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Aspetti clinici anatomo-patologici

Nel documento Rapporto Annuale Regionale 2010 Puglia (pagine 36-48)

Sezione 2 – Le monografie

2.3 La sicurezza degli operatori della mobilità stradale 29

2.4.4 Aspetti clinici anatomo-patologici

Vari e numerosi sono i criteri classificativi proposti da diversi Autori nel campo della traumatologia dentale. Tra le più note ed utilizzate classificazioni vi sono quella di Ellis e di Andreasen, in quanto permettono una reale identificazione e confronto circa gli aspetti anatomo-patologici delle lesioni. La classificazione di Ellis distingue otto differenti classi di lesioni traumatiche dento-parodontali, comprendenti sia fratture dentali, che lussazioni. La classificazione di Andreasen del 1970 risulta certamente la più valida e la più utilizzata.

Difatti è stata successivamente adottata dall’OMS e distingue le lesioni a carico dei tessuti duri e della polpa dalle lesioni a carico dei tessuti di sostegno del dente.

Secondo la classificazione di Andreasen le lesioni a carico dei tessuti dentari e della polpa sono state sinteticamente distinte in: fratture coronali, fratture corono-radicolari e fratture radicolari. Le fratture coronali, a secondo della estensione e gravità della lesione e del tipo di tessuto duro dentale coinvolto, vengono distinte in: fratture dello smalto senza interessamento della dentina, fratture dello smalto con interessamento della dentina e frattura con esposizione e compromissione della polpa. La lesione più semplice, tra le fratture coronali, è rappresentata dall’infrazione o incrinatura dello smalto, caratterizzata dal lato anatomo-patologico da una soluzione di continuità dello smalto senza perdita di sostanza.

In ambito medico-legale le infrazioni e le fratture dello smalto da trauma acuto vanno differenziate dalle abrasioni e piccole erosioni dello smalto causate da traumatismi ripetuti e di lieve entità, soprattutto a livello degli incisivi. In particolare ciò può verificarsi in determinate professioni, come i calzolai, che tirano con i denti incisivi lo spago; i tappezzieri, muratori e falegnami, che hanno l’abitudine di tenere i chiodi tra i denti; i suonatori di determinati strumenti a fiato. Dai casi esaminati presso il C.P.R. si è riscontrato un lavoratore del settore agricolo, che aveva l’abitudine di togliere i tappi delle bottiglie con i denti e presentava una marcata usura da erosione a livello degli incisivi inferiori.

Secondo la classificazione di Andreasen le lesioni a carico dei tessuti di sostegno del dente si possono distinguere in: concussione (paradentite traumatica) e sublussazione, lussazione intrusiva ed estrusiva, lussazione laterale ed avulsione. Traumatismi di lieve entità causano prevalentemente delle infrazioni della corona dentaria (infrazioni dello smalto) e delle fratture coronali non complicate (fratture dello smalto e fratture dello smalto e della dentina) a carico dei tessuti duri dentari; concussioni e sublussazioni, come lesioni a carico dei tessuti di sostegno del dente. Invece gravi e violenti traumatismi causano più frequentemente a carico dei tessuti duri dentari: fratture coronali complicate (fratture dello smalto e della dentina, con esposizione della polpa); fratture corono-radicolari; fratture radicolari. A carico dei tessuti di sostegno del dente: lussazioni e avulsioni.

Dall’esperienza maturata presso il C.P.R. e sulla base dei casi esaminati sono risultate come lesioni più frequenti le fratture coronali, nei loro vari aspetti anatomo-patologici, seguite delle sublussazioni e lussazioni dentarie ed in ultimo dalle avulsioni dentarie, che hanno interessato prevalentemente gli elementi dentari frontali (incisivi soprattutto

Il trattamento delle lesioni traumatiche dentali e parodontali segue dei protocolli terapeutici ben conosciuti e codificati, che prevedono varie fasi dell’intervento curativo-riabilitativo del cavo orale. In particolare una terapia immediata a brevissima distanza dal trauma come pronto soccorso, una terapia intermedia al fine di curare eventuali lesioni causate dal trauma a carattere evolutivo, una terapia definitiva che ha come fine la “restitutio ad integrum” della lesione, quando possibile, mediante idonee metodiche terapeutiche e riabilitative (terapia conservativa, ortodonzia, protesi); in ultimo vanno considerati i trattamenti per i rifacimenti successivi, qualora questi siano necessari a distanza di tempo dall’evento traumatico.

Una prima possibilità terapeutica consiste nel trattamento di reimpianto del dente avulso, tale trattamento si potrà tentare nel caso di pazienti giovani, quando si ha a disposizione il dente avulso, vi sia un minimo intervallo di tempo tra il momento traumatico avulsivo e l’intervento chirurgico di reimpianto e non siano presenti fratture delle ossa alveolari. Dai casi esaminati presso il C.P.R. tale trattamento di reimpianto è stato praticato in un infortunio scolastico, poiché sussistevano le condizioni per il reimpianto dentale.

Una seconda possibilità terapeutica è rappresentata dal trattamento protesico mediante l’applicazione di protesi mobili e di protesi fissa. Quest’ultima risulta essere la più frequentemente utilizzata, in quanto garantisce dei risultati estetico-funzionali ottimali e una buona durata nel tempo, consentendo i migliori risultati clinici. Caratteristica fondamentale della protesi fissa è l’appoggio dentale, costituito dai denti sui quali essa poggia ed ai quali viene ancorata con particolari cementi. Tali denti vengono definiti denti pilastro e devono essere opportunamente preparati per accogliere la protesi. Se la protesi sostituisce uno o più elementi mancanti si definisce come ponte protesico fisso.

Una terza possibilità terapeutica è costituita dalla terapia implantare o implanto-protesica, che consiste nell’introduzione diretta di impianti alloplastici metallici in sostituzione degli elementi dentari mancanti. Le tecniche implantologiche hanno subito negli ultimi decenni un notevole sviluppo, potendosi oggi classificare vari tipi di impianti alloplastici metallici che differiscono per tecnica e metodica chirurgica e protesica.

La terapia implantare presenta delle ormai ben note e codificate indicazioni e controindicazioni. Tra le indicazioni hanno grande importanza le condizioni anatomiche locali in prevalenza contraddistinte dalla presenza di sufficiente tessuto osseo nella sede implantare. Più numerose sono le controindicazioni, distinte in: generali assolute, generali relative e locali. Le generali assolute sono rappresentate dai soggetti giovani (prima dei diciotto anni) o molto anziani e dalle malattie sistemiche che possono compromettere le condizioni generali. Le controindicazioni generali relative sono rappresentate da malattie endocrine compensate (diabete), malattie cardiocircolatorie ben compensate, ecc. Le controindicazioni locali sono: l’atrofia della cresta alveolare e l’insufficiente spessore osseo in relazione alla posizione del seno mascellare, delle fosse nasali e del canale mandibolare. Recentemente si sono sviluppate e diffuse delle tecniche chirurgiche di innesto osseo, che permettono di eseguire interventi di implantologia in casi selezionati, nonostante le su esposte controindicazioni locali.

Dall’esperienza maturata presso il C.P.R. e sulla base dei casi esaminati risulta che le prestazioni protesiche più frequenti a seguito di infortunio sono rappresentate dall’applicazione di protesi fisse (singole corone, ponti protesici), per la protezione ed il ripristino estetico-funzionale di elementi dentari lesionati a causa d’infortunio, o per la sostituzioni di elementi dentari persi a causa dell’infortunio. Seguono i trattamenti protesici mediante protesi mobili parziali o totali, spesso concessi in quei casi in cui l’infortunio ha causato la lesione di una protesi odontoiatrica di cui l’infortunato era portatore, per 2.4.5 Aspetti clinici terapeutici

implantologica e l’infortunato aveva espresso il consenso informato a tale metodica chirurgica.

2.4.6 Conclusioni

Le lesioni traumatiche dento-maxillo-facciali conseguenti ad infortunio sul lavoro, comportano per i medici INAIL la valutazione di varie problematiche di natura medico-legale. Il servizio di odontostomatologia forense non vuol essere tuttavia solo uno strumento per affrontare le tematiche di tipo valutativo, ma, con la visita, gli accertamenti diagnostici e la prescrizione di un piano terapeutico individuale, si inserisce in un percorso riabilitativo e di reinserimento lavorativo, volto a completare il quadro di una reale “presa in carico” del lavoratore.

2.5 Progetto “Alleggerisci l’impronta”: un percorso di sensibilizzazione verso i comportamenti virtuosi per una sicurezza sempre più sostanziale

In riferimento alle azioni di risparmio energetico dell’Istituto, promosse e divulgate su tutto il territorio nazionale con la distribuzione del manuale “ALLEGGERISCI L’IMPRONTA”, la Consulenza Tecnica per l’Edilizia Regionale, in collaborazione con il processo comunicazione della Direzione Regionale, ha intrapreso, con il coinvolgimento attivo di tutti i dipendenti della Regione, un percorso di sensibilizzazione verso “comportamenti virtuosi”.

In prima istanza è stato inviato a tutti i colleghi della regione il manuale “ALLEGGERISCI L’IMPRONTA” unitamente ad un questionario, redatto dalla Consulenza Tecnica per l’Edilizia, mirante ad accertare la sensibilità verso i concetti di risparmio energetico e dei conseguenti comportamenti virtuosi.

Il riscontro a tale iniziativa è stato molto deludente; su circa 500 colleghi coinvolti si è avuto un feed-back di pochi questionari restituiti compilati.

Convinti della bontà dell’iniziativa, pur a fronte di un insuccesso, si è ritenuto di dover rivedere le modalità di relazione con i colleghi e di veicolazione delle informazioni. Si è pertanto ampliata la portata dell’indagine includendo anche gli aspetti di sicurezza degli ambienti di lavoro; coniugando il risparmio energetico con l’uso in sicurezza degli edifici istituzionali: due aspetti che, pur sembrando appartenere a diverse realtà, sono strettamente connessi nell’utilizzo dell’ufficio, in un’ottica secondo la quale ciascuno di noi è parte attiva di un processo in cui le criticità possono diventare occasione di miglioramento.

Si è quindi predisposto un questionario più snello (All.1) inviato via e-mail a tutti i colleghi regionali; le domande, questa volta, riguardavano più specificatamente le azioni quotidiane svolte in ufficio, con particolare attenzione agli aspetti connessi con il risparmio energetico e la sicurezza; è stata prevista inoltre una sezione riservata in cui i dipendenti hanno potuto suggerire quanto ritenevano opportuno comunicare agli utenti della propria struttura riguardo l’utilizzo in sicurezza della stessa.

Su 515 questionari inviati, ne sono pervenuti 131 compilati il che ha evidenziato, ancora una volta, uno scarso coinvolgimento, nella fase iniziale, delle persone interpellate. La lettura di tutti i questionari ricevuti ha permesso la redazione di un primo “screening” della sensibilità dei dipendenti verso i temi relativi al risparmio energetico ed alla sicurezza degli uffici.

Si è riscontrata una maggioranza di risposte da parte dei colleghi delle consulenze con il 46,88% di questionari compilati rispetto alla forza presente, mentre la media regionale complessiva è risultata pari al 20,67%. Come c’era da aspettarsi sia le tematiche ambientali, sia quelle relative alla sicurezza che quelle energetiche hanno trovato più fertile terreno nel personale delle consulenze in quanto trattasi di problematiche affrontate quotidianamente nello svolgimento della prestazione lavorativa.

Dall’analisi svolta è emerso (All. 2):

- Oltre l’80% delle risposte indica la corretta conoscenza del posizionamento delle attrezzature antincendio, della segnaletica, delle problematiche relative al risparmio energetico ed al benessere ambientale.

- Una percentuale tra il 60% e l’80% dichiara di essere pienamente a conoscenza delle procedure di emergenza e di evacuazione

- Una percentuale variabile tra il 40% ed il 60% dichiara di utilizzare impropriamente apparecchiature non autorizzate, di aver difficoltà nella raccolta differenziata, di subire fumo passivo e di avere scarsa informazione sulla struttura del servizio di prevenzione interna.

Sulla base dei dati positivi emersi e delle criticità evidenziate si è proseguito nel percorso divulgativo e di feed-back, realizzando uno strumento comunicativo mirato a fornire alcuni suggerimenti e colmare le lacune evidenziate, al fine di contribuire all’uso in sicurezza e nell’ottica del risparmio energetico degli edifici istituzionali.

Il target scelto è stato sia il personale interno, sia il pubblico che utilizza le strutture INAIL.

Per una immediatezza nella lettura si è quindi predisposto un pieghevole contenente brevi norme di buon comportamento e di uso razionale dell’energia: lo scopo è stato quello di realizzare uno strumento sintetico ed efficace, ad alto potere comunicativo, che il dipendente può tenere sulla scrivania e l’utente può sfogliare durante i tempi di attesa.

L’utilizzo di brevi frasi che, in forma di spot, possano sintetizzare in pochi passi le norme fondamentali di “comportamento virtuoso” all’interno di un luogo di lavoro e, in generale, anche all’interno delle proprie abitazioni (All. 3) si è rivelato particolarmente incisivo.

Si è pensato che la diffusione massiccia di tale pieghevole presso tutte le Sedi potesse esemplificare il concetto di sicurezza e uso razionale dell’energia e dare all’utente la percezione di come il proprio comportamento virtuoso contribuisca all’utile della collettività.

A tal fine sono stati coinvolti i comunicatori ed i preventori di Sede.

Questo approccio si inserisce nell’ambito dell’esperienza maturata dall’INAIL, negli ultimi anni, nel settore prevenzione e nel messaggio di un concetto sostanziale di sicurezza che, al di là dei previsti adempimenti normativi, diventi parte fondamentale del vivere quotidiano e dei comportamenti di ciascuno di noi.

La presentazione del pieghevole ai colleghi della sede Bari e della Direzione Regionale ha fornito l’occasione per instaurare un dibattito sui temi affrontati, superando l’originario scarso coinvolgimento, e ha permesso di ricevere una serie di spunti che sono diventati parte integrante del percorso intrapreso.

L’obiettivo finale è quello di integrare il pieghevole predisposto con le risultanze di analisi e valutazioni riferite alle singole Sedi, in modo da renderlo di volta in volta rispondente alle specifiche realtà lavorative, con l’auspicio di dare un valido contributo ai problemi della sostenibilità negli uffici e della nazione.

Allegato 1 –Questionario DR Puglia

L’USO IN SICUREZZA DELL’EDIFICIO

CARO COLLEGA,

ti chiediamo pochi minuti del tuo tempo per compilare il seguente questionario con il quale intendiamo raccogliere alcune informazioni sull’ uso in sicurezza dell’edificio in cui lavoriamo al fine di realizzare uno strumento comunicativo rivolto a dipendenti e utenti contenente norme di buon comportamento e uso corretto dei nostri uffici. La sua realizzazione è possibile solamente con il coinvolgimento attivo di tutti gli attori di questo articolato sistema. In questa prospettiva, oltre all’attenzione nel fornire ai lavoratori luoghi di lavoro e attrezzature sempre più salubri e sicure, si inseriscono, implicitamente, i concetti della cultura della sicurezza e della prevenzione che caratterizzano la “mission” del nostro Istituto

QUESTIONARIO

1. Ti sono chiare le procedure di emergenza attivate nella tua struttura? NO - SI 2. In caso di incendio sai dove sono posizionati gli estintori? NO - SI

3. Se scatta l’allarme antincendio, o in caso di terremoto, hai chiari i comportamenti da seguire? NO - SI 4. Hai chiaro il percorso da utilizzare in caso di evacuazione in emergenza? NO – SI

5. La segnaletica per orientarsi al piano è:

- Visibile? NO - SI - Comprensibile? NO - SI

6. Ti capita di usare in ufficio dispositivi elettrici personali (carica-batterie, ventilatori, stufette, piastre elettriche, ecc. ..)? NO – SI ;

7. Al termine del turno di lavoro usi spegnere le attrezzature in dotazione ( PC, stampante, scanner, calcolatrice, ecc.) NO – SI; e le luci ? NO – SI

8. La tua postazione di lavoro è comoda e ben organizzata? NO – SI 9. È correttamente illuminata (luce naturale e/o artificiale) ? NO - SI

10. Usi prevalentemente l’ascensore per salire? NO – SI; e per scendere? NO – SI . 11. Quando l’impianto di condizionamento è in funzione tieni le finestre chiuse? NO - SI 12. Ti capita di essere esposto al fumo passivo? NO – SI.

13. Il servizio di Prevenzione e Protezione della tua struttura è composto almeno da:

1. Responsabile del Servizio 2. Addetto all’emergenza 3. Addetto di primo soccorso

Ne conosci i nominativi per la tua sede? NO – SI.

14. In caso di emergenza ascensore sai a chi rivolgerti per l’esecuzione delle manovre necessarie? NO –SI 15. Nella tua struttura esiste un sistema di raccolta differenziata dei rifiuti? NO –SI

16. Hai difficoltà ad effettuare la raccolta differenziata? NO –SI - Perché …… …… …………. ……

……….

17. Cosa pensi sia importante comunicare agli utenti della trua struttura ai fini dell’uso in sicurezza dell’edificio? ……… ………. ……….. ……….. ……… ..

………

Allegato 2 – analisi questionari

AA CURA DI INAIL DIREZIONE REGIONALE PER LA PUGLIA

ai u na m en te ec ol og ica ? al lo ra ..

carta egliunlayoutdiscrittura(margini,carattere, chepermettadicontenereilnumero pagine; mpasuentrambiilatidelfoglio:tuttele stampantilofanno; pasoloilnecessarioeusaperla azionediquellochetiinteressaun ioinformatico. armiaenergia quandoèpossibilel’usodell’ascensore: lescalefabenealfisicoerilassala te; nisemprelelucineilocalinonutilizzati; alostandbypertutteleapparecchiature stampanti,fotocopiatriciecc); tiallontanidallatuapostazioneperpiùdi ’oraspegnipc,perifericheeluci; zionalospegnimentodelmonitordopoun breveenonusareilsalvaschermo; aconiltermostatolatemperaturadella stanzaeseprevedidiassentartiperpiù spegniilcondizionatore; sololelucichetiservono; utilizzareapparecchiaturepersonali zachesianoautorizzate(stufette,fornetti

Risparmiaacqua Inbagnoutilizzasempre,quandoc’è,il pulsantediscaricochetipermettediridurre finoal50%ilconsumodiacquadelW.C.; Quandotilavilemaniregolailflussodell’acqua edevitachescorrainutilmente; Segnalaognieventualeperditad’acqua. Ricicla Riducilaproduzionedeirifiuti(carta,vetro, lattine)eutilizzagliappositicontenitori carta/plastica; Sehaidifficolnellaraccoltadifferenziata segnalaloallastruttura. Rispettateeglialtri Lariservatezzapernoièunvalore:aiutacia difenderla,attendiiltuoturnonellespecifiche areediattesa; Seiinunambientedilavoro,evitadiparlarea vocetroppoaltaedicreareassembramenti nelleareecomuni; Ricordaticheintuttelenostresedièvietato fumare.

Be nve nu to. se i i n un a se de In ai l, qu es to p ie ghe vol e co nt iene e le mentar i in di caz ioni su i co m po rt ame nti da ad ot ta re p er il c om une BE N … ES SE RE

Allegato 3 – Opuscolo

barletta brindisi casarano foggia lecce maglie manfredonia m onopoli taranto

del piano in i dove sei? dica la tua posizione. enza più vicina e il gerla. iato dai seguenti erde

Terremoto, trova un riparo nelle zone più sicure dell’edificio. Sono luoghi classificati più sicuri: -sottolostipitediunaporta, -sottounascrivaniaosimili, -lerientranzedelmuro,nicchie,negliedifici antichi. Solo dopo l'evento, con relativa sicurezza, potrai uscire all'aperto e trovare uno spazio sicuro. Gli spazi sicuri sono le aree senza edifici ne costruzioni, le grandi piazze o i terreni o una strada ampia. Altrieventi, lastrutturaèdotatadiServiziodiPrevenzione eProtezioneicuiaddettitidarannoindicazioni daseguire,nonfartiprenderedalpanico,aiuta chivediindifficolechinonèautosufficiente Iprincipalinumeriditelefonoperlechiamatedi soccorsosono: 115 vigili del fuoco 118 emergenza sanitaria 112 carabinieri 113 polizia

co sa fa re in c as o di …

Incendio, NONLASCIARTIPRENDEREDALPANICO, seguileistruzioniimpartitedalpersonale addestratoedirigitiversol’uscitapiùvicina; primadiaprirequalunqueportacontrollaseè calda:intalcasononaprirla(ilcaloreindicache ilfuocoèvicino);seèfreddaaprilalentamente perverificaresel'ambientesiagstatoinvaso dalfumo(inquestocasorichiudi immediatamentelaporta); setitrovinellocaleincuisièsviluppato l’incendioesciechiudiportaefinestra-servea rallentarelapropagazionedellefiamme-(l’aria alimentailfuoco); senonpuoiusciredall’ambienteincuititrovi, sdraiatisulpavimentodovel'ariaèpiùpulitaed ilcaloreèminore;cercadisigillarelefessure concoperteoaltroedisegnalarelatua presenza; protegginasoeboccaconfazzolettioaltri indumentipossibilmentebagnati; setitroviinunedificioapiùpiani,el'incendiosi èsviluppatoaipianiinferiori,saliinaltoin attesadeisoccorsi,segnalandolatua presenza; nonusareinnessuncasol'ascensore(potrebbe mancarel’energiaelettricaebloccarsi); nonusaremail'acquaperspegnereincendiin prossimidimacchineodelementiintensione; setiseibruciato,cercadiraffreddaresubitola partebruciataconacqua,ghiaccioounmetallo erecatialpiùvicinoprontosoccorso.

Nel documento Rapporto Annuale Regionale 2010 Puglia (pagine 36-48)

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