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2 U n nuovo “grado zero”? Cinema e fotografia nelle pratiche artistiche tra anni Novanta e Duemila

3.1 Breve storia del Graphics Interchange Format

Le operazioni e le pratiche artistiche prese in esame nel precedente capitolo hanno evidenziato come, a partire dagli anni Novanta, l’avvento delle tecnologie digitali sia stato in grado di provocare una profonda messa in discussione – già più volte anticipata nell’ambito delle sperimentazioni attuate dalle avanguardie e dalle neo- avanguardie – della tassonomia tradizionale che prevede una separazione tra le tipologie dell’immagine statica e dell’immagine in movimento. Il ritorno contemporaneo e massiccio della GIF animata, un formato digitale desueto, istituito negli anni Ottanta, capace di originare un’immagine che si mostra, in un certo senso, al tempo stesso come fissa e in movimento, costituisce un fenomeno fortemente emblematico dell’odierna riconfigurazione delle categorie visuali – sia nell’arte, sia nel contesto più generale della comunicazione – dal punto di vista dell’ibridazione e della simultaneità.

All’interno del suo testo di accompagnamento a “Born in 1987”, mostra dedicata alla GIF animata organizzata nel 2012 presso la Photographers’ Gallery di Londra, Daniel Rubinstein riconosce nel revival di questo formato digitale «a point in the history of the Web when it finally became sufficiently advanced to take pleasure in its own obsolescence»405. La GIF animata, o Graphics Interchange Format, si pone effettivamente come una delle prime forme di immagine native del Web. Istituita nel

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Walter Benjamin, “N. Teoria della conoscenza, teoria del progresso”, cit., p. 598.

405

Daniel Rubinstein, “GIF Today”, testo di accompagnamento alla mostra “Born in 1987: The Animated GIF”, Londra, The Photographers’ Gallery, 19 May – 10 July 2012 http://joyofgif.tumblr.com/tagged/text#!/post/23221545148/daniel-rubinstein; [consultato il 25/02/2015].

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1987, la GIF consente l’animazione di una breve serie di stills generando un pattern potenzialmente infinito mediante la ripetizione incessante dello stesso movimento o della stessa trasformazione visuale. Introdotta per fornire un formato di tipo grafico in grado di supportare immagini a colori – sopperendo così alle carenze del precedente Run-Lenght Encoding (RLE), il primo algoritmo di compressione grafica, capace di supportare esclusivamente il bianco e il nero – la GIF produceva inizialmente immagini statiche; solo una versione successiva del formato, la GIF89a, quella a tutt’oggi diffusa e utilizzata, avrebbe consentito la creazione di brevi animazioni406.

Durante gli anni Novanta, la GIF era impiegata come strumento di design grafico nella creazione di loghi e di semplici animazioni nei siti Web, al fine di conferire un iniziale, pulsante movimento alle immobili pagine Internet dell’epoca. Oggi, dopo diversi anni di quasi oblio, peraltro nell’era della proliferazione delle immagini in movimento su Internet, stiamo assistendo a una tanto imprevista quanto consistente rinascita di questo tipo di immagine. Il funzionamento della GIF, soprattutto se messo a confronto con le possibilità offerte dai successivi software di animazione grafica, può apparire poco sofisticato e rudimentale: strutturalmente privo di sonoro, il Graphics Interchange Format supporta infatti fino a otto bit per pixel, opera con una gamma ristretta di 256 colori e necessita di una dimensione ridotta del file per assicurare una risoluzione accettabile dell’immagine. Il processo di animazione che contraddistingue la GIF è realizzato attraverso la combinazione in un unico file di un numero molto limitato di stills, i quali vengono riprodotti in serie per mezzo di un browser o di un altro software analogo. Mediante questo procedimento, la GIF ottiene un movimento semplice, breve e soprattutto ripetitivo, capace di conservare simultaneamente micro-tracce di immobilità.

Se, come afferma l’artista e teorica Olia Lialina407, all’epoca della nascita del World Wide Web nel 1993, «animated GIF was the only way to get a moving image in

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Per ulteriori approfondimenti si veda “The Animated History of GIF”, (03/05/2012), intervista di Fernando Alfonso con l’inventore della GIF Steve Wilhite e l’artista Olia Lialina, alla pagina http://www.dailydot.com/entertainment/gif-history-steve-wilhite-olia-lialina-interview/; [consultato il 25/02/2015]; si veda, inoltre: Olia Lialina, “Animated GIF as a medium”, http://art.teleportacia.org/observation/GIF-as-medium/; [consultato il 25/02/2015].

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Olia Lialina è una delle prima artiste ad aver impiegato la GIF animata. Particolarmente nota per la sua attività di GIF model, a partire dagli anni Novanta, Lialina ha sperimentato l’impiego di questo formato digitale sul Web, analizzandone, in particolare, gli aspetti “vernacolari”, comunicativi e relazionali. Si vedano: Olia Lialina, “A Vernacular Web”, http://art.teleportacia.org/observation/vernacular/ (2005); http://art.teleportacia.org/exhibition/AGM/; [consultati il 25/02/2015].

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the browser»408, tale caratterizzazione, ovvero la possibilità di riprodurre automaticamente, mediante appunto l’impiego di un browser, il movimento a loop che marca il funzionamento della GIF, costituisce di fatto un elemento essenziale alla base dell’ubiquità, della pervasività e della facilità di fruizione che accompagnano l’esperienza connessa a questo tipo di immagine. Lialina, in tale prospettiva, riconosce almeno tre stadi temporali attraverso i quali poter suddividere l’esistenza e gli usi peculiari delle GIF animate all’interno del Web:

 1990’s culture: GIFs contain classic animation; the backgrounds are transparent so they can be used in many graphical context.

 Beginning of th 21st

century: Big, motionless, glittering (or other automatically generated) graphics used on Myspace and other PimpMyProfile-style social networks.

 Current time: Looped sequences made from video captures of movies or TV shows, distribuited in blogs, not integrated into the page design surrounding it409.

Durante la prima metà degli anni Novanta, l’impiego delle GIF animate si diffonde dunque in maniera esponenziale, imponendosi nella progettazione dei siti Internet sotto forma di banner, come avviso di “pagina in costruzione” o nella realizzazione di animazioni decorative. Lialina, in particolare, approfondisce l’importanza della nozione di “trasparenza” in questa prima fase di proliferazione della GIF, intendendo con essa la mancanza di sfondo che caratterizza le animazioni del periodo e che consente loro di accordarsi facilmente alle caratteristiche grafiche delle più svariate pagine Web; a tale proposito l’autrice giunge a dichiarare:

Technically there are two features that are specific to GIFs: loop and transparency. [...] Transparency is about the possibility to exist everywhere (on any page and any background), which is historically much more important for the development of the file format into the medium. GIF89a is a format to be distributed. The ability for one image to appear in countless contexts made it the success that it is410.

408

Fernando Alfonso, “The Animated History of GIF”, cit.

409

Ibidem.

410

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La sempre più estesa affermazione della GIF animata nel Web degli anni Novanta raggiunge, ciononostante, un punto di saturazione verso la fine del decennio, quando la presenza indiscriminata delle piccole animazioni a loop, oltre a iniziare a denotare, secondo molti, un’idea di design grafico piuttosto kitsch e di cattivo gusto, viene oscurata e progressivamente “rimpiazzata” dalla comparsa di tecnologie di compressione delle immagini ritenute più efficienti e avanzate, tra cui ad esempio Flash, JPEG e PNG.

Il successivo stadio vitale della GIF, individuato da Lialina attorno al 2004, si consolida, quindi, in un momento in cui il Graphics Interchange Format subisce ormai la concorrenza conclamata di altri formati di compressione grafica considerati tecnicamente più evoluti; tale seconda comparsa della GIF animata, tuttavia, si riconduce nuovamente alla possibilità offerta da questo tipo di immagine di riprodurre “in automatico” la propria “economica” animazione a loop caricando, semplicemente, la pagina nel browser. Denominata da Lialina «Myspace period»411, questa fase si sviluppa in concomitanza alla diffusione nel mondo del Web delle comunità virtuali – appunto come Myspace – e della creazione dei profili personali sui social network; le GIF animate che imperversano nelle pagine degli utenti social in questo periodo si caratterizzano soprattutto per la loro complessiva immobilità, contrastata, cionondimeno, da uno sgargiante effetto glittering che risulta finalizzato al raggiungimento di un risultato estetico o anche soltanto al puro piacere visivo. Segnatamente, è a partire da questo secondo stadio che la GIF animata comincia ad articolare compiutamente una parte della sua peculiarità estetica e comunicativa, la quale, come sostiene Iwona Kurz, si riconnette in buona sostanza a una gioiosa futilità e a una forma di godimento frivolo e “a buon mercato”:

As a starting point, the GIF allows for the creation ad unveiling of the kingdom of kitsch. […] A gilded and sequined armor is worn by figures from the world “cuteness” – kittens, puppies, turtles – and form the world of fantasy – dragons, princess, Piglet, and unicorns. The colors, most often pink, gold, and various shdes of neon, hide the

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Olia Lialina, “The GIFS that Keep on GIFing”, paper presentato in occasione della convention ROFLCon III, Massachussets Institute of Technology, Cambridge, 4-5 maggio 2012; https://www.youtube.com/watch?v=-R1FDQ_w4_k; [consultato il 25/02/2015].

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picture’s weakness. The GIF assaults the eyes. The joy of GIF creation can be linked to the pleasures of an amateur writer, who writes because s/he likes to. The world smiles at its creator with all the colors of the rainbow, redeemed and available at the reach of a hand, from the distance of a keyboard and a monitor. Pleasure412.

Tanto inattesa quanto pervasiva, la rinnovata rinascita della GIF animata va comunque identificata negli ultimissimi anni, indicativamente attorno al 2010, periodo nel quale, nonostante la proliferazione su Internet di piattaforme di distribuzione e condivisione di immagini capaci di supportare anche contenuti di alta qualità, il Graphics Interchange Format – forse, paradossalmente, proprio in virtù della sua stessa obsolescenza e dei suoi limiti strutturali413 – trova nuovi impieghi sociali e artistici in grado di trascendere le categorie visuali del movimento e dell’immobilità. La reiterazione ipnotica e incessante di un numero limitato di stills, combinata all’appeal deseueto e alla semplicità d’uso di questo formato digitale, costituiscono gli ingredienti impiegati dagli users non solo per realizzare animazioni gradevoli con le quali comunicare all’interno del Web, ma per produrre inoltre – come vedremo successivamente – immagini critiche verso la cultura digitale mainstream, altre finalizzate a generare effetti nonsense o forme di rovesciamento dell’immaginario mediale, sperimentazioni grafiche e ricerche stilistico-formali. Daniel Rubinstein, a tale riguardo, scrive:

The current resurgence of the GIF is not only part of the nostalgic turn towards the blurred, the unsharp and the faded but it is also a maker of a moment when the history of the network becomes the material from which the digital image draws its living energy414.

412

Iwona Kurz, “Graphics Interchange Format”, View. Theories and Practices of Visual Culture / Widok.

Teorie i praktyki kultry wizualnej, No 5, 2014 ; http://widok.ibl.waw.pl/index.php/one/article/view/185/315; [consultato il 25/02/2015].

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A tale proposito Paddy Johnson afferma: «Sometimes it wasn’t the events or available platforms that got people involved in making GIF artworks, but the image format’s limitations. [...] For San Francisco- based artist Andrew Benson, the aesthetic appeal of GIFs is closely tied to their accessibility: “The lowbrow quality of animated GIFs opens up the opportunity to do something off-the-cuff and experimental”»; (Paddy Johnson, “Will Galleries and Museums Ever Embrace Animated GIF Art?”, (11/04/2014); https://news.artnet.com/art-world/will-galleries-and-museums-ever-embrace-animated-gif- art-9650; [consultato il 25/05/2015]).

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3.2 Le estetiche contemporanee della GIF animata: usi sociali e pratiche