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BOHDAN CHMEL'NYC'KIJ

PARTE 1: STORIA DELL'UCRAINA

5.1. BOHDAN CHMEL'NYC'KIJ

Rimaneva un problema da risolvere per i Polacchi, ovvero la questione dei Cosacchi non registrati, soprattutto gli Zaporožci: essi furono protagonisti di molte insurrezioni. Spiccò in questo contesto la figura del militare ucraino Bohdan Chmel'nyc'kij (Čyhyryn, 1596 - Čyhyryn,1657), personaggio fondamentale nella causa nazionale ucraina, che ha sempre avuto chiaro «il concetto di Rus'- Ucraina, identificando così popolo e territorio»42. Chmel'nyc'kij, figlio di un ricco Cosacco

registrato e ben visto dai Polacchi, ricevette una buona educazione, apprese il latino e il polacco, ma imparò anche ad usare la sciabola e a cavalcare. Come molti altri giovani Cosacchi per un periodo fu un guerriero apprendista presso la Sič (campo fortificato e centro politico dei Cosacchi ucraini), insieme ad altri Zaporožci. Si può dire dunque che fosse figlio di due tradizioni: quella cosacca indubbiamente, ma anche, in parte, quella del gentiluomo polacco43.

Nel 1648 divenne etmano dei Cosacchi d'Ucraina. Bohdan esercitava una forte influenza sulle

40 O. Pachlovska, Civiltà letteraria ucraina, p. 318. 41 G. Lami, La questione ucraina fra '800 e '900, pp. 23-26. 42 O. Pachlovska, Civiltà letteraria ucraina, p. 79.

masse. Questo risultò evidente quando, nello stesso anno, riuscì a convincere gli Zaporožci a supportarlo nell'operazione militare di espulsione dei Polacchi dalla Sič: le vittorie dei Cosacchi colsero di sorpresa i Polacchi e insinuarono negli Ucraini un forte senso di rivendicazione e desiderio di libertà. Nonostante il fatto che i nobili e i magnati polacchi tentassero ripetutamente di sopprimere le rivolte con la violenza, Chmel'nyc'kij fu estremamente abile nell'organizzare il suo seguito in un esercito talmente preparato da avere la meglio sui tentativi di repressione degli avversari. Il re di Polonia Giovanni Casimiro (in carica dal 1648 al1668) offrì un armistizio a Chmel'nyc'kij, il quale accettò la proposta, sperando che in questo modo la posizione dei Cosacchi all'interno della Confederazione polacco-lituana sarebbe migliorata. Inoltre l'etmano ritenne saggio fare ritorno a Kiev in quel momento, dato che imperversavano tra la sua gente fame e carestia. I suoi concittadini lo accolsero con entusiasmo e approvazione, vedendolo come un eroe nazionale che aveva combattuto per il suo popolo e l'aveva liberato dalla dominazione polacca.

Malgrado l'armistizio tra le due parti, i rapporti tra Cosacchi e Polacchi non migliorarono: i primi non avevano intenzione di tornare alla situazione pre-1648, mentre i secondi avevano nei loro progetti di ridurre i privilegi dell'etmano e dei suoi seguaci ed anelavano a riportare l'Ucraina sotto la loro autorità. La guerra quindi riprese vigore.

Chmel'nyc'kij realizzò che, se voleva migliorare le condizioni della sua gente, doveva farsi supportare da una potenza esterna. Fu così che chiese aiuto allo Zar di Mosca, Alessio I (sul trono dal 1645 al 1676), il quale accettò di sostenere i Cosacchi nella loro lotta di liberazione dalla sfera d'influenza polacca, nella speranza di guadagnare così alcune delle terre dei Polacchi e di utilizzare l'area ucraina come zona cuscinetto contro gli Ottomani44.

Si giunse così al Trattato di Perejaslav del 1654, che rese effettiva la separazione dell'Ucraina dalla Polonia e pose la prima sotto l'autorità moscovita. Il trattato fu inteso dalle due parti in maniera differente: secondo i Cosacchi si trattava di un'intesa militare che comunque garantiva loro l'indipendenza; la Moscovia invece interpretò l'accordo come l'accettazione da parte dei Cosacchi di porsi sotto l'autorità russa, fermo restando che avrebbero continuato a godere di diritti e libertà quali eleggere il proprio etmano, instaurare rapporti con altri stati e occuparsi delle questioni religiose45.

Il Trattato ebbe un grande significato per la Russia, la quale, unendosi con l'Ucraina, palesava la sua superiorità sulla Polonia ed affermava la sua egemonia sul territorio.

Nel 1656 venne stipulato un armistizio tra la Polonia e Mosca, che fu malvisto da Chmel'nyc'kij, il quale rinnovò a quel punto le alleanze diplomatiche con la Moldavia, la Valachia, la Transilvania, la

44 O. Subtelny, Ukraine. A history, pp. 123-134.

Lituania, Brandeburgo e la Svezia. L'etmano sperava che l'unione con queste potenze protestanti avrebbe contribuito a far ottenere l'indipendenza all'Ucraina cosacca, ma le cose non andarono come egli aveva previsto e ben presto fallirono.

Nel 1657 Chmel'nyc'kij morì. Per avere un'idea del suo carattere e dell'importanza che rivestì nel XVII secolo per la popolazione ucraina, si può fare riferimento alla descrizione che ne fa Alberto Vimina (Belluno, 1063 – Pieve d'Alpago, 1667), cittadino della repubblica veneta emigrato in Polonia che compì vari viaggi in veste di diplomatico. Uno di questi gli fu commissionato dall'ambasciatore di Venezia a Vienna nel 1650: Vimina avrebbe dovuto recarsi in Ucraina da Chmel'nyc'kij per convincerlo ad appoggiare la causa della Repubblica di San Marco contro i Turchi nella contesa dell'isola di Creta. L'etmano non accettò la proposta in quanto le sue forze erano impegnate a risolvere alcune questioni con la Polonia46. Tuttavia Vimina, in riferimento al

leader cosacco, parla di un'accoglienza cordiale. «La sua oratoria, come fu riportata da Vimina, poggiava sugli opposti “servitù”-”libertà”: […] egli parla di “scuoter il giogo di servitù”; riferendosi allo stato presente della sua nazione cosacca, sciolto ormai il rapporto di subordinazione alla Corona di Polonia, parla della sua “riduzione di libertà”. […]; riferendosi al Cosacco, scrive: “gli è riuscito di scuotere il giogo della servitù, di acquistar stati e riputazione”»47.

Chmel'nyc'kij si dimostrò capace come nessun altro di tenere unita l'Ucraina; aveva un senso dell'onore talmente forte che avrebbe dato la vita, piuttosto di sottomettersi ad un'autorità straniera o di accettare valori che non gli appartenevano48.

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