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Azioni urgenti da realizzare entro l’attuale legislatura

3. Alcune proposte per portare rapidamente l’Italia

3.1 Azioni urgenti da realizzare entro l’attuale legislatura

Nel Capitolo 2 sono state illustrate le numerose azioni intraprese nell’ultimo anno con riferimento ai diversi temi dell’Agenda 2030. È innegabile che l’Italia, in molti campi, stia muovendosi nella giu-sta direzione. Ma è altrettanto evidente che, in assenza di una forte accelerazione, è pratica-mente impossibile che il nostro Paese centri gli Obiettivi sui quali si è impegnato a livello inter-nazionale, ivi compresi quelli previsti dall’Accordo di Parigi contro i cambiamenti climatici, evitando i costi economici, sociali e ambientali che gli shock previsti nel prossimo decennio comporte-ranno, dalla rivoluzione derivante dalla massiccia automazione all’aumento delle temperature, tanto per citarne solo due.

Guardando ai provvedimenti normativi adottati nell’ultimo anno e alla loro connessione con i sin-goli Target dell’Agenda 2030 emerge un significa-tivo insieme di iniziative, del quale va dato atto al Governo e al Parlamento. Alcune di esse vanno esattamente nella direzione indicata dal Rapporto dell’anno scorso. È mancato, però, un quadro di riferimento strategico in grado di dare coerenza ai singoli provvedimenti e di comunicare ai citta-dini e agli operatori economici, ivi compresi quelli internazionali, la direzione di medio termine verso la quale si intende portare l’Italia.

Un modo per colmare questa lacuna avrebbe dovuto essere la predisposizione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile. La Strategia, descritta nel Capitolo 2, pur apprezzabile specialmente sul piano della governance, è rimasta ancora a livello di enunciazioni di principio, senza entrare nei dettagli dei provvedimenti e, soprattutto, senza indicare tar-get realistici che mostrino il percorso di avvicina-mento agli SDGs. Di conseguenza, la prima raccomandazione è che il Governo rispetti

l’impe-gno di predisporre, entro la fine dell’anno, un do-cumento che declini in pratica la Strategia, indicando target quantitativi e strumenti precisi attraverso cui conseguirli, collegando ad essa gli

altri documenti relativi a programmi a lungo termine

3. Alcune proposte per portare rapidamente l’Italia

su un sentiero di sviluppo sostenibile

attualmente sottoposti a consultazione pubblica e fondamentali per il futuro del Paese (energia, lotta ai cambiamenti climatici, ecc.).

Intervenendo all’evento finale del Festival dello Sviluppo Sostenibile, il Presidente del Consiglio si era impegnato a predisporre entro l’estate una di-rettiva ai Ministeri affinché valutassero come in-corporare le azioni necessarie a raggiungere i 17 Goal (e soprattutto i singoli Target) nei propri pro-grammi per il triennio 2018-2020, creando una “cabina di regia” presso Palazzo Chigi.

Auspi-chiamo, quindi, che la pubblicazione della Di-rettiva del Presidente del Consiglio ai Ministeri avvenga quanto prima.

È evidente che l’avvicinarsi delle elezioni politi-che impedisce l’avvio di iniziative complesse su materie nuove. Come lo stesso Presidente del Consiglio ha pubblicamente ricordato, nei pros-simi mesi il Governo sarà impegnato a completare il lavoro svolto nel corso di questa legislatura e ad approvare una Legge di Bilancio che consolidi i ri-sultati di finanza pubblica finora conseguiti, sti-moli la ripresa economica e affronti tematiche di carattere sociale, dalla disoccupazione giovanile alla povertà. In questo spirito, si segnalano alcuni

provvedimenti attualmente all’esame del Go-verno e del Parlamento la cui approvazione (in alcuni casi con opportuni emendamenti) con-sentirebbe all’Italia di avanzare più spedita-mente verso il conseguimento degli SDGs:

il disegno di legge in discussione al Senato

“Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque”;

l’adozione della Strategia Energetica Nazionale

(SEN);

l’adozione del Piano nazionale per

l’adatta-mento ai cambiamenti climatici (PNACC);

l’adozione della Strategia per l’economia

cir-colare;

l’approvazione del disegno di legge sul

“con-sumo di suolo”;

la definizione delle modifiche dell’attuale

“Legge quadro sulle aree protette”;

l’approvazione della “Legge per la promozione

e la disciplina del Commercio Equo e Solidale”. Sul piano della governance della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, il cui coordinamento è stato correttamente assunto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, suggeriamo alcune azioni che potrebbero rafforzare la scelta del Paese per lo svi-luppo sostenibile come architrave del proprio futuro:

• la trasformazione del “Comitato

Intermini-steriale per la Programmazione Economica” (CIPE) in “Comitato Interministeriale per lo Sviluppo Sostenibile”, seguendo l’esempio di

numerosi Paesi europei, in occasione della prossima Legge di Bilancio. Tale modifica raf-forzerebbe il ruolo di coordinamento del Presi-dente del Consiglio dei Ministri e consentirebbe un migliore orientamento degli investimenti pubblici agli Obiettivi dell’Agenda 2030, as-sicurando la massima sinergia tra i singoli interventi;

• l’analisi della distribuzione delle

responsabi-lità tra i comitati interministeriali esistenti per le materie dell’Agenda 2030 e la

defini-zione di meccanismi concreti per assicurare il coordinamento della loro attività rispetto agli SDGs;

• il coinvolgimento della Conferenza Unificata

nella realizzazione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, così da

valoriz-zare le iniziative intraprese da alcune Regioni e città, e assicurare una maggiore coerenza tra politiche nazionali e locali.

A tale proposito riteniamo fondamentale

adot-tare quanto prima un’Agenda urbana nazionale basata sugli SDGs, che si proponga come

l’artico-lazione urbana della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile e affianchi quella esistente per le aree interne. Appare, infatti, incomprensi-bile l’asimmetria tra l’attenzione posta a queste ultime e quella dedicata alle città, per le quali, tra l’altro, passeranno molte delle innovazioni (come l’e-mobility) che, auspicabilmente, con-sentiranno all’Italia di avvicinarsi a diversi SDGs, migliorando la qualità della vita nei grandi centri urbani. La “Carta di Bologna” firmata dai sindaci delle città metropolitane (alla cui elaborazione ha contributo anche l’ASviS) rappresenta un’eccel-lente opportunità di cambiamento, la cui realiz-zazione non può essere demandata al singolo sindaco, ma dev’essere sostenuta dal Governo, anche allo scopo di comunicare chiaramente agli operatori economici la direzione che si intende se-guire nel medio termine.

Al fine di realizzare tale cambiamento occorre

dare finalmente piena attuazione alla disposi-zione legislativa del 2012, che prevede l’istitu-zione del Comitato interministeriale per le politiche urbane (CIPU), predisponendo un nuovo

DPCM che lo renda un’effettiva sede decisionale sull’esempio del Comitato interministeriale per gli

affari europei (CIAE), mentre nella prossima legi-slatura si potrebbe nominare un Ministro senza

portafoglio incaricato dello “sviluppo urbano so-stenibile”, che coordini le azioni di competenza

del Governo nazionale relative alle città, special-mente quelle di maggiori dimensioni.

Auspichiamo poi che il Governo predisponga entro il 2017 delle linee guida per le ammini-strazioni statali affinché applichino standard ambientali e organizzativi che contribuiscano al raggiungimento degli SDGs.

Nei prossimi mesi sono poi previsti importanti ap-puntamenti che dovrebbero consentire al Paese di migliorare il dibattito pubblico nell’ottica dello sviluppo sostenibile:

• a dicembre 2017 l’Istat pubblicherà un

nuovo set di indicatori del Benessere Equo e Sostenibile (BES), nonché l’aggiornamento e l’estensione degli indicatori di sviluppo so-stenibile disponibili per l’Italia. In questo

caso, l’auspicio è quello di un deciso investi-mento sulla tempestività degli indicatori am-bientali e sociali e sulla loro disaggregazione territoriale e di genere;

secondo quanto previsto dalla Legge di riforma

del Bilancio, a febbraio 2018, il Governo

pro-durrà, per la prima volta, un rapporto sul-l’impatto atteso della Legge di Bilancio sugli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile.

Sarebbe un peccato se l’approssimarsi del ter-mine della legislatura facesse “dimenticare” questo importante adempimento;

• analogamente, a febbraio 2018 il Governo

pubblicherà il secondo Rapporto sul Capitale Naturale, che dovrebbe non solo fornire

infor-mazioni sullo stato del capitale naturale nel nostro Paese, ma anche valutare l’impatto che le politiche attuate nel recente passato pos-sono avere su quest’ultimo, così da orientare un Piano d’azione per il capitale naturale, come proposto nell’edizione 2017 del Rapporto stesso.

Sul tema della valutazione delle politiche pubbli-che si può e si deve fare di più, assicurandosi pubbli-che, anche in questo campo, le diverse dimensioni dell’Agenda 2030 divengano il terreno comune di lavoro per chi, a vario titolo, si occupa di questa tematica. A partire dalle esperienze fatte in altri Paesi e nelle Istituzioni europee (sia la Commis-sione che il Parlamento europeo si stanno dotando di strumenti più avanzati per valutare l’impatto a lungo termine delle singole politiche), l’ASviS

in-tende promuovere nei prossimi mesi una serie di incontri sugli strumenti per la valutazione delle politiche pubbliche alla luce dell’Agenda 2030,

così da contribuire a un miglioramento del processo decisionale nel corso della prossima legislatura. Ovviamente, la Legge di Bilancio potrebbe essere

un’occasione per investire su alcune tematiche sulle quali l’Italia è più indietro rispetto agli SDGs o che hanno visto un peggioramento della situa-zione nel corso degli ultimi anni. A tale proposito,

ricordiamo che gli indicatori compositi descritti nel Capitolo 2 mostrano un chiaro trend discendente per i seguenti quattro Goal, due di carattere so-ciale e due di carattere ambientale: Goal 1 - Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo; Goal 6 -Garantire a tutti la disponibilità e la gestione so-stenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sani-tarie; Goal 10 - Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le Nazioni; Goal 15 - Proteggere, ripristi-nare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, con-trastare la desertificazione, arrestare e far retro-cedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica.

Inoltre, è importante ricordare che numerosi

Tar-get prevedono una scadenza al 2020 e non al 2030. Si tratta di 22 Target, riportati nella tavola

7, alcuni dei quali si riferiscono a tematiche fre-quentemente citate nel dibattito pubblico, a te-stimonianza della rilevanza dell’Agenda 2030:

ridurre “sostanzialmente” (rispetto al 2015) il

numero di giovani che non studiano e non la-vorano (NEET);

dimezzare (rispetto al 2015) il numero di morti

per incidenti stradali;

proteggere e ripristinare gli ecosistemi di

acqua dolce;

aumentare “notevolmente” (rispetto al 2015)

il numero di città dotate di piani per far fronte ai cambiamenti climatici e assicurare la resi-lienza a fronte di disastri;

avviare processi di economia circolare che

con-sentono di ottenere la gestione ecocompatibile di sostanze antropogeniche e di tutti i rifiuti nel loro complessivo ciclo di vita;

gestire e proteggere in modo sostenibile gli

ecosistemi marini e costieri, garantire la con-servazione, il ripristino e l’uso sostenibile degli ecosistemi di acqua dolce terrestri e nell’en-troterra, e proteggere e prevenire l’estinzione delle specie minacciate.

Richiamiamo, quindi, l’attenzione delle forze politiche ad operare con urgenza su questi aspetti, utilizzando tutti gli strumenti a

dispo-sizione per cercare di ottenere risultati concreti già a partire dal 2018.

Goal 2 - Sconfiggere la fame

Target 2.5: Entro il 2020, assicurare la diversità genetica di semi, piante coltivate e animali da alle-vamento e domestici e le loro specie selvatiche affini, anche attraverso banche del seme e delle piante gestite e diversificate a livello nazionale, regionale e internazionale, e promuovere l’accesso e la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche e delle cono-scenze tradizionali collegate, come concordato a livello internazionale.

Goal 3 – Salute e benessere

Target 3.6: Entro il 2020, dimezzare il numero di decessi a livello mondiale e le lesioni da incidenti stradali.

Goal 4 – Istruzione di qualità

Target 4.b: Entro il 2020, espandere sostanzialmente a livello globale il numero di borse di studio a di-sposizione dei Paesi in via di sviluppo, in particolare dei Paesi meno sviluppati, dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo e dei Paesi africani, per l’iscrizione all’istruzione superiore, comprendendo programmi per la formazione professionale e della tecnologia dell’informazione e della comunicazione, tecnici, ingegneristici e scientifici, nei Paesi sviluppati e in altri Paesi in via di sviluppo.

Goal 6 – Acqua pulita e servizi igienico sanitari

Target 6.6: Entro il 2020, proteggere e ripristinare gli ecosistemi legati all’acqua, tra cui montagne, foreste, zone umide, fiumi, falde acquifere e laghi.

Goal 8 – Buona occupazione e crescita economica

Target 8.6: Entro il 2020, ridurre sostanzialmente la percentuale di giovani disoccupati che non seguano un corso di studi o che non seguano corsi di formazione;

Target 8.b Entro il 2020, sviluppare e rendere operativa una strategia globale per l’occupazione gio-vanile e l’attuazione del “Patto globale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro”.

Goal 9 – Innovazione e infrastrutture

Target 9.c: Aumentare significativamente l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comuni-cazione e sforzarsi di fornire un accesso universale e a basso costo a Internet nei Paesi meno sviluppati entro il 2020.

Goal 11 – Città e comunità sostenibili

Target 11.b: Entro il 2020, aumentare notevolmente il numero di città e di insediamenti umani che adottino e attuino politiche e piani integrati verso l’inclusione, l’efficienza delle risorse, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la resilienza ai disastri, lo sviluppo e l’implementazione, in linea con il “Quadro di Sendai per la Riduzione del Rischio di Disastri 2015-2030”, la gestione comples-siva del rischio di catastrofe a tutti i livelli.

Goal 12 – Consumo e produzioni responsabili

Target 12.4: Entro il 2020, ottenere la gestione ecocompatibile di sostanze chimiche e di tutti i rifiuti in tutto il loro ciclo di vita, in accordo con i quadri internazionali concordati, e ridurre significativa-mente il loro rilascio in aria, acqua e suolo, al fine di minimizzare i loro effetti negativi sulla salute umana e l’ambiente.

Goal 13 – Lotta contro il cambiamento climatico

Target 13.a: Dare attuazione all’impegno assunto nella Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici per raggiungere l’obiettivo di mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 congiuntamente da tutte le fonti, per affrontare le esigenze dei paesi in via di sviluppo nel contesto delle azioni di mitigazione significative e della trasparenza circa l’attuazione e la piena ope-ratività del “Green Climate Fund” attraverso la sua capitalizzazione nel più breve tempo possibile.

Goal 14 – Flora e fauna acquatica

Target 14.2: Entro il 2020 gestire e proteggere in modo sostenibile gli ecosistemi marini e costieri per evitare impatti negativi significativi, anche rafforzando la loro capacità di recupero e agendo per il loro ripristino, al fine di ottenere oceani sani e produttivi;

Target 14.4: Entro il 2020, regolare efficacemente la raccolta e porre fine alla pesca eccessiva, la pesca illegale, quella non dichiarata e non regolamentata e alle pratiche di pesca distruttive, e mettere in atto i piani di gestione su base scientifica, al fine di ricostituire gli stock ittici nel più breve tempo possibile, almeno a livelli in grado di produrre il rendimento massimo sostenibile come determinato dalle loro caratteristiche biologiche;

Target 14.5: Entro il 2020, proteggere almeno il 10 per cento delle zone costiere e marine, coerenti con il diritto nazionale e internazionale e sulla base delle migliori informazioni scientifiche disponibili; Target 14.6: Entro il 2020 vietare quelle forme di sovvenzioni alla pesca che contribuiscono all’eccesso di ca-pacità e alla pesca eccessiva, eliminare i sussidi che contribuiscono alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata e astenersi dall’introdurre nuove sovvenzioni di questo tipo, riconoscendo che un trattamento speciale e differenziato adeguato ed efficace per i paesi in via di sviluppo e i paesi meno sviluppati dovrebbe essere parte integrante del negoziato sui sussidi alla pesca dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Goal 15 – Flora e fauna terrestre

Target 15.1: Entro il 2020, garantire la conservazione, il ripristino e l’uso sostenibile degli ecosistemi di acqua dolce terrestri e nell’entroterra e dei loro servizi, in particolare le foreste, le zone umide, le montagne e le zone aride, in linea con gli obblighi derivanti dagli accordi internazionali;

Target 15.2: Entro il 2020, promuovere l’attuazione di una gestione sostenibile di tutti i tipi di foreste, fermare la deforestazione, promuovere il ripristino delle foreste degradate e aumentare notevolmente l’afforestazione e riforestazione a livello globale;

Target 15.5: Adottare misure urgenti e significative per ridurre il degrado degli habitat naturali, arrestare la perdita di biodiversità e, entro il 2020, proteggere e prevenire l’estinzione delle specie minacciate; Target 15.8: Entro il 2020, adottare misure per prevenire l’introduzione e ridurre significativamente l’impatto delle specie alloctone (aliene) invasive sulla terra e sugli ecosistemi d’acqua e controllare o eradicare le specie prioritarie;

Target 15.9: Entro il 2020, integrare i valori di ecosistema e di biodiversità nella pianificazione nazionale e locale, nei processi di sviluppo, nelle strategie di riduzione della povertà e account nella contabilità.

Goal 17 – Partnership per gli obiettivi

Target 17.8: Rendere la Banca della Tecnologia e i meccanismi di sviluppo delle capacità scientifiche, tec-nologiche e di innovazione completamente operativi per i Paesi meno sviluppati entro il 2017, nonché mi-gliorare l’uso delle tecnologie abilitanti, in particolare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione; Target 17.11: Aumentare in modo significativo le esportazioni dei paesi in via di sviluppo, in particolare al fine di raddoppiare la quota delle esportazioni mondiali dei paesi meno sviluppati entro il 2020; Target 17.18: Entro il 2020, rafforzare il meccanismo di supporto delle capacità per i paesi in via di sviluppo, anche per i paesi meno sviluppati e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo, per aumentare in modo significativo la disponibilità di dati di alta qualità, tempestivi e affidabili disaggregati in base al reddito, sesso, età, razza, etnia, status migratorio, disabilità, posizione geografica e altre caratte-ristiche rilevanti in contesti nazionali.

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