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Atlante delle vedute e delle mappe usate per la vettorializzazione di elementi d’interesse

5 APPENDICE

5.1 Cartografia storica utilizzata

5.1.2 Atlante delle vedute e delle mappe usate per la vettorializzazione di elementi d’interesse

Titolo: Treviso secondo e Treviso terzo Data: 1546

Autore: Giovanni Maria Malipensa Iscrizioni ed ornamentazioni: Edizione: Marinelli 1881 Collocazione: BCTv, Ms. 1398

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Documento n.2

Titolo: Prospetto della città vecchia di Treviso avanti il 1509 Data:1896

Autore: Giuseppe Ferretto (fotografia)

Iscrizioni ed ornamentazioni: Prospetto della città vecchia di Treviso avanti il 1509/ Riproduzione

di un disegno dell’epoca,

Pubblicazione: Ferdinando Ongania, Venezia, 1896

Collocazione: BCTv, Ca.3.B.19; BCTv. V.26.D.35; MCVe, H 6706

Figura 28: Treviso, BCTv, Ca.3.B.19, Prospetto della città vecchia di Treviso avanti il 1509,

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Documento n.3

Titolo: Pianta della città di Treviso Data: 1822

Autore: Basilio Lasinio

Iscrizioni ed ornamentazioni: (in alto a destra, dentro la cornice) Chiese particolari e monasteri

soppressi. (in basso, fuori dalla cornice) Fabbriche pubbliche e private (segue elenco). Pianta della Regia città di Treviso/Disegnata e incisa da me capitano Basilio Lasinio l’anno 1822 Treviso, presso Ant. Paluello tipografo. Parrocchie e chiese sussidiarie (segue elenco); fabbriche pubbliche e private (segue elenco)

Pubblicazione: Antonio Paduello, 1922 Collocazione:BCTv, 11989

Figura 29: Treviso, BCTv, 11989, Pianta della città di Treviso, Lasinio B., 1822. L’immagine è

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Documento n.4

Titolo: Pianta di Treviso, da Carlo Agnoletti, Treviso e le sue pievi Data:1898

Autore: Anonimo

Iscrizioni ed ornamentazioni: Tavola n. 1, Pianta di Treviso (in alto a destra); Cappelle esterne (in

basso a destra); Cerchia primitiva/ Cerchia medioevale/ Mura nuove/ Parrocchie/ Monasteri, ospitali o altre chiese/Fiumi

Pubblicazione: Premiato Stabilimento Tipografico Istituto Turazza Collocazione:parte II, carta f.t.

Localizzazione:BCTv

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6 Conclusioni

André Corboz264 ha efficacemente espresso il concetto di territorio: «il territorio è un palinsesto», e gli scenari che osserviamo oggi sono il risultato di un insieme complesso di processi di modificazione, obliterazione e sovrapposizione degli elementi che lo compongono. I processi che intervengono nella trasformazione del territorio, siano essi naturali o antropici, agiscono a diverse scale spaziali e temporali, spesso secondo logiche di interazione e riflessione difficilmente decifrabili. Il carattere dinamico e geografico che caratterizza la metamorfosi del territorio richiede un approccio multidisciplinare e flessibile che permetta di analizzare in maniera sinergica le informazioni che vengono raccolte nell’analisi storica. In questo ambito ricade il lavoro della presente tesi: l’obbiettivo principale è quello di fotografare alcuni dei passaggi cruciali che caratterizzano l’evoluzione storico-urbanistica nell’ambito dell’ospitalità medioevale nel territorio di Treviso. Il carattere multidisciplinare e flessibile dell’analisi storico-urbanistica viene amplificato grazie all’uso dei sistemi informativi territoriali.

Il tema è stato studiato cercando di interpretare le sue diverse dinamiche evolutive: il pellegrinaggio, la nuova tensione spirituale e l’ardente desiderio di coinvolgimento dei laici nella vita religiosa, collegati a loro volta alla grande Riforma della Chiesa iniziata nell’XI secolo.

L’analisi condotta a livello generale sull’origine e l’evoluzione dell’ospitalità nel Medioevo ha introdotto lo studio su scala locale, la città di Treviso dal IX al XV secolo. In questa si assiste ad una proliferazione di esperienze religiose di natura variegata, destinate a ridursi drasticamente fino a confluire dal XVI secolo circa nella nuova, più funzionale modalità associativa confraternale. Tali aspetti della religiosità si riflettono inevitabilmente anche nell’ambito dell’ospitalità, caratterizzata a sua volta da una evoluzione nel tempo e nella geografia alquanto complessa.

L’implementazione del GIS “Hospitalia a Treviso nel Medioevo” ha portato ad una serie di risultati che agevolano e chiarificano tale evoluzione. Di seguito i esiti ottenuti:

- Realizzazione di una banca dati modificabile ed integrabile.

- Georeferenziazione della cartografia storica. Questo ha permesso una fruizione e valorizzazione della cartografia storica, grazie alla salvaguardia delle proprietà metriche ad essa associate.

- Digitalizzazione georeferenziata di elementi utili alla ricostruzione cartografica, attraverso l’analisi integrata delle fonti documentarie e storiche, della cartografia antica e delle orto- foto ad alta risoluzione.

- Realizzazione di nuovi strati informativi.

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100 L’analisi GIS ha costituito quindi un elemento fondamentale nella ricostruzione dell’evoluzione storica degli hospitalia ed ha permesso di analizzare il fenomeno secondo una nuova prospettiva. In particolare le mappe tematiche sull’evoluzione temporale degli hospitalia permettono di fotografare a cadenza secolare l’assetto dell’ospitalità cittadina dal X secolo al XVI. Tali mappe permettono efficacemente di tenere conto della diacronica fondazione dei diversi istituti benefici, dei molteplici cambiamenti di sede e delle diverse interruzioni di missione. Questo ha portato a riconsiderare criticamente la mappa di Angelo Marchesan, che ritrae una città statica, rappresentando simultaneamente quasi tutte le fondazioni ospedaliere. Il che contraddice la prospettiva fondativa di André Corbez, secondo cui il territorio è un palinsesto; la città in generale è un palinsesto, Treviso è un palinsesto. Indagando la realtà trevisana da questa prospettiva, le mappe cronologiche sono riuscite a scomporre, nel territorio preso in esame, tali stratificazioni ed obliterazioni, disegnando un ritratto quanto più fedele possibile dell’intricata evoluzione storico-geografica dell’ospitalità. E’ probabile che senza l’uso dei GIS alcune riflessioni rilevanti non sarebbero venute alla luce, in quanto la rappresentazione cartografica interattiva e dinamica, attraverso la visualizzazione e sintesi delle informazioni, permette di capire meglio i fenomeni indagati. E’ evidente come in situazioni ancora più complesse, descritte da un maggior numero di dati, il GIS sia indispensabile per effettuare tale tipo di indagine.

In conclusione si può confermare come l’applicazione dei Sistemi Informativi Territoriali offra un’ampia prospettiva di ricerca nel campo dell’analisi storica. Le applicazioni possono essere numerose, in quanto è stata avviata una struttura in grado di supportare livelli di complessità sempre più rilevanti, che può ospitare una molteplicità di informazioni provenienti da fonti anche diverse. Risulta evidente che per studiare in maniera più articolata e dettagliata l’evoluzione degli ospedali medioevali, vi sia la necessità di un’analisi storica più approfondita, che permetta di derivare livelli tematici di alto contenuto conoscitivo.

Il progetto che sarebbe interessante sviluppare, su più ampia scala e anche dal punto di vista quantitativo, è la implementazione di un unico sistema informativo storico-geografico, con digitalizzazione e georeferenziazione della cartografia storica rappresentante Treviso e Marca Trevigiana. Questo agevolerebbe ricerche mirate e approfondimenti ad esempio, sull’incremento in termini di lasciti testamentari della proprietà fondiaria degli ospedali, sulla toponomastica storica, sul sistema infrastrutturale, sulla gestione dei mulini da parte degli ospedali e sulle entrate che tale risorse comportavano.

Il GIS “Hospitalia a Treviso nel Medioevo” rappresenta una base informativa da ampliare con ulteriori informazioni rilevanti. Ad esempio vari documenti e rappresentazioni iconografiche relative agli edifici ospedalieri possono essere agevolmente georeferenziati facilitando l’analisi

101 dell’evoluzione degli hospitalia e del loro intorno nel tempo. Si pensi ad esempio ad un livello informativo che riporti le rappresentazione artistiche (vedute, scorci di città, piante) degli hospitalia con approccio similare al geo-tagging utilizzato nelle mappe attuali via web, che permette di georiferire le immagini in funzione della localizzazione del punto di presa o dell’oggetto fotografato. Infine la possibilità di utilizzare i GIS su supporti mobili (ovvero GIS montati su palmari e tablet) sia in fase di acquisizione delle informazioni che in fase di fruizione (ad esempio con le geo-guide) costituirebbe senza dubbio un valore aggiunto al progetto, anche in termini di fruizione culturale.

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