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un materassino di fibra di juta da 6 cm di
spessore e chiusa con una lastra in fibrogesso. Sulle pareti del piano mandasardato si è invece intervenuti dall’interno: si è posato un primo strato di pannelli in fibra di legno di spessore 8 cm, tassellati alla parete ed interposti a morali in legno di abete ogni 60 cm, poi un telo freno al vapore igrovariabile, un secondo strato costituito da un materassino in fibra di legno di spessore 4 cm ed infine un pannello di fibrogesso a chiusura del pacchetto.
Lo stesso sistema, ma con spessore 8+6 cm, è stato utilizzato anche per la coibentazione dall’ interno dei soffitti verso sottotetto non riscaldato e non accessibile, realizzato con muretti e tavelloni su solaio in laterocemento.
Anche la copertura del piano mansardato, con struttura in laterocemento, è stata coibentata dall’interno, con un sistema simile, senza però utilizzare il telo freno al vapore, poiché il
pacchetto è stato chiuso con pannelli in fibra di legno di spessore 3 cm,
con lati maschiati e superficie prefinita in cellulosa bianca, che integrano anche
le funzioni di freno al vapore e tenuta all’aria.
Infine il pavimento verso il piano seminterrato, in parte non riscaldato, è stato isolato con un pannello in poliuretano di spessore 4 cm ed un massetto in cemento cellulare leggero di spessore 18 cm, il tutto posato su di un telo in polietilene con funzione di barriera al vapore e tenuta all’aria.
Per quanto riguarda i serramenti la scelta è ricaduta su di un particolare tipo di infisso (con sigillo Finestra Qualità CasaClima Classe Gold)
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a scomparsa sui 4 lati, realizzato in legno di abete laccato bianco e con controtelaio del tipo monoblocco, realizzato in PUR massive e sughero, che integra il cassonetto e le spalle con guide isolate per frangisole e zanzariera.
La cura maniacale riservata in cantiere alla tenuta all’aria ha permesso di aggiungere l’eccellente valore di n50, max=0,21h-1 nel Blower Door Test finale.
Il sistema impiantistico
Per quanto riguarda l’impianto di riscaldamento/ raffrescamento si è deciso di utilizzare un sistema “a tutt’aria”, senza l’utilizzo di terminali di
emissione “tradizionali” di tipo radiante.
Il cuore del sistema è costituito dall’impianto di ventilazione meccanica controllata, con recuperatore di calore ad alta efficienza e bypass estivo, dotato di una batteria di
post riscaldamento/raffrescamento con un circuito collegato ad una pompa di calore aria/ acqua, che permette di coprire il fabbisogno di climatizzazione dell’edificio nelle mezze stagioni.
Quando invece il clima esterno diventa più severo (sia in inverno che in estate) e le potenze richieste aumentano, entrano in funzione quattro ventilconvettori, che forniscono l’apporto
aggiuntivo necessario di aria climatizzata di ricircolo. Questi ventilconvettori sono col legati alla medesima pompa di calore aria/acqua, che si incarica anche della generazione dell’ACS, stoccata in un bollitore di accumulo. Infine l’edificio è stato dotato di un impianto fotovoltaico,
della potenza di 4 kW picco, costituito da 12 pannelli di silicio monocristallino ad alta efficienza.
69dossier•riqualificazione energetica degli edifici
68dossier•riqualificazione energetica degli edifici
Ottenere un alloggio in classe A in un condominio attraverso un
intervento di riqualificazione energetica
Elisa Carrozza
Studio Plus Professionisti associati
L’importanza di una singola unità immobiliare nella riqualificazione energetica del patrimonio edilizio nazionale
Perché riqualificare il costruito?
Il patrimonio edilizio italiano è fortemente energivoro, si stima che oltre il 70% degli edifici italiani sia antecedente al 1976, anno dell’entrata in vigore della prima legge sul risparmio
energetico degli edifici. Attraverso il Piano 20 20 20, tuttavia, l’Europa impone che, oltre a realizzare nuovi edifici altamente performanti, si intervenga su tutti quei fabbricati esistenti enormemente inquinanti e inefficienti.
I dati ISTAT stimano sul territorio italiano oltre 1 milione di condomini, intervenire su questi
edifici può quindi portare ad un notevole aumento dell’efficienza energetica del patrimonio edilizio esistente e di conseguenza all’abbattimento delle emissioni inquinanti in ambiente.
Intervenire sull’esistente è indubbiamente
molto complesso per la vastità delle tipologie edilizie e delle tecnologie costruttive presenti, vediamo quindi come si è scelto di operare nel caso specifico di un alloggio sito in un edificio condominiale nel comune di Aosta.
Il caso di un intervento di un alloggio in un condominio nel Comune di Aosta
Lo stato di fatto
Il caso in studio, seguito da Studio Plus –
Professionisti associati, consiste nella ristrutturazione di un alloggio di 96 m2
posto al primo piano di un condominio nel centro di Aosta.
L’unità immobiliare in questione è composta da pareti in cassa vuota e pavimento non isolato affacciato su un porticato esterno. I serramenti risultano in buono stato, con telaio in legno e doppio vetro.
A livello impiantistico, l’intero fabbricato è servito da un generatore a metano a condensazione e l’emissione è affidata ad un impianto a radiatori. L’acqua calda sanitaria, infine, viene prodotta in maniera autonoma con un boiler elettrico.
Gli interventi realizzati sull’alloggio
Tutti gli interventi effettuati hanno l’obiettivo di garantire un miglioramento del comportamento energetico dell’unità immobiliare preservando il più possibile le strutture esistenti, senza intervenire quindi
in maniera troppo invasiva al fine di limitare le
problematiche legate alla presenza degli altri
condomini.
I primi interventi effettuati sono relativi all’involucro edilizio, si è infatti deciso
di isolare le pareti esterne tramite l’insufflaggio in intercapedine di
cellulosa, il pavimento, poi, viene isolato
dall’interno con pannelli di stiferite (conduttività termica 0.026W/mK).
Grazie alla coibentazione dell’involucro vengono limitate non solo le perdite termiche per trasmissione, ma anche le infiltrazioni di aria esterna; per questo motivo si è deciso di
installare un impianto di ventilazione meccanica controllata di tipo puntuale in
modo da garantire un’areazione adeguata dei locali assicurando comunque una diminuzione del fabbisogno energetico degli stessi grazie agli scambiatori di calore.
L’impianto di riscaldamento centralizzato non
viene modificato vengono però installate delle
testine elettroniche su ogni radiatore per il controllo in ambiente.
Infine, la produzione di ACS viene affidata
ad un bollitore in pompa di calore, che,
rispetto al boiler elettrico, presenta un COP di
2.73 (7-55°C) garantendo fino a un 70% di risparmio energetico.
I risultati energetici dell’intervento
Grazie agli interventi sull’involucro edilizio la
potenza termica di picco calcolata nel
periodo invernale si attesta intorno ai 6 kW, a
fronte dei 12.9 kW necessari nella situazione ante operam.
La riqualificazione provoca un notevole aumento
Figura 1 – Isolamento dall’interno del pavimento su porticato tramite pannelli in stiferite
link all’articolo completo >>>
della classe energetica dell’unità immobiliare:
da classe F a classe A1, con un indice di
prestazione energetica pari a EPgl,nren=86.78 kWh/ m2anno. Il risparmio in termini di energia primaria totale è del 68% passando da un fabbisogno di 31201 kWh a 9934 kWh.
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Il ruolo delle pompe di calore
nella riqualificazione energetica: qualche mito da sfatare
Samuele Trento
Ingegnere, Specialista Pompe di Calore
L’analisi e progettazione dell’impianto
termoidraulico è fondamentale in un processo di riqualificazione energetica per ottenere il livello di comfort desiderato dal cliente.
È importante la parte di generazione quanto quella di distribuzione. In questo articolo ci soffermeremo sulla generazione.
Riqualificare senza allacciarsi al gas è possibile
Negli ultimi anni è possibile riqualificare un edificio ed evitare di allacciarlo alla rete del gas garantendo così al cliente una SOLA bolletta energetica.
Tra le varie possibilità concrete ci sono le Pompe di Calore idroniche e la Biomassa.
Il dogma più frequente sulle Pompe di Calore è “funziona solo sulle nuove costruzioni e su impianto a pavimento”. Un pensiero comune che sarà smentito nella lettura dell’articolo.
Ciascuna tecnologia ha i suoi pro e contro, ma non necessariamente una è migliore dell’altra. Tralasciando aspetti puramente tecnici (efficienza, emissioni, ..) la prima variabile di decisione è legata allo stile di vita del cliente.
Nel caso della Biomassa il cliente:
• è disposto a trovare lo spazio ed il tempo per immagazzinare il pellet o la legna?
• ha la volontà di caricare con costanza il generatore e di pulirlo regolarmente?
Nel caso della Pompa di Calore:
• è consapevole che dovrà richiedere un
contatore di taglia superiore?
• apprezzerà l’installazione di un’unità esterna? Sono alcuni spunti su cui ragionare prima di proporre ad un cliente una soluzione piuttosto che un’altra. Il ruolo del progettista nella fase iniziale è fondamentale, considerandolo quasi più psicologo che tecnico per capire in profondità le esigenze e aspettative del cliente.
Non sono rari i casi in cui il cliente, dopo i primi mesi vissuti in casa, si rende conto che l’impianto non è stato progettato e costruito secondo i suoi bisogni ed abitudini.
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Soluzioni per l’isolamento termico in mancanza di spazio
Elisa Carrozza
C2R Energy Consulting
Quando la coibentazione diventa un problema di spazi
In ambito di ristrutturazione e riqualificazione energetica di un edificio esistente è facile incorrere in problematiche legate alla natura stessa
dell’edificio: vincoli architettonici o esigenze
di spazio possono rendere difficoltoso intervenire
in maniera efficiente sull’involucro. Inoltre, per
questioni estetiche, spesso non è possibile
intervenire con un isolamento termico dall’esterno, questo si traduce in una riduzione degli spazi interni che non sempre risulta accettabile. Per questi motivi sono state sviluppate delle soluzioni in grado
di garantire buone prestazioni termiche in
poco spazio; vediamo quali sono le principali
tecnologie su mercato.
Aerogel e Aeropan:
prestazioni termiche e bassi spessori
L’Aerogel è un isolante ultrasottile molto prestante dal punto di vista termico grazie a un valore di conducibilità termica pari a 0.016 W/mK, nettamente
inferiore agli isolanti tradizionali. Si tratta di un isolante ad alta densità, quindi resistente alla compressione e agli urti. Inoltre, Aerogel è
idrofobico e mantiene inalterate le prestazioni
per decenni, anche in condizioni non ottimali. Esistono diverse versioni degli isolanti in
Aerogel, che lo rendono adatto a qualsiasi
applicazione edile, si può infatti utilizzare
per l’isolamento interno o esterno delle pareti perimetrali oltre che per la coibentazione delle coperture e dei pavimenti.
Un’applicazione interessante della precedente tecnologia consiste nell’Aeropan. Si tratta
di pannelli composti da un isolante nanotecnologico in Aerogel accoppiato ad una membrana traspirante in
polipropilene con fibra di vetro, questo
materiale è in grado di offrire valori conducibilità
termica molto limitati (λ=0.015 W/mK).
Oltre alle ottime caratteristiche termiche questi pannelli presentano flessibilità e resistenza alla compressione, idrofobicità e facilità di posa. Questa tipologia di isolamento può essere utilizzata su pareti esterne e interne, solai, intradossi e per la risoluzione dei ponti termici.
La nano resina
Un’altra possibile soluzione per l’isolamento di strutture edilizie è la nano resina.
Si tratta di un prodotto studiato per l’isolamento termico interno ed esterno degli edifici.
Questo materiale garantisce valori di conducibilità termica molto bassi ed è particolarmente
resistente alla corrosione e alla
formazione di condensa. La nano resina penetra all’interno delle porosità della struttura formando un reticolo che
riveste tutto il materiale in profondità. Si tratta di un materiale traspirante e versatile, presenta brevi tempi di applicazione e può essere successivamente verniciato o rivestito.
La fibra naturale per cappotti interni
Infine, è stato presentato il Nobilium Bau Thermalpanel, un pannello in fibra naturale incombustibile ottenuta da fibre
corte impregnate con una piccola percentuale di resina legante. Il pannello è autoportante
e intonacabile, non necessita quindi di
un’ulteriore protezione in cartongesso.
Questo materiale risulta particolarmente adatto alla realizzazione di cappotti interni, presentando
una conducibilità termica di circa 0.032 W/mK
e una buona traspirabilità.
Lo spessore minimo è di 9 mm, con la possibilità di sovrapporre i pannelli per un miglioramento delle proprietà termiche della struttura.
La norma europea EN ISO 52016 pubblicata a giugno ha introdotto in Italia il metodo di calcolo dinamico orario per la valutazione energetica degli edifici. In realtà questo metodo viene adottato già da tempo in caso di diagnosi e progetto energetico dato che garantisce risultati
più attendibili e tiene conto delle condizioni d’uso reali dell’edificio.
Finora la valutazione dinamica è risultata tuttavia di difficile applicazione perché gli strumenti software disponibili richiedevano di ricreare l’intero modello energetico dell’edificio e immettere numerosi dati aggiuntivi, a volte difficili da reperire.
L’analisi dinamica oraria introdotta dalla norma europea EN ISO 52016 ha invece il grande vantaggio di utilizzare le stesse tipologie di informazioni che già sono previste attualmente con il metodo stazionario: il modello di edificio è esattamente lo stesso che comunemente costruiamo per l’APE o il progetto energetico.
Cambiano invece i risultati di calcolo e il caso pratico di riqualificazione energetica presentato in questo focus lo dimostra chiaramente. Si tratta di un intervento su un involucro dove si valuta se posizionare il cappotto internamente o esternamente.
Mentre col metodo stazionario non si evincono differenze apprezzabili tra le due alternative, il metodo orario mostra chiaramente che il posizionamento esterno o interno del cappotto determina prestazioni energetiche molto diverse. Per la simulazione dinamica si utilizza il Motore
DINAMICO ORARIO di TERMOLOG, il software
italiano basato sulla norma europea EN ISO 52016 e sviluppato dal Politecnico di Milano con Logical Soft.
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Riqualificazione energetica: caso pratico di calcolo dinamico e calcolo stazionario a confronto
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Perchè la scelta del software è cosi importante negli interventi di riqualificazione energetica degli edifici
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La riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare esistente:
Gli interventi di riqualificazione energetica rivestono un ruolo strategico nel contesto della conservazione e manutenzione del patrimonio edilizio poiché ne coinvolgono la componente in assoluto preponderante, ovvero quella rappresentata dagli edifici esistenti. Ad essi infatti, a
causa dell’intrinseca vetustà, sono da attribuire i consumi energetici più elevati, oltre che un consistente contributo alle emissioni di gas climalteranti. La riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare esistente
può quindi favorire il conseguimento di una molteplicità di vantaggi tra loro strettamente connessi.
1. l’impiego di sistemi impiantistici ad alta efficienza 2. il ricorso a fonti energetiche rinnovabili
3. la riduzione delle emissioni di gas serra in ambiente 4. il contenimento dei fabbisogni energetici
5. la riduzione dei costi di gestione dell’immobile 6. l’aumento del valore economico e dell’”appetibilità”
dell’edificio nel mercato immobiliare.
Nel caso di una nuova costruzione, partendo dalla
condizione di “foglio bianco”, il progettista energetico,
di concerto ed in stretta collaborazione con il progettista architettonico-strutturista e quello impiantistico, è favorito dalla possibilità di avvalersi di un ampio ventaglio di soluzioni che mirino al raggiungimento
del minor fabbisogno energetico e quindi al massimo contenimento delle emissioni di CO2, limitando la necessità di compromessi.