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ISSN 2307-8928
a pagina 4
Questo Paese non deve pensare a sostenere le Costruzioni, ma …
Andrea Dari Editore INGENIO
Questa mattina alla radio – una delle principali emittenti nazionali – ho sentito una giornalista, famosa, che dava evidenza a un titolo del Fatto Quotidiano sul reddito di cittadinanza:
“Due regioni del sud, Campania e Sicilia, due del nord, Lombardia ...
Forfettario
la soglia si basa sui ricavi I contribuenti ricadono
nell’ambito di applicazione del regime forfettario o dell’imposta sostitutiva del 20% in base alla soglia di ricavi/compensi/
percepiti nell’esercizio precedente. >>> a pagina 8
a pagina 7
Il pratico vademecum dell’Agenzia delle Entrate sul Sismabonus illustra in cosa consiste l’agevolazione, chi sono i soggetti interessati dai benefici, quali sono i vantaggi fiscali e le modalità per accedere alla misura di favore. >>>
Sismabonus
Il vademecum completo dell’AdE
Deve essere un vizio, questo dei bandi di progettazione ‘a gratis’: il Consiglio di Stato per la seconda volta afferma infatti correttezza e legittimità del Comune di Catanzaro in merito al bando dell’ottobre 2016, diventato famoso in tutta Italia per i risvolti sull’equo compenso e relativo alla realizzazione del Piano Regolatore cittadino con il compenso simbolico di un euro e un rimborso spese di 250 mila euro.
Il 21 febbraio scorso è stato pubblicato infatti il dispositivo della sentenza disposta dai giudici di Palazzo Spada, i quali per la seconda volta hanno ribaltato il parere dei giudici del Tar Calabria. >>>
Bandi di progettazione gratis
Il Consiglio di Stato da l’ok al PRG della città di Catanzaro a 1 euro
a pagina 6
2019 #70
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21 Strutture in c.a.:
la verifica dei nodi dopo la Circolare NTC 2018
costruire in acciaio 24 Cosa dice la Circolare
delle NTC in merito al processo di esecuzione delle opere in acciaio
costruire in calcestruzzo 26 Calcestruzzi fibrorinforzati
(FRC) e Circolare:
ancora troppo attaccati all’approccio prescrittivo 28 Circolare 2019 delle NTC
e calcestruzzo:
l’analisi del Capitolo 11 paragrafo per paragrafo
BIM32 Contrattualistica BIM:
cosa sono i Contratti Collaborativi?
34 Perchè adottare il BIM nella propria attività?
La percezione del BIM
architettura
37 Architettura: Arata Isozaki riceve il premio Pritzker 40 Progetto CMR, Massimo Roj:
l’Edilizia Green mette al centro l’uomo
pavimentazioni
41 Le responsabilità del posatore di rivestimenti a pavimento 42 Il massetto cementizio
per la posa dei pavimenti ceramici in interno secondo la UNI 11493
impermeabilizzazioni 45 Impermeabilizzazioni
di massetti e sottofondi?
Ecco le operazioni preliminari, e fondamentali, da considerare
sicurezza
48 La valutazione del rischio incendio negli ammassi dei rifiuti: esempi sulle misure di prevenzione e protezione 50 Il BLEVE di Borgo Panigale:
analisi dell’esplosione e dei suoi effetti
ingegneria forense 54 Ingegneria forense
e la ricostruzione degli incidenti stradali 56 Ingegneri, giudici
e incidenti aerei
Riqualificazione energetica degli edifici:
interventi e sostenibilità
58 In questo Dossier una panoramica sulle strategie e metodologie per identificare le migliori
soluzioni di riqualificazione degli edifici esistenti, un excursus sulla progettazione alla luce di alcuni dei protocolli più comuni, un approfondimento sugli aspetti impiantistici e sui materiali utilizzati nell’isolare gli edifici e, a conclusione, un riepilogo sulle detrazioni fiscali previste dall’attuale normativa. >>>
editoriale
4 Questo Paese non deve pensare a sostenere le Costruzioni, ma …
primo piano
6 Bandi di progettazione gratis, ciao equo compenso:
il Consiglio di Stato da l’ok al PRG di Catanzaro a 1 euro 7 Sismabonus: il vademecum
completo coi particolari sull’acquisto di case antisismiche
8 Regime forfettario, altro giro altro chiarimento: la soglia si basa sui ricavi!
normativa urbanistica ed edilizia
10 Pergotende & C.:
analisi delle sentenze e commenti
progettazione strutturale 13 Collegare elementi lignei
a murature esistenti:
il sistema di connessione diretta 16 Caratterizzazione tipologico-
strutturale di edifici esistenti in c.a.: l’analisi di un caso studio 18 Interventi di miglioramento
sismico di una scuola in muratura: la relazione di calcolo con le modellazioni
70 marzo 2019
4 editoriale 5 primo piano
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del Santo Sepolcro a Gerusalemme.
Malta da muratura di calce pozzolanica, priva di cemento.
www.master-builders-solutions.basf.it e Piemonte, una del centro, il Lazio. Sono i territori dai quali
provengono la maggioranza delle domande per accedere al
reddito di cittadinanza, numero che ha già superato quota centomila e che naturalmente crescerà ancora.”
E in effetti l’onorevole Castelli aveva commentato i primi dati: “I primi dati diffusi dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali confermano che il Reddito di Cittadinanza è una misura per l’Italia e non solo per una parte del Paese. Il testa a testa tra Campania e Lombardia, che emerge dai dati territoriali, ne è la prova, come sostanzialmente lo stesso numero di richieste tra nord e sud”.
Nei primi giorni – per chiarezza - ecco il numero di moduli compilati per regione (primi 5 posti): Campania 16.112, Lombardia con
16.015, Sicilia 13.873, Lazio 11.644 e Piemonte 11.244.
Il problema è che sono dati assoluti. In % in Campania e Sicilia siamo nell’ordine delle 28 persone per 1000 abitanti, in Lombardia delle 16, quasi la metà. Pesano più 900 persone in Molise che 16.000 in Lombardia …
Ho citato questo esempio non perché INGENIO voglia occuparsi di Reddito di Cittadinanza o di Politica, ma solo per dimostrare come sia possibile attraverso la comunicazione oggi manipolare i numeri. Per la TAV si considerano i risparmi in consumi di carburante un costo (ovviamente non ambientale) in quanto comportano
una riduzione delle accise, mentre per gli incentivi sull’acquisto di auto elettriche questo dato non viene considerato; per le opere da costruire si fa un’analisi costi benefici per il ponte sul Polcevera non si prende in considerazione l’ipotesi di riutilizzare il ponte di Morandi rimasto in piedi.
Andrea Dari Editore INGENIO
Questo Paese non deve pensare a sostenere le Costruzioni, ma …
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7 primo piano 6 primo piano
Bandi di progettazione gratis, ciao equo compenso: il Consiglio di Stato da l’ok al PRG di Catanzaro a 1 euro
Matteo Peppucci Collaboratore INGENIO
L’equo compenso fantasma: Palazzo Spada - per la seconda volta - accoglie l’appello del Comune di Catanzaro e ribalta la sentenza del Tar Calabria sul “famoso” servizio per realizzare il PRG della città a 1 euro. Professionisti sul piede di guerra annunciano ricorso a Strasburgo
Deve essere un vizio, questo dei bandi di
progettazione ‘a gratis’: il Consiglio di Stato per la seconda volta afferma infatti correttezza e legittimità del Comune di Catanzaro relativamente al bando dell’ottobre 2016, diventato famoso in tutta Italia per i risvolti sull’equo compenso, relativo alla realizzazione del piano regolatore cittadino con il compenso simbolico di un euro e un rimborso spese di 250 mila euro.
Il 21 febbraio scorso è stato pubblicato infatti il dispositivo della sentenza disposta dai giudici della V Sezione ddi Palazzo Spada, i quali per la seconda volta hanno ribaltato il diverso parere dei giudici del Tar Calabria.
PRG Comune di Catanzaro a 1 euro: l’ultimo contenzioso
Il secondo ricorso è stato presentato al Tar Calabria dall’ex presidente degli ingegneri Giovanni Angotti nel 2016 (il quale non ha partecipato alla competizione): si lamentava in particolare il problema dell’appalto gratuito, ovverosia ‘sponsorizzazione’
a 1 euro più 250 mila euro di rimborso link all’articolo completo >>>
spese. Il Tar Calabria con sentenza 1507/2018 del 2 agosto accoglie quindi il ricorso, ritenendo che “la configurabilità di un appalto pubblico di servizi a titolo gratuito si pone in disarmonia rispetto a tale affresco (normativo relativamente agli appalti pubblici e all’equo compenso, ndr), tenuto conto che non ogni servizio prestato reca con se vantaggi curricolari e di immagine tali da garantire, sia pure indirettamente, vantaggi economici tali da soddisfare il diritto a un equo compenso”.
Sismabonus:
il vademecum completo coi particolari sull’acquisto di case antisismiche
Agenzia delle Entrate: il pratico vademecum sul Sismabonus illustra in cosa consiste l’agevolazione, chi sono i soggetti interessati dai benefici, quali sono i vantaggi fiscali e le modalità per accedere alla misura di favore
Matteo Peppucci Collaboratore INGENIO
È arrivato: il vademecum ‘all inclusive’
sul Sismabonus dell’Agenzia delle Entrate, aggiornato alla Legge di Bilancio 2019 e alle ultime novità. Il documento rappresenta senza dubbio una guida utile e completa sul tema.
L’argomento, ovviamente, è quello delle detrazioni per gli interventi antisismici (“sismabonus”).
Dopo una breve sezione introduttiva, il pratico vademecum illustra in cosa consiste l’agevolazione, chi sono i soggetti interessati dai benefici, quali sono
i vantaggi fiscali e le modalità per link all’articolo completo >>>
accedere alla misura di favore.
Trovano spazio nella guida anche la disciplina degli interventi effettuati sulle parti comuni di edifici condominiali e il nuovo incentivo per l’acquisto di case antisismiche.
Sismabonus: cos’è
Per gli interventi di adozione di misure antisismiche sugli edifici, il decreto legge n. 63/2013 ...
9 primo piano 8 primo piano
ETA
EUROPEAN TECHNICAL APPROVAL
n° 18/0314
Regime forfettario, altro giro altro
chiarimento: la soglia si basa sui ricavi!
Novità e riepilogo
Matteo Peppucci Collaboratore INGENIO
I contribuenti ricadono nell’ambito di applicazione del regime forfettario o dell’imposta sostitutiva del 20% in base alla soglia di ricavi/compensi conseguiti/percepiti nell’esercizio precedente
Alessio Villarosa, sotto-segretario alla presidenza del Consiglio dei Ministrti, ha fornito importanti chiarimenti sul regime forfettario in commissione finanze alla Camera, al question time n. 5-01486.
Ecco i dettagli:
• soglia basata sui ricavi: i contribuenti ricadono nell’ambito di applicazione del regime forfettario o dell’imposta sostitutiva del 20% in base alla soglia di ricavi/compensi conseguiti/percepiti nell’esercizio precedente, a nulla rilevando, a tal fine, i costi sostenuti, né il reddito conseguito;
• accesso allargato: dal 2019 potranno accedere a tali discipline di favore i soggetti che impiegano nell’attività dipendenti, collaboratori e quelli che utilizzano beni strumentali di qualsivoglia valore;
• fuori le associazioni tra professionisti:
l’ambito soggettivo sia del regime forfetario, che della disciplina dell’imposta sostitutiva è circoscritto alle persone fisiche esercenti attività d’impresa, arte o professione, con esclusione, dunque, dei contribuenti che esercitano tali attività in forma associata.
Altri chiarimenti importanti riguardano inoltre l’applicabilità dell’esenzione dell’Iva, a partire dal 2020, che per gli imprenditori
individuali ed esercenti arti o professioni con ricavi fino a 100 mila euro è
subordinata al rilascio di una richiesta di misura di deroga agli organi comunitari.
“Per i contribuenti che aderiranno a tale modalità di tassazione, il reddito è determinato con le modalità ordinarie, e non con quelle previste per il regime forfettario”.
link all’articolo completo >>>
11 primo piano 10 normativa urbanistica ed edilizia
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Pergotende & C.:
analisi delle sentenze e commenti
Ermete Dalprato
Professore a c. di “Pianificazione territoriale e urbanistica” all’Università degli Studi della Repubblica di San Marino
Il caso Pergotenda
La “pergotenda” è un termine entrato da poco nel lessico tecnico, tanto che ho consultato il Vocabolario Treccani: conosce la pergola, il pergolato, la tenda ma non la pergotenda.
Un’invenzione recente dunque, tanto recente da non essere ancora contemplata nei vocabolari …
Verrebbe allora da pensare che sia un’innovazione capace di risolvere un sacco di problemi operativi.
Poi in realtà ho scoperto che da un po’ di tempo a questa parte la pergotenda è uno degli oggetti più gettonati all’attenzione della magistratura amministrativa e penale e dei commentatori e mi è sorto il dubbio che anziché risolvere problemi ne abbia creati.
A parlare di pergotende in atti ufficiali è stato proprio il Legislatore e precisamente nella stesura del Glossario quando introduce il nuovo termine al n. 50 dell’allegato al d.m. 2 marzo 2018.
Ma il Legislatore lo sa che cos’è la
“pergotenda”?
Direi di no perché è vero che usa il vocabolo ma non lo definisce, lasciando la sua interpretazione più ad una “suggestione” che alla tecnica o al diritto. Anzi (come vedremo) sarà il Giudice
amministrativo a doversene far carico.
Noi, che siamo degli intuitivi, arriviamo a pensare che il termine derivi da una contaminazione lessicale tra tenda e pergola e dunque, per assimilazione, la pergotenda sia una sorta di ippogrifo, una via di mezzo tra una tenda e una pergola; ma con quali peculiari caratteristiche ? L’intuizione e la fantasia non bastano a fare il diritto. E, in ogni caso dobbiamo chiederci a cosa serve e perché ha suscitato tanto interesse nella giurisprudenza? Che mette in luce altrettanto retrostante contenzioso.
Facciamo allora un po’di chiarezza. E, soprattutto andiamo con ordine mettendo in fila gli strumenti giuridici cui dobbiamo fare riferimento (le nostre fonti, insomma).
Lo faremo richiamandole in ordine cronologico (che pure ha la sua importanza da un punto di vista logico-evolutivo).
Pergotende & C: l’analisi
Dapprima è stata emanata l’INTESA del 20 ottobre 2016 che all’allegato A ha statuito le “definizioni uniformi” della terminologia
13 progettazione strutturale 12 normativa urbanistica ed edilizia
edilizia e urbanistica redatta affinché tutti (ma proprio tutti), quando parlano tra loro di oggetti e parametri urbanistici ed edilizi, con lo stesso termine intendano la stessa cosa da Palermo ad Aosta superando quella fantasiosa diversità che i piani regolatori e i regolamenti edilizi erano venuti accumulando nel tempo.
A questo ha fatto seguito il 25 novembre del 2016 il d.lgs. 222 che ha profondamente modificato il DPR 380/01 ed ha anche predisposto uno specifico Allegato (A) in cui ha – per così dire – incrociato le disposizioni del rinnovato regime amministrativo degli atti edilizi con le “categorie di intervento edilizio”
(inizialmente contenute negli articoli 3, 6 e 10 del DPR 380/01 nell’originaria stesura, diffusesi poi nel tempo anche in altri contesti normativi dello stesso DPR ma non solo).
L’allegato A ha dunque (proficuamente)
sistematizzato il coacervo delle definizioni degli interventi edilizi riportando in una tabella, a fianco di ognuna di esse, lo specifico atto amministrativo
(per dir meglio, lo specifico procedimento link all’articolo completo >>>
abilitativo) necessario per la loro esecuzione e la citazione dell’articolo di legge che lo descrive.
Con l’obiettivo condivisibile di essere esaustiva e cioè onnicomprensiva di tutti gli interventi possibili che si possono attuare sulle costruzioni.
Sono elencate ben 105 tipologie di intervento, esposte su 53 pagine che dovrebbero (questo è l’intento) essere tutte (e sole) quelle che le leggi individuano e definiscono. Non ci sono (rectius non ci dovrebbero essere) altre tipologie di opere.
Un lavoro titanico; non chiamiamolo di
semplificazione, perché semplificazione non è (la semplificazione è altra cosa), ma certamente di razionalizzazione (o, se volgiamo essere ancor più raffinati, di esemplificazione); comunque di grande utilità pratica perché ognuno può ricercare l’intervento che intende eseguire e da questo risalire a quale procedura deve attivare.
Avendo a fianco di ognuna il richiamo legislativo che la disciplina.
Collegare elementi lignei a murature
esistenti: il sistema di connessione diretta
Claudio Ferrari
Socio e direttore tecnico della società d’ingegneria A.I.erre engineering S.r.l.
Roberto Greppi
Divisione Consolidamento TCS S.r.l.
Un sistema di connessione diretto delle coperture sulla base delle prescrizioni del DM 17.01.2018 e della Circolare n. 7/2019
Il §4.4.9 del DM 17.01.2018 precisa che la capacità e deformabilità dei mezzi di unione devono essere determinati sulla base di prove meccaniche, consentendo anche l’impiego di normative di comprovata validità. Nel caso di sistemi di unione di tipo speciale l’impiego è ammesso purché il comportamento sia individuato su base teorico e/o sperimentale. La stessa Circolare del 21/01/2019, n. 7, fornisce ulteriori chiarimenti in proposito.
Frequentemente si pone il problema di collegare elementi lignei a strutture esistenti in
muratura e pertanto non è a priori noto il comportamento dell’unione se non utilizzando i principi sottesi alla letteratura tecnico scientifica che tratta l’argomento per casi analoghi ritenuti estendibili (sotto la responsabilità del progettista) a quello in esame.
Un altro aspetto da considerare è quello che impone al progettista di fornire le modalità di realizzazione e di messa in opera dei sistemi di connessione (§C.4.4.9 – Circ.
7/2019) e impone al direttore dei lavori di verificarli nelle reali condizioni di impiego in opera (§4.4.9 del DM 17.01.2018).
Partendo da queste considerazioni e dalla
15 primo piano 14 progettazione strutturale
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necessità di analizzare le fasi di lavoro per una corretta posa in opera (anche dal punto di vista della facilità di esecuzione), si espongono i risultati di una serie di prove sperimentali che simulano un sistema di connessione diretto (cosiddetto “a secco”), con alcuni spunti per l’interpretazione e l’utilizzo dei dati sperimentali, al fine di una corretta ideazione progettuale a garanzia dell’efficienza dell’opera.
Schema del comportamento in presenza di azioni sismiche
Analizzando il comportamento di una copertura a 2 falde, soggetta ad azione risultante H in colmo, è possibile riscontrare l’attivazione di un meccanismo di disarticolazione del tipo a quadrilatero articolato piano (Figura 1) che dipende dalla rigidezza del piano di falda Ki. La distribuzione delle azioni r sul perimetro (Figura 1) con risultante R, ha entità variabile in funzione della rigidezza del piano di falda, (Figura 2). Nel caso di rigidezza nulla (Ki = 0) si hanno valori al perimetro pari ad H/4, nel caso di rigidezza infinita (Ki = ∞) il valore è pari ad H/2 mentre nel caso di rigidezza diversa da zero (Ki ≠ 0) il valore tende ad H/3. Nella configurazione con piano di falda rigido (Ki = ∞) si ha un incremento massimo sui bordi di 0,5/0,25 = 2 volte, rispetto alla configurazione con piano di falda a rigidezza nulla; orientativamente i valori che normalmente si riscontrano sono quelli con rigidezza non trascurabile (Ki ≠ 0) con incrementi di 0,3/0,25 = 1,2 volte.
L’efficacia del sistema dipende pertanto dalle connessioni tra gli elementi lignei ma anche dai collegamenti al bordo perimetrale, molto spesso realizzati con la collocazione di un elemento ligneo alla muratura sottostante (Figura 3), evitando cordoli in cemento armato.
Problematiche connesse ai sistemi di connessione su murature
La problematica delle connessioni ai bordi degli edifici in muratura è spesso connessa alla tecnica di realizzazione che deve garantire un trasferimento efficace dell’azione nel piano degli
Figura 1 – comportamento del piano di falda
Figura 2 – meccanismi di trasferimento del carico – situazioni limite (falda deformabile e non deformabile)
Figura 3 – modalità di posa con ancorante
link all’articolo completo >>>
elementi e frequentemente prevede l’impiego di sistemi con ancoranti, (Figura 3).
Le modalità di realizzazione (Figura 4) impongono una sequenza di lavorazione connessa alla
necessità dell’esecuzione preventiva del foro per la collocazione dell’ancorante e successivamente l’inserimento della connessione.
Figura 4 – sequenze di posa – sistema con ancorante
17 progettazione strutturale 16 progettazione strutturale
Caratterizzazione tipologico-strutturale di edifici esistenti in c.a.:
l’analisi di un caso studio
Valentina Amedeo, Alessandro P. Fantilli, Bernardino Chiaia Politecnico di Torino – DISEG
Paola Marchiò, Giuseppe Stivala CDM DOLMEN
Il caso studio di edifici nel Comune di Sant’Antonino di Susa
Scopo della tesi è stato la caratterizzazione strutturale ed energetica di un edificio in calcestruzzo armato costruito nei primi anni ottanta, scelto come caso studio in funzione dei dati raccolti mediante la compilazione della scheda CARTIS per il Comune di Sant’Antonino di Susa e sulla base dei risultati del progetto europeo TABULA. Lo studio effettuato ha permesso non solo di evidenziare le carenze strutturali ed energetiche tipiche degli edifici costruiti in epoche passate, ma anche di sviluppare un’analisi semplificata di carattere ambientale, inerente l’ammontare di emissioni di CO2, nell’ipotesi che vengano eseguiti interventi di miglioramento strutturale ed energetico.
Il presente articolo ha lo scopo di illustrare l’analisi strutturale che è stata fatta ed esaminarne i risultati ottenuti, verrà quindi trascurata la parte relativa all’aspetto di caratterizzazione energetica.
L’importanza della conoscenza del comportamento strutturale degli edifici
La conoscenza del patrimonio edilizio italiano è divenuta, nel tempo, materia di primario interesse perché è alla base di considerazioni inerenti tanto il comportamento strutturale quanto le
caratteristiche energetiche del costruito nazionale.
L’aspetto strutturale è basilare allo scopo di ridurre, attraverso la programmazione di interventi
di miglioramento o di adeguamento strutturale, l’elevata vulnerabilità sismica che accumuna la maggior parte degli edifici residenziali italiani.
Secondo i dati raccolti con l’ultimo censimento ISTAT (2011), in Italia, paese a medio-alta pericolosità sismica, il 74.1% dei quasi 12.200.000 edifici residenziali è stato costruito in epoche precedenti al 1980,con il 65% di questi ultimi che risale ad un periodo compreso tra il 1946 e il 1980.
Si tratta, pertanto, di un parco edilizio piuttosto obsoleto, per lo più non progettato secondo i moderni criteri antisismici (basti pensare che fino al 1981 solo un quarto del territorio nazionale era classificato sismico), e spesso concepito senza nessuna attenzione al tema del risparmio energetico, aspetto normato per la prima volta nel 1976.
Per poter scegliere il caso studio e,
successivamente, investigare nel dettaglio le sue caratteristiche strutturali ed energetiche, sono dapprima state identificate le classi di edifici ordinari costituenti il patrimonio edilizio di Sant’Antonino di Susa, Comune della Città Metropolitana di Torino classificato in zona sismica 3s. In funzione delle tipologie strutturali, descritte mediante la compilazione della scheda CARTIS, è stato scelto il caso studio da analizzare: un edificio in calcestruzzo armato risalente ai primi anni ottanta.
La scheda CARTIS e l’analisi delle tipologie strutturali del Comune di Sant’Antonino di Susa
La necessità di conoscere le caratteristiche del patrimonio edilizio italiano ha portato allo sviluppo, da parte di differenti organi competenti, di schedature impiegate per la raccolta di dati utili per la stima della vulnerabilità strutturale, dell’esposizione sismica e per la descrizione del costruito nazionale.
Nella presente trattazione viene impiegata la scheda CARTIS, sviluppata nell’ambito del Progetto ReLUIS 2014-2016, per determinare e descrivere le tipologie costruttive prevalenti che caratterizzano il costruito di Sant’Antonino di Susa, comune della bassa Val di Susa di circa 4200 abitanti.
La compilazione della scheda ha richiesto la ricerca e lo studio preliminare di cartografie e documenti in grado di fornire indicazioni sul patrimonio edilizio esistente e su come esso sia cresciuto e mutato nel tempo.
Il quadro che emerge dal contesto santantoninese rispecchia appieno la condizione italiana
fotografata dai dati ISTAT raccolti con il
censimento del 2011: a prevalere sono gli edifici costruiti nel periodo compreso tra il 1946 e i primi anni Ottanta.
La scheda CARTIS prevede la suddivisione del link all’articolo completo >>>
territorio in aree, definite comparti, entro i quali identificare le tipologie costruttive prevalenti che sono racchiuse al loro interno.
La suddivisione in aree omogenee per età di primo impianto e/o per le tecniche costruttive strutturali impiegate per la realizzazione dei soli edifici ordinari ha portato all’identificazione di quattro comparti. Mentre il comparto C01 racchiude il centro storico (che si sviluppa prevalentemente lungo via Torino) e i nuclei frazionali (borgate Cresto, Maisonetta, Vignassa, Codrei, Mareschi, Santamborno e Pian Palmero), l’area C02 si sviluppa prevalentemente in prossimità del centro storico ed è stata definita considerando le Aree Consolidate di Vecchia Formazione definite nel Piano Regolatore. A causa della disomogeneità del tessuto edilizio santantoninese non è stato possibile definire delle microzone in grado di raggruppare efficacemente gli edifici di più recente costruzione, ma si è dovuto optare per la perimetrazione di un unico comparto, denominato C03, che, pertanto, risulta essere quello con maggior estensione superficiale. Il comparto C04 è stato impiegato per identificare quelle porzioni di territorio in cui sono presenti edifici non ordinari, di tipo industriale e pubblico, che per le loro caratteristiche sono esclusi dalla descrizione tipologico-strutturale condotta con la compilazione della scheda CARTIS.
19 primo piano 18 progettazione strutturale
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Interventi di miglioramento sismico
di una scuola in muratura: la relazione di calcolo con le modellazioni
Valter Cimini
Ingegnere - Capogruppo del R.T.P.
Il presente progetto è stato finalizzato al miglioramento sismico dell’edificio di proprietà comunale, l’istituto scolastico “ITC Comi” di Teramo. L’intervento proposto non ha trasformato l’edificio in un organismo edilizio in tutto o in parte diverso da quello esistente, non ha determinato incremento né di volumetria, né di superficie utile, ma ha conservato e valorizzato l’aspetto architettonico del plesso scolastico, aumentandone il grado di sicurezza globale e delle singole componenti strutturali, nel rispetto della normativa vigente.
L’ITC Comi di Teramo: un edificio storico in muratura portante danneggiato dal sisma del 2009. La descrizione generale della struttura
A seguito dell’evento sismico principale del 06/04/2009 e del successivo sciame sismico, l’edificio ha riportato seri danneggiamenti alle componenti strutturali e non, tali da renderlo inutilizzabile e oggetto del presente progetto di miglioramento sismico. Si precisa inoltre che, a seguito del sisma dell’agosto 2016 e del gennaio 2017, il quadro dei danneggiamenti esistenti non ha subito stravolgimenti e non si sono evidenziate nuove criticità o danneggiamenti di altra natura per i quali si dovessero rendere necessari interventi di natura differente di quelli già previsti ed inseriti in fase di progetto definitivo.
È stato realizzato un intervento mirato al
miglioramento sismico della struttura in oggetto.
Per poter valutare il livello di sicurezza della struttura è stata eseguita una doppia modellazione, una prima denominata ante operam in cui è stato descritto, attraverso il modello, lo stato di fatto in cui versava la struttura.
Nella modellazione post operam invece sono state apportate tutte le modifiche di natura strutturale al fine di ottenere un livello di sicurezza sismica fino al raggiungimento di un determinato tempo di ritorno.
Il plesso scolastico è costituito da 3 distinti corpi di fabbrica principali, tra loro connessi e collegati, oltre ad elementi di collegamento (passerella, scale ed ascensore), tutti prospicienti su un cortile interno recintato, come in seguito specificato:
- edificio storico (1904-1914) destinato ad aule e laboratori, costituito da tre piani fuori terra oltre un piano sottotetto ed un seminterrato, avente struttura portante in muratura e copertura con capriate in legno di tipo a padiglione e manto con tegole marsigliesi. La superficie coperta complessiva di tale edificio è pari a 6.687,30 mq, oggetto del presente progetto;
- edificio annesso (1965-1970) destinato ad aule e laboratori, costituito da tre piani fuori terra, avente struttura portante intelaiata in calcestruzzo armato e copertura a falde, non interessato dal presente progetto;
- edificio annesso palestra (1965-1970),
21 progettazione strutturale 20 progettazione strutturale
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costituito da un piano fuori terra, avente struttura portante intelaiata in calcestruzzo armato e copertura piana non interessato dal presente progetto;
- i l collegamento tra i vari corpi di fabbrica è realizzato tramite una passerella in acciaio, vincolata strutturalmente ai due edifici principali (edificio storico ed annesso), non interessato dal presente progetto;
- a servizio dei plessi scolastici sono presenti n°2 scale di emergenza in acciaio esterne, una per ciascun plesso oltre un impianto ascensore anch’esso esterno a servizio
dell’edificio storico. Tali elementi strutturali sono strutturalmente indipendenti dagli edifici di cui sono a servizio e non sono interessati dal presente progetto;
- il cortile interno, risulta essere lo spazio destinato ai vari punti di raccolta in caso di emergenza, in quanto su di esso confluiscono sia le scale di emergenza dai piani superiori, che le uscite di sicurezza del piano terra.
La descrizione strutturale dell’edificio scolastico teramano
La struttura dell’edificio è realizzata in muratura portante, con setti ortogonali nelle due direzioni ben ammorsati nella maggioranza delle situazioni ispezionate, orizzontamenti a volta di differente tipologia escluso l’ultimo impalcato realizzato con
Figura 1 – Facciata dell’ITC Comi di Teramo
travetti in ferro e tavelloni e la copertura realizzata con struttura in legno
massiccio di tipo spingente.
La copertura, essendo stata nel corso degli anni oggetto di successivi e molteplici interventi di riparazione e rimaneggiamenti, si presentava con una struttura non identificabile nei classici schemi statici, ma con situazioni non accettabili staticamente (appoggi di travi in falso, appoggio di capriate su più punti, collegamenti di travi principali e secondarie, etc.), tali da imporne obbligatoriamente una sua sostituzione globale.
La struttura di fondazione, da quanto è risultato dalla documentazione acquisita, è posta ad una profondità di circa -3.50 mt dal piano di campagna e risulta essere realizzata con un inspessimento della muratura sovrastante, avente una sezione rettangolare mentre non si hanno ulteriori informazioni
relativamente alle altre componenti strutturali.
I tre piani destinati alle attività didattiche (terra, primo e secondo) sono collegati da n°2 scale interne disposte in posizione planimetrica opposta e sono collegati allo spazio esterno per mezzo di una scala di emergenza in acciaio, realizzata con una struttura indipendente.
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Strutture in c.a.:
la verifica dei nodi dopo la Circolare NTC 2018
Braian Ietto
Ingegnere - Studio di Ingegneria Riccardo Chetoni Braian Ietto
Nel precedente articolo “La verifica dei nodi con le NTC 2018 nelle strutture in c.a.”
abbiamo già parlato delle novità introdotte dalle NTC2018 per quanto riguarda le strutture in
cemento armato, in particolare, dell’obbligo delle verifiche di resistenza dei nodi nelle strutture a telaio.
Obbligatorie a prescindere dalla classe di duttilità scelta e addirittura necessaria anche per le strutture non dissipative.
Queste verifiche, estremamente rigorose, hanno portato non pochi problemi a chiunque si sia approcciato alla progettazione di nuove strutture in c.a. a telaio tant’è che, uno dei motivi principali di attesa per la circolare applicativa era proprio quella di risolvere questo enorme problema.
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Cosa è cambiato con la Circolare applicativa
Partiamo dalla cosa più importante: la Circolare chiarisce che, differentemente da quanto indicato nelle Norme, le verifiche di resistenza dei nodi (paragrafo 7.4.4.3.1 delle NTC 2018) si applicano alle strutture in classe di duttilità alta e nei nodi non confinati nelle strutture in classe di duttilità bassa. Le strutture non dissipative sono completamente escluse.
Purtroppo mi pare doveroso fare due osservazioni a riguardo:
· questo risolve l’aspetto tecnico ma non quello legale in quanto la circolare, a differenza della Normativa, non è cogente;
· la circolare, prima di inserire questi chiarimenti, nella premessa del capitolo riguardante i nodi trave-pilastro, afferma: “Il progetto dei nodi è essenziale, indipendentemente dal comportamento strutturale prescelto, perché le sollecitazioni da taglio all’interno del pannello donale è decisamente più elevata dell’analoga sollecitazione nei pilastri.” per poi scrivere che le verifiche sono obbligatorie solo in CD “A” e per i nodi non confinati in CD “B”.
Purtroppo ci ritroviamo sempre a fare i conti con dubbi ed ambiguità che sono delle
trappole tremende per noi progettisti in caso di contenziosi.
La zona efficace del nodo
Vengono introdotti dei semplici schemi dove viene indicato come valutare la zona efficace del nodo
al fine del trasferimento dei carichi. Le armature trasversali nelle due direzioni dovranno essere quindi contenute all’interno della zona identificata.
Cosa cambia con le verifiche
Le formule rimangono quelle di normativa, vengono fatte solo due precisazioni:
· è consigliato utilizzare, per la resistenza a trazione, la stessa formulazione per entrambe le direzioni di verifica del pannello locale, quindi o la [7.4.10] o le [7.4.11] e la [7.4.12].
Purtroppo sappiamo che il termine “consigliato”
si traduce quasi sempre, almeno in Italia, in
“obbligatorio”;
· è possibile tener conto dell’effetto di confinamento del calcestruzzo così come indicato al § 4.1.2.1.2.1 delle NTC2018, ponendo aj = 0,48 (fck,c / fck), avendo cura di considerare soltanto il volume di calcestruzzo effettivamente confinato.
Le verifiche secondo le NTC2018
La domanda a taglio in direzione orizzontale deve essere calcolata tenendo conto delle sollecitazioni più gravose che, per effetto dell’azione sismica, si possono verificare negli elementi che vi confluiscono.
Viene calcolata con le seguenti formule:
in cui:
- Yd vale 1,20 per le strutture in CD “A”, 1,10 per le strutture in CD”B” e quelle non dissipative;
- As1 ed As2 sono rispettivamente l’area
dell’armatura superiore ed inferiore della trave - VC è la forza di taglio nel pilastro al di sopra
del nodo, derivante dall’analisi in condizioni sismiche.
Analizzando le due formule possiamo vedere che l’unico parametro con cui possiamo abbassare la domanda è diminuire il più possibile l’armatura longitudinale As1 e As2.
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25 primo piano 24 costruire in acciaio
Cosa dice la Circolare delle NTC
in merito al processo di esecuzione delle opere in acciaio
Franco De Pizzol
Ingegnere - Responsabile Divisione Sistemi e Strutture in Acciaio di UNICMI
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La Circolare: documento necessario oppure no?
Accogliamo, ad un anno dall’avvenuta adozione con D.M. 17 gennaio 2018 dell’aggiornamento delle Norme Tecniche per le Costruzioni di cui all’art. 21 della L. 5 novembre 1971 n. 1086, la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n.35 dell’11 febbraio 2019 (Supplemento ordinario) anche dell’afferente Circolare esplicativa approvata dal C.S.LL.PP.
Da un punto di vista generale continua a destare stupore un Paese ove un documento di natura eminentemente tecnica (che ha tra l’altro seguito un percorso di aggiornamento lungo ben 10 anni in luogo dei 2 previsti dalla L. citata), necessiti di un documento supplementare a scopo esplicativo per consentirne l’impiego da parte dei diversi soggetti coinvolti. Necessità da un lato reclamata a gran voce dalla categoria dei professionisti (progettisti, direttori dei lavori, collaudatori, ecc.), che sono giunti a formalizzare la richiesta di posticipare l’entrata in vigore del D.M. recante l’aggiornamento sino ad avvenuta resa disponibilità anche della Circolare in esame, dall’altro negata da parte del soggetto ministeriale peraltro estensore, che ne ha sancito la non indispensabilità ai fini dell’attuazione degli effetti del D.M. stesso. Quindi, documento necessario oppure no? Abbiamo interesse che organi ministeriali operino per la redazione ed emissione di documenti non necessari? Abbiamo necessità di disporre di documenti tecnici di riferimento per specifici settori industriali nazionali
che costituiscano lo stato dell’arte all’attualità di emissione ed “autoesplicanti”? L’ulteriore decennio trascorso invano relativamente all’avvio del processo (certamente non agevole e
proprio perciò destinato a non essere breve) di trasformazione del criterio generale di approccio delle Norme Tecniche nazionali per le Costruzioni da “prescrittivo” a “prestazionale” (così come l’intero sistema normativo comunitario del settore ha da tempo invitato a fare), non è tema pertinente ad un articolo dedicato al commento di taluni passaggi della Circolare esplicativa.
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Calcestruzzi fibrorinforzati (FRC)
e Circolare: ancora troppo attaccati all’approccio prescrittivo
Christian Pierini
Ingegnere libero professionista
Il Calcestruzzo fibrorinforzato (FRC), il nuovo materiale strutturale per le costruzioni
Il calcestruzzo fibrorinforzato è una delle novità più interessanti introdotte dal D.M.
17/01/2018, il quale assegna finalmente a questo materiale lo status di “materiale da costruzione” da impiegare in usi strutturali.
Dovrebbe così compiersi un passaggio
potenzialmente rivoluzionario per il calcestruzzo, il quale potrà essere progettato ed utilizzato sia come materiale resistente a compressione, che come materiale intrinsecamente resistente a trazione.
Tuttavia il calcestruzzo fibrorinforzato è utilizzato in larga scala già da anni come materiale strutturale in settori specifici delle costruzioni, come ad esempio nelle pavimentazioni industriali e nella prefabbricazione, settori in cui le ditte impiegano ingenti quantità di calcestruzzo e in cui i costi della manodopera associata alle armature tradizionali assumono un importante rilievo.
Anche prima dell’uscita delle NTC 2018 era possibile “teoricamente” utilizzare il calcestruzzo fibrorinforzato per usi strutturali, anche se nominato esplicitamente al Par. 4.6 delle NTC 2008 come
“materiale non tradizionale”, citando: “I materiali non tradizionali o non trattati nelle presenti norme tecniche potranno essere utilizzati per la
realizzazione di elementi strutturali od opere, previa autorizzazione del Servizio Tecnico Centrale su parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici …”. “Si intende qui riferirsi a materiali quali (…) calcestruzzi fibrorinforzati…”.
Quindi le NTC 2008, obbligando il produttore a richiedere l’autorizzazione al Consiglio Superiore dei Lavori Pubbilici, rendevano “di fatto” inutilizzabile tale materiale per scopi strutturali se non in settori specifici come appunto la prefabbricazione, in cui i produttori dovevano comunque richiedere l’autorizzazione al CSLP per la produzione, e le pavimentazioni industriali
non considerate nella pratica comune, anche se erroneamente, come “strutture”.
Ciò nonostante il Cap. 12 delle NTC 2008 consentiva l’utilizzo delle Istruzioni CNR come normative di comprovata validità, ed è noto che dal 2006 esistono le Istruzioni CNR-DT 204/2006 per la progettazione, l’esecuzione ed il controllo di strutture in calcestruzzo
fibrorinforzato, istruzioni tra l’altro molto complete e dettagliate a cui io stesso, in questi anni, ho fatto largo riferimento per la progettazione ed il controllo di strutture realizzate in FRC.
Inoltre, a livello internazionale, esistono già da tempo normative di comprovata validità che ne contemplano l’utilizzo, tra cui il fib Model Code for Concrete Structures 2010, ovvero il documento precursore degli Eurocodici, nel quale al Par. 5.6 e al Par. 7.7 tratta in modo dettagliato il calcestruzzo fibrorinforzato, sia in termini di proprietà del materiale, che in termini di modalità di verifica agli stati limite delle strutture. In più al Par. 5.6 al punto 3, il fib Model Code introduce un aspetto fondamentale per la progettazione di questo materiale, ovvero la classificazione del FRC.
Pertanto come già succede per la resistenza a compressione, il calcestruzzo viene definito con una “classe di resistenza” anche per le caratteristiche di trazione.
Tale classe è espressa con un numero (1.0, 1.5,
2.0, 2.5, 3.0, 4.0, 5.0, 6.0, 7.0, 8.0, … [MPa]), che corrisponde alla resistenza residua a trazione caratteristica per lo Stato Limite di Esercizio (fR1k), e da una lettera (a, b, c, d, e), che corrisponde al cosiddetto “rapporto di incrudimento” (fR3k/ fR1k), ovvero al rapporto tra la resistenza residua a trazione caratteristica, rispettivamente per lo SLU e per lo SLE. Tale aspetto verrà esplicato meglio nel seguito.
L’attuale quadro normativo
FRC: cosa stabiliscono le NTC 2018
Il D.M. 17/01/2018 introduce il materiale FRC al Par. 11.2.12. CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO (FRC): ‘’Il calcestruzzo fibrorinforzato (FRC) è caratterizzato dalla presenza di fibre discontinue nella matrice cementizia; tali fibre possono essere realizzate in acciaio o in materiale polimerico, e devono essere marcate CE in accordo alle norme europee armonizzate, quali la UNI EN 14889- 1 ed UNI EN 14889-2 per le fibre realizzate in acciaio o materiale polimerico. La miscela di calcestruzzo fibrorinforzato deve essere sottoposta a valutazione preliminare secondo le indicazioni riportate nel precedente § 11.2.3 con determinazione dei valori di resistenza a trazione residua fR1k per lo Stato Limite di Esercizio e fR3k per lo Stato Limite Ultimo determinati secondo le UNI EN 14651:2007.
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Circolare 2019 delle NTC e calcestruzzo:
l’analisi del Capitolo 11, paragrafo per paragrafo
Roberto Marino
Libero professionista ed esperto di calcestruzzo
Osservazioni e commenti relativi al Capitolo 11 - Materiali e prodotti per uso strutturale con particolare riferimento al calcestruzzo
Con la presente nota desidero fare alcune osservazioni e fornire alcuni commenti, del tutto personali, sui paragrafi pubblicati nella nuova Circolare Ministeriale del 2019, relativamente al solo Capitolo 11, MATERIALI E PRODOTTI PER USO STRUTTURALE.
Ai fini di un maggior chiarimento per il lettore, la nota prenderà in considerazione tutti i singoli paragrafi.
Circolare Norme Tecniche: INTRODUZIONE E CAPITOLO 11.1, GENERALITÀ.
Il Direttore Lavori sempre più centrale in tutte le fasi della filiera
Sia l’Introduzione e sia le Generalità, elencano e chiariscono, con dovizia di particolari, tutte le indicazioni, riportate nelle NTC, riguardanti il complesso mondo delle norme, degli organismi di certificazioni e di valutazione, Regolamenti europei, ecc.
A riguardo, non essendo esperto in tale campo, non esprimo alcun giudizio in merito.
La cosa che mi sembra doveroso sottolineare, fin dall’inizio, è che la figura del Direttore dei Lavori assume progressivamente, e sempre di più, un ruolo centrale in tutte le fasi della filiera.
Sia nelle prove preliminari dei materiali
occorrenti, con analisi delle qualifiche e controllo delle certificazioni e sia in corso d’opera
per i Controlli di accettazione e anche nel richiedere l’esecuzione di ulteriori prove di accettazione che faranno parte della Relazione a strutture ultimate e del collaudo statico.
In tale punto la Circolare, come eccezione, permette che l’esecuzione delle prove possano essere effettuate anche da laboratori esterni, adeguatamente attrezzati e competenti, ma che abbiano ricevute il nulla osta da parte del Servizio Tecnico Centrale.
La parte più interessante di questo paragrafo, però, riguarda il compito del
Direttore dei Lavori, non solo nelle fasi di confezionamento, esecuzione/estrazione dei saggi e prelevamento dei campioni, ma anche la corretta conservazione e custodia di detti campionamenti fino all’invio presso i Laboratori di cui al DPR 380/2001.
I produttori sanno bene quanta importanza
rivestano le modalità di conservazione dei prelievi di calcestruzzo che sono spesso oggetto di
contenziosi e discussioni.
La Circolare specifica che tali attività possano essere anche eseguite da personale delegato dalla DL.