• Non ci sono risultati.

Cinque concorsi per l’E

BIOGRAFIA GIORGIO DE CHIRICO

(tratto dal sito della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico)

1888-1905

Giuseppe Maria Alberto Giorgio de Chirico nasce a Volos (Tessaglia) il 10 luglio 1888. Il padre, Evaristo, di nobile famiglia d’origini siciliane, è un ingegnere impegnato nella costruzione della ferrovia della Tessaglia. La madre Gemma Cervetto è una nobildonna genovese. Nel 1896 i de Chirico rientrano a Volos, dove risiederanno fino al 1899, e dove Giorgio prende le prime lezioni di disegno. La famiglia si trasferisce poi ad Atene, dove Giorgio frequenta il Politecnico dal 1903 al 1906.

1906-1909

Nel settembre 1906 la madre decide di lasciare la Grecia. Dopo due brevi soste a Venezia e a Milano, la famiglia si trasferisce a Monaco di Baviera, dove Giorgio frequenta l’Accademia di Belle Arti, mentre Andrea studia musica. De Chirico si dedica allo studio di Arnold Böcklin e Max Klinger, legge con grande interesse Nietzsche, Schopenhauer e Weininger. Ritorna a Milano, raggiungendo la madre e il fratello, nel giugno del 1909.

1910-1915

Nel marzo 1910 si trasferisce a Firenze, dove rimane impressionato dall’architettura di Brunelleschi e ricomincia a studiare con fervore Nietzsche. Comincia a dipingere soggetti in cui tenta di esprimere quel forte e misterioso sentimento che aveva scoperto nei suoi libri: “la malinconia delle belle giornate d’autunno, di pomeriggio, nelle città italiane”. Nasce così il suo primo quadro metafisico:L’enigma di un pomeriggio d’autunno, ispirato da una visione che ebbe in piazza Santa Croce, e iconograficamente dall’affresco della cappella Bardi di Giotto nella Basilica di Santa Croce. L’opera è preceduta da L’enigma dell’oracolo e seguita,

famoso Autoritrattocon la lapidaria epigrafe nietzschiano “Et quid amabo nisi quod aenigma est?”.

Nel 1911, diretto a Parigi con la madre per raggiungere il fratello, passa per Torino, dove viene colpito da alcuni particolari architettonici della città , che diverranno temi iconografici delle famose Piazze d’Italia. Nell’ottobre del 1912 partecipa per la prima volta a una mostra: Salon d’Automne al Grand Palais. Sempre a Parigi, nel marzo 1913 espone tre dipinti al Salon des Indipendants. È notato da Picasso e da Apollinaire che, entusiasta delle sue opere, recensisce la mostra che l’artista realizza nel suo studio a ottobre ne «L’intransigeant» e inizia una collaborazione con l’artista nel gennaio 1914. Frequentando lo scrittore francese conosce Giovanni Papini e Ardengo Soffici, Fernand Leger, Constantin Brancusi, Max Jacob, Andrea Derain e Georges Braque. De Chirico presenta Savinio ad Apollinaire a fine gennaio, e insieme frequentano le «Soirées de Paris». Conosce Paul Guillaume, suo primo mercante. Nel 1914, espone nuovamente al Salon des Indipendants. Ardengo Soffici scrive dei fratelli de Chirico sulla rivista «Lacerba». Inizia il ciclo iconografico dei Manichini. Dipinge il famoso ritratto di Apollinaire e glielo dona: il poeta gli dedicherà l’anno successivo il poema Ocean de Terre.

1915-1918

Nel maggio del 1915 de Chirico e Savinio rientrano in Italia per presentarsi alle autorità militari di Firenze e in seguito sono trasferiti a Ferrara dove Giorgio viene assunto come scritturale. Comincia a dipingere i suoi primi Interni metafisici: “Quello che mi colpì soprattutto e mi ispirò nel lato metafisico nel quale lavoravo allora”, scrive il pittore, “erano certi aspetti di interni ferraresi, certe vetrine, certe botteghe, certe abitazioni, certi quartieri, come l’antico ghetto, ove si trovavano dei dolci e dei biscotti dalle forme oltremodo metafisiche e strane”. Nello stesso periodo realizza anche Il grande metafisico,Ettore e Andromaca, Il trovatore e Le Muse inquietanti. Nel 1916 conosce Filippo de Pisis, appena ventenne. Nel 1917 trascorre qualche mese presso l’Ospedale Militare Villa del Seminario per malattie

nervose, dove si trova anche Carlo Carrà . Nasce così quella che sarà definita in seguito la “Scuola Metafisica”. Entra in contatto con l’ambiente dada di TristanTzara e della rivista «Dada 2». Alla fine dell’anno si trasferisce a Roma con la madre. Nel primo numero di «Valori Plastici» pubblica il testo Zeusi l’esploratore in cui proclama: “Bisogna scoprire il demone in ogni cosa… Bisogna scoprire l’occhio in ogni cosa… Siamo esploratori pronti per nuove partenze”, dedicando il saggio a Mario Broglio, il fondatore della rivista.

1919-1924

Nel febbraio del 1919 ha luogo a Roma la sua prima mostra personale alla Casa d’Arte Bragaglia. In questa occasione pubblica lo scritto Noi Metafisici su «Cronache d’attualità», nel quale scrive: “Schopenhauer e Nietzsche per primi insegnarono il profondo significato del non-senso della vita e come tale non-senso potesse venir tramutato in arte… I buoni artefici nuovi sono dei filosofi che hanno superato la filosofia”. In quel periodo de Chirico riscopre il museo e inizia a fare copie dai maestri italiani del Rinascimento. A Firenze studia la tecnica della tempera e della pittura su tavola. Nel 1921 ha luogo a Milano una mostra personale alla Galleria “Arte”. Lo stesso anno, entra in rapporto epistolare con Andrè Breton. Scrive su varie riviste, ove pubblica saggi su Böcklin, Klinger, Menzel, Thoma, Renoir e Raffaello. Nel 1922 viene inaugurata un’importante personale alla Galerie Paul Guillaume di Parigi in cui sono esposte cinquantacinque opere. Andrè Breton firma la presentazione. Nel 1923, in occasione della II Biennale Romana, Paul e Gala Eluard si recano a Roma e acquistano diverse sue opere. Attraverso la copia l’artista entra in rapporto con Max Ernst, che lo raffigura nel dipinto: Au rendez-vous des amis a fianco degli altri esponenti del futuro movimento surrealista. Nel 1924 collabora alla rivista «La Bilancia» di Roma. Partecipa alla XIV Biennale di Venezia, mentre a Roma conosce la ballerina russa Raissa Gourievitch Krol, sua futura moglie. Verso la fine del 1924 è con Raissa a Parigi, dove al Theatre des Champs Elysées realizza scene e costumi per i Balletti Svedesi per La Giara di Pirandello

con musiche di Alfredo Casella. Collabora al primo numero de «La Revolution Surrealiste» ed è immortalato da Man Ray nella celebre foto di gruppo.

1925-1929

Inizia in questi anni la ricerca sulla Metafisica della luce e sul Mito mediterraneo, dando origine a temi come gli Archeologi, i Cavalli in riva al mare, i Trofei, i Paesaggi nella stanza, i Mobili nella valle e i Gladiatori. In occasione di una sua personale alla galleria di Leonce Rosenberg i surrealisti criticano duramente le più recenti opere dell’artista. La frattura con i surrealisti è ormai totale e destinata ad aggravarsi negli anni successivi. Fa la conoscenza di mecenate Albert C. Barnes che diventa grande collezionista e sostenitore. Prepara le scene e i costumi per il balletto Le Bal, prodotto dai Balletti Russi di Serge Diaghilev (Montecarlo, Parigi e Londra). Espone con il gruppo Novecento in Italia, a Milano, e all’estero, a Zurigo e Amsterdam, e in Inghilterra, Germania e negli Stati Uniti.

1930-1935

Il 3 febbraio 1930 sposa Raissa. Gallimard pubblica Calligrammes di Apollinaire illustrati da sessantasei litografie di de Chirico. Nell’autunno conosce Isabella Pakszwer (poi Isabella Far), che diventerà la sua seconda moglie e gli resterà vicina fino alla morte. Alla fine del 1931 il matrimonio con Raissa, ormai in crisi, si conclude con una definitiva separazione. Nel 1932 de Chirico e la Pakszwer lasciano Parigi e si trasferiscono a Firenze. In questi anni dipinge delle vite-silenti, dei ritratti e nudi femminili di un naturalismo luminoso. Espone alla XVIII Biennale di Venezia nella sala dedicata agli artisti italiani di Parigi. Nel 1933 partecipa alla V Triennale di Milano per la quale esegue il monumentale affresco La Cultura Italiana. Continua l’attività per il teatro: esegue scene e costumi perI Puritani di V. Bellini, per il I Maggio Musicale Fiorentino (1933), le scenografie per La figlia di Jorio di D’Annunzio, con regia di Pirandello al Teatro Argentina di

Roma. Rientra a Parigi con Isabella. Studia vecchi trattati di tecnica della pittura. Nel 1934 esegue dieci litografie sul tema dei Bagni misteriosi per Mythologie di Jean Cocteau.

1936-1937

Nell’agosto del 1936 parte per New York. Espone alla Julien Levy Gallery le sue opere, molte delle quali acquistate dal collezionista Albert C. Barnes per il suo museo e da vari collezionisti. De Chirico collabora alle riviste «Vogue» e «Harper’s Bazaar» ed esegue per la sartoria Scheiner di New York un pannello murale intitolato Petronio e l’Adone moderno in frack. Decora una parete dell’istituto di bellezza Helena Rubinstein; realizza una sala da pranzo alla Decorators Picture Gallery, con Picasso e Matisse.

1938-1947

Nel gennaio del 1938 rientra in Italia e si stabilisce a Milano, per poi trasferirsi a Parigi, disgustato dai “decreti per la difesa della razza”. Espone alla III Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma. A Firenze durante gli anni della guerra, inizia la creazione di alcune sculture in terracotta: Gli Archeologi, Â Ettore e Andromaca, Â Ippolito e il suo cavallo e la Pietà . Pubblica Il Signor Dudron in «Prospettive» e il testo sulla scultura Brevis Pro Plastica Oratio su «Aria d’Italia». Nel 1941 esce The Early Chirico di James Thrall Soby, critico e collezionista americano. Scrive numerosi articoli teorici su vari periodici, poi riuniti in Commedia dell’arte moderna (Roma 1945). Nel 1944 si stabilisce definitivamente a Roma. Il fotografo Irving Penn lo ritrae tra il celebrativo e l’ironico con la corona d’alloro. Nel giugno 1937 riceve dal fratello la notizia della morte della madre. Lavora alle scene per il Don Giovanni, balletto con musiche di R. Strauss e coreografie di A. Milloss, per l’Opera di Roma. Sempre nel 1945 pubblica i testi autobiografici: Memorie della mia vita e 1918-1925. Ricordi di Roma. Intensifica la sua ricerca sui maestri antichi, eseguendo dei d’apres di Tiziano, Rubens, Delacroix, Watteau, Fragonard e Courbet. Alla fine della guerra riprende l’intensa attività espositiva e scatena una dura lotta contro

le falsificazioni delle sue opere, fenomeno ispirato già dai surrealisti negli anni Venti. Il 18 maggio 1946 sposa Isabella Pakszwer. Nel giugno del 1946 si tiene alla Galerie Allard di Parigi, con l’approvazione di Breton, una personale dell’artista in cui vengono esposte ventiquattro opere metafisiche false eseguite dal pittore surrealista Oscar Dominguez. Nel corso del 1947 trasferisce lo studio in Piazza di Spagna 31 e l’anno successivo anche l’abitazione, dove risiederà per il resto della sua vita.

1948-1959

Alla fine del 1948 viene nominato membro della Royal Society of British Artists e nel 1949 allestisce una personale in questa prestigiosa sede. Nel 1950, in polemica con la Biennale che due anni prima aveva esposto un “formidabile falso”, opera di Oscar Dominguez, e aveva assegnato il premio per la Metafisica a Giorgio Morandi, de Chirico organizza nella sede della Società Canottieri Bucintoro di Venezia una “Antibiennale”, in cui espone con i pittori “antimoderni”; seguiranno simili personali, nella stessa sede, nel 1952 e nel 1954. Il 5 maggio 1952 muore Alberto Savinio. De Chirico continua la sua ricerca sulla tecnica pittorica e la pittura barocca, eseguendo numerosi d’apres di Rubens. Continuano numerosissime le esposizioni in Italia e all’estero. L’artista porta avanti la sua polemica contro la pittura moderna.

1960-1969

Si dedica alla litografia. Illustra I Promessi Sposi nel 1965 e l’Iliade tradotta da Quasimodo nel 1968. Ritorna su alcuni soggetti importanti reinterpretandoli con particolare attenzione all’uso del colore, iniziando un periodo di ricerca conosciuto come la Neometafisica. Verso la fine degli anni ’60 inizia la tiratura di alcune sculture in bronzo. In seguito si dedicherà alla creazione di sculture in bronzo argentato e dorato e di sculture-gioiello in argento e argento dorato.

1970-1978

Nel 1970 a Palazzo Reale di Milano si svolge un’importante antologica dell’artista, oltre a una grande mostra al Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Nel 1971 Claudio Bruni Sakraischik inizia a pubblicare il Catalogo Generale di Giorgio de Chirico. Nel 1972 riceve il Premio Ibico Reggino. Nel 1973 realizza la Fontana dei Bagni misteriosi per la XV Triennale di Milano, nel parco Sempione presso il Palazzo dell’Arte. Nel 1974 viene insignito del titolo di Accademico di Francia. Il 20 novembre 1978 Giorgio de Chirico si spegne, all’età di 90 anni, a Roma e dal 1992 le sue spoglie riposano presso la chiesa di San Francesco a Ripa in Trastevere.

Opere maggiori di Giorgio de Chirico 1909 - 1920

1909 Centauro Morente (Milano, Collezione privata) 1910 - 1911 L’Enigma dell’ora (Milano, Collezione privata) 1912 Melanconia (Londra, Estorick Collection of ModernItalian Art) 1912 La nostalgia dell’infinito (New York, The Museum of Modern Art) 1913 La torre rossa (Venezia, Peggy Guggenhein Collection) 1913 Il viaggio inquietante (New York, The Museum of Modern Art) 1913 L’incertezza del poeta (Londra, The Tate Gallery of Modern Art) 1914 L’enigma di una giornata (New York, The Museum of Modern Art) 1914 Mistero e malinconia di una strada (New York, Collezione privata)

1914 Le caserme dei marinai (West Palm Beach, Norton Gallery and School of Art) 1914 Il cattivo genio di un re (New York, The Museum of Modern Art)

1914 La malinconia della partenza (New York, The Museum of Modern Art) 1914 Canto d’amore (New York, The Museum of Modern Art)

1914 Ritratto premonitore di Guillaume Apollinaire (Parigi, Muséenational d’Art moderne) 1914-1915 Il Veggente (New York, The Museum of Modern Art)

1915 Il doppio sogno di primavera (New York, The Museum of Modern Art) 1915 I manichini della torre rossa (New York, The Museum of Modern Art) 1915 I giochi del principe (New York, The Museum of Modern Art) 1916 Saluti da un amico lontano (New York, Collezione privata)

1916 La malinconia della partenza (Londra, The Trustees of the Tate Gallery) 1916 Natura morta evangelica I (Osaka, City Museum of Modern Art ) 1916 Interno metafisico con grande fabbrica (Stoccarda, Staatsgalerie ) 1917 Interno metafisico con sanatorio (New York, The Museum of Modern Art) 1917 Le Muse inquietanti (Milano, Collezione Mattioli)

1917 Ettore e Andromaca (Milano, Collezione Mattioli) 1917 Il grande metafisico (New York, Collezione privata) 1917 I pesci sacri (New York, The Museum of Modern Art)

BIOGRAFIA Senatore VITTORIO CINI Conte di Monselice

(da Archivio Centrale dello Stato, fondo E42 busta 43 fascicolo 116)

• Nato nel 1885 a Ferrara

• Ha compiuto gli studi superiori commerciali all’estero (Svizzera) • Ex combattente, Volontario di Guerra, iscritto al P.N.F.

• Da oltre un trentennio svolge la sua attività nel campo industriale, finanziario ed agricolo.

• A lui si devono principalmente la rinascita e lo sviluppo della marineria veneziana, il primo studio organico sulla bonifica integrale della provincia di Ferrara; un grande impulso allo sviluppo del Porto Industriale di Venezia e l’avviamento a soluzione del problema della navigazione interna nella Valle Padana.

• E’ uno degli esponenti più in vista nel campo dell’economia nazionale.

• Membro della confederazione Fascista degli Industriali e dell’Associazione fra le Società Italiane per Azioni. Ha avuto numerosi ed importanti incarichi governativi.

• Senatore del Regno dal 1934.

• Commissario Generale per la Esposizione Universale ed Internazionale di Roma.

Documenti correlati