La città di Bhopal svolge un ruolo di rilievo all‟interno di Sūkhā bargad. Oltre a costituire lo scenario che fa da sfondo alle vicende dei protagonisti, la città stessa sembra assumere l‟importanza di un personaggio del romanzo condizionando fortemente le vite dei suoi abitanti.
La leggenda vuole che la città di Bhopal sia stata fondata dal sovrano Paramāra Rājā Bhoj nell‟XI secolo rimanendo però un centro secondario fino agli inizi del XVIII secolo quando il condottiero afghano Dost Muhammad Khan fondò il principato islamico di Bhopal sotto l‟egida dell‟impero Mughal. Successivamente Dost Mohammad Khan assunse il titolo di
nawāb rendendosi indipendente dai sovrani di Delhi e i suoi successori regnarono sul
principato di Bhopal fino al 1949, anno in cui questo divenne parte dell‟Unione Indiana. Una caratteristica peculiare del principato di Bhopal è il fatto che nel corso del XIX secolo il potere venne retto da quattro sovrane musulmane che attuarono una serie di riforme economiche e amministrative oltre a quelle in campo religioso, educativo, letterario e artistico.53 Si tratta di Qudsia Begum al potere dal 1819 al 1837, Sikander Begum che regnò dal 1847 al 1868, Shah Jahan Begum al potere dal 1868 al 1901 e Sultan Jahan Begum che governò dal 1901 al 1968. Durante il periodo coloniale, il principato di Bhopal si schierò a favore degli inglesi impegnati nella guerra anglo-maratta54 e prese le parti del dominio coloniale anche nel 1857 durante il Mutiny55 o, come viene definita in India, la prima guerra di indipendenza. Nel principato, caratterizzato da una storia priva di conflitti intercomunitari, le sovrane riuscirono a mantenere un equilibrio tra i sudditi musulmani e la maggioranza hindu, i cui membri ricoprivano posizioni amministrative di rilievo facendo del principato “un
53 Per uno studio dettagliato sul principato islamico di Bhopal v. Preckel, Claudia, Begums of Bhopal, Lotus
Collection Roli Books, New Delhi, 2000.
54 Per quanto riguarda lo scontro tra gli inglesi della Compagnia delle Indie e i principi maratti che si
opponevano agli inglesi nella zona che corrisponde all‟odierno Maharashtra tra la fine del XVIII e l‟inizio del XIX secolo v. Torri, Michelguglielmo, Storia dell‟India, Editori Laterza, Bari 2007, pp. 350-352.
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Per un‟analisi dettagliata delle cause e delle dinamiche della rivolta del 1857 v. Torri, Michelguglielmo, op.
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luogo emblematico della convivenza hindu-musulmana”.56 La Bhopal del XIX secolo era un centro culturale estremamente vivo in cui prosperava la tradizione artistica e letteraria qasbaita57 che è andata via via scomparendo nel corso del XX secolo, risentendo dei grandi cambiamenti che hanno coinvolto la città. Come afferma Alessandra Consolaro:
La cultura qasbaita aveva un ethos culturale, sociale e morale per cui il pluralismo non era semplicemente un ideale, ma diventava pratica di vita quotidiana, uno stile di vita che nel secolo scorso è entrato in crisi, è tramontato e oggi sembra non aver lasciato alcuna eredità significativa.58
L‟impianto urbanistico della città cominciò a cambiare in seguito all‟Indipendenza, a causa dell‟arrivo di consistenti flussi migratori di profughi hindu provenienti dal Sindh, ma l‟impulso maggiore al processo di sviluppo urbano si ebbe conseguentemente all‟integrazione dello stato di Bhopal in quello del Madhya Pradesh, di cui la città divenne la capitale nel 1956. Nuovi insediamenti vennero creati al di fuori delle mura della “città vecchia” che perse progressivamente il ruolo di centro cittadino poiché gran parte degli uffici amministrativi, delle scuole e delle attività finanziarie andarono a localizzarsi nella “città nuova”.59 I cambiamenti dell‟assetto urbanistico di Bhopal furono accompagnati da un enorme incremento demografico e la città vide la sua popolazione triplicata nel giro di soli venti anni (tra il 1951 e il 1971) a causa del grande afflusso di burocrati e funzionari statali, oltre che di immigrati musulmani provenienti dalle zone rurali circostanti.60 Inevitabilmente vi fu una trasformazione anche nella conformazione sociale della città che vide crescere considerevolmente la percentuale di abitanti hindu mentre diminuiva progressivamente la percentuale della popolazione musulmana che nel 1901 costituiva il 54.5% della popolazione
56 Consolaro, Alessandra, Poesia urbana: Rājeś Jośī e Bhopal, in “Gurumālā. Atti della giornata di studi in onore
di Shyam Manohar Pandey” - Napoli, 30.10.2008, Annali dell‟Istituto Universitario Orientale, Volume 68, Napoli 2008, p. 92.
57 Gli studiosi Gayer e Jeffrelot definiscono la qasba come una “small market town [...] integrated with
surrounding villages - through the collection of land revenue and the consumption of agricultural and non – agricultural surplus – as well as with larger towns, offering a broader canvas of services”, v. Gayer. Laurent; Jaffrelot Christophe, Muslims in Indian Cities, Trajectories of Marginalisation, Hurst & Company, London 2012, p. 15.
58 Ivi, p. 87. 59
Gayer. Laurent; Jaffrelot Christophe, op. cit., pp. 163-170.
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cittadina e nel 1971 solo il 38.5%.61 Inoltre la popolazione musulmana ha avuto la tendenza a concentrarsi sempre di più nella “città vecchia” come sottolineato dall‟analisi degli studiosi Jaffrelot e Wülbers:
The Muslims of Bhopal are more and more concentrated in the Old City where no development work has been undertaken- except the airport road that the politicians need to use to reach Bairagarh airport. Shahr-i-khas which was at the heart of the market centre is now only for small and very small businesses with very few schools, public services and government-related jobs.62
Per quanto riguarda la percentuale di popolazione musulmana che attualmente vive nella capitale del Madhya Pradesh, le informazioni disponibili a questo riguardo fornite dall‟AICMEU (All India Council of Muslim Economic Upliftment) fanno riferimento ai dati del censo 2001 e indicano una popolazione urbana di 1.482.718 abitanti, di cui 387.835 musulmani costituenti il 26.2% della popolazione urbana del distretto di Bhopal.63 È da notare il fatto che questi numeri non sono stati aggiornati con riferimento ai risultati dell‟ultimo censimento effettuato nel 2011 poiché non sono stati resi noti i dati raccolti in base all‟affiliazione religiosa della popolazione.
Il romanzo di Manzūr Ehteśām ambientato nella Bhopal degli anni „50, „60 e „70 del XXI secolo descrive i cambiamenti straordinari che interessano la città e i suoi abitanti in nome del progresso e della modernizzazione. Ehteśām si dice convinto del fatto che l‟urbanizzazione incontrollata sia una tra le cause del deterioramento dei rapporti tra le diverse componenti della società indiana, una convinzione che emerge con forza dal testo narrativo.64 Attraverso i ricordi di Rashida il lettore si ritrova trasportato nella Bhopal dei primi anni „50 e osserva attraverso i suoi occhi la trasformazione in corso. Rashida, voce narrante del romanzo, ricorda con nostalgia la Bhopal della sua infanzia, una città priva del caos rumoroso del traffico, con le strade strette, gli alti alberi e il cielo azzurro:
61
Ivi, p. 170.
62 Jaffrelot, Christophe; Wülbers, Shazia Aziz, Bhopal Muslims, besieged in the old city?, in Gayer. Laurent;
Jaffrelot Christophe, op. cit pp. 170-171.
63 I dati forniti dall‟AICMEU sono consultabili a questo indirizzo web:
http://www.aicmeu.org/Muslim_Population_Distribution_in_India.htm
35 ...questa città che, da quando Ammi e Abbu erano giovani, come una piovra ha allungato i suoi tentacoli in ogni direzione, si ritrae e rimpicciolisce. Gli auto-rikshaw rumorosi, i bus che vomitano fumo e i camion che soffocano le strade scompaiono uno dopo l‟altro dalla mia vista. Le strade si restringono, i grandi alberi ombrosi si fanno innumerevoli. E il cielo torna a essere di un azzurro terso di giorno e di notte come il velluto nero su cui sono ricamate le stelle come monete di rame, simile al berretto che Ammi aveva fatto fare a Suhail per la festa di „Id quando era piccolo.65
Ehteśām regala al lettore l‟immagine di una Bhopal disseminata di alberi e spazi verdi ormai scomparsi per lasciare il posto in un primo tempo agli insediamenti dei profughi provenienti dal Sindh e, successivamente, ai migranti in arrivo dalle campagne circostanti che hanno creato delle abitazioni di fortuna e occupato addirittura un‟antica moschea.66
I ricordi di Rashida tracciano una mappa della città come doveva mostrarsi nel 1955, l‟anno dell‟inizio della scuola per la protagonista di Sūkhā bargad. La giovane donna ripensa al tragitto percorso quotidianamente dallo scuolabus che le ha permesso di osservare per la prima volta la città e imparare a conoscerla.67 Rashida descrive una serie di edifici, strade e quartieri ormai scomparsi o radicalmente cambiati e il racconto è pervaso dalla malinconia per la fine di quel mondo in cui fratello e sorella hanno vissuto gli anni felici dell‟infanzia, prima che la realtà iniziasse a cambiare freneticamente travolgendo la città e la loro famiglia.
Nel 1956 Bhopal diventa la capitale dello stato del Madhya Pradesh e questo, come abbiamo sottolineato nella premessa introduttiva, da il via alla trasformazione della città che si espande assumendo nuove caratteristiche architettoniche, economiche, demografiche e sociali. Con la costituzione della città a capitale diventa necessario costruire gli edifici preposti ad accogliere tutti gli uffici amministrativi, le case per i nuovi funzionari e burocrati statali che nella maggioranza dei casi non sono originari di Bhopal ma vi si trasferiranno per svolgere il loro incarico lavorativo. Intere zone della città vecchia vengono quindi smantellate e ricostruite mentre sulle colline sorgono dei veri e propri nuovi quartieri. Rashida descrive con dovizia di particolari l‟ondata di cambiamenti che investe la città e che ha un ruolo fondamentale all‟interno del romanzo:
65 Ehteśām, Manzūr, op. cit., pp. 13-14. 66
Ivi, p. 15.
36 La città di Bhopal era diventata la capitale di un nuovo stato, serviva posto per tutti gli uffici governativi e per le persone che vi lavoravano. Si cominciarono a vedere girare per le strade vecchi camion decrepiti sui quali erano state scritte a caratteri cubitali le lettere inglesi “H.C.C.L.T.D.”. Venne costruita la nuova città di Tāntyā Tope Nagar.
[…]La ruota del cambiamento girava vorticosamente. Erano stati tagliati gli alberi nella zona disabitata che si espandeva intorno alla città ed erano stati scavati dei fossati, erano spuntati muri e tetti. Dall‟altro lato della città stavano aprendo una grande centrale elettrica, e sui suoi camion c‟era la scritta l‟H.E.(P.)L, lo sguardo corre sulle strade strette della città. Il sistema monetario era passato dalle vecchie rupie, anna e paise alle rupie e cento nuove paise. Al posto dei piccoli chioschi, ormai scomparsi, davanti ai Bharat
Talkies stavano costruendo un edificio altissimo e massiccio, di grandi dimensioni. Al
posto dello squallore di Thanḍī Road era stata costruita Hamīdiyā Road con una serie di grandi negozi. Su tutte le colline intorno alla città (la collina della prigione, la collina di Shamla, Samaristan), cominciavano a comparire i segni della città che stava emergendo. La Minto Hall era stata trasformata nell‟Assemblea Legislativa e ai piedi della collina della prigione, proprio lì davanti, era stata costruita una bella area residenziale per i legislatori del nuovo stato. In città cresceva il numero di persone con nuove fattezze fisiche parlanti lingue diverse.68
Grandi cambiamenti comportano la rottura degli equilibri preesistenti e dello status
quo e l‟afflusso di quantità ingenti di migranti inevitabilmente sconvolge la struttura sociale
della città. Rashida racconta come, proprio in questo periodo di transizione in cui la città si trasforma per vestire i panni di capitale del nuovo stato del Madhya Pradesh, si assiste al primo scontro tra hindu e musulmani. Attraverso la voce narrante di Rashida, Ehteśām sottolinea come nel principato islamico di Bhopal non vi fossero stati scontri intercomunitari nemmeno ai tempi della Partition poiché hindu e musulmani erano uniti al servizio del nawāb ed erano accomunati da interessi economici e sociali comuni. Questo fatto è ribadito anche dal collega di Rashida, Ali Husain, originario dall‟Uttar Pradesh, che sottolinea come parlare di rapporti tra hindu e musulmani abbia un significato diverso a Bhopal dove la gente vive
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ancora come se fosse “nell‟India unita, senza aver visto o vissuto la violenza e la sofferenza della Spartizione”.69
Tuttavia anche a Bhopal la situazione è destinata a cambiare. L‟arrivo di profughi dal Sindh e dal Punjab oltre che di musulmani provenienti dalle zone rurali circostanti ha rotto questo equilibrio.70 Alcuni episodi riportati nel romanzo raccontano al lettore come la decisione di fare di Bhopal la capitale del Madhya Pradesh, con tutto quello che comporta, è considerata una minaccia da parte della comunità musulmana della città e parte di un complotto architettato ai danni della minoranza musulmana in India. La convinzione del fondamentalista Asghar sāhab, le cui parole Suhail riporta ad Abbu, è che la trasformazione della città abbia come reale obiettivo quello di spazzare via i musulmani trasformandoli in una minoranza a cui gli hindu possano mettere i piedi in testa.71
Tutte queste voci esprimono l‟insicurezza crescente che si impadronisce della minoranza musulmana indiana nella seconda metà del XX secolo. L‟escalation di tensioni e violenze culminerà in anni successivi a quelli descritti nel romanzo con la distruzione della Babri Masjid nel 1992 e le conseguenti violenze, e con i pogrom del 2002 in Gujarat. Così scrivono Gayer e Jaffrelot:
In the decades following independence, Indian cities also witnessed a revival of communal tensions, with political dividends and strong spatial repercussions. And the intensification of these urban episodes of communal violence has redefined the geography of many a city during the last two decades, following the Ram Janmabhoomi movement, the destruction of the Babri Masjid, the Mumbai riots 1992-93 or, more recently, the 2002 Gujarat pogrom.72
Dall‟analisi dei due studiosi emerge come l‟ascesa del comunitarismo e il deterioramento dei rapporti tra hindu e musulmani abbia comportato una separazione degli spazi all‟interno della città e una sorta di “ghettizzazione” dei musulmani che, nel caso specifico di Bhopal, rimangono concentrati in alcune zone della città che da centrali sono
69 Ivi, p. 159. 70 Ivi, p. 43. 71
Ivi, p. 56.
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diventate periferiche. Questo aspetto viene ribadito anche in uno studio di Chandralekha Lehri riguardante specificatamente la popolazione musulmana di Bhopal in cui si sottolinea come:
Bhopal, fortunately, has not witnessed any major communal trouble. Despite this, majority of Muslims live in predominantly Muslim localities. Sometimes it happens that non-Muslims do not like to rent over their houses to Muslims. The ascendancy of communal policies has further aggravated this problem. Muslims in Hindu populated areas feel insecure whenever there are communal riots in any part of the state or neighbouring states. […] What we find at present is the segregation of Muslim population of Bhopal.73
Mentre la comunità musulmana si richiude su se stessa, sorgono nuovi quartieri residenziali nelle zone collinari al di fuori delle mura della “città vecchia”, abitati principalmente da famiglie hindu.
In Sūkhā bargad la famiglia di Vijay si trasferisce dal quartiere caotico e decadente in cui vivono Ammi, Rashida e Suhail in una delle zone più costose e prestigiose della città. Il trasloco della famiglia Sahani, la famiglia di Vijay, avviene poco dopo la rottura della relazione tra il giovane e Rashida. Il fatto rende più profondo e definitivo l‟allontanamento di Vijay che sembra essersi lasciato alle spalle tutta la famiglia di Abdul Vahid Khan nonostante si presenti ancora di tanto in tanto per una visita di circostanza. Rashida non riesce a spiegarsi l‟improvvisa freddezza di Vijay e la sua totale indifferenza nei propri confronti fino a quando non va a trovare la madre dell‟amico sopravvissuta insieme al marito a un grave incidente d‟auto. Quando si trova di fronte alla signora Sahani, nella sua nuova villa scintillante di vetro e cemento, Rashida si rende conto dell‟enorme distanza che si è creata tra le due famiglie che ormai appartengono a mondi completamente diversi. La protagonista si sente in imbarazzo percependo il disinteresse nelle domande della madre di Vijay riguardo alla salute di Ammi, e alla situazione di Suhail di cui evidentemente non sa nulla da molto tempo:
La malattia di Ammi! La laurea di Suhail!! A quella famiglia non interessava minimamente la nostra vita! Perché mi continuava a sembrare che la madre di Vijay fosse
73
Leri, Chandraleka, Socio-Demographic Profile Of Muslim, Study of Bhopal City, Rawat Publications, Jaipur 1997, p. 131.
39 cambiata, che quando ci eravamo incontrate in precedenza non ci fosse tutta quella freddezza e quell'estraneità? Che quella distanza fosse solo ostentata e che in fondo lei conoscesse molto bene la nostra situazione? Anche se nel suo comportamento o nella sua voce non c'era nulla di artificioso o ostentato, perché io continuavo a percepirlo?74
L‟irritazione di Rashida cresce ulteriormente all‟arrivo del padre di Vijay, Sahani
sāhab, che non la riconosce. Una volta che la moglie gli dice chi sia la giovane donna che si
trova di fronte a lui, Sahani sāhab assume un atteggiamento ospitale e amichevole, invitando Rashida a rimanere a pranzo e lodando la sua voce che egli sostiene di ascoltare sempre alla radio. Tuttavia, anche Sahani sāhab, nonostante la gentilezza e l‟ostentata amichevolezza si dimostra assolutamente indifferente alla persona di Rashida che ai suoi occhi sembra oramai rappresentare solamente un membro della comunità musulmana. Il padre di Vijay da per scontato che Rashida, lavorando alla radio, sia una cantante e che, poiché è musulmana, padroneggi la lingua urdū e ricordi a memoria molti ghazal e composizioni poetiche in questa lingua. Egli invita Rashida a restare e a recitare poesie per tutta la famiglia.75 Rashida rifiuta categoricamente e decide di andarsene da quella casa di sconosciuti dove si sente trattata come un‟estranea e realizza che anche Vijay, molto probabilmente, è stato assorbito da questa nuova realtà di benessere e ricchezza allontanandosi definitivamente da lei.
Manzūr Ehteśām vuole fare notare al lettore come il processo di trasformazione avvenuto in città abbia cambiato radicalmente la vita dei protagonisti del romanzo. Mentre Rashida e Suhail avvertono il senso di insicurezza crescente e la frustrazione dovuta al fatto di appartenere a una minoranza che si sente sempre più discriminata nel proprio paese e nella propria città, Vijay e la sua famiglia si trasferiscono nella “città nuova”, diventando simbolo della crescita economica e del benessere portato dalla trasformazione della città a capitale. Nel frattempo i rapporti tra le due famiglie e in particolare l‟amicizia di Vijay con Suhail e la sua relazione con Rashida sembrano disintegrarsi e non avere più senso in una realtà in cui l‟economia, il progresso e la politica hanno causato il deteriorarsi dei rapporti tra le parti sociali e la crescente divisione delle comunità su linee settarie.
74
Ehteśām, Manzūr, op. cit., p. 183.
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