JASMIN NONIS*
Istituto Comprensivo “R. M. Rilke”**
Duino Aurisina
SUNTO
Una delle principali difficoltà che il docente neo-assunto deve affrontare è l’impatto con la Scuola reale, che può essere meglio governato grazie al rafforzamento di opportune esperienze di tirocinio/tutoraggio, da proporre nell’ambito dei percorsi di formazione iniziale alla docenza secondaria. Solida padronanza delle competenze digitali e metodologico-didattiche, disponibilità alla collaborazione e all’interdisciplinarità, attitudine a governare situazioni complesse, sembrano indubbiamente aspetti essenziali per docenti chiamati a operare con adeguata professionalità nella Scuola.
PAROLE CHIAVE
SCUOLE SECONDARIE /SECONDARY SCHOOL;FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI / TEACHER TRAINING; TIROCINIO / TRAINING; TUTORAGGIO / TUTORING; INTERDISCIPLINARITÀ / INTERDISCIPLINARITY; COMPETENZE METODOLOGICO-DIDATTICHE /METHODOLOGICAL AND DIDACTIC SKILLS;COMPETENZE
DIGITALI /DIGITAL SKILLS.
1.L’
IMPATTO CON LAS
CUOLA REALESono Jasmin Nonis, attualmente Dirigente Scolastico presso il Liceo Artistico “Enrico e Umberto Nordio”1 di Trieste. Prima di ricoprire questo ruolo, ho insegnato per dieci anni materie letterarie nella Scuola secondaria di primo grado e, quindi, per tre anni sono stata Dirigente Scolastico presso l’Istituto Comprensivo Rilke di Duino-Aurisina (TS).
Come tutti i colleghi all’inizio della loro carriera professionale, ho incontrato le difficoltà del primo periodo, dell’impatto con la classe e con il mondo reale della
* Dirigente Scolastico, alla data delle Giornate di Studi, dell’Istituto Comprensivo “R. M. Rilke” di Duino-Aurisina (TS).
Attualmente è Dirigente Scolastico del Liceo Artistico “Enrico e Umberto Nordio” di Trieste.
** Afferenza alla data delle Giornate di Studi.
scuola in generale. Infatti, il primo scoglio importante per un docente è proprio la diversità molto marcata fra la scuola teorica che ha appreso nel corso dei suoi studi e la scuola reale, in cui si trova poi a operare.
Figura 1. La Scuola secondaria di primo grado “C. De Marchesetti” dell’Istituto Comprensivo “R. M. Rilke” di Duino-Aurisina (TS).
Da qualche anno, i percorsi formativi sono stati arricchiti con una fase di tirocinio e di tutoraggio: a mio parere, questa è una parte indispensabile della formazione e andrebbe incrementata, perché rappresenta il punto di incontro fra teoria e realtà, fra lo studio di un argomento didattico o di un aspetto pedagogico e la sua concreta possibilità di realizzazione.
2.L
E COMPETENZE DIGITALIUn altro aspetto importante per il docente è oggi la competenza nell’uso delle nuove tecnologie e la conoscenza dei software didattici adatti alla propria disciplina. Ciò non soltanto perché la padronanza delle tecnologie è una richiesta precisa che ci giunge dall’Europa2 e dal mondo, bensì perché il loro utilizzo garantisce agli studenti la promozione di una competenza aggiuntiva, trasversale, fondamentale per diverse ragioni.
Figura 2. L’aula informatica della Scuola secondaria di primo grado “C. De Marchesetti”. L’approccio alla tecnologia aiuta gli alunni a sviluppare la capacità di orientarsi nelle informazioni che oramai sono disponibili in quantità esorbitanti; li sprona al
lavoro di squadra, realtà oggi molto diffusa negli ambienti di lavoro.
Infine, non va dimenticato che, grazie alle nuove tecnologie, il docente ha l’opportunità di rendere veramente inclusiva la sua didattica: grazie alle numerose piattaforme di condivisione e ai programmi che rendono sempre più accessibili i contenuti, il docente potrà interagire in modo molto più motivante e diretto con tutti gli alunni in difficoltà3 o a rischio di dispersione, non solo quelli certificati.
3.L
E COMPETENZE METODOLOGICO-
DIDATTICHEDurante il periodo di specializzazione, ogni docente approfondisce la conoscenza della propria disciplina, ne sviscera i nuclei fondanti e impara a progettare interventi didattici.
Ciò che andrebbe potenziato è il carattere interdisciplinare di ciascun insegnamento: infatti, spesso i docenti, dotati di un bagaglio di conoscenze notevole, non hanno gli strumenti per trasmetterle agli alunni sottoforma di competenze, spendibili in una società concreta nonché in continuo divenire, come è quella odierna.
La prima di queste competenze, forse la più importante, consiste nel connettere le informazioni apprese con altre informazioni, provenienti da altri ambiti disciplinari, e di declinarle in base al contesto in cui si opera o all’obiettivo da perseguire.
Questo vale sia per gli alunni, che stanno ancora compiendo il loro percorso formativo, sia per i docenti, che spesso sono a disagio quando devono progettare il percorso di apprendimento con i colleghi, strutturando la loro materia negli aspetti collegabili alle altre o declinandola in base all’indirizzo di studi in cui operano.
Specialmente alla Scuola secondaria di secondo grado, questa criticità si presenta soprattutto per le discipline di base: infatti, mentre è relativamente semplice declinare le materie di indirizzo, può risultare complesso collegare con moduli di apprendimento concreti, ad es. la matematica all’arte o al latino, o l’italiano alla meccanica.
Figura 3. Un’aula della Scuola “C. De Marchesetti” dotata di LIM e di lavagne tradizionali.
4.I
NSEGNANTI PER UNAS
CUOLA IN CONTINUA TRASFORMAZIONEPreparare un docente alla sua professione, per non dire alla sua missione, non è cosa facile, perché negli ultimi anni l’insegnamento è cambiato radicalmente e velocemente4.
La scuola è rimasta troppo indietro rispetto all’evolversi della realtà, della società, e ora ha bisogno di persone dinamiche, flessibili, preparate, che la aiutino a compiere quel salto di qualità e di competenze, quell’avvicinamento al contesto in cui vive, senza il quale rimarrebbe un importante magazzino di conoscenza, ma avulso dal mondo e dalla vita concreta.
S
ITI WEBCompetenze chiave per l’apprendimento permanente,
<http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=URISERV%3Ac11090>, sito consultato il 10.12.2015.
Disabilità - Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) – Bisogni Educativi speciali (BES),
<http://www.istruzione.it/dg_studente/disabilita.shtml#.Vt7lD_nhCM8>, sito consultato il 4.3.2016.
Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo dell’istruzione (Settembre 2012),
<http://www.indicazioninazionali.it/documenti_Indicazioni_nazionali/indicazioni_nazionali_infanzi a_primo_ciclo.pdf>, sito consultato il 10.12.2015.
Istituto Comprensivo Rilke – Duino-Aurisina (TS),
<http://www.icrilke.gov.it/pagine/scheda.php?menu=213>, sito consultato il 10.12.2015.
Liceo artistico Enrico e Umberto Nordio – Trieste,
Le attese delle Scuole del primo ciclo
CINZIA SCHERIANI*
Istituto Comprensivo “Divisione Julia” Trieste
SUNTO
“Imparare facendo” potrebbe essere il motto che ogni docente tirocinante dovrebbe utilizzare quando entra in una scuola che l’accoglie. Nel contempo ogni Dirigente dovrebbe considerare come “risorsa” giovane, creativa e volenterosa colui/colei che entra per la prima volta in un contesto scolastico. Donare la propria esperienza a chi inizia il percorso di avvicinamento all’insegnamento è il modo migliore per trasmettere memoria e costruire una scuola innovativa che mai dimentichi i veri valori e gli insegnamenti fondamentali dell’istruzione.
PAROLE CHIAVE
FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI /TEACHER EDUCATION;SCUOLE SECONDARIE /SECONDARY SCHOOL; TIROCINIO /TRAINING;TUTORAGGIO /TUTORING;COLLABORAZIONE INTER-ISTITUZIONALE /INTER -INSTITUTIONAL COLLABORATION.
1.L’
ACCOGLIENZA DEGLI ABILITANDI A SCUOLAOgni anno, si ripropone l’occasione di accogliere e ospitare studenti universitari che stanno seguendo un percorso definito per abilitarsi all’insegnamento. Nel corso degli anni il tirocinio è divenuto parte della quotidianità per tutte le scuole, quindi possiamo dire di essere preparati all’accoglienza di questi, non sempre giovanissimi, docenti. Il tutoraggio presso le scuole viene affidato a docenti che possono offrire, oltre a una consolidata esperienza didattica, la capacità di instaurare con il neofito e l’Università rapporti di fattiva collaborazione. La figura del Dirigente scolastico è chiaramente significativa, soprattutto per introdurre il giovane docente all’aspetto organizzativo che varia da Istituzione scolastica sia essa di primo o secondo grado.
* Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo “Divisione Julia” di Trieste. Attualmente ha pure l’Incarico di
Figura 1. Logo dell’I. C. Divisione Julia (Fonte: Sito web I. C. Divisione Julia - TS).
Le peculiarità sono insite nel contesto e rivisitate a seconda delle necessità del singolo Istituto, questo è uno dei motivi per il quale si ritiene molto positivo che i tirocinanti possano fare più esperienze in contesti diversi che offrano sollecitazioni e situazioni che potrebbero essere significative per il futuro.
2.I
L TIROCINIO A SCUOLAIl tirocinio all’interno dell’Istituzione scolastica va “concertato” assieme all’Università, al fine di divenire un quadro complessivo univoco di riferimento, in cui formare il docente alla luce di continue e mutevoli normative nazionali.
Nella Tavola Rotonda “Le attese della Scuola”, svoltasi presso l’Università di Trieste, si è discusso proprio dell’importanza del tirocinio nella formazione dei docenti. Personalmente ho un’esperienza in merito che, sicuramente, può ritenersi condizionante, avendo lavorato come supervisore di tirocinio presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Trieste per sette anni consecutivi.
Figura 2. Laboratorio di scrittura creativa a cura della docente R. Cervetti con la collaborazione dell’Accademia del fumetto (Fonte: Sito web I. C. Divisione Julia - TS).
Figura 3. I fumetti dei bambini della Scuola primaria F. Dardi, classe VA, vincitori del concorso “Diabete… presente”, novembre 2015 (Fonte: Sito web I. C. Divisione Julia - TS).
L’impianto riferito alla conduzione della “pratica didattica”, in aggiunta a tutta la modulistica e la documentazione richiesta agli studenti, è stato costruito dal gruppo
di supervisori in un lavoro d’insieme con un pensiero particolare a coloro che, per la prima volta, si accingevano ad avvicinarsi al mondo della scuola con la consapevolezza di un vissuto da docente e non più da discente.
Nel contesto della Tavola rotonda è stato richiesto un parere sull’immissione di questi docenti e le relative aspettative dei Dirigenti scolastici. Personalmente ritengo che la presenza di “apprendisti del sapere” possa essere estremamente importante, soprattutto se le loro competenze sull’organizzazione e sulla disciplina da insegnare sono sufficientemente curate dall’Università in vista del tirocinio in classe.
3.L’
ESIGENZA DI PROMUOVERE UNA FECONDA SINERGIA INTER-
ISTITUZIONALECredo sia opportuna una spiegazione più chiara: spesso ci siamo trovati, in altri tempi, davanti a studenti poco informati e ciò non ha reso facile il nostro lavoro. È necessario, quindi, che all’interno del corso di abilitazione siano chiaramente fornite, proprio dai Dirigenti scolastici, le fondamentali nozioni riferite all’organizzazione scolastica che va dagli Organi Collegiali a tutto ciò che può riguardare un alunno che frequenta un ciclo scolastico definito (soprattutto in merito alla personalizzazione dell’insegnamento, alle competenze sulle norme1 che regolano i DSA2, i BES3 o l’handicap). I nuovi docenti dovrebbero essere definiti “globali”, capaci di competenze disciplinari, didattiche e
trasversali nella considerazione dei curricoli verticali e nella completezza formativa.
Immaginiamo, quindi, un docente in procinto di abilitarsi che giunga in una Istituzione scolastica. Vedrei il suo lavoro organizzato nel seguente modo:
- osservazione del contesto;
- lettura della documentazione dell’Istituto (PTOF4, RAV5, PdM6);
- comparazione con altre documentazioni (da Scuola in Chiaro sito MIUR7);
1 <http://www.istruzione.it/dg_studente/disabilita.shtml>.
2 Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
3 Bisogni Educativi Speciali.
4 Piano Territoriale dell’Offerta Formativa.
5 Rapporto di Autovalutazione.
6 Piano di Miglioramento.