• Non ci sono risultati.

berico nella Campagna di Vivaro, ms., Biblioteca Bertoliana d

Vicenza, (G. 7.5.23) 1997

Dei bassorilievi e delle statue che adornano la Chiesa della Ss.ma Vergine Maria di Monte Berico nel luogo detto la Campagna sotto Vivaro esprimenti le Virtù della medesima tratta dalla Sacra Scrittura delineate dal Sig.r Giacomo Ciesa pittor vicentino e scolpite dal Sig.r Francesco Leoni giusta l’elegante disegno del nobile Sig.r Ottone Calderari architetto: il tutto con opportuni divoti riflessi umiliato ed offerto dal P.re Gio. Tommaso Faccoli Domenicano al Nob.e Sig.r Giulio Porto fondatore della medesima chiesa cominciata di pianta l’anno MDCCLXXIV dipinta nella volta dal Sig.r Francesco Lorenzi veronese pittore figurista e riquadrata da Paoletto Guidolini vicentino, compiuta e benedetta solennemente ed aperta dall’arciprete della Cattedrale Monsignor Bonaventura Fadinelli Vicario Generale del Vescovo al di XXIV Agosto Vigilia in Vicenza del giorno dedicato alla gloria della nostra Beata Vergine titolare MDCCLXXVI

Nella medesima facciata le quattro magnifiche statue rappresentano le IV Virtù cardinali Prudenza, Temperanza, Giustizia e Fortezza e le altre due nell’ordine superiore le due teologiche Fede e Speranza possedute al pari di tutte le altre dalla medesima in perfettissimo grado al di sopra di qualunque altra creatura.

Nel basso rilievo sopra la porta vedesi espressa al vivo la celebre apparizion di Maria alla Pia donna Vincenza nel Monte Berico che la comanda di avvisare il Pubblico di fabbricar ivi una chiesa a Dio Ottimo Massimo in onor suo onde cessi la Peste che travagliava da gran tempo la nostra città.

192

Entrando nella Chiesa a man destra a lato della porta la prima statua è la carità verso il prossimo col sacro fuoco sul capo ossia la Misericordia di cui la Ss.ma Vergine dicesi Madre e Regina per la sua tenerezza piucchè matrena verso noi miserabili. Quindi il bassi rilievo di sopra dinota la Sposa dei Sacri Cantici, ceh languendo d’amore e svenuta viene da due puttini sparsa di fiori e confortata con frutti, essendo la carità verso il prossimo un mezzo efficacissimo per essere noi fatti degni della materna sua protezione.

La statua col Cristo in mano è la Santa Mortificazione virtù diletta a Maria, affinchè la vita del suo Gesù si manifestasse chiaramente a chiunque la richiamava, comecchè espressa vivamente nel suo corpo virginale. Il basso rilievo ad essa corrispondente è l’altare con sopra il suo fumante odoroso timiama; che (come poi fece tutto il tempo che visse la B.ma Vergine) per ordine di Mosè in odore di soavità si brucia e consumasi ad onor dell’Altissimo e questo in quanto all’intera Mortificazione; poiché ? con maggior chiarezza si esprime dal seguente basso rilievo sopra la portella della prossima sagrestia, in cui vedesi l’altare degli Olocausti con la sua vittima sopra. In alto poi sopra di questo vi è l’altro basso rilievo in cui è scolpito il profeta Isaia l’evangelico così chiamato, in atto di contemplare il Mistico Monte della casa animata dal Sig.r Dio; Maria, vale a dire, sovra la cima dei Monti Santi, a cui dovevano concorrere in folla tutte le genti.

Nel basso rilievo bilungo che sta sopra la finestra della sagrestia vedesi quella pubblica processione con la quale il Vescovo di quel tempo MCCCC unito a tutti gli ordini dellla città portossi a gittare e benedire con sagro rito la prima pietra dell’antica chiesa del Monte, che ogni anno al XXV di Agosto con offizio ecclesiastico solennemente rinnovasi. Nel seguente ordinario basso rilievo è scolpito Davidde , che portandosi per ordine di Gadda profeta ad offerire a Dio sacrifizione d’un altare eretto a tale oggetto nell’Aja di Ornan Gabuseo, vide l’Angelo di Dio rimettere la spada della collera del Sig.r nel fodero, in segno della subitanea e miracolosa cessazion delle pene in cui erano in tre soli giorni mancate LXX mila persone; come accadde anche in Vicenza fatta la stessa

193

Chiesa del Monte ad onore di Vergine; che può dire a suo riguardo a par della Sposa dei Sagri Cantici: facta sam coram eo quasi pacem reperiore.

Sotto poi nell’altra portella della sacristia sta espresso il candeliere d’oro con le sue sette accese lucerne da Mosè collocato innanzi all’Arca: simbolo vivissimo dei sette doni dello Spirito Santo e del lume [?] profetico che componendo sopra tutto il suo cantico illustrò la di lei Mente.

Segue la terza statua della Pazienza con un giogo sull’ orievo (?) , nel cui basso rilievo vedesi il padre Giobbe su di un letamajo, e un vago odorosissimo giglio tralle spine più acute, con cui dalla Chiesa stessa vien figurata assai viver la V.e della Pazienza sopra tutto appiè della croce.

La statua a cornu epistolae dell’Altare è la Santa Umiltà con Agnello in braccio; al basso rilievo ad essa di sopra corrispondente l’Angelo veduto da san Giovanni nella sua Apocalisse a ricreare con una canna d’oro la Mistica Città di Dio, in cui è simboleggiata Maria, nel di cui cuore la Santa umiltà gareggia colla sua altissima dignità di Madre di Dio. La pala dell’Altare e del Sig.r Giacomo Ciesa ed esprime assai bene l’Apparizion di Maria a Donna Vicenza nel Monte Berico.

La statua a cornu evangelii è la Santa Purità con una colomba in fralle mani; e il suo basso rilievo al di sopra è il Roveto che Mosè vide bruciarsi senza che consumassi: simbolo della perpetua Verginità di Maria inanzi al Parto, nel Parto stesso e dopo il Parto.

L’altra statua contigua è la Povertà volontaria amata sovramente dalla SS.ma Vergine benchè discendente dalla Regia stirpe di Davide, e perciò rimunerata da Dio a proporzione di grazia e ricchezza inestimabili e sovranità quasi infinita sovra tutte le creature del Cielo che dalla terra di cui fu coronata Reina.

Il baso rilievo ad essa corrispondente è l’Acqua miracolosa che al tocco della rozza pastoral verga Mosaica scaturisce in gran copia da un Pietra, in cui espresso fu da San Paolo medesimo Gesù Cristo: petra autem erat Christus, dal quale al tocco a cosi dir di

194

Maria cominciò nelle Nozze di Cana a dimostrarsi miracoloso; e a sua intercession tuttavia scaturiscono incessantemente le acque della Divina beneficienza a pro de’ Mortali.

Il seguente basso rilievo sopra una della porte laterali, per cui i domestici vi fanno l’ingresso a la Terra di Davide fiancheggiata di bastioni inespugnabili, da cui a mille a mille perdon gli scudi e ogni sorte d’armi de forti: figura chiarissima di Maria, a cui ricorrendo fiducialmente, siano sicuri d’ogni insulto nemico; anzi di trionfare del tutto del Demonio nostro nemico, espresso qui nel gigante Golia il cui capo reciso colla sua spada medesima vedessi portato dallo stesso Davidde fra gli applausi fatti al suo valore guerriero da tutto il popolo.

Sotto poi vedessi espressa la casa del Saggio, contro il quale scatenatisi i venti, e sboccando i fiumi e sormontando co lor cavalloni i torrenti più gonfi, niente ami poterono fare, piantata essendo non sull’arena, ma su d’una saldissima Pietra: figura assai viva della fortezza della Ss.ma Vergine.

Nel basso rilievo bislungo sulla finestra per cui da domestici si assiste alla messa vedesi già incominciata la fabbrica della Chiesa del Monte, e il popolo a gara concorrere e con l’opera e colla limosina spontaneamente all’innalzamento di questo edifizio trattandosi di gradire a Maria, che prometteva la cessazion della Peste a questa nostra città. Nel seguente basso rilievo su in lato vedesi la sapienza aversi edificata la propria casa ornandone l’atrio con sette colonne e, posta la mensa si preparò il Pane e il Vino invitando tutti ad aderirvisi; figura esprimentissima di Maria mistica casa di Dio sostenuta ed ornata in grado eroico dalle IV Virtù Cardinali e dalle Tre Teologali; dal cui purissimo sangue ebbe a formarsi il mistico frumento degli eletti e quel vino prezioso che inebbriandola di gaudio fa germogliare le Vergini, il sacramento cioè dell’Altare, a cui mercè varie grazie invita tutti i fedeli a cibarsene nella sua Chiesa.

195

Di sotto vedesi il Vello di Gedone pieno di celeste ruggiada: figura della grande mansuetudine di Maria, per cui anche al di d’oggi i Peccatori più feroci e indurati nella malizia possono con figliale fiducia ricorrere con isperanza di benigno riferimento. L’altra statua allato di questa portella è l’Amor di Dio, l’Anima vale a dire, ferita in cuore con freccia d’oro infuocato e sopra l’Arca del Testamento coperta dalli due Cherubini che si guardan l’un l’altro e l’incensiere fumante dinanzi: figura della Madre [?] del bell’Amore che al pari dell’Arca fiammeggiava per ogni parte d’oro purissimo, benchè con sacra violenza, a così dire dovesse stare a questa vita alquanto coperto. L’ultima statua allato della porta grande è l’orazione colle mani giunte e’l turribolo a piedi; e’l basso rilievo è l’Angelo veduto da San Giovanni starsene dinnanzi all’Altare per offerire a Dio le orazioni de’ Santi: come avrà fatto sovra d’ogni altro vivente qui in Terra la Ss.ma Vergine la di cui vita dovette essere una continua fervente orazione.

196