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audiv-issem che io avessi ascoltato ecc audiv-isses

Nel documento Materiali e Risorse (pagine 45-52)

La IV decl è costituita da nomi masch., femm e neutri in u.

S. audiv-issem che io avessi ascoltato ecc audiv-isses

audiv-isset P. audiv-issēmus audiv-issētis audiv-issent Presente S. aud-ī ascolta P. aud-īte ascoltate Futuro S. aud-īto ascolterai aud-īto ascolterà P. aud-itōte ascolterete aud-iunto ascolteranno

audiv-isse avere ascoltato

Futuro

audit-ūrum, -ūram, -ūrum,

-ūros, -ūras, -ūra esse stare per ascoltare

Participio Presente

audi-ens, -entis che ascolta

Futuro

audit-ūrus, -ūra, -ūrum che ascolterà

Gerundio

audi-endi di ascoltare audi-endo ad ascoltare

(ad) audi-endum ad ascoltare

audi-endo con l’ascoltare

Supino

audīt-um ad ascoltare

Cominciamo a riflettere

Parturient montes, nascetur ridiculus mus (Orazio): come si traduce?

Box 6 (Suggerimenti): Idea del dovere. Spesso in latino si incontra un costrutto del tipo:

parentes amandi sunt ‘bisogna amare i genitori’, dove si nota l’uso del gerundivo

(amandus, -a, -um). Tale costrutto si chiama ‘perifrastica passiva’ e indica l’idea di dovere. La persona o cosa che deve compiere l’azione va in dativo. Sulla presenza di tale costrutto in italiano vd. la pagina dedicata al Supporto.

Box 8 (Supporto): Anche in italiano si rinvengono tracce del gerundivo: per es., si può dire: ‘la costruenda casa’ = ‘la casa che deve essere costruita’. Di solito, però, in italiano – molto più spesso che in latino – l’idea di dovere è espressa mediante il verbo ‘dovere’ + l’infinito. Un altro modo di esprimere l’idea di dovere in ital. consiste nell’uso del verbo ‘essere’ seguito da ‘da’ + l’infinito: es.: ‘questo è un libro da leggere’, ‘è uno spettacolo da vedere.’

Box 9 (Approfondimento): Significati di dies. Al plurale dies è sempre maschile; al singolare può essere sia maschile che femminile. Di solito il nome è maschile. È femminile: a) quando, unito a un aggettivo o a un participio, indica un ‘giorno stabilito’ (dies certa, statuta, dicta); b) quando indica genericamente l’idea di ‘tempo’; c) quando indica la data. L’italiano ‘domenica’ deriva da dies dominica ‘giorno del Signore’.

Box 11 (Autovalutazione):

1) spem è: acc. sing., acc. plur., gen. plur. 2) fide è: acc. sing., abl. sing., abl. plur. 3) dierum è: gen. sing., abl. plur., gen. plur. 4) res è: acc. plur., acc. sing., dat. plur. 5) rerum è: acc. sing., gen. plur., nom. sing. 6) dies è: acc. sing., acc. plur., abl. plur. 7) fidei è: gen. sing., abl. sing., dat. plur.

[N.B.: sono evidenziate in neretto le risposte esatte]

ESERCIZI

1) Coniugare i seguenti verbi: munio (‘fortificare’), venio (‘venire’).

2) Tradurre le seguenti voci verbali: venisti, munies, audient, muniant, venerunt,

esuriant.

Traduzioni indicative: venisti, venivi; fortificherai, fortifichi; ascolteranno, ascoltano;

che essi fortifichino, che essi fortificassero; venivano, vennero; che essi abbiano fame,

che essi avessero fame.

3) Tradurre le seguenti frasi: Poetae audiendi sunt. Philosophos audite. Audiverunt

Caesarem a Gergovia discessisse. Antiochum saepe disputantem audiebam.

Traduzioni indicative: Bisogna ascoltare i poeti. Ascoltate i filosofi. Vennero a sapere

UNITÀ 9

La comparazione dell’aggettivo

Ubi maior, minor cessat ‘Dove c’è la persona più importante, quella meno importante si fa

da parte’: è un noto proverbio latino, dove si incontrano due forme di comparativo dell’aggettivo (maior e minor); di questo tratteremo in questa unità.

Il comparativo

Come in ital., anche in latino l’agg. presenta i tre gradi di comparazione: di uguaglianza, di minoranza, di maggioranza. Il comp. di uguaglianza si ottiene premettendo l’avv. tam (‘tanto’) all’agg. di grado positivo; il secondo termine di paragone, nello stesso caso del primo, è introdotto dall’avv. correlativo quam (‘quanto’): Marius tam pulcher est quam

Antonius ‘Mario è tanto bello quanto Antonio’. Il comp. di minoranza si ottiene

premettendo l’avv. minus all’agg. di grado positivo; il secondo termine di paragone, nello stesso caso del primo, è introdotto dall’avv. correlativo quam (‘quanto’): Marius minus

pulcher est quam Antonius ‘Mario è meno bello di Antonio’.

Il comp. di maggioranza si ottiene aggiungendo il suffisso -ior (per il masch. e il femm.) e -ius (per il neutro) e declinando poi come si declinano i nomi della III decl. con il tema in consonante: quindi, p. es.: dulcis grado positivo; dulcior, -ius comp. di maggioranza:

Il secondo termine di paragone è espresso con quam + il nome nel medesimo caso del I termine (Marius pulchrior est quam Antonius), oppure in abl. (Marius pulchrior est

Antonio): ‘Mario è più bello di Antonio’. Il superlativo

Il superlativo si forma aggiungendo al tema dell’agg. il suffisso -issimus: dulcissimus; gli agg. della I classe che terminano in -er aggiungono al nom. sing. masch. il suffisso -rĭmus:

pulcher: pulcherrimus (‘bellissimo’); asper: asperrimus (‘asperrimo’). Diversamente

dall’italiano, il latino non distingue morfologicamente il superlativo assoluto (dulcissimus, ‘dolcissimo’) da quello relativo (dulcissimus, ‘il più dolce’). Tuttavia anche in lat. è facile individuare il superlativo relativo, perché esso è accompagnato dal complemento partitivo:

Vergilius est maximus poetarum Latinorum, ‘Virgilio è il più grande dei poeti latini’: poetarum è gen. partitivo. Il compl. partitivo può essere anche espresso con e/ex, de e l’abl.,

o con inter e l’acc.

Masch. e femm. Neutro Nom. dulcior, dulcius Gen. dulcioris

bonus (‘buono’): melior, optimus; magnus (‘grande’): maior, maximus; malus (‘cattivo’): peior, pessimus; multus (‘molto’): plus; plurimus; parvus (‘piccolo’): minor, minimus. Cominciamo a riflettere

Primus inter pares: come si traduce?

Box 6 (Suggerimenti): Confronto fra due aggettivi. La differenza fra italiano e latino circa il modo di esprimere il confronto fra due aggettivi, è in alcuni casi notevole. Nel caso del comparativo di maggioranza, il latino pone entrambi gli aggettivi al comparativo se le due qualità non si escludono a vicenda, ma sussistono entrambe: Marius pulchrior est quam

altior (‘Mario è più bello che alto’’). Invece, quando una qualità esclude l’altra, entrambi gli

aggettivi, preceduti da magis, sono espressi al grado positivo: Marius magis pulcher est

quam sapiens ‘Mario è più bello che saggio’. Per il modo come si regola, al riguardo,

l’italiano, vedi la pagina dedicata al Supporto.

Box 8 (Supporto): In italiano, nel caso di confronto fra due aggettivi, il primo va al grado comparativo, il secondo, invece, si esprime al grado positivo; esempio: ‘Mario è più intelligente che diligente’. Il superlativo assoluto può essere reso in italiano anche con ‘molto’ + l’agg. di grado positivo: ‘molto buono’ = ‘ottimo’.

Box 9 (Approfondimento): Alcuni aggettivi in -ilis, tra cui facilis e difficilis, hanno il superlativo in -lĭmus, -lĭma, -lĭmum: facillimus e difficillimus rispettivamente. Gli aggettivi in -dĭcus, -fĭcus, -vŏlus hanno il comparativo di maggioranza in -entior e il superlativo in -entissimus: magnificus (‘magnifico’), magnificentior, magnificentissimus.

Box 11 (Autovalutazione):

1) maiorem è: acc. sing., acc. plur., gen. plur. 2) laetiore è: acc. sing., abl. sing., abl. plur. 3) maximarum è: gen. sing., abl. plur., gen. plur. 4) amoenissimos è: acc. plur., acc. sing., dat. plur. 5) dulcissimarum è: acc. sing., gen. plur., nom. sing. 6) antiquissima è: acc. sing., acc. plur., abl. plur. 7) latissimi è: gen. sing., abl. sing., dat. plur.

ESERCIZI

1) Declinare le seguenti forme: maior (‘maggiore’), longissimus (‘lunghissimo’).

2) Tradurre le seguenti forme: splendidior, acrior, minus antiquus, potentior,

amoenissimus.

Traduzioni indicative: più splendido, meno splendido; acerrimo, più accanito; meno

antico, antichissimo; potente, più potente; ameno, molto ameno.

3) Tradurre le seguenti frasi: Salus rei publicae suprema lex. Philosophia et litteris maxima

est gloria Athenarum. Vita rustica iucundior est quam urbana. Milites Romani fortiores Graecis fuerunt.

Traduzioni indicative: La salvezza del Stato è la legge suprema. Nella filosofia e nella

letteratura è grandissima la gloria di Atene. La vita campestre è più piacevole di quella urbana. I soldati romani furono più più forti di quelli greci.

UNITÀ 10

Elementi di sintassi del periodo (II): la consecutio temporum del congiuntivo

Sine experimento nemo sciet quid potueris ‘Senza un banco di prova, nessuno saprà di che

cosa tu sia stato capace’: in questo periodo troviamo applicata la consecutio temporum (‘concatenazione dei tempi’) del congiuntivo, di cui ora tratteremo.

Il latino osserva rigorosamente i rapporti di contemporaneità, anteriorità, posteriorità che intercorrono fra i tempi verbali della proposizione reggente e di quella dipendente. Possiamo constatarlo molto bene considerando una proposizione interrogativa indiretta e la sua reggente.

Bisogna prima richiamare una importante distinzione, quella fra tempi principali e tempi storici; i primi sono il presente, il futuro e il perfetto logico (= passato prossimo ital.); i secondi sono l’imperfetto, il perfetto storico (= passato remoto ital.) e il piuccheperfetto.

In dipendenza da un tempo principale, il rapporto di contemporaneità prevede nella secondaria il congiuntivo presente, il rapporto di anteriorità il congiuntivo perfetto, il rapporto di posteriorità la perifrastica attiva con sim. Esempi: nescio quis veniat (‘non so chi venga’); nescio quis venerit (‘non so chi sia venuto’); nescio quis venturus sit (‘non so chi verrà’).

In dipendenza da un tempo storico, il rapporto di contemporaneità prevede nella secondaria il congiuntivo imperfetto, il rapporto di anteriorità il congiuntivo piuccheperfetto, il rapporto di posteriorità la perifrastica attiva con essem. Esempi:

nesciebam quis veniret (‘non sapevo chi venisse’); nesciebam quis venisset (‘non sapevo chi

fosse venuto’); nesciebam quis venturus esset (‘non sapevo chi sarebbe venuto’).

Cominciamo a riflettere

Vide quid agas (Terenzio): come si traduce?

Box 6 (Suggerimenti): Rapporti temporali. Per quanto riguarda la consecutio temporum, è opportuno precisare che il latino è più rigoroso dell’italiano. In questo spazio e in quello seguente si segnalano le principali divergenze fra le due lingue in proposito. In lat., in dipendenza da tempo principale, l’azione anteriore va sempre al perfetto (Nescio quis

fuerit). In dipendenza da tempo principale o storico l’azione futura è espressa dalla

perifrastica attiva con sim o essem rispettivamente (Nescio quis venturus sit; Nesciebam

quis venturus esset). Anche per esprimere un concetto valido in ogni tempo il latino

applica la consecutio temporum (Sciebam quam multae res adversae essent). In tutti e tre questi casi l’italiano si regola diversamente: vedi, al riguardo, la pagina dedicata al

Supporto.

Box 8 (Supporto): In italiano, in dipendenza da tempo principale, l’azione anteriore può essere espressa mediante l’imperfetto congiuntivo (‘Non so chi fosse’). In dipendenza da tempo principale o storico l’azione futura è espressa rispettivamente mediante il futuro e

può esprimere un concetto valido in ogni tempo – senza determinazioni temporali – prescindendo dalla consecutio temporum, quindi utilizzando il presente (atemporale) anche in dipendenza da un tempo storico: ‘Sapevo quanto numerose siano le avversità’. Box 9 (Approfondimento): Il latino conosce una particolare costruzione, la cosiddetta

perifrastica attiva. Essa si forma con il participio futuro attivo + il verbo sum, e indica l’intenzione di compiere un’azione o l’imminenza dell’azione medesima: esempio:

laudaturus sum: ‘ho intenzione di lodare’, ‘sto per lodare’, ‘sono sul punto di lodare’.

Box 11 (Autovalutazione):

In dipendenza da nescio quid è corretto: 1) dicat, dicit, dicet.

2) dixisset, dixerit, dixit.

3) dicturus sit, dicturus esset, dicet.

In dipendenza da nesciebam quid è corretto: 4) ageret, agat, agebat.

5) egisset, egerit, egit.

6) aget, acturus sit, acturus esset.

[N.B.: sono evidenziate in neretto le risposte esatte]

ESERCIZI

1) Tradurre le seguenti frasi: Video quam multos homines una ruina fortuna involvat. Vide

quid de Marco dicas. Homines nesciunt quid futurum sit. Non vides quanto aliter patres, aliter matres indulgeant? Quid homo posset, nisi temptando non didicit. Non refert quam multos, sed quam bonos libros habeas.

Traduzioni indicative: Vedo quanti uomini la fortuna travolga in una sola rovina. Bada

a ciò che dici sul conto di Marco. Gli uomini non sanno che cosa accadrà. Non vedi quanto sia diverso l’affetto dei padri e quello delle madri? L’uomo non conosce le proprie possibilità se non provando. Non importa quanti libri tu abbia, ma quanto buoni.

Nel documento Materiali e Risorse (pagine 45-52)

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