Che c'è Riccardo?
Le colonne della Società
BERNICK. »
Cara Betty, questo non ti può interessare. (ai tre compagni) Ora però, dobbiamo preparàre le schede;
sarà tutto tempo guadagnato. S’intende che noi quat- tro ci dobbiamo firmare per i primi, Lo esige la nostra posizione sociale.
SANDSTADT.
Naturalmente, signor console.
RUMMEL, Dobbiamo riuscire, Bernick.
BERNICK.
Quanto al'risultato non ho nessuna apprensione;
per parte nostra dobbiamo adoperarci in favore di questo progetto, parlandone ognuno nella propria cer- chia di conoscenti, e tosto che ci saremo cattivata la simpatia di tutte le classi sociali, non ci mancherà neppure l’appoggio del municipio.
Betty.
Ebbene, Riccardo, non vuoi venir fuori e raccon- tarci di che si tratta ?
BERNICK.
Cara Betty, abbi pazienza, ma non è argomento che possa interessare voi donne. i
HILMAR.
Dunque, vuoi proprio «assumerti l'impianto di una . ferrovia ?
BERNICK, Già.
RoRLUND.
L’anno scorso però, signor console...
BERNICK.
L’anno scorso, le cose erano ben diverse; allora si trattava di una linea sulla costa.
Atto Primo, Scena IX 29
E RENI WIEGELAND, i
Che sarebbe stata affatto superflua, con tutti i ba- stimenti che abbiamo.
SANDSTADT.
E avrebbe costato una somma fortissima di danaro.
RUMMEL.
Senza contare poi, che quella linea avrebbe dan- neggiate molti nei loro interessi,
BERNICK. !
La ragione principale è che quella non avrebbe re- cato nessun vantaggio ai nostri principali commer- cianti; epperciò abbiamo scelto la linea interna.
HILMAR.
Capisco, ma questa non toccherà la nostra città.
BERNICK.
Non dubitare che si provvederà anche a questo con un tronco apposito.
HILMAR.
Si tratta dunque d’un nuovo progetto ?
RUMMEL. )
E di un progetto stupendo, non è vero, Bernick ?
RoRLUND.
Sarà!
WIEGELAND.
Per questo tronco che deve toccare la nostra città è innegabile che la provvidenza ci ha fornito una lo- calità adattatissima.
RoRLUND.
Vi pare, signor Wiegeland ? BERNICK.
Per parte mia, posso proprio dire che il mio viag- gio d’affari della scorsa primavera è stato provviden- ziale. Proprio a caso capitai in codesta valle che non avevo mai visto e subito mi balenò l’idea di questo
«" cei *
80 Le colonne della Società
tronco ferroviario. Feci esplorare quella contrada da un ingegnere e, come risulta dalla relazione che qui vedete, nulla si oppone ai miei progetti,
BETTY .
(avanzandosi colle altré signore).
Non capisco però come tu, caro Riccardo, ne abbia fatto un mistero con noi.
BERNICK.
A che scopo avrei dovuto parlare? Voi non avreste potuto afferrare il nostro concetto. D'altra parte fi 0 ad ora, non ne feci parola con nessuno. Ora però, il momento decisivo è giunto ed è tempo di agire aper- tamente e colla massima energia. |
RORLUND.
E voi, signori miei, vi ripromettete davvero tanto vantaggio da questa impresa ?
BERNICK.
Certamente. Pensate alle immense foreste che di- verranno così praticabili, alle ricche miniere che po- tremo scavare, ai corsi d’acqua che ci riuscirà d’uti-
lizzare. 4
RORLUND.
E non temete i danni, che dai rapporti frequenti con una società tanto corrotta potrebbero derivarne alla nostra ?
BERNICK.
No, non ci pensate, signor pastore; la nostra pic- cola società, grazie a Dio, ha una solida base morale, alla cui formazione abbiamo contribuito tutti del nostro meglio. La vostra pia influenza, signor pastore, si diffonde nella scuola e nella famiglia; noi uomini, cer- chiamo di spargere il benessere ovunque, e le nostre donne esercitano la loro opera benefica nelle sane pareti domestiche, formando l’ appoggio morale dei loro cari, come lo sono Betty e Marta per me e per il mio Olaf.... (quardandosi attorno) Olaf... dove è an- dato a nascondersi oggi ?
Atto Primo, Scena X
| L Berry.
Caro amico, ora che è in vacanza è impossibile te- nerlo in casa.
î BERNICK.
Cosicchè, sarà ancora giù in riva al mare! Vedrai, Betty, che l’andrà a finîir male!
i HILMAR,
Che! si tratterebbe soltanto di un piecolo bagno freddo.
Sig.* RUMMEL.
Signor Bernick, voi siete veramente un padre di famiglia esemplare.
BERNICK. — i x Signora mia, la famiglia è appunto il germe della società, e in essa dobbiamo riporre le nostre aspira- zioni e il nostro vanto.
SCENA X.
Detti, e Krapp che entra da destra con lettere e giornali.
KRAPP.
Signor console, eccole la posta dell’estero e un te- legramma da Nuova York.
BERNICK (prende il telegramma).
Ah! è del costruttore della Indian Girl.
? RUMMEL.
È arrivata la posta ? Allora permetteto....
WIEGELAND.
Ed io pure me ne vado...
SANDSTADT.
I miei rispetti, signor console.
r ia ten
RT
32 Le colonne della Società BERNICK.
A rivederci, signori midi; non dimenticatevi cho oggi alle 5 ha luogo la seduta.
SANDSTADT.
Non dubitate. ‘
WIEGELAND.
Non mancheremo (Rummel, Sandstadt" e Wiegeland escono tutti e tre da destra).
BERNICK
(dopo letto il telegramma). ®
Questa è grossa davvero! Bisogna proprio essere americani per accampare di queste pretese! i
BETTY, Che c’è, Riccardo ?
BERNICK.
Leggete, Krapp.
KRaApP (leggendo).
Fate solo indispensabili riparazioni. Mandate Indian Girl appena possa tenere il mare. Necessarissimo che la merce arrivi subito.
RoRLUND.
Ecco come vanno le cose in queste grandi Com- pagnie tanto decantate.
BERNICK.
Avete perfettamente ragione; questi americani, pol loro interesse, non esitano a mettere a repentaglio la vita del loro prossimo. È possibile varare la Indian Girl in quattro o cinque giorni ? i
KRAPP,
Sì, purchè il signor Wiegeland acconsenta a sospen- dere 1 lavori della Palma.
BERNIOK.
Ne dubito assai.... basta.... Fate il piacere di dare un’occhiata alla posta... (richiamandolo) Scusate, avete visto Olaf abbasso?
»
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Ta l | ‘—Atto Primo, Scena XI 38°
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