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2 INQUADRAMENTO DELL’AREA

2.8 Assetto idrologico

Il sistema idrologico dell’area ravennate risulta estremamente complesso e articolato,

perché costituito da corpi idrici diversi per origine (naturale o artificiale) e per uso. Gli

elementi che caratterizzano maggiormente questo territorio sono sicuramente i bacini

salmastri e le Pialasse, le aste fluviali, i canali che compongono il reticolo di bonifica, le

opere di presa e distribuzione delle acque fluvialie il mare Adriatico (Figura 2.19).

Canali di 1° ordine

Fiumi

Corpi idrici

superficiali

Dott. Nicolas Greggio Cap. 2 Inquadramento dell’area

2.8.1 Fiumi

Analizzando in dettaglio il comparto fluviale si nota come molteplici siano i corsi d’acqua che in quest’area raggiungono l’Adriatico e interagiscono con l’acquifero. Elencati da Nord a Sud troviamo: Reno, Lamone, Fiumi Uniti, Bevano e Savio. Attualmente l’assetto delle aste fluviali non rispecchia più quello naturale a seguito delle molteplici azioni di rettificazioni e arginatura compiute dall’uomo nel secolo scorso, per favorire il deflusso dell’acqua verso mare e prevenire le esondazioni. Fanno eccezione la foce di Bevano e Savio che mantengono l’originale conformazione meandriforme.

Dalle indagini condotte dalla regione Emilia Romagna nel 2005, risulta che la maggioranza dei flussi d’acqua non derivano dalle sorgenti ma dal deflusso meteorico. Le portate sono pertanto variabili e ridotte, mantenendo valori medi annui veramente bassi, il Lamone per esempio supera di poco i 4 m3/sec (Laghi 2009).

Per fronteggiare il problema idrico in Romagna, dal 1960 è attivo il Canale Emiliano Romagnolo (CER) una delle più importanti opere idrauliche di tutta Italia. Garantisce, con una derivazione dal fiume Po, l'approvvigionamento idrico di una regione caratterizzata da un’intensa attività agricola e da molti insediamenti urbani ed industriali. Tale infrastruttura ricarica tutti e cinque i fiumi ravennati, assicurando ben 224 milioni di m3 d’acqua all’anno (http://www.consorziocer.it/).

2.8.2 Pialasse

Pialasse, attualmente di proprietà del Comune di Ravenna, sono oggi ridotte a quattro, tutte disposte nella zona settentrionale dell’area in esame: tre a nord del Canale Candiano e una posta a sud del medesimo. La Pialassa della Baiona, che è la maggiore, si estende lungo il territorio fra il Lamone e lo Scolo Fossatone; la Pialassa della Risega invece si trova fra il Fossatone e lo Scolo Via Cerba, mentre quella del Pontazzo occupa la parte meridionale del territorio. La loro superficie totale copre circa 1200 ha (Figura 2.19) e sono collegate al mare attraverso il Canale Candiano.

La Pialassa del Piombone, a sud del Canale Candiano, ha un’area poco più vasta di 300 ha da quando buona parte della sua superficie è stata colmata e occupata da impianti industriali, ed allo stato attuale è ridotta ad una struttura portuale priva di interesse naturalistico.

Nell’area più meridionale, in corrispondenza della foce del Bevano, sorge la zona umida dell’Ortazzo, un’antica valle di acqua dolce arginata ed ottenuta dalla riconversione di precedenti risaie. Soggetta oggi agli influssi salmastri della falda, si caratterizza come un ampio stagno costiero, in parte controllato dall’immissione di acque dal canale Bevanella e dal Fosso

2.8.3 Bacini di cava

Nella parte meridionale dell’area in esame sono presenti laghi di dimensioni più o meno estesi derivanti dall’attività estrattiva di cave attive o dismesse (Figura 2.19). Da queste aree estrattive è prelevata principalmente ghiaia (la loro localizzazione in una fascia non è casuale, ma testimonia il punto di chiusura dell’acquifero), impiegata in edilizia come conglomerato nel cemento armato. Per raggiungere gli strati interessati è necessario sbancare completamente tutti quelli sovrastanti causando il riempimento dello scavo di acqua freatica. Questo è uno dei principali motivi per cui è necessaria un’attenta gestione delle attività estrattive, in quanto, in assenza di suolo non esiste un “filtro" ai possibili inquinanti e inoltre viene agevolata l’evaporazione dell’acqua.

2.8.4 Canali di drenaggio e idrovore

L’assetto idrologico dell’area sarebbe incompleto se non si esaminassero le molteplici opere antropiche situate nell’area, quali: i canali di bonifica, i canali di drenaggio connessi ai sistemi di sollevamento che mantengono il franco di coltivazione per garantire l’attività agricola.

I canali mostrati in Figura 2.19 rappresentano esclusivamente quelli di primo ordine, aventi dimensioni maggiori e gestiti dal Consorzio di Bonifica della Romagna. A questi vanno aggiunti una serie fittissima di canali secondari che permettono il rapido deflusso idrico delle acque di pioggia.

Attualmente la rete di bonifica si estende all’intera area oggetto di studio, dune costiere comprese, seppur corrispondano alle zone con quota maggiore, al fine di tutelare le pinete.

Una peculiarità di alcuni di questi canali è l’uso promiscuo che ne viene fatto; nei periodi invernali, ed in generale quando l’andamento climatico lo richiede, essi raccolgono le acque piovane e drenano l’area. Nella stagione estiva, invece, alcuni di essi sono mantenuti pieni di acque in modo tale da garantire alle aree agricole circostanti, una risorsa idrica utilizzabile per l’irrigazione. L’approvvigionamento idrico che per lungo tempo è stato garantito prelevando acqua dai corsi fluviali, da alcuni anni ed nella maggior parti dei territori analizzati è garantito o mediante condutture sotterranee (area MAR) o attraverso apporti di acque del Po mediante CER.

Dott. Nicolas Greggio Cap. 2 Inquadramento dell’area

All’interno del V Bacino, delimitato a nord e a sud rispettivamente dai Fiumi Uniti e dal Bevano, è presente un canale che possiede un gradiente naturale che lo porta a sfociare nel Torrente Bevano stesso: il Canale Fosso Ghiaia (Figura 2.21). Sono presenti due impianti idrovori, anche se l’unico attivo è l’idrovora del V Bacino (da dati del Consorzio di Bonifica). Tale impianto di sollevamento drena tutti i terreni ad ovest dell’impianto stesso, ma grazie ad una fitta rete di canali, raccoglie anche tutte le acque provenienti persino dalla Pineta costiera di Ramazzotti. Proprio dall’area MAR si originano i canali denominati Motte I ramo e Motte II ramo, che una volta unitisi, circondano la Pineta di Classe e nei pressi dell’idrovora del V Bacino, mediante un sottopasso, attraversano il Canale Fosso Ghiaia e giungono alle pompe (Figura 2.21). Ne deriva che la falda freatica al di sotto della Pineta costiera di Ramazzotti, così come quella nella aree agricole ad est, è gestite da un impianto situato a 4km dalla linea di costa (vedi paragrafo 8.2.2).

RAVENNA CITY

“Quinto Basin”

TRANSETTO

Area MAR

Dott. Nicolas Greggio Cap. 2 Inquadramento dell’area

Figura 2.21 Assetto idrologico di dettaglio del V Bacino, con evidenziati il transetto di studio e l’area MAR.

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