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Breve osservazione di un cantiere

superficie di calpestio del solaio, non pavimentata, ma semplicemente costituita

da uno strato di calce e sabbia. Con un piccone più grande (qadum) si rimuove

quindi la malta di terra, calce e inerti costituente lo strato di massetto del solaio; a questo punto con un piede di porco si asportano le tavole di sostegno, bagnate preventivamente per facilitare l’operazione di rottura. Spostate le prime, si lascia cadere, con la pala, la terra rimossa nella stanza sottostante, per trasportarla via dal cantiere più agevolmente. I travetti del solaio si rimuovono quindi sfilandoli dal muro con l’aiuto del piccone. Queste operazioni sono svolte dal muratore, diretto dal capo mastro, mentre il manovale si occupa di portare attrezzi, acqua, o di altri piccoli lavori nel cantiere.

Il giorno successivo, nel vano sottostante il nuovo solaio da realizzare, il muratore, con l’aiuto del manovale monta un’impalcatura ad una altezza di circa 1,50 cm dal pavimento. Questa si realizza perforando le pareti dei lati lunghi del vano, ponendo tre pali nei fori contrapposti ricavati, e appoggiandovi sopra alcune tavole di legno.

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Dove sono già presenti i vani per l’attacco del vecchio solaio il muratore realizza fori più ampi e profondi per alloggiare le nuove travi in acciaio: li scava con il piccone, li lava per rimuovere la terra superflua dell’antica muratura, con la mazzetta divide in due alcuni mattoni forati e li sistema nei fori realizzati sopra uno strato di cemento di circa 2 cm di spessore. Nel frattempo il manovale prepara la malta cementizia miscelando due secchi di cemento e sei di inerti fini.

La posizione delle nuove travi viene misurata e marcata sul muro, quindi sono disposte sette travi in acciaio secondo il senso trasversale del vano ad interasse di circa 1m. Gli interstizi degli alloggiamenti sono rinzeppati con mattoni forati spezzati, pietre e cemento.

Il giorno seguente si predispongono i materiali per realizzare la cassaforma per il accogliere i laterizi forati da interporre alle travi. Si raccolgono tavole di legno di diverse forme e spessori, tra cui anche parti del vecchio solaio rimosso. Il maestro muratore taglia da un rotolo di filo di ferro, di circa 1 mm di diametro, tranci da circa 1,5 m di lunghezza, che servono per legare le tavole della cassaforma all’intradosso delle travi, mentre il manovale prepara nuova malta per murare i laterizi forati del solaio, con nove secchi di inerti sottili e tre di cemento. I laterizi sono disposti di piatto, prima quelli accostati alle travi, incastrati nelle ali, poi

via via gli altri. Procedendo nella disposizione dei laterizi verso il centro, capita spesso che si creino degli spazi di risulta, che sono riempiti con frazioni degli stessi laterizi. In media tra due travi entrano tre file di mattoni perpendicolari alle travi e una fila parallela. Per mantenere la malta sempre abbastanza fluida al fine di riempire bene i giunti tra i mattoni, man mano che si procede è aggiunta un po’ di acqua.

Il giorno dopo, tutti i laterizi sono stati disposti. Al di sopra di questo piano si dispone una maglia di tondini di ferro che verrà inglobata come armatura nel getto del massetto di cemento. Le barre parallele alle travi sono di dimensioni maggiori (diametro 10 cm) rispetto a quelle trasversali (diametro 6 cm). Le dimensioni della griglia costituita dai tondini (non regolare) sono di 40 cm x 40 cm in media. Si prepara il calcestruzzo per il getto dell’ultimo strato del massetto; tre persone si occupano dell’impasto: una versa l’acqua mentre le altre due mescolano con la pala. Prima di gettare il calcestruzzo i laterizi del solaio vengono bagnati con acqua. Per rinforzare la soletta inglobano nel getto frammenti di laterizio. Terminata questa operazione il capo mastro liscia la superficie del massetto con un’asta legno. Il solaio a questo punto viene lasciato ad asciugare per una settimana, passata la quale si possono rimuovere le puntellature all’intradosso

del solaio. La finitura sarà realizzata utilizzando selliges, ovvero mattonelle in

ceramica decorate, prodotte a Fez.

Rimozione degli antichi solai in legno

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Materie prime e distribuzione nel territorio

Il ricco repertorio delle tecniche costruttive che realizzano il lessico architettonico

della medina è frutto di una sapiente combinazione delle materie prime disponibili

sul luogo: pietra, legno, terra.

Come nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo, l’approvvigionamento di materiali edili costituisce uno dei più consistenti capitoli di spesa per la realizza- zione di un edificio. La carenza di infrastrutture fa sì che l’approvvigionamento di materiali edili, se rapportato alla retribuzione media di un lavoratore, può avere un costo elevato quanto più è la distanza fra il luogo di estrazione della materie prime, quello di trasformazione e il cantiere.

L’ubicazione degli impianti produttivi è quindi spesso legata alla localizzazione delle materie prime, diminuendo così gli inconvenienti dovuti all’inefficienza del sistema dei trasporti.

Gli impianti vengono realizzati secondo principi di economicità, senza l’uso di materiali o attrezzature difficilmente reperibili o costosi. In sintesi, il processo di trasformazione della materia naturale in beni artificiali viene operato sfruttando le risorse che la stessa natura mette a disposizione in un determinato luogo. Nei pressi di Chefchaouen sono localizzati numerosi forni tradizionali ancora attivi per la produzione dei laterizi, alcuni per la cottura della calce, e cave per l’estrazio- ne della pietra usata per l’edificazione delle murature.

I materiali vengono trasportati per mezzo di camion e depositati in prossimità

degli ingressi principali alla medina, generalmente a cielo aperto; solo nei pressi

di Bab Souk è stata individuato un magazzino per il deposito di laterizi e cemento.

I capi cantiere concordano con gli addetti al trasporto il luogo dove depositare

i materiali, in base alla posizione del cantiere rispetto alla medina. Dai punti di

raccolta i materiali vengono condotti al cantiere per mezzo di muli; all’interno

della medina infatti la circolazione di autoveicoli non è possibile a causa delle

dimensioni esigue delle strade e della presenza di scale e dislivelli forti. Il trasporto avviene generalmente dalle 7 del mattino alle 5 del pomeriggio, anche se molti operai che si occupano del trasporto, soprattutto nella stagione estiva, preferi- scono iniziare a lavorare alle 5 del mattino, quando la temperatura è più fresca, le strade sono meno affollate e il rischio di eventuali controlli, nel caso in cui il cantiere sia abusivo, è minore. Gli operai addetti alla consegna tramite i muli sono