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L’attuazione del Protocollo d’intesa tra l’Agenas e la Scuola Nazionale

dell’Amministrazione

di Wanda Giorgione

Esperto Agenas - Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali

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n antico proverbio arabo insegna che “la differenza tra un’oasi e il deserto non sta nell’acqua ma nell’uomo”: le persone, con la loro capacità di capire, scegliere, pia-nificare e costruire, rivestono un ruolo chiave, soprattutto quando le risorse di-sponibili sono molto limitate.

Eppure, nei momenti, come quello attuale, di grave difficoltà – non soltanto eco-nomica – , è proprio la valorizzazione delle persone, anche attraverso la formazione, uno dei primi aspetti ad essere sacrificati o trascurati. Come se fosse possibile rag-giungere un livello di benessere accettabile o compiere i passi necessari all’acqui-sizione di nuovi paradigmi, senza una governance adeguata: persone in grado per capacità e merito di guidare i sistemi nazionali, regionali e locali verso un cam-biamento capace di sviluppare salute, innovazione, ricerca, investimenti, cultura so-ciale, ma anche utilizzo etico delle risorse.

È evidente, ma troppo spesso dimenticato, che l’individuazione di un modello or-ganizzativo nuovo e più rispondente ai bisogni della collettività resta lettera morta se le persone chiamate ad attuarlo non lo comprendono prima fino in fondo. È storia di vent’anni fa: il processo di aziendalizzazione, ad esempio, non è stato accompagnato e adeguatamente supportato da un percorso di coinvolgimento co-stante ed appropriato dei professionisti sanitari sul tema.

Nel 2013, di fronte a un mutamento significativo della domanda di salute e del contesto a livello sistemico, per continuare a garantire un’assistenza sanitaria di

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qualità a tutti i cittadini è stato necessario met-tere in discussione i vecchi modelli e gettare le basi per l’avvio di interventi di revisione del modello organizzativo e della governance in sa-nità. Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha intuito subito che una revisione di questo tipo non poteva avere completo successo senza la previsione, accanto a un Albo nazionale dei Di-rettori generali, di uno specifico progetto di for-mazione per la gestione di situazioni altamente complesse in sanità.

E l’intuizione di un progetto formativo non è an-data persa, anzi, è stata alimentata, mentre con ur-genza si doveva far fronte alle criticità del si-stema.

Con queste premesse il 13 ottobre 2014 è stato stipulato, su indicazione del Ministro Lorenzin, il Protocollo di intesa tra l’Agenas e la Scuola na-zionale dell’amministrazione, presentato alla stampa il 16 febbraio 2015. Il Protocollo contiene la previsione di uno specifico Programma per la formazione manageriale in ambito sanitario come sezione/dipartimento specializzato della Sna, per la realizzazione di programmi didattici, progetti di formazione, corsi di formazione e di aggiorna-mento, finalizzati a rafforzare le capacità e le competenze dei professionisti chiamati, a vario ti-tolo e livello, a individuare e a realizzare le misure più idonee a ristabilire l’equilibrio nell’eroga-zione dei servizi sanitari, nell’ambito delle ri-spettive aziende sanitarie e dei rispettivi Sistemi sanitari regionali, anche in presenza di scosta-menti di performance rilevati dal meccanismo di allerta previsto dall’articolo 12, comma 7, del Patto per la salute 2014-2016.

Il Protocollo prevede anche il rafforzamento delle competenze dei professionisti chiamati ad attuare e implementare, nelle rispettive realtà regionali, le misure di revisione della spesa e quelle previste dal nuovo Patto che l’Agenas ha il compito di mo-nitorare ai sensi dell’articolo 28 del Patto per la

sa-lute 2014-2016. A completamento del percorso formativo sono previsti approfondimenti specifici in materia di programmazione sanitaria e ge-stione delle politiche della salute.

Gli obiettivi del progetto sono molteplici. Esso ri-sponde alla necessità di alimentare conoscenze e competenze rispetto alle strategie di finanzia-mento del sistema sanitario, alle possibili scelte da operare alla luce delle recenti innovazioni intro-dotte dal Patto per la salute 2014-2016, alle mo-dalità per attuare la riorganizzazione dell’assi-stenza ospedaliera e rafforzare l’assidell’assi-stenza territoriale e, non da ultimo, alle procedure per realizzare una corretta e trasparente programma-zione dei servizi sanitari.

Relativamente ai destinatari, il percorso forma-tivo si rivolge a coloro che, inseriti ai differenti livelli del sistema, svolgono un ruolo rilevante nell’indirizzare e governare il cambiamento: po-licy maker, Direttori generali, amministrativi e sanitari delle Aziende sanitarie, Commissari ad acta e Sub commissari delle Regioni in Piano di rientro e tutti coloro che sono chiamati a porre in essere attività complesse finalizzate alla rior-ganizzazione e riqualificazione dei Servizi sani-tari regionali.

Per quanto riguarda la metodologia didattica, la logica di azione che ispira il progetto è il supera-mento della trasmissione unidirezionale di teorie astratte e generali. Si privilegia, quindi, un pro-cesso di apprendimento che parte dall’osserva-zione dei fenomeni, dai problemi concreti e dalle esperienze, per condividere conoscenze, compe-tenze e abilità utili all’interpretazione della realtà e alla definizione di linee di azione e soluzioni da tradurre nella propria pratica professionale, anche attraverso la previsione di stage.

Per ogni tematica trattata è prevista una relazione introduttiva generale di scenario sul tema e a se-guire la presentazione di una o più esperienze, ri-levate a livello regionale e/o aziendale e

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niate dai protagonisti. In questo modo, attraverso il confronto delle diverse esperienze sarà possibile mettere alla prova le rispettive conoscenze, com-binarle, migliorarle e alimentarle costantemente e reciprocamente.

Il progetto formativo non interferisce con per-corsi formativi già esistenti e già ampiamente implementati e avviati con successo dalle singole Regioni e/o in regime convenzionale con le isti-tuzioni universitarie nazionali. Esso si qualifica si-curamente per alcune caratteristiche quali la va-lenza istituzionale degli organizzatori, la peculiare tipologia dei destinatari, la complessità e la novità delle tematiche affrontate.

La forza del progetto sta proprio nel portare in aula, su ogni tema individuato, il confronto sui differenti approcci adottati dai singoli contesti regionali.

Peter Drucker, sosteneva che “un piano non ha valore alcuno, a meno che esso non degeneri in un lavoro”. L’Agenas e la Scuola nazionale del-l’amministrazione hanno progettato il piano che, insieme alle Regioni, dovrà evolvere in un lavoro condiviso, partecipato e omogeneo. A queste ul-time spetterà sia il compito di indicare i parteci-panti al percorso di formazione, sia quello di in-dividuare le strutture di formazione presenti nelle rispettive realtà regionali che di volta in volta, in base alle specifiche competenze nel settore, con-tribuiranno al percorso di formazione per dare vita a scambi e approfondimenti.

Come ogni esordio la prima edizione del per-corso formativo è sperimentale ed il feedback permetterà di rivedere e perfezionare il progetto prima di procedere con le successive edizioni. L’obiettivo a lungo termine che si intende rag-giungere è la costruzione di una rete di profes-sionisti a cui potersi rivolgere per la gestione dei nuovi livelli di complessità dei sistemi sanitari, delle situazioni tecnicamente complesse come quelle derivanti dal monitoraggio

dell’appro-priatezza dei livelli essenziali di assistenza, non-ché per la gestione delle situazioni critiche ed eccezionali come quelle derivanti dai Piani di rientro. Anche l’articolo 1, comma 569, della legge n. 190 del 23 dicembre 2014 (Legge di sta-bilità 2015) che ha dato in parte attuazione al-l’articolo 12 del nuovo Patto per la salute, con-tribuisce alla tessitura della suddetta rete di professionisti.

Esso, infatti, oltre a prevedere che “la nomina a commissario ad acta per la predisposizione, l’a-dozione o l’attuazione del piano di rientro dal di-savanzo del settore sanitario, effettuata ai sensi dell’articolo 2, commi 79, 83 e 84, della legge n. 191 del 23 dicembre 2009 e successive modifi-cazioni, è incompatibile con l’affidamento o la prosecuzione di qualsiasi incarico istituzionale presso la regione soggetta a commissariamento” precisa che “il Commissario deve possedere un curriculum che evidenzi qualificate e compro-vate professionalità ed esperienza di gestione sa-nitaria anche in base ai risultati in precedenza conseguiti”.

Ad oggi non esistono abilitazioni né percorsi for-mativi specifici che preparino il professionista al-l’assunzione di questo gravoso, delicato e, al con-tempo, stimolante compito.

Si ritiene, però, che proprio la peculiarità di tale ruolo imponga al professionista impegnato nella gestione di situazioni complesse e straordinarie, di essere all’altezza del compito che è chiamato a svolgere e di possedere competenze e capacità certificate, riconoscibili e affatto ordinarie, affin-ché egli stesso possa costituire davvero un’op-portunità per il sistema sanitario regionale che gli viene affidato.

Il nuovo Patto per la salute, il Regolamento su-gli standard ospedalieri, il programma di revi-sione della spesa e la stessa previrevi-sione di un Albo nazionale, hanno bisogno di un progetto forma-tivo che li sostenga e che sostenga i

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sti chiamati ad attuarne i contenuti nei rispettivi contesti regionali e aziendali.

Stavolta la scelta di investire nelle persone non è apparsa soltanto giusta e opportuna, ma è stata ri-tenuta essenziale e strategica perché essa chiude

un cerchio. Un cerchio che ha cominciato ad es-sere tracciato con l’individuazione di un nuovo modello organizzativo, e che ora si chiude con l’individuazione di un’azione formativa di sup-porto che ne suggellerà l’attuazione.