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Aspetti istituzionali del Servizi Psichiatric

Nel documento il fenomeno stalking (pagine 62-68)

CAPITOLO QUINTO: MOLESTIE ASSILLANTI: LE PROFESSIONI PIU’ A RISCHIO

5.2 Aspetti istituzionali del Servizi Psichiatric

I dipartimenti di Salute Mentale Italiani mostrano complessità nell’ambito dei programmi e degli interventi. In linea di massima, la professione mira a garantire una tutela, che può diventare assistenza sanitaria e sociale, con provvedimenti educativi e riabilitativi, così come per altri gruppi di popolazione considerati a rischio. In questi casi, interventi preventivi coinvolgono la Sanità e la comunicazione sociale e si esplicano nelle scuole e nelle famiglie multiproblematiche.

Gli altri aspetti riguardano gli interventi di diagnosi e cura, con l’impegno della psichiatria di definire lo stalking sia sul piano scientifico che su quello etico.

Il caso dello stalking risulta paradigmatico ed esemplare poiché pone molte contraddizioni, nonché difficoltà operative e di condotta terapeutica; quest’ultima, seppur condivisa da molti operatori, è stata poco discussa ed affrontata su un piano generale.

Nel caso dello stalking, ad esempio, se il termine “paziente” significa “colui che soffre, che patisce” ma anche “colui che sopporta”, chi può essere considerato il vero paziente? Il molestatore, la vittima o entrambi?

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Giovanni Neri, psichiatra, psicoterapeuta, docente università di Modena, Bologna, Reggio Emilia. Autore di “Psicopatologia e violenza” in “Quaderni d’informazione”, Ed. Centro scientifico, Torino, 2002. Isabella Merzagora Betsos: “Stalking contro professionisti” ed. Angeli, Milano, 2012.

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La parola “stalking” è di nuovo conio, ma disegna un comportamento antico che riguarda il versante del controllo sociale, che, nelle attuali condizioni di vita sociale, nuove e più complesse rispetto al passato, è stato delegato alla psichiatria.

Ecco i nuovi orientamenti sulla sofferenza psichiatrica a 30 anni dalla legge Basaglia, indicati soprattutto da:

1. Ada Cova, governatrice Inner Wheel – Distretto 2004 P.H.F. – 2008/2009 In un forum tenuto a Milano afferma la governatrice: la malattia mentale è tuttora nascosta dalla famiglia, la società è restia a parlarne, i Servizi territoriali sono spesso inadeguati. Ieri le persone entravano in manicomio per restarvi tutta la vita, oppresse da vari tipi di strumenti di contenzione, da cui ricavavano solo abbrutimento e umano degrado.

Oggi gli Istituti Psichiatrici hanno aperto i cancelli, gli psicofarmaci permettono di gestire il paziente. Ricordiamo quanti artisti hanno sofferto di problemi psichiatrici:

a. Filosofi e scrittori: Nietzsche, Kirchner, Dino Campana, Giuseppe Berto che nel “Il male o scuro” narrò il suo disagio esistenziale, Mario Tobino scrittore e psichiatra che nei suoi libri particolarmente nel “Le libere donne di Magliano” e “Per le antiche scale” descrisse poeticamente i suoi amati “Folli”. Recentemente lo psichiatra Vittorino Andreoli ha trattato il problema in un duro, ma affettuoso libro: “I miei matti”.

b. Pittori: Van Gogh, Munch, Egon Schiele, Ligabue. Con la creatività i pazienti si liberano dal loro condizione di malati e occupano i territori dell’arte.

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c. Registi e autori cinematografici: Litkvak: “La fossa dei serpenti”; Jonathan Demme: “Il silenzio degli innocenti”, Forman “Qualcuno volò sul nido del cuculo”. Si sono occupati di problemi psichiatrici anche Fritz Lang, Stanley Kubrick, Igmar Bergman, ecc.

Che cos’è la sofferenza psichiatrica? Si parla spesso della sofferenza della famiglia e della società, si parla poco della sofferenza del malato stesso. Il malato non comunica col mondo, è solo con la sua angoscia, la sua paura, i suoi incubi, le sue allucinazioni.

L’urlo di Munch è l’urlo dell’anima.

2. Prof. Mariano Bassi: Past Presidente Società Italiana di Psichiatria; Dipartimento Salute Mentale. Ospedale Niguarda Cà Granda Milano.

Nel suo PROGETTO OBIETTIVO TUTELA DELLA SALUTE MENTALE 1994-1996 e poi 1998-2000.

65 Il docente indica:

a. insoddisfacente il livello dei servizi e delle modalità di intervento nel campo della tutela della salute mentale;

b. propone la necessità di affrontare in modo efficace la questione per elevare ed omogeneizzare la qualità dell’intervento offerto;

c. auspica un graduale ed adeguato reinserimento dei pazienti nel contesto territoriale che per il momento manca;

d. rileva la mancanza di decisione politica, amministrativa e programmatica nell’affrontare il problema determinando in molti casi uno stato di abbandono e di inaccettabile degrado della condizione di vita dei ricoverati;

e. si spinge fino a proporre strutture che abbiano al massimo 20 posti letto (1 posto letto ogni 10 000 abitanti);

f. propone diverse attività che aiutino il paziente a prendere contatto il mondo.

66 ATTIVITÀ ANNO 2009 SOLI FAMILIARI SOLI UTENTI SOCI TIPO DI ATTIVITA' E SERVIZI FREQUENZA

Uscite sul territorio Mensile

Gruppo di auto-aiuto

ogni tre settimane seguirà elenco

incontri

Incontri a tema Mensile

Training autogeno

se ci saranno adesioni seguirà

elenco incontri

Uscite sul territorio settimanale

Incontri di formazione due volte l'anno

Laboratorio teatrale quindicinale

Vacanza estiva Annuale

Colloqui psicologici e di counselling da concordare Psicoterapia da concordare Sportello educazione Sessuale da concordare Serate conviviali in sede e fuori sede

settimanali

Gita Mensile

Ora del tè Settimanale

Domenica a teatro Mensile

67 5.3 Aspetti nosografici

L’introduzione di una nuova categoria diagnostica in psichiatria suscita sempre qualche discussione, specie quando la novità viene da oltreoceano. Nel mondo Anglosassone, infatti, la psichiatria, programmaticamente, quando si trova davanti ad un comportamento rilevante dal punto di vista dei risvolti sociali, criminali o assistenziali, prima lo studia dal punto di vista sociologico, poi dal punto di vista patologico ed infine lo in inquadra dal punto di vista psichiatrico, come sindrome inserita nella nomenclatura, da validare in seguito attraverso studi epistemologici di frequenza. Così si arriva a concettualizzare fenomeni inquietanti, dando loro un nome, come è successo per il mobbing, il sexsual harassment (molestie sessuali), l’internet addiction (dipendenza da internet).

Procedendo in questo modo, si corre un pericolo: far rientrare nei problemi psichiatrici fenomeni di disturbo o di deviazione sociale; in questo modo si può far passare come stalking-psichiatrico ogni comportamento di molestia, privilegiando il profilo dello stalker rispetto al quadro clinico sottostante.

In generale, i comportamenti criminosi sono definiti dalla norma a partire dal valore che attribuiamo al bene tutelato, non dal profilo antropologico-psicologico che li ha resi possibili, se non in ambito forense, ad esempio l’omicidio non viene collegato ipso facto con i disturbi psichici.

Nasce un dubbio: se problemi particolari come lo stalking, che implicano coinvolgimenti a vari livelli e intrecci non risolti di relazioni pubbliche e private, debbano essere affidati non tanto alla psichiatria tout court, quanto ai Servizi Psichiatrici come Istituzione.

Si sa, ad esempio, che l’aggressività e la violenza – attribuite pregiudizialmente alla malattia mentale – siano invece il capovolgimento di una dimensione di fragilità e sofferenza individuale, cioè la difesa attuata da un paziente vittima di circostanze, non di un “aggressore”. Ciò non capita nel caso dello stalker. Poiché chiunque si identifica con la vittima, anche per gli operatori è difficile provare empatia nei confronti degli stalker, anche quando esiste una condizione psichica

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di vulnerabilità, che è però meno riconoscibile ed accettabile di quella di un paziente schizofrenico o psicotico.

Gli operatori del Servizio sono spesso in contatto con situazioni in cui la conflittualità e/o la reciprocità dell’essere vittime e aggressori non è così scontata né chiara.

Nelle psicosi maggiori le difficoltà di rapporto con gli altri portano ad evitare progressivamente le relazioni, specialmente intime. Così si disimpara anche a modulare le manifestazioni di questi rapporti, affidando il comportamento ai

feedback della relazione che si sta vivendo, annullando gli “slanci” e le scelte

personali del comportamento e dipendendo solo dal comportamento degli altri.

Nel documento il fenomeno stalking (pagine 62-68)