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Nel documento Forfettariola soglia si basa sui ricavi (pagine 34-38)

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un materassino di fibra di juta da 6 cm di

spessore e chiusa con una lastra in fibrogesso. Sulle pareti del piano mandasardato si è invece intervenuti dall’interno: si è posato un primo strato di pannelli in fibra di legno di spessore 8 cm, tassellati alla parete ed interposti a morali in legno di abete ogni 60 cm, poi un telo freno al vapore igrovariabile, un secondo strato costituito da un materassino in fibra di legno di spessore 4 cm ed infine un pannello di fibrogesso a chiusura del pacchetto.

Lo stesso sistema, ma con spessore 8+6 cm, è stato utilizzato anche per la coibentazione dall’ interno dei soffitti verso sottotetto non riscaldato e non accessibile, realizzato con muretti e tavelloni su solaio in laterocemento.

Anche la copertura del piano mansardato, con struttura in laterocemento, è stata coibentata dall’interno, con un sistema simile, senza però utilizzare il telo freno al vapore, poiché il

pacchetto è stato chiuso con pannelli in fibra di legno di spessore 3 cm,

con lati maschiati e superficie prefinita in cellulosa bianca, che integrano anche

le funzioni di freno al vapore e tenuta all’aria.

Infine il pavimento verso il piano seminterrato, in parte non riscaldato, è stato isolato con un pannello in poliuretano di spessore 4 cm ed un massetto in cemento cellulare leggero di spessore 18 cm, il tutto posato su di un telo in polietilene con funzione di barriera al vapore e tenuta all’aria.

Per quanto riguarda i serramenti la scelta è ricaduta su di un particolare tipo di infisso (con sigillo Finestra Qualità CasaClima Classe Gold)

con telaio completamente link all’articolo completo >>>

a scomparsa sui 4 lati, realizzato in legno di abete laccato bianco e con controtelaio del tipo monoblocco, realizzato in PUR massive e sughero, che integra il cassonetto e le spalle con guide isolate per frangisole e zanzariera.

La cura maniacale riservata in cantiere alla tenuta all’aria ha permesso di aggiungere l’eccellente valore di n50, max=0,21h-1 nel Blower Door Test finale.

Il sistema impiantistico

Per quanto riguarda l’impianto di riscaldamento/ raffrescamento si è deciso di utilizzare un sistema “a tutt’aria”, senza l’utilizzo di terminali di

emissione “tradizionali” di tipo radiante.

Il cuore del sistema è costituito dall’impianto di ventilazione meccanica controllata, con recuperatore di calore ad alta efficienza e bypass estivo, dotato di una batteria di

post riscaldamento/raffrescamento con un circuito collegato ad una pompa di calore aria/ acqua, che permette di coprire il fabbisogno di climatizzazione dell’edificio nelle mezze stagioni.

Quando invece il clima esterno diventa più severo (sia in inverno che in estate) e le potenze richieste aumentano, entrano in funzione quattro ventilconvettori, che forniscono l’apporto

aggiuntivo necessario di aria climatizzata di ricircolo. Questi ventilconvettori sono col legati alla medesima pompa di calore aria/acqua, che si incarica anche della generazione dell’ACS, stoccata in un bollitore di accumulo. Infine l’edificio è stato dotato di un impianto fotovoltaico,

della potenza di 4 kW picco, costituito da 12 pannelli di silicio monocristallino ad alta efficienza.

69dossier•riqualificazione energetica degli edifici

68dossier•riqualificazione energetica degli edifici

Ottenere un alloggio in classe A in un condominio attraverso un

intervento di riqualificazione energetica

Elisa Carrozza

Studio Plus Professionisti associati

L’importanza di una singola unità immobiliare nella riqualificazione energetica del patrimonio edilizio nazionale

Perché riqualificare il costruito?

Il patrimonio edilizio italiano è fortemente energivoro, si stima che oltre il 70% degli edifici italiani sia antecedente al 1976, anno dell’entrata in vigore della prima legge sul risparmio

energetico degli edifici. Attraverso il Piano 20 20 20, tuttavia, l’Europa impone che, oltre a realizzare nuovi edifici altamente performanti, si intervenga su tutti quei fabbricati esistenti enormemente inquinanti e inefficienti.

I dati ISTAT stimano sul territorio italiano oltre 1 milione di condomini, intervenire su questi

edifici può quindi portare ad un notevole aumento dell’efficienza energetica del patrimonio edilizio esistente e di conseguenza all’abbattimento delle emissioni inquinanti in ambiente.

Intervenire sull’esistente è indubbiamente

molto complesso per la vastità delle tipologie edilizie e delle tecnologie costruttive presenti, vediamo quindi come si è scelto di operare nel caso specifico di un alloggio sito in un edificio condominiale nel comune di Aosta.

Il caso di un intervento di un alloggio in un condominio nel Comune di Aosta

Lo stato di fatto

Il caso in studio, seguito da Studio Plus –

Professionisti associati, consiste nella ristrutturazione di un alloggio di 96 m2

posto al primo piano di un condominio nel centro di Aosta.

L’unità immobiliare in questione è composta da pareti in cassa vuota e pavimento non isolato affacciato su un porticato esterno. I serramenti risultano in buono stato, con telaio in legno e doppio vetro.

A livello impiantistico, l’intero fabbricato è servito da un generatore a metano a condensazione e l’emissione è affidata ad un impianto a radiatori. L’acqua calda sanitaria, infine, viene prodotta in maniera autonoma con un boiler elettrico.

Gli interventi realizzati sull’alloggio

Tutti gli interventi effettuati hanno l’obiettivo di garantire un miglioramento del comportamento energetico dell’unità immobiliare preservando il più possibile le strutture esistenti, senza intervenire quindi

in maniera troppo invasiva al fine di limitare le

problematiche legate alla presenza degli altri

condomini.

I primi interventi effettuati sono relativi all’involucro edilizio, si è infatti deciso

di isolare le pareti esterne tramite l’insufflaggio in intercapedine di

cellulosa, il pavimento, poi, viene isolato

dall’interno con pannelli di stiferite (conduttività termica 0.026W/mK).

Grazie alla coibentazione dell’involucro vengono limitate non solo le perdite termiche per trasmissione, ma anche le infiltrazioni di aria esterna; per questo motivo si è deciso di

installare un impianto di ventilazione meccanica controllata di tipo puntuale in

modo da garantire un’areazione adeguata dei locali assicurando comunque una diminuzione del fabbisogno energetico degli stessi grazie agli scambiatori di calore.

L’impianto di riscaldamento centralizzato non

viene modificato vengono però installate delle

testine elettroniche su ogni radiatore per il controllo in ambiente.

Infine, la produzione di ACS viene affidata

ad un bollitore in pompa di calore, che,

rispetto al boiler elettrico, presenta un COP di

2.73 (7-55°C) garantendo fino a un 70% di risparmio energetico.

I risultati energetici dell’intervento

Grazie agli interventi sull’involucro edilizio la

potenza termica di picco calcolata nel

periodo invernale si attesta intorno ai 6 kW, a

fronte dei 12.9 kW necessari nella situazione ante operam.

La riqualificazione provoca un notevole aumento

Figura 1 – Isolamento dall’interno del pavimento su porticato tramite pannelli in stiferite

link all’articolo completo >>>

della classe energetica dell’unità immobiliare:

da classe F a classe A1, con un indice di

prestazione energetica pari a EPgl,nren=86.78 kWh/ m2anno. Il risparmio in termini di energia primaria totale è del 68% passando da un fabbisogno di 31201 kWh a 9934 kWh.

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70dossier•riqualificazione energetica degli edifici

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Il ruolo delle pompe di calore

nella riqualificazione energetica: qualche mito da sfatare

Samuele Trento

Ingegnere, Specialista Pompe di Calore

L’analisi e progettazione dell’impianto

termoidraulico è fondamentale in un processo di riqualificazione energetica per ottenere il livello di comfort desiderato dal cliente.

È importante la parte di generazione quanto quella di distribuzione. In questo articolo ci soffermeremo sulla generazione.

Riqualificare senza allacciarsi al gas è possibile

Negli ultimi anni è possibile riqualificare un edificio ed evitare di allacciarlo alla rete del gas garantendo così al cliente una SOLA bolletta energetica.

Tra le varie possibilità concrete ci sono le Pompe di Calore idroniche e la Biomassa.

Il dogma più frequente sulle Pompe di Calore è “funziona solo sulle nuove costruzioni e su impianto a pavimento”. Un pensiero comune che sarà smentito nella lettura dell’articolo.

Ciascuna tecnologia ha i suoi pro e contro, ma non necessariamente una è migliore dell’altra. Tralasciando aspetti puramente tecnici (efficienza, emissioni, ..) la prima variabile di decisione è legata allo stile di vita del cliente.

Nel caso della Biomassa il cliente:

è disposto a trovare lo spazio ed il tempo per immagazzinare il pellet o la legna?

ha la volontà di caricare con costanza il generatore e di pulirlo regolarmente?

Nel caso della Pompa di Calore:

è consapevole che dovrà richiedere un

contatore di taglia superiore?

apprezzerà l’installazione di un’unità esterna? Sono alcuni spunti su cui ragionare prima di proporre ad un cliente una soluzione piuttosto che un’altra. Il ruolo del progettista nella fase iniziale è fondamentale, considerandolo quasi più psicologo che tecnico per capire in profondità le esigenze e aspettative del cliente.

Non sono rari i casi in cui il cliente, dopo i primi mesi vissuti in casa, si rende conto che l’impianto non è stato progettato e costruito secondo i suoi bisogni ed abitudini.

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Soluzioni per l’isolamento termico in mancanza di spazio

Elisa Carrozza

C2R Energy Consulting

Quando la coibentazione diventa un problema di spazi

In ambito di ristrutturazione e riqualificazione energetica di un edificio esistente è facile incorrere in problematiche legate alla natura stessa

dell’edificio: vincoli architettonici o esigenze

di spazio possono rendere difficoltoso intervenire

in maniera efficiente sull’involucro. Inoltre, per

questioni estetiche, spesso non è possibile

intervenire con un isolamento termico dall’esterno, questo si traduce in una riduzione degli spazi interni che non sempre risulta accettabile. Per questi motivi sono state sviluppate delle soluzioni in grado

di garantire buone prestazioni termiche in

poco spazio; vediamo quali sono le principali

tecnologie su mercato.

Aerogel e Aeropan:

prestazioni termiche e bassi spessori

L’Aerogel è un isolante ultrasottile molto prestante dal punto di vista termico grazie a un valore di conducibilità termica pari a 0.016 W/mK, nettamente

inferiore agli isolanti tradizionali. Si tratta di un isolante ad alta densità, quindi resistente alla compressione e agli urti. Inoltre, Aerogel è

idrofobico e mantiene inalterate le prestazioni

per decenni, anche in condizioni non ottimali. Esistono diverse versioni degli isolanti in

Aerogel, che lo rendono adatto a qualsiasi

applicazione edile, si può infatti utilizzare

per l’isolamento interno o esterno delle pareti perimetrali oltre che per la coibentazione delle coperture e dei pavimenti.

Un’applicazione interessante della precedente tecnologia consiste nell’Aeropan. Si tratta

di pannelli composti da un isolante nanotecnologico in Aerogel accoppiato ad una membrana traspirante in

polipropilene con fibra di vetro, questo

materiale è in grado di offrire valori conducibilità

termica molto limitati (λ=0.015 W/mK).

Oltre alle ottime caratteristiche termiche questi pannelli presentano flessibilità e resistenza alla compressione, idrofobicità e facilità di posa. Questa tipologia di isolamento può essere utilizzata su pareti esterne e interne, solai, intradossi e per la risoluzione dei ponti termici.

La nano resina

Un’altra possibile soluzione per l’isolamento di strutture edilizie è la nano resina.

Si tratta di un prodotto studiato per l’isolamento termico interno ed esterno degli edifici.

Questo materiale garantisce valori di conducibilità termica molto bassi ed è particolarmente

resistente alla corrosione e alla

formazione di condensa. La nano resina penetra all’interno delle porosità della struttura formando un reticolo che

riveste tutto il materiale in profondità. Si tratta di un materiale traspirante e versatile, presenta brevi tempi di applicazione e può essere successivamente verniciato o rivestito.

La fibra naturale per cappotti interni

Infine, è stato presentato il Nobilium Bau Thermalpanel, un pannello in fibra naturale incombustibile ottenuta da fibre

corte impregnate con una piccola percentuale di resina legante. Il pannello è autoportante

e intonacabile, non necessita quindi di

un’ulteriore protezione in cartongesso.

Questo materiale risulta particolarmente adatto alla realizzazione di cappotti interni, presentando

una conducibilità termica di circa 0.032 W/mK

e una buona traspirabilità.

Lo spessore minimo è di 9 mm, con la possibilità di sovrapporre i pannelli per un miglioramento delle proprietà termiche della struttura.

La norma europea EN ISO 52016 pubblicata a giugno ha introdotto in Italia il metodo di calcolo dinamico orario per la valutazione energetica degli edifici. In realtà questo metodo viene adottato già da tempo in caso di diagnosi e progetto energetico dato che garantisce risultati

più attendibili e tiene conto delle condizioni d’uso reali dell’edificio.

Finora la valutazione dinamica è risultata tuttavia di difficile applicazione perché gli strumenti software disponibili richiedevano di ricreare l’intero modello energetico dell’edificio e immettere numerosi dati aggiuntivi, a volte difficili da reperire.

L’analisi dinamica oraria introdotta dalla norma europea EN ISO 52016 ha invece il grande vantaggio di utilizzare le stesse tipologie di informazioni che già sono previste attualmente con il metodo stazionario: il modello di edificio è esattamente lo stesso che comunemente costruiamo per l’APE o il progetto energetico.

Cambiano invece i risultati di calcolo e il caso pratico di riqualificazione energetica presentato in questo focus lo dimostra chiaramente. Si tratta di un intervento su un involucro dove si valuta se posizionare il cappotto internamente o esternamente.

Mentre col metodo stazionario non si evincono differenze apprezzabili tra le due alternative, il metodo orario mostra chiaramente che il posizionamento esterno o interno del cappotto determina prestazioni energetiche molto diverse. Per la simulazione dinamica si utilizza il Motore

DINAMICO ORARIO di TERMOLOG, il software

italiano basato sulla norma europea EN ISO 52016 e sviluppato dal Politecnico di Milano con Logical Soft.

74dossier•riqualificazione energetica degli edifici

www.ingenio-web.it Direttore responsabile Andrea Dari Responsabile redazione Stefania Alessandrini Comitato

dei Referenti Scientifici e Tecnici Eventi straordinari

Gian Michele Calvi Gaetano Manfredi Geotecnica e idraulica Stefano Aversa Gianfranco Becciu Daniele Cazzuffi Massimo Chiarelli Mario Manassero Lorella Montrasio ICT Raffaello Balocco Mario Caputi Ingegneria forense Nicola Augenti Involucro edilizio Paolo Rigone

Strutture e materiali da costruzione

Monica Antinori Franco Braga Agostino Catalano Bernardino M. Chiaia Luigi Coppola Marco Di Prisco Roberto Felicetti Massimo Fragiacomo Pietro Gambarova Raffaele Landolfo Guido Magenes Giuseppe Mancini Giuseppe C. Marano Claudio Modena Giorgio Monti Camillo Nuti Maurizio Piazza Giovanni Plizzari Giacinto Porco Roberto Realfonzo Paolo Riva Walter Salvatore Marco Savoia BIM Ezio Arlati Stefano Converso Restauro e consolidamento Marcello Balzani Antonio Borri Stefano Della Torre Lorenzo Jurina Sergio Lagomarsino Stefano Podesta Paola Ronca Urbanistica Maurizio Tira Termotecnica ed energia Vincenzo Corrado Livio De Santoli Costanzo Di Perna Anna Magrini Luca Rollino Marco Sala Chiara Tonelli Istituzioni Vincenzo Correggia Giuseppe Ianniello Antonio Lucchese Emanuele Renzi Ambiente Giovanni De Feo Per elenco aggiornato www.ingenio-web.it

Collaborazioni Istituzionali

AICAP, AIPND, AIST, ANDIL, ANIT, ANIDIS, ASSOBETON, ASS. FIREPRO, Associazione ISI, ATECAP, CTA, CTE, CeNSU,EUCENTRE, EURAC, Fondazione Promozione Acciaio, GBC Italia, INU, Q-Rad, UNICMI

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Soluzioni e case history dei membri del Club Ingenio

Riqualificazione energetica: caso pratico di calcolo dinamico e calcolo stazionario a confronto

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Perchè la scelta del software è cosi importante negli interventi di riqualificazione energetica degli edifici

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La riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare esistente:

Gli interventi di riqualificazione energetica rivestono un ruolo strategico nel contesto della conservazione e manutenzione del patrimonio edilizio poiché ne coinvolgono la componente in assoluto preponderante, ovvero quella rappresentata dagli edifici esistenti. Ad essi infatti, a

causa dell’intrinseca vetustà, sono da attribuire i consumi energetici più elevati, oltre che un consistente contributo alle emissioni di gas climalteranti. La riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare esistente

può quindi favorire il conseguimento di una molteplicità di vantaggi tra loro strettamente connessi.

1. l’impiego di sistemi impiantistici ad alta efficienza 2. il ricorso a fonti energetiche rinnovabili

3. la riduzione delle emissioni di gas serra in ambiente 4. il contenimento dei fabbisogni energetici

5. la riduzione dei costi di gestione dell’immobile 6. l’aumento del valore economico e dell’”appetibilità”

dell’edificio nel mercato immobiliare.

Nel caso di una nuova costruzione, partendo dalla

condizione di “foglio bianco”, il progettista energetico,

di concerto ed in stretta collaborazione con il progettista architettonico-strutturista e quello impiantistico, è favorito dalla possibilità di avvalersi di un ampio ventaglio di soluzioni che mirino al raggiungimento

del minor fabbisogno energetico e quindi al massimo contenimento delle emissioni di CO2, limitando la necessità di compromessi.

Nel documento Forfettariola soglia si basa sui ricavi (pagine 34-38)

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