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2. La digitalizzazione delle costruzioni: uno stato dell’arte

2.8. Il BIM e il concetto di lifecycle: dal progetto al cantiere

La costruzione di un’opera edile, generalmente, prevede le seguenti fasi:

- Programmazione (Esigenze, Fattibilità, Sostenibilità)

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- Progetto preliminare

- Progetto definitivo, analisi

- Progetto esecutivo, documentazione

- Costruzione, collaudo, consegna

- Esercizio (gestione e manutenzione)

- Recupero, Restauro

- Dismissione (demolizione, smaltimento e riciclo).

L’insieme di queste fasi costituisce il ciclo di vita dell’opera, ad eccezione delle

ultime due fasi: quella di recupero o restauro innesca un nuovo ciclo, quella di

dismissione ne sancisce il completamento.

Figura 14: Fasi del ciclo di vita di un’opera edile e proposte per l’accrescimento

della sua sostenibilità – Fonte: Sacks, Rafael; Eastman, Chuck; Lee, Ghang;

Teicholz, Paul. BIM Handbook: A Guide to Building Information Modeling for

Owners, Designers, Engineers, Contractors, and Facility Managers. Wiley.

Con il crescente aumento dei requisiti legati all’ambiente, alla sostenibilità, alla

sicurezza della società, alla disponibilità di informazioni e dati chiave aperti,

l’introduzione del BIM al livello di maturità 4 (relativamente alla Norma UNI

11337) a supporto dei sistemi informatici tradizionali fornisce una piattaforma

per gestire l’intero ciclo di vita dell’opera edile.

Il BLM (Building Lifecycle Management) col supporto del BIM adatta il principio

generale introdotto dal PLM (Product Lifecycle Management, emersa negli anni

‘80 nel settore automobilistico) e lo applica all’industria delle costruzioni.

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Figura 15: Processo informativo delle costruzioni [Fonte Norma UNI 11337-1].

Lo schema espone come al raggruppamento di diversi stadi (costituenti lo

sviluppo) corrisponde un “modello informativo di progetto”; proseguendo, allo

stadio di esercizio è associato il “modello informativo dell’opera”.

“La Gestione del ciclo di vita del prodotto (PLM) è un approccio strategico alla

gestione dei processi, delle informazioni e delle risorse a supporto del ciclo di

vita di prodotti e servizi, dalla loro ideazione, allo sviluppo, al lancio sul mercato,

al ritiro.”

L’approccio PLM si basa sull’integrazione di un insieme di tecnologie (tra le quali

quella informatica), di metodologie di organizzazione del lavoro collaborativo e

di processi definiti ed ha l’obiettivo di ottimizzare tempi, costi, rischi aumentando

la qualità e riducendo gli sprechi nelle differenti fasi della filiera produttiva. Per

raccogliere, ordinare ed estrapolare dati e informazioni relative ai prodotti

durante questa metodologia di lavoro utilizza una banca dati comune condivisa.

Nella “Gestione del ciclo di vita dell’edificio” (BLM) l’ACDat (secondo la Norma

UNI 11337, o il CDE nella Norma Inglese PAS 1192) costituisce l’ambiente di

condivisione dati, cioè un sistema per gestire i dati e le informazioni relative agli

elementi costruttivi (virtualizzati come oggetti BIM) delle opere edili, i processi e

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le comunicazioni tra i diversi attori coinvolti, durante tutto il ciclo di vita

dell’opera.

Questa piattaforma cloud è basata sugli oggetti pertanto, permette di gestire,

interrogare, condividere, aggiornare ciascun oggetto dei possibili molteplici

progetti presenti con un insieme di strumenti appartenenti a discipline diverse.

Di seguito, si elencano ulteriori vantaggi dell’applicazione dell’approccio BLM:

- La possibilità di raccogliere, organizzare all’interno di un unico database

tutti i dati e le informazioni

- La possibilità di rielaborare e riutilizzare le informazioni del database

- Lavorare in maniera interoperabile consente di minimizzare la perdita di

dati, le rilavorazioni e di ridurre gli errori

- L’interoperabilità e lo scambio dei dati avvengono principalmente

attraverso l’utilizzo dei formati aperti IFC e BCF

- Qualora disponibili, attraverso l’impiego di APIs (Application

Programming Interface) nell’ACDat è possibile effettuare collegamenti

diretti e scambi di dati anche con file proprietari

- Utilizzando i modelli BIM si riduce il rischio finanziario associato al

progetto grazie alla possibilità di disporre di computi metrici estimativi

sempre aggiornati, più precisi ed affidabili rispetto ai tradizionali (ciò è

realizzabile seguendo più strade: integrando le informazioni all’interno del

modello e gestendole, all’interno dei software di BIM Authoring e dei file

excel collegati al modello, ma anche trasmettendoli assieme al modello

in formato aperto IFC a dei BIM tools appositamente studiati per gestire i

tempi e i costi (ad esempio STR Vision CPM)

- Consente di verificare la conformità del progetto rispetto ai requisiti

stabiliti dal committente e previsti dalle norme

- Supporta il mantenimento della accuratezza dei modelli BIM as-built

consentendo di integrarli con le modifiche e gli aggiornamenti apportati

sull’opera.

- Permette di ottimizzare gestione e manutenzione dell’opera durante la

fase di esercizio attraverso l’acquisizione del modello as-built (realizzato

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durante la fase di costruzione, verificando

in corso d’opera la

corrispondenza degli elementi costruttivi tra come sono effettivamente

realizzati in cantiere rispetto al progetto esecutivo e registrando le

modifiche sul modello) integrato dalle informazioni sulle attrezzature e gli

impianti, ed eventuali ulteriori modifiche (avvenute in seguito alla

realizzazione) per ottenere il modello as-is, ovvero dello stato di fatto.

Le principali criticità sono le seguenti:

- Con le attuali tecnologie e consuetudini nei processi dell’industria delle

costruzioni, le informazioni sono ancora immesse e gestite da differenti

sistemi e attori nelle diverse fasi del progetto

- Anche per questo metodo esiste la possibilità che si verifichino delle

perdite di dati

- Affinché possa essere sfruttato l’intero potenziale che offre il BIM, è

necessario apportare dei cambiamenti significativi ai processi

attualmente in uso

Altre applicazioni BIM nel ciclo di vita, in fase di sviluppo, sono:

- l’integrazione di grafici e apparecchiature di monitoraggio supportate sia

dai modelli BIM che dai sistemi di Facility Management

- l'uso di sensori connessi a Internet (Internet of Things, IoT) collegati ai

sistemi di automazione degli edifici per il monitoraggio delle loro

prestazioni (e in caso di feedback negativi progettare interventi correttivi)

- la redazione di nuove forme di contratto in grado di gestire l’impiego di

processi e tecnologie collaborative basate sul BIM (ad esempio l’IPD, o

relativamente alla norma UNI 11337 il Capitolato Informativo) nei progetti.