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attività a supporto della balneazione in regime di pronta disponibilità

LEGENDAPALAZZINA UFFICI - PIANTA PRIMO

LA REGIONE CAMPANIA - LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA E IL COMUNE DI ERCOLANO

4 DeFinizioni e acroniMi

5.1 attività di monitoraggio (campionamento, analisi, comunicazione esiti), misure di gestione e informazione al pubblico

5.1.2 attività a supporto della balneazione in regime di pronta disponibilità

aTTiViTÀ Di coMPeTenza arPae

Le attività di competenza Arpae sono le medesime descritte nel capitolo 5.1 e sono riportate di seguito in maniera sintetica:

● prelievo, conferimento al Laboratorio SOD, analisi di eventuali campioni effettuati ai sensi del D.Lgs. n. 116/08 e s.m.i.;

● ricevimento di eventuali campioni prelevati dall’UOIP per l’accertamento di situazioni di potenziale rischio per la salute del bagnante;

● conferimento al Laboratorio SOD ed analisi immediata di eventuali campioni prelevati dall’UOIP per la ricerca di Escherichia coli ed Enterococchi intestinali (il conferimento al laboratorio Arpae dedicato per le analisi di campioni con richieste analitiche diverse avverrà nel primo giorno lavorativo utile);

● aggiornamento del sito web da parte degli operatori dell’USpecA Area Est della Sede di Rimini;

● campionamenti ed analisi campioni effettuate da SOD per spiaggiamenti/morie organismi (pesci, molluschi, ecc).

aTTiViTÀ Di coMPeTenza aUSl

● proposta di divieto temporaneo (o revoca dello stesso) della balneazione;

● verifica dell’adozione di ordinanza sindacale entro le ore 10:00 del giorno (anche festivo) successivo alla proposta di divieto, per gli eventuali provvedimenti di competenza;

● prelievo campioni per accertamento rischio sanitario e loro conferimento ad Arpae.

aTTiViTÀ Di coMPeTenza Del SinDaco

● adozione ordinanza di divieto temporaneo di balneazione o revoca dello stesso e sua trasmissione al Ministero della Salute, nonché ad AUSL UOIP e ad Arpae territorialmente competenti e alla casella di posta elettronica [email protected] per l’aggiornamento del sito web regionale “Acque di Balneazione”;

● informazione al pubblico ai sensi degli artt. 5 e 15 del D.Lgs. n. 116/2008 e s.m.i.;

● comunicazione al Ministero della Salute dell’applicazione di eventuali misure di gestione preventive (D.M. 19/04/2018).

comunicazione esiti analitici

Gli esiti dei campioni effettuati in orario di pronta disponibilità sono comunicati da parte del Laboratorio SOD secondo le modalità seguite per gli stessi in orario di servizio, di cui al precedente paragrafo “Attività di competenza Arpae”, punto c), fatto salvo quanto segue:

● le comunicazioni relative ad esiti non conformi di qualunque tipo di campione e per campioni aggiuntivi o richiesti dall’UOIP anche in caso di conformità - di cui al punto 1.b.

1.B. della lettera c) del paragrafo “Attività di competenza Arpae” - devono essere inviate a:

- Caposquadra della Sede Arpae interessata (in sostituzione del Responsabile dell’USpecA di Area Est) per le Province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, telefonicamente e tramite posta elettronica ordinaria, per l'organizzazione di eventuali campioni aggiuntivi. Per la Provincia di Ferrara lo stesso Responsabile del Laboratorio SOD si occuperà direttamente dell'organizzazione di eventuali campioni aggiuntivi;

- Referente dell’UOIP territorialmente competente (in servizio attivo o sostituito dal servizio di PD), telefonicamente e tramite posta elettronica, per la proposta di divieto temporaneo di balneazione, o revoca, al Sindaco;

- alla casella di posta elettronica [email protected], per l'aggiornamento del sito web;

● l’invio di documenti per cui la procedura prevede la PEC sarà effettuato con la posta elettronica normale e sarà perfezionato tramite PEC il primo giorno lavorativo utile, non essendo in servizio operatori dell’ufficio Protocollo;

● l’invio dei RdP dei campioni programmati ad esito conforme - di cui al paragrafo “Attività di competenza Arpae”, lettera c), punto 1.A. - verrà eseguito il primo giorno lavorativo utile, non essendo in servizio operatori dell’Ufficio Sportello.

6 allegaTo

Diagramma di flusso: Gestione esiti analitici.

allegato - Diagramma di flusso: gestione esiti analitici (D.lgs. n. 116/2008 e s.m.i.)

Gestione del rischio associato alle fioriture di Ostreopsis ovata

La Regione Emilia-Romagna ha avviato il monitoraggio di Ostreopsis ovata mediante Arpae fin dal 2005 a seguito dei primi fenomeni di comparsa dell'alga sul litorale tirrenico.

Con l’entrata in vigore, a partire dalla stagione 2010, del D.Lgs. n. 116/08 e s.m.i., del D.M.

30/03/2010 e del D.M. 19 aprile 2018 il sistema di sorveglianza risponde alle indicazioni contenute nel Rapporto Istisan n. 14/19 “Ostreopsis cf. ovata: linee guida per la gestione delle fioriture negli ambienti marino costieri in relazione a balneazione e altre attività ricreative”. Si è quindi ritenuto opportuno effettuare il piano di monitoraggio mediante un approccio multidisciplinare dei rischi legati alla presenza di fioriture di Ostreopsis spp. sul territorio costiero e dei relativi aspetti sanitari.

Poiché il fitoplancton potenzialmente tossico oggetto dell’indagine tende ad addensarsi su substrati duri o su macroalghe, la rete di sorveglianza di Arpae prevede il controllo su tratti di costa con determinate caratteristiche geomorfologiche quali presenza di pennelli e barriere artificiali, comunque a scarso ricambio idrico, ed è localizzata nei Comuni di Comacchio, Ravenna, Cesenatico e Misano Adriatico. L’esatta localizzazione dei punti di campionamento è indicata nella Tabella 1 che segue.

Tabella 1.

Località Cod. staz. Lat_wgs84_gg,pp dd Lon_wgs84_gg,pp dd Porto Garibaldi OSTR4 44.40572 12.14780

Lido di Savio OSTR9 44.19133 12.20587

Cesenatico OSTR14 44.12662 12.23723

Misano Brasile OSTR19 43.59150 12.41504

Le attività di prelievo e le analisi sono effettuate sincronizzandosi con il calendario dei campionamenti per il monitoraggio microbiologico delle acque idonee alla balneazione. Oltre ad Ostreopsis spp. vengono anche monitorate altre 8 microalghe potenzialmente tossiche.

La ricerca del fitoplancton potenzialmente tossico viene eseguita su campioni di acqua tal quale, sul materiale che si recupera effettuando una “retinata” e su macroalghe presenti in acqua o adese al substrato; la metodologia usata è quella prevista dal protocollo ISPRA (Monitoraggio Ostreopsis ovata e Ostreopsis spp.: protocolli operativi. Quaderni 5/2012). A sostegno di tale analisi si effettuano anche una serie di rilevamenti dei principali parametri chimico-fisici dell’acqua del mare e meteo-marini:

- temperatura dell’acqua - salinità

- pH

- ossigeno disciolto - clorofilla “a”

- trasparenza - copertura del cielo

- direzione e velocità del vento - direzione e velocità della corrente - altezza e direzione dell’onda - temperatura dell’aria - stato del mare

- valutazione visiva dello stato ambientale

Così come previsto all’articolo 12, comma 1 del Decreto Legislativo n. 116/2008 e s.m.i. e all’articolo 3 del Decreto 30 marzo 2010 e s.m.i. anche per il 2019 viene attivato dalle Aziende USL di Ferrara e della Romagna il Piano di sorveglianza per la gestione del rischio sanitario associato alle fioriture di Ostreopsis Ovata.

Gestione del rischio associato alle fioriture di cianobatteri

Con l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 116/08 e s.m.i., del D.M. 30/03/2010 e del D.M. 19 aprile 2018 la Regione Emilia-Romagna avvia a partire dal 2019 il monitoraggio dei cianobatteri mediante Arpae.

Il sistema di sorveglianza risponde alle indicazioni contenute nel rapporto Istisan n. 14/20

“Cianobatteri: linee guida per la gestione delle fioriture negli ambienti marino costieri in relazione a balneazione e altre attività ricreative”. Si è ritenuto quindi opportuno effettuare il piano di monitoraggio mediante un approccio multidisciplinare dei rischi legati alla presenza di fioriture di Cianobatteri sul territorio costiero.

Considerato che il potenziale di proliferazione dei cianobatteri è influenzato principalmente dallo stato trofico ed in particolare dalla concentrazione di fosforo e secondariamente dai tempi di ricambio delle acque e dai processi di rimescolamento, la rete di sorveglianza di Arpae prevede il

controllo su tratti di costa con determinate caratteristiche geomorfologiche quali presenza di pennelli e barriere artificiali, comunque a scarso ricambio idrico. I punti di campionamento coincidono con quelli in cui viene effettuato il monitoraggio di Ostreopsis ovata (vedi Tabella 1).

Le attività di prelievo e le analisi sono effettuate seguendo il calendario dei campionamenti per il monitoraggio microbiologico delle acque idonee alla balneazione. La metodologia usata è quella prevista nel Rapporto Istisan 14/20 e prevede: la raccolta di una aliquota di acqua per la ricerca e conta dei cianobatteri attraverso l’utilizzo di un retino per fitoplancton; la raccolta di una aliquota di acqua per la determinazione del fosforo totale. A sostegno di tale analisi si utilizzano i rilevamenti dei principali parametri chimico-fisici dell’acqua di mare e meteo marini rilevati per il monitoraggio dell’Ostreopsis ovata.

REGIONE EMILIA-ROMAGNA

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 20 MAGGIO 2019, N. 792

Provvedimenti in ordine alla definizione dell'assetto della Re-te di Re-terapia del dolore della Regione Emilia-Romagna di cui alla propria deliberazione n. 1783 dell'11 novembre 2014

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA Visti e richiamati:

- il D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modi-ficazioni, il quale prevede che le azioni del Servizio Sanitario Nazionale vengano indirizzate verso il rispetto del principio di appropriatezza e l’individuazione di percorsi diagnostici terapeu-tici e di linee guida, e che spettano alle Regioni la determinazione dei principi sull'organizzazione dei servizi e sull'attività destinata alla tutela della salute delle unità sanitarie locali e delle aziende ospedaliere, nonché le attività di indirizzo tecnico, promozione e supporto nei confronti delle medesime;

- la L.R. 23 dicembre 2004, n. 29 “Norme generali sull’orga-nizzazione ed il funzionamento del Servizio Sanitario Regionale”, e successive modifiche, che prevede che questa Regione, nell’e-sercizio dell’autonomia conferitale dalla riforma del Titolo V della Costituzione, definisce i principi ed i criteri generali di organizza-zione e di funzionamento del Servizio sanitario regionale;

Vista la legge 15 marzo 2010, n. 38 recante “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolo-re” la quale dispone che:

- la tutela del diritto del malato ad accedere alla terapia del dolore e alle cure palliative come prestazioni sanitarie fa parte integrante dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) da garantire anche per l’età pediatrica;

- programmi di cura individuali per il malato e per la sua famiglia devono essere assicurati, anche in età pediatrica, dal-le strutture sanitarie che erogano cure palliative e terapia del dolore

- la terapia del dolore e le cure palliative costituiscono obiet-tivi prioritari di Piano Sanitario Nazionale;

- è obbligatoria la rilevazione del dolore all’interno della cartella clinica, ove vanno riportate le caratteristiche del dolore rilevato, la sua evoluzione nel corso del ricovero, la tecnica an-talgica, i farmaci utilizzati e il risultato antalgico;

Richiamato il Patto della Salute per gli anni 2014-2016, ap-provato con Intesa siglata in sede di Conferenza Stato – Regioni il 10 luglio 2014, Rep. atti 82/CSR, che all’art 3 conviene sull’a-dozione del regolamento di definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospe-daliera e all’art.4 individua l'umanizzazione delle cure, intesa come attenzione alla persona, tra gli interventi da sviluppare a livello regionale

Visto l'Accordo siglato il 10 luglio 2014 in sede di Conferen-za Stato – Regioni Rep. Atti, n. 87/CSR che individua le figure professionali competenti nel campo delle cure palliative e del-la terapia del dolore, nonché le strutture sanitarie ospedaliere e territoriali, e assistenziali coinvolte nelle reti di cure palliative e della terapia del dolore;

Richiamate le proprie deliberazioni:

- n.327/2004 inerente la materia di accreditamento e i re-quisiti generali e in particolare i rere-quisiti specifici delle strutture

residenziali per le cure palliative (hospice);

- n.947/2009 di definizione dei Requisiti specifici per l’ac-creditamento delle strutture di terapia del dolore;

- n.967/2011 inerente i primi provvedimenti d’attuazione del-la legge del 15 marzo 2010, n. 38, le linee guida per del-la rete deldel-la terapia del dolore della Regione Emilia-Romagna e l’istituzione della struttura di coordinamento;

- n.1568/2012 di recepimento dell'Intesa tra lo Stato e le Regioni in materia di requisiti minimi di accreditamento delle strutture di assistenza ai malati in fase terminale e delle unità di cure palliative e della terapia del dolore;

- n. 1898/2012 inerente lo sviluppo dei servizi di cure pallia-tive e terapia del dolore pediatrici;

- n. 1783/2014 che ha definito l’assetto della Rete di Terapia del Dolore della Regione Emilia-Romagna, in attuazione della Legge 15 marzo 2010, n. 38;

Richiamata nello specifico la sopra citata deliberazione n. 1783/2014 la quale:

- ha disposto il riassetto della Rete regionale di terapia del dolore dell’Emilia-Romagna in attuazione dell’Intesa Stato-Re-gioni recepita con DGR 1668/2012, articolandola in due centri HUB di II livello, individuati presso l’Azienda Ospedaliero-Uni-versitaria di Parma e presso l’Azienda USL della Romagna, e 15 centri spoke di I livello. Tale assetto è stato definito sulla base di valutazioni epidemiologiche con un rapporto di 1 Centro HUB ogni 2,5 milioni di residenti e 1 Centro spoke ogni 300.000 re-sidenti circa, in linea con l'applicazione degli standard di soglia massima dell'assistenza ospedaliera individuati in tale Intesa e confermati dal DM 70/2015;

- ha sancito come tale riassetto della rete abbia voluto impli-care anche una nuova visione dei rapporti professionali che possa consentire di sperimentare una strategia di integrazione coordi-nata tra staff di medici e infermieri di aziende diverse, regolata da protocolli per accessi programmati;

Preso atto che il richiamato DM 70/2015 stabilisce che all'interno del disegno globale della rete ospedaliera è necessa-ria l'articolazione delle reti per patologia che integrano l'attività ospedaliera per acuti e post acuti con l'attività territoriale, inclu-dendo tra esse la terapia del dolore;

Visti e richiamati:

- il Piano Sanitario 1999-2001, che per quanto attiene al ruolo della rete ospedaliera regionale propone un modello orga-nizzativo basato sulle reti cliniche integrate, livello primario dei servizi ospedalieri e dell'autosufficienza territoriale e sulle are-e di attività di livare-ello rare-egionalare-e hub and spokare-e, chare-e individuano funzioni necessitanti, per motivazioni di carattere epidemiologi-co - la epidemiologi-concentrazione della casistica epidemiologi-complessa per determinate funzioni, associata ad un miglioramento della qualità degli esiti, dell'efficienza e dell'efficacia a lungo termine - di una programmazione in un ambito più ampio rispetto al territorio provinciale;

- il Piano Sociale e Sanitario Regionale 2008-2010, il qua-le pone fortemente il tema dell’integrazione ospedaqua-le territorio, dando atto che in quest’ottica la gestione integrata del pazien-te, in particolare del paziente cronico, richiede l’adozione di una logica di processo assistenziale in grado di assicurare la presa in carico e la continuità delle cure attraverso il superamento di barriere organizzative, professionali ed operative. Le scelte da operare, pertanto, richiamano una forte attenzione all’utilizzo di

alcuni strumenti di sistema e modalità operative che comportano l’identificazione di équipe di professionisti che assicurano una assistenza integrata e personalizzata, l’attuazione di un piano individuale, la definizione di un coordinamento che assicuri la continuità assistenziale, l’adeguatezza degli interventi e la valu-tazione di efficacia del percorso di cura;

- il Piano Sociale e Sanitario Regionale 2017-2019, che ri-chiama il tema della integrazione ospedale-territorio e della continuità assistenziale, e pone l’attenzione sul potenziamento delle piattaforme logistiche ed informatiche, per garantire ser-vizi comuni alle Aziende sanitarie, quale elemento indispensabile per il funzionamento delle reti derivanti dalle relazioni degli Ospe-dali tra loro e con l’assistenza primaria;

- la propria DGR n. 1423/2017 recante “Attuazione del Pia-no Sociale e Sanitario 2017-2019. Approvazione delle schede attuative d’intervento e di indirizzi per l’elaborazione dei Piani di Zona distrettuali per la salute e il benessere sociale” la quale alla scheda n. 2 prevede l’attuazione della riorganizzazione del-la rete ospedaliera e deldel-la rete territoriale integrata;

Richiamata la propria DGR n. 1907/2017 recante “Costitu-zione della Cabina di Regia Regionale per le attività inerenti la programmazione per le discipline di rilievo regionale, in attuazio-ne del DM 70/2015 e della DGR 2040/2015 – Indicazioni per la definizione delle reti delle discipline di rilievo regionale”, la quale puntualizza tra l’altro l’evoluzione del modello H&S nel conte-sto di integrazione dei percorsi di cura, prevedendo per l’ulteriore sviluppo di questo modello assistenziale, oltre alla sua estensio-ne ai nuovi ambiti previsti dalla DGR 2040/2015, l’introduzioestensio-ne dei seguenti ulteriori elementi caratterizzanti:

a. una maggiore articolazione della fase “ascendente” del modello hub & spoke ispirata ad un modello più’ dinamico, ba-sato non sulla logica binaria semplice/complesso che contempla il pronto invio a strutture di riferimento da parte delle strut-ture di base, ma riconosce piuttosto una graduazione più fine della ripartizione delle responsabilità assistenziali fra i diversi livelli;

b. Relazioni fra presidi ospedalieri a diversa complessità ca-ratterizzate da un più equilibrato bilanciamento fra la mobilità dei pazienti e quella delle equipe assistenziali, formalizzando uno schema di collaborazione interprofessionale e interaziendale che è già diffuso in modo spontaneo in diversi settori e che presenta importanti implicazioni sulla formazione continua degli operato-ri e sulla diffusione delle innovazioni entro il sistema regionale, nonchè sul rispetto delle preferenze dei pazienti;

c. La mobilità degli operatori non interpretata esclusivamen-te come lo strumento per una più larga condivisione da paresclusivamen-te del Servizio sanitario regionale di quelle competenze professionali che sono concentrate in poche aziende, ma anche come occasione di diffusione delle conoscenze per il sistema e di apprendimento sul campo per gli operatori;

Valutata pertanto quale opportunità, alla luce del quadro normativo sopra esposto e della necessità di perseguire il mi-glioramento dei risultati ottenuti in ambito regionale in materia di terapia del dolore, l’attuale esigenza di progettare un più fun-zionale sistema di relazioni e collegamenti tra i diversi nodi della rete assistenziale, che trovi la sua ragione d’essere non solamen-te su logiche di risparmio economico, quanto sulla possibilità di garantire alle persone “affette da una patologia dolorosa cronica da moderata a severa” (art. 2 comma c, Legge 38/2010) sia un accesso agevole al percorso diagnostico-terapeutico sia una ele-vata qualità tecnica della prestazione;

Ritenuto di progettare ai fini sopra indicati un riassetto dei percorsi afferenti a strutture e servizi esistenti, al fine di ottenere una maggiore facilità di accesso della persona affetta da sintoma-tologia dolorosa alle risorse assistenziali disponibili e di garantire l’equità nelle prese in carico per la terapia del dolore, dal punto di vista geografico (prossimità), per tipo di patologia (specifici-tà) e, se necessario, per complessità (eccellenza);

Individuato quale ambito territoriale nel quale collocare ta-le riassetto attraverso la costituzione di una piattaforma logistica interaziendale presso l’Area Vasta Emilia Nord, in quanto:

- la Rete provinciale di Terapia del dolore della provincia di Modena è costituita dall’integrazione funzionale delle atti-vità di terapia del dolore erogate in diversi setting assistenziali, fortemente integrati con il territorio allo scopo di aumentarne la diffusione e l’incisività di azione, in virtù di una stretta collabo-razione tra Azienda USL e Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena; il Centro Hub, collocato presso il Centro di Terapia Antalgica della Casa della Salute di Castelfranco Emilia, si svi-luppa su due sedi, la Casa della Salute di Castelfranco Emilia e l’Ospedale Civile di Baggiovara (sede strutturale della piatta-forma), e presidia l’erogazione di prestazioni di II livello, con particolare riferimento ad attività di impianto, gestione e sor-veglianza di device per neuromodulazione farmacologica e non farmacologica;

attività di infiltrazione e neuromodulazione periferica eco-guidata;

attività di valutazione e consulenza per presa in carico di pazienti complessi ricoverati nelle strutture afferenti inviati da-gli Spoke provinciali o da altri specialisti della rete provinciale o da altre Aziende;

le Unità Operative di Anestesia e Rianimazione dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena forniscono un’assistenza an-talgica, specialistica e multidisciplinare, maggiormente orientata nell’ambito del controllo del dolore Pediatrico e di ambito neuro-logico, anche con particolare riferimento a quello post traumatico;

- presso l’Azienda USL di Piacenza è attiva l’U.O. di Terapia del Dolore la quale garantisce una attività di elevata qualificazio-ne qualificazio-nel trattamento del dolore cronico, eroga prestazioni antalgiche di II livello e funge da riferimento didattico nazionale per tecni-che mininvasive; tale struttura garantisce pertanto la funzione di centro di formazione in tale ambito, possedendo specifiche com-petenze in ambito formativo;

Ritenuto quindi di individuare la piattaforma logistica sopra definita quale Hub satellite della Rete della Terapia del Dolore della Regione Emilia-Romagna per l’erogazione di prestazio-ni antalgiche di II livello, individuando la sede Hub nel Centro di Terapia Antalgica di Castelfranco Emilia dell’Azienda USL di Modena;

Richiamati:

- la L.R. n. 19/1994 “Norme per il riordino del servizio sanita-rio regionale ai sensi del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.

502, modificato dal decreto legislativo 7 dicembre 1993, n. 517“

e successive modifiche;

- la L.R. n. 43/2001 “Testo unico in materia di organizza-zione e di rapporti di lavoro nella Regione Emilia-Romagna” e successive modifiche;

- il D.Lgs. n. 33/2013 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni” così come modificato dal D.Lgs. n. 97/2016;

Vista e richiamata la propria deliberazione n. 2344 del 21/12/2016 recante “Completamento della riorganizzazione del-la Direzione Generale Cura deldel-la Persona, Salute e Welfare”;

Vista la propria deliberazione n. 2416 del 29 dicembre 2008

“Indirizzi in ordine alle relazioni organizzative e funzionali tra le strutture e sull’esercizio delle funzioni dirigenziali. Adempimenti conseguenti alla delibera 999/2008. Adeguamento e

“Indirizzi in ordine alle relazioni organizzative e funzionali tra le strutture e sull’esercizio delle funzioni dirigenziali. Adempimenti conseguenti alla delibera 999/2008. Adeguamento e