 dove sono definite come quegli “ambienti marini costituiti da acque, fondali e tratti di costa che presentano un rilevante interesse per le loro caratteristiche naturali, geomorfologiche fisiche e biochimiche” (art. 25). l’Italia si dota, per la prima volta, di uno strumento giuridico che prevede l’istituzione di aree marine (definite nel testo non molto propriamente “Riserve Marine”) in cui proteggere e salvaguardare l’ambiente naturale in quanto tale, e non per finalità di gestione delle risorse ittiche di interesse economico. Tale disposizione è importante, anche perché contiene le caratteristiche per la loro individuazione. Agli inizi, la Legge di Difesa del Mare aveva individuato 21 Aree Marine di reperimento, sulle quali si doveva intervenire; successivamente, prima con la Legge quadro 394/91 sulle Aree Protette e successivamente con altri strumenti legislativi sono state identificate ulteriori aree di reperimento, per un totale complessivo, alla data Contini Maria Vittoria - Nautica da diporto e portualità come elementi di qualificazione del turismo nautico nelle aree

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attuale, di 49 zone da tutelare. Di queste, 30 sono state istituite, 17 sono di prossima istituzione, mentre 5 sono ancora nello status di “area di reperimento”, poiché non è iniziato alcun iter amministrativo53.

Con la Legge quadro sulle aree naturali protette (394/91) si arricchisce il quadro normativo di riferimento e vengono stabilite anche le finalità delle AMP nelle seguenti attività:

a) conservazione di specie animali o vegetali, di associazioni vegetali o forestali, di singolarità geologiche, di formazioni paleontologiche, di comunità biologiche, di biotipi, di valori scenici o panoramici, di processi naturali, di equilibri idraulici, idrogeologici, ed ecologici;

b) applicazione di metodi di gestione o di restauro ambientale idonei a realizzare un'integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e tradizionali;

c) promozione di attività di educazione, formazione e ricerca scientifica, anche interdisciplinare, nonché di attività ricreative compatibili;

d) difesa e ricostruzione degli equilibri idraulici e idrogeologici.

In ogni area marina protetta esistono diversi livelli di protezione a cui sono associati differenti possibilità di fruizione. La normativa vigente, infatti, prevede che l'area sia sottoposta a zonizzazione, cioè a suddivisione del territorio-mare in tre zone a diverso grado di tutela che, pur non prevedendo un limite assoluto alle tradizionali attività legate al mare (turismo e pesca), ne regolano lo svolgimento in base alle diverse necessità di conservazione. Esse si classificano in:

 Zona A di riserva integrale: area integra che è considerata come meritevole di conservazione assoluta con divieto di effettuare qualsiasi alterazione dell'ambiente salvo alcuni limitati interventi. Essa garantisce la tutela della biodiversità e il ripopolamento delle specie animali e vegetali, e pertanto prescrive, quasi sempre, il divieto di balneazione e di navigazione, escluse solo le attività di ricerca scientifica. Alcune zone all'interno della riserva

53 Delle 30 AMP istituite, 2 sono parchi sommersi (Parco sommerso di Baia e Parco sommerso di

Gaiola entrambi in Campania) e uno è il Santuario per i mammiferi marini, creato ai sensi di un Accordo internazionale tra Francia, Italia e Principato di Monaco. Le cinque aree di reperimento sono: di Capo Spartivento, nell’estremità meridionale della Sardegna, Promontorio di Monte Cofano, Stagnone di Marsala nella Sicilia occidentale e Grotte di Acicastello e Capo Passero nella Sicilia Orientale.

Contini Maria Vittoria - Nautica da diporto e portualità come elementi di qualificazione del turismo nautico nelle aree marine protette: il caso dell’A.M.P. di Tavolara - Punta Coda Cavallo

possono essere destinate alla protezione completa ( no entry-no take ). Rientrano in tale categoria le zone di nursery o quelle dove sono presenti specie animali e vegetali protetti o in estinzione.

 Zona B di riserva generale : area ai confini con la zona A dove i vincoli sebbene restrittivi cercano di garantire una parziale utilizzazione dell'ambiente marino a visitatori e turisti. Sono consentite la balneazione, le visite guidate anche subacquee, l'ormeggio nei campi predisposti. Le attività di pesca si limitano generalmente alle attività professionali dei residenti, mentre la pesca sportiva, quando permessa, è severamente disciplinata. La pesca subacquea è rigorosamente vietata.

 Zona C di riserva parziale : rappresenta la fascia cuscinetto (buffer zone ) tra le zone a più alto valore naturalistico e le aree esterne alla AMP. Oltre quanto già consentito nelle altre zone sono realizzabili tutte le attività di fruizione del mare con modesto impatto ambientale. E' la zona che racchiude il maggior territorio delle AMP. In sintesi, mentre la zona A è da considerarsi di riserva integrale, con le zone B e C si vuole assicurare una gradualità di protezione attuando, attraverso i Decreti Istitutivi, delle deroghe a tali vincoli nel tentativo di coniugare la conservazione dei valori ambientali con la fruizione ed uso sostenibile dell'ambiente marino.

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11. La nautica sostenibile: un incontro tra comparto nautico e aree