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Betty e detti

Nel documento Colonne della Società (pagine 140-145)

Berry

(entra dal giardino con uno scialle sulle spalle

e una sciarpa in testa).

Riccardo, Riccardo... sai dunque... ? BERNICK.

Sì, so tutto... ma tu che madre sei per non veder siente, per non accorgerti di nulla ?... (

BeErTY.

Ascoltami, Riccardo.

BERNICK.

Perchè non hai sorvegliato tuo figlio ?... Ora io l’ho serduto: rendimelo, se puoi.

BerTY.

E posso rendertolo, Riccardo; Olaf è qui, BERNICK.

Olaf è salvo!?...

TurTI.

Possibile !

HmmMar.

Me l’immaginavo, io!

Marta. * |

Oh, Riccardo, che consolazione!

\ Lona.

Ed ora cerca di meritare la tua felicità.

BERNICK.

E dov'è? Tu dunque non m’inganni Botty ?

Atto Quarto, Scena X 139

Berty. © i

Ti dirò dov’ è quando m’ avrai promesso di perdo nargli.

BERNICK.

Sì, gli perdono... ma dimmi piuttosto como hai saputo...

BETTY.

Credi tu che una madre non veda ? Io ero in ansia mortale al pensiero che tu potessi accorgertene. Da qualche parola che si lasciò sfuggire ieri entrai in sospetto... trovai la sua camera vuota... i suoi ve- stiti e la sua valigia mancavano...

BERNICK.

Capisco... e allora ? BETTY.

Corsi al porto, trovai Aunej; assieme entrammo in un battello: l’Indian Girl stava appunto per prendere il largo.... grazie a Dio arrivammo a tempo a raggiun- gerla.... Salimmo a bordo, visitammo ogni angolo del bastimento.... e l’abbiamo trovato.... Ma non lo devi punire, Riccardo.

BERNICE.

Punire ?

BerTY.

E nemmeno Aune....

BERNICK.

Aune? dov'è Aune? è poi partita l’Indian Girl?

BETTY.

È appunto questo che...

BERNICK,

Via, parla.

BETTY,

Aune era agitato come me: per cercaro Olaf ci occorreva del tempo.... l'oscurità si faceva sempre più

140 Le ‘éolcrine della Società

CISA LIES

III fitta, il pilota adduceva delle difficoltà.... e allora Aune osò ordinare in suo nome.

BERNICK.

Che cosa ? f

: Berty.

x Ohe l'Indian Girl non partisso che domani.

E KRAPP.

Hm!

BERNICK.

Oh come sono felice!

BETTY, Non sei dunque adirato ?...

Î BERNICK.

| Sono felice, Betty, altro che adirato!

RUMMEL.

Sei fin troppo coscienzioso, amico mio, HILMAR.

Dio mio! tanto orgasmo per un, po’ di lotta cogli elementi! Oh! oh!

KrapP (dalla Sirena):

Eccoli, signor console, entrano dal giardino.

BERNICK.

Adesso sono padronissimi di venire,

RUMMEL.

Tutto il giardino è pieno di gente,

r © SANDSTADE

l E la strada rigurgita di folla,

/ WIEGELAND.

ì Ecco le Wandiere e il pastore Rorlund alla testa dbi dimostranti.

BERNICK.

Lasciate che vengano.

ict DE

dh

Atto Quarto, Scena XI RUMMEL,

Ma nello stato d’esaltazione in cui ti trovi, se mai parlassi io in vece tua?

BERNICK.

No, grazie. Questa sera parlerò io stesso.

RUMMEL.

Ma sei abbastanza calmo da sapere quello che devi dire ?

BERNICK (fissandolo).

- Non temere Rummel: adesso so quello che devo dire,

SCENA XI.

Detti e Rorlund,

(La musica cessa di suonare, la porta del giardino si apre, e Rorlund entra accompagnato da un servo che porta un vas- soio coperto. Molti cittadini entrano pure nel salone. Gran folla in giardino e sulla strada con bandiere).

RoRLUND.

Illustrissimo signor console! Dalla sorpresa che ap- pare sul vostro volto m’accorgo che noi giungiamo affatto inattesi nel lieto focolare della vostra rispet- tabile famiglia, e in mezzo ai vostri oporosi e saggi amici e concittadini. Ma non avremmo saputo resi- stere al bisogno del nostro cuore di presentarvi i nostri omaggi e l'assicurazione dei nostri sentimenti devoti.

Non è la prima volta, signor console, che una simile dimostrazione ha luogo: ma è certo che non ve ne fu mai una così imponente. Già più d’ una volta ci fu offerta l’ occasione di ringraziarvi di quanto fate per la nostra città e per la nostra società di cui siete savio e solido appoggio...

Vocor.

Bravo! bravo!

na

Pup

142 _se colonne della Società

RoRLUND.

Ed oggi vi ringraziamo perchè instancabile, disin- teressato, previdente sempre, vi metteste arditamente a capo di un’ impresa che . darà un notevole impulso alla prosperità e al benessere della società nostra.

Voci.

Bene! bravo!

- RORLUND.

Signor console, già da molti anni il vostro nobile esempio ci servì di guida e di sprone. Non spetta a me il parlare della vostra vita domestica, della vostra irreprensibile condotta morale... Sono cose queste a tutti note, ma troppo sacre per poterne parlare in una pubblica dimostrazione. Ma io voglio dire della vostra attività, dello zelo che dimostraste sempre per il benessere della nostra città. Navi d’una costruzione perfetta escono dal vostro cantiere e portano le vostre bandiere fin nei punti più remoti dell’ Oceano.... una schiera numerosa di operai vi considera come un pa- dre benefico.... voi avete promosso industrie da noi rima sconosciute, aveto creato il benessere di molte

‘amiglie.... in una parola yoi siete la pietra angolare della nostra società.

Voci.

Bravo! Evviva Bernick!

RoRLUND.

Ed è appunto il disinteresse che si palesa costan- temente nel vostro operato, che fa di yoi, signor con- sole, la personalità più rispettata e più stimata di questa città. (alla moltitudine) Ed ora sappiate che il signor console ci procurerà una ferrovia. (esclamazioni di sorpresa) Ma le difficoltà non mancheranno a que- sta utile e ardita impresa.... Non è più un mistero che persone le quali non appartengono alla nostra società hanno prevenuto i nostri solerti cittadini nella com- pera «lei terreni che devono servire alla fabbricazione del tronco di allacciamento, assicurandosi così dei van- taggi che sarebbero vonuti di diritto alla nostra città.

Atto Quarto, Scena XI Voci.

Nel documento Colonne della Società (pagine 140-145)

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