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Brit e Gaby Trasgressioni e mimetizzazion

Transiti, Dilatazioni Mnestiche e Identità in The Road to Fez di Ruth Knafo Setton

2.3 Brit e Gaby Trasgressioni e mimetizzazion

Una per una, le parole fluttuavano intorno a me;diventavano occhi che mi fissavano e nei quali io a mia volta dovevo appuntare lo sguardo. Sono vortici, che a guardarli io sprofondo con un senso di capogiro, che turbinano senza sosta, e oltre i quali si approda nel vuoto.

H. von Hofmannsthal, Lettera di Lord Chandos

The Road to Fez è la storia di Brit Leik, nata in Marocco

e successivamente trasferitasi con la famiglia negli Stati Uniti, che all’età di diciotto anni, in seguito alla morte della madre, lascia il New Jersey e si reca nel paese di origine, sulla costa marocchina. Due i motivi apparenti: compiere un pellegrinaggio verso Fez, alla tomba di Suleika, e rivedere il fratello della madre, Gaby, di cui è perdutamente innamorata. Pur non comprendendone il senso decide di soddisfare quella che era la volontà del genitore che attribuiva la nascita della figlia alle preghiere rivolte a Suleika, la martire alla quale si rivolgono sia le donne arabe che ebree:

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The Road to Fez di Ruth Knafo Setton

“Arab women. Jewish women. Side by side. Praying to a dead teenage girl. In death obliterating the border that in life she couldn’t cross”104.

Brit si avvia verso il paese d’origine, il Marocco, attraverso un percorso di riscoperta delle radici, mentre prende forma un rinnovato senso di sé. Gaby è un pescatore ebreo che decide di lavorare con gli arabi come ceramista, attività a cui si dedica per sfuggire alla costrizioni della mentalità della società marocchina. Attraverso la sua voce apprendiamo che è vedovo e che fu la moglie a suicidarsi poiché a differenza degli altri mariti il suo non rispettava la tradizione di picchiarla.

Non senza paura di smarrirsi nello spazio che attraversa, Brit rivendica il diritto di sognare, essere e divenire con l’intensità che desidera.

“I have other dreams! I want to write, to travel, to – ”. [15]

Ora lirica, ora ironica e malinconica, la giovane si nutre di sogni letterari e speranze languide enfatizzate dalla presenza di riferimenti a letture di Proust e Camus. [4, 75] Si accumulano, in un crescendo, dettagli di una sensualità raffinata e sottilmente perversa, piena di slancio e felice immediatezza, illuminata dal fascino androgino e da una profusione di

104 R.K.Setton, “Suleika and Me”.

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elementi magici e di una religiosità superstiziosa e incantatoria che con-segnano tracce del passato sefardita, mantengono la conoscenza profonda degli insegnamenti della Cabala e fanno spazio ad un’ idea porosa della modernità e delle culture a contatto. Ciò appare in superficie immediatamente nell’incipit del romanzo che porta alla luce l’intento di preparare un sortilegio in forma di miscela sapiente di erbe, sangue e oggetti feticci:

“Do you have your blood yet? [1]

Uno spell che Brit riserva a Gaby, figura complessa, un

womanizer, dannato, non conformista, che incarna un taboo, e

nel quale è possibile rintracciare il potenziale eversivo dell’eros. L’eros è in effetti una pratica che qui viene agita come strategia speculare di attraversamento di confini, di smascheramento di ipocrisie e violenze della cultura araba; come maniera per sgretolare i limiti culturali, l’essenzialismo di genere; ed è altresì intuizione del senso di impotenza nel dover praticare la virtù del rispetto delle gerarchie che appaiono sempre più come chimere. Brit e Gaby sono manifestazione di piacere e di vitalità ma anche di devianza105,

105 Cfr: A. Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, Bologna, p.117. “La devianza può esser definita come non conformità a una norma o complesso di norme accettate da un numero significativo di individui all’interno di una collettività. Nessuna società, però, può esser facilmente

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affermazione delle energie intellettuali e fantastiche, esaltazione di impulsi contraddittori che costringono i registri soliti a diventare altro svelando desideri irrisolti, un amore incestuoso ed una sessualità fluida che es-pone simultaneamente una narrazione che in tale fluidità si concreta. Quella che ad altri appare come soglia di un precipizio mortifero, presa di mira dalle critiche e dagli ammonimenti dei parenti, è invece un’esperienza sentimentale contrassegnata da una tonalità emotiva immersa in pensieri che si muovono attorno ad una spirale agonica. L’avvertenza è di ritrovare tutta l’ambivalenza di due figure le cui voci incarnano alla perfezione le potenze ctonie che Freud avrebbe rintracciato in quel magma psichico da lui definito inconscio, in pulsioni irresistibili, che mai si lasciano catturare da appartenenze univoche e che prevedibilmente violano tabù.

suddivisa tra coloro che si attengono alle norme e coloro che non le rispettano. La maggior parte di noi, in certe occasioni, trasgredisce norme di comportamento generalmente accettate”. La vita sociale è governata da norme che siamo indotti a rispettare in virtù del processo di socializzazione. Tali norme sono rafforzate da sanzioni di tipo formale, se applicate da specifiche istituzioni(polizia, tribunali, prigioni), o informali, quando si tratta di reazioni spontanee, non organizzate, come è il caso delle manifestazioni di disapprovazione. Émile Durkheim, suggerisce che non esiste società che mostri un consenso totale sui valori e sulle norme che la governano. Qui ne assumiamo il significato nel suo valore non deleterio, di contrapposizione a valori che limitano l’espressione della personalità e la ricchezza individuale.

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2.4 Suleika, Brit e Gaby. Rituali di racconto e racconti