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1.2.1 Inquadramento geografico.

La città di Buenos Aires, formalmente Ciudad Auto- noma de Buenos Aires (in forma abbreviata CABA), anche chiamata Capital Federal essendo la sede del governo federale, è una dei ventiquattro enti federa- li della Repubblica Argentina. E’ situata nella regione centro - est del Paese, alla foce del Rio de la Plata, principale fiume argentino, in piena pianura pampe- ana.

I risultati definitivi del censimento del 2010 stimano la popolazione della città in 2 890 151 abitanti, e del suo agglomerato urbano, la Gran Bueno Aires, in 12 801 364 abitanti. In questo modo è possibile definire l’area metropolitana di Buenos Aires come la maggio- re area urbana del paese, la seconda Sudamericana, e una delle 20 città più grandi del mondo. E’, insieme a San Paolo e Città del Messico, una delle tre città latino americane di categoria alfa, secondo lo studio GaWC. Secondo lo studio effettuato nel 2008 da Mercer, Bue- nos Aires risulta essere la città con il valore più alto di qualità della vita e la più visitata (InfoBae.com) di tutto il Sud America,

L’area urbana di Buenos Aires è localizzata all’inter- no della Provincia di Buenos Aires, la cui capitale è La Plata, cittadina situata a pochi km più a sud di Buenos Aires.

Ufficialmente la città è suddivisa in in 48 quartieri, tra i quali i più antichi derivano dalle parrocchio esta- bilite nel XIX secolo.

In sintesi, la metropoli di Buenos Aires può essere di- visa in Capital Federal (città autonoma, che possiede un proprio potere esecutivo, legislativo e giuridico, oltre che una propria polizia) e conurbano metropo-

litano, Regione Metropolitana di Buenos Aires, che

sottostà alla Provincia di Buenos Aires.

Il suo profilo urbano è decisamente eclettico, si mesco- lano , a causa delle numerose immigrazioni, elementi di art decò, art noeveau, neogotico e francese borbonico.

Cart ogr afia d’inquadr ament o r ealizzata da Andr ea De Car o e Lor enzo Gio vene Buller

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E’ proprio grazie quest’ultimo che la città è conosciu-

ta nel ondo anche con il nome di “La Parigi d’Ame- rica”.

La Ciudad de Buenos Aires è il principale centro edu- cativo del paese e un importante nucleo di attività ar- tistica ed intellettuale. Tra le sue numerose istituzioni si sottolinea l’Universidad de Buenos Aires, centro tra i più prestigiosi del Sud America.

La città è una delle metropoli con maggior concen- trazione di teatri a livello mondiale, tra i quali il più famoso è sicuramente il Teatro Colon .

La metropolitana di Buenos Aires è stato il primo si- stema di trasporto metropolitano di tutto l’emisfero australe.

1.2.2 Lo sviluppo urbano.

La fondazione della città

La città di Buenos Aires è stata fondata in due occa- sioni differenti: prima nel 1532 da Pedro de Mendoza, la seconda e ultima il 11 giugno 1580 , da Juan de Ga- ray. La città in origine apparteneva al Vicereame del Perù dell’Impero Spagnolo, ed era una città di minore importanza rispetto Lima o ad le altre città coloniali. Gli interessi della Spagna in queste terre erano dettati dalla navigabilità dei fiumi, che penetrano il territorio assicurando il possesso della terra e contribuendo al popolamento della stessa, agevolando la circolazione tra l’Alto Perù ed i nuovi domini.

Buenos Aires, così come praticamente la totalità delle città fondate dai coloni spagnoli, è stata suddivisa in blocchi e ciascun blocco poi suddiviso ulteriormente in altri quattro lotti, i quali sarebbero poi stati asse- gnati ai conquistatori e fondatori di rango più eleva- to. Dopo le riforme borboniche nel 1776 Buenos Aires è stata designata capitale del Vicereame del Río de la Plata. Da questo momento la città, da piccolo avampo- sto spagnolo con una popolazione stimata di 24.205 abitanti, cominciò a divenire uno dei principali centri commerciali dell’intero Vicereame.

La città del primo Ottocento

Il disegno urbano coloniale seguiva una maglia ur- bana di strade e blocchi detti cuadras. Una delle fasi più importanti è l’impianto della Plaza Mayor , attual- mente costituita da Plaza de Mayo, il Forte e il Cabildo. La città si è sviluppata intorno proprio a Plaza Mayor organizzandosi con una disposizione a quadrilatero di sedici blocchi in linea sul lungofiume e nove isola- ti di profondità verso ovest. La prima trasformazione rilevante avvenne nel 1826, quando venne realizzato l’ampliamento di alcune strade: Corrientes , Córdoba , Santa Fe , Belgrano e Indipendenza. Questo progetto venne condotto da Bernardino Rivadavia, che cercò

Palazzo del Congr

eso Ar

gentino, Buenos Air

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di scostarsi leggermente del rigido impianto urbano in cuadras dall’eredità coloniale spagnola

Nel 1853 venne fondata lo Stato di Buenos Aires e l’a- rea urbana si estendeva a ovest di Plaza Miserere, alle attuali strade di Pueyrredón e Jujuy , a nord della stra- da di Santa Fé, e a sud di San Juan. Nella seconda metà del XIX secolo, al di là di quest’area, solo Flores e Bel- grano erano urbanizzate. Verso la fine del XIX secolo, questi quartieri vennero inglobati nel tessuto urbano della città, e definiti entro i limiti di Buenos Aires. La popolazione nel mentre aumentava gradualmente. Il censimento 1855 registrò 93 mila abitanti.

L’espansione della Città ha visto una crescita all’in- terno di una struttura radiocentrica convergente che conserva ancora oggi. Questa forma di uso del terri- torio urbano si è espansa seguendo gli assi ferroviari principali, permettendo la formazione di periferie che via via si saldavano tra di loro consolidando il tessu- to urbano della città. Nella zona centrale, invece, per migliorare la circolazione, vennero realizzati viali che ancora oggi possiedono un importanza fondamenta- le all’interno del sistema cittadino. In questo modo fu possibile sviluppare in maniera efficace il centro cittadino che divenne vero punto nevralgico e di ri- ferimento per tutto l’agglomerato urbano che stava formandosi.

Il consolidamento della Città Moderna

Intorno al 1860 Buenos Aires lasciò il suo carattere di villaggio per diventare una vera e propria città. Era ormai la sede del potere economico grazie al predo- minio del suo porto e della dogana. La popolazione continuava a crescere soprattutto grazie al costante flusso di immigrati dall’Europa.

Solo dopo il 1890 lo sviluppo industriale prese pie- de e divenne fattore chiave dell’economia della città, come dimostrato da un sondaggio del 1887 condot- to dall’Unione Industriale , che indica l’esistenza di 6.200 stabilimenti e 42.000 persone impiegate nel

settore.

Per quanto riguarda i tipi di attività e la loro localizza- zione, industrie di refrigerazione e impianti metallur- gici erano concentrati nella zona di Barracas e Avel- laneda, favorite dalla presenza del fiume Riachuelo e dalla nuova ferrovia Roca. Altre industrie con minori esigenze di approvvigionamento di acqua si stabiliro- no nel quartiere settentrionale di Barracas.

L’impianto urbano tradizionale si trasformò rapida- mente; la zona centrale si consolidò e ed i quartieri andarono ad assumere diverse funzioni e gerarchie. La popolazione con maggiori mezzi economici iniziò ad abbandonare la sua posizione tradizionale nella parte meridionale della città per costruire nuove resi- denze nel nord, nei quartieri della Recoleta e del Reti- ro e Palermo. Ciò fu dovuto alla scarsa igiene che che caratterizzava i quartieri a Sud ( i quali vennero col- piti dall’epidemia di colera del 1869 e la febbre gialla 1871) e alle mode del tempo, che privilegiavano pa- lazetti individuali. Nel centro della città tradizionale iniziarono a definirsi i settori commerciali e bancari. Nel 1869 venne realizzata la prima posa di condut- ture idriche per l’acqua corrente, sebbene in misura molto limitata.

La crescita dei posti di lavoro e dell’immigrazione portò un espansione della città anche nella parte me- ridionale, lungo le direttrici delle strade che partiva- no da Barracas ed intorno al Riachuelo.

Lo sviluppo del centro è stato rafforzato dalla posi- zione delle funzioni direzionali e dalla residenza del- le classi più agiate, mentre gli immigrati preferirono stabilirsi nelle aree più a sud, vicino alle industrie e quindi al luogo di lavoro. Al contempo si andava defi- nendo una prematura organizzazione metropolitana lungo le nuove direttrici dei nuovi assi ferroviari . Nel 1857 , la ferrovia ad ovest arrivava fino a Flores , e nel 1860, fino a Moreno. A nord, la ferrovia raggiunse Belgrano nel 1862, e San Fernando nel 1863.

A questo punto si andava definendo la configurazione

Esempio di edificio Liberty

, Buenos Air

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spaziale delle stazioni ferroviarie che, in quel momen- to, si trovavano nella periferia del tessuto urbano: Re- tiro a nord, Miserere a ovest, e Constitución a Sud , collegando la città con la periferia rurale e l’interno . Al di là di questi cambiamenti, Buenos Aires al 1870 mostrava ancora un piccolo impianto urbano che manteneva la sua struttura urbana tradizionale. In uno spazio di questo genere la maggior parte delle attività quotidiane della popolazione avvenivano con spostamenti a piedi. Questa situazione cambierà radi- calmente verso la fine del XIX secolo. La popolazione di Buenos Aires continuò ,infatti, a crescere rapida- mente, triplicando e raggiungendo i 664.000 abitanti nel 1895, con l’immigrazione come causa principale di questa crescita.

Tra il 1870 e il 1880 Buenos Aires si costituiva come città moderna e la sua trasformazione avveniva sem- pre più repentinamente. Si accelerò la costruzione di nuove strade, la pavimentazione delle strade esistenti e la costruzione di ospedali e servizi educativi. Ini- ziarono a funzionare le prime linee di tram a cavallo. Inoltre, la crescita della popolazione e la diversifica- zione delle attività economiche guidarono l’espansio- ne della città ed il consolidamento delle nuove perife- rie. Al contempo, il pendolarismo cominciò ad essere una realtà quotidiana per gran parte della popolazio- ne, ma nonostante la sua espansione, Buenos Aires continuava a riferirsi al centro tradizionale. La rete tramviaria venne potenziata per soddisfare la cre- scente necessità di mobilità nella città in espansione. Come corollario politico, nel 1880 Buenos Aires di- venne la Capitale Federale del Paese, dopo un decen- nio di conflitti con la provincia di Buenos Aires , in quanto quest’ultimo non voleva perdere il territorio della città sia per ragioni economiche che politiche. Vale a dire, Buenos Aires venne separata amministra- tivamente dalla sua Provincia e La Plata divenne la sede dei poteri provinciali.

Il Governo Nazionale si riservò il controllo del porto,

l’amministrazione della giustizia ed il potere della po- lizia. Nel 1888 si delimitò con più precisione il territo- rio, comprendendo le città di Belgrano e Flores. La federalizzazione della città ed preparativi per il centenario che si tenne nel 1910, diedero impulso a molti sviluppi urbani progettati per rispondere alle crescenti richieste, come ad esempio i servizi sanitari, di fognatura, illuminazione elettrica, edifici di grandi dimensioni per le stazioni ferroviarie, e la costruzione di opere che trasformarono la città simbolicamente: il Palazzo dei Congressi, la Casa Rosada, il Teatro Colón e l’apertura della Avenida de Mayo, nel 1898. Inoltre , venne ampliato nel 1894 Puerto Madero, a causa del crescente aumento del traffico commerciale, mentre parchi e piazze si moltiplicarono.

Nel 1913 venne aperta la metropolitana , la prima in America Latina, che andava da Plaza de Mayo a Pla- za Miserere; nel 1914, la tratta venne prolungata fino Caballito. A poco a poco la rete di trasporto diveniva sempre più capillare, estendendo le sue linee princi- pali verso le parti periferiche più importanti della cit- tà (Belgrano, Flores e Liniers).

A metà del 1920 comnciarono ad diffondersi i tra- sporti pubblici su gomma. La crescita urbana, se pri- ma era stata trainata territorialmente dalle grandi reti di trasporto pubblico , in primo luogo dalla fer- rovia, ora vede come fattore ulteriore di espansione l’utilizzo sempre maggiore delle automobili.

Nel frattempo la popolazione della città continuava a crescere. I dati del censimento del 1914 mostrano che nel complesso metropolitano formato dalla Capitale Federale e dai 19 partidos circostanti vi risiedevano più di due milioni di abitanti , il 78 % dei quali resi- denti nella Capitale Federale. Mentre nel 1904 solo il 26 % della popolazione del distretto federale era resi- dente a più di 5 km da Plaza de Mayo , solo dieci anni più tardi , nel 1914 , il 46% era in questa situazione. Il modello di occupazione della popolazione della cit- tà fu differente a seconda del contesto, soprattutto a

Basilica de Nuestr a Senor a del R osario e Con vent oSant

o DOmingo de la Ciudad de Buenos Air

es, San T

elmo, XVIII Seco

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causa delle abitudini culturali e alla diversa qualità del trasporto offerta. Beneficiato da buoni servizi di trasporto e dalla disponibilità di terre, l’asse a Nord continuò lo sviluppo avviato dalle classi abbienti nel 1860. L’asse a Sud, al contrario, rimase legato ai set- tori operai in relazione alla localizzazione industriale crescente. L’asse Ovest, anche se fu il primo ad essere collegato con il centro, perse sempre più importanza.

Dal modello agro-esportatore a quello industriale

Dal 1930 il modello agro-esportatore, che aveva fino a quel momento caratterizzato il processo di organizza- zione socio -spaziale argentino, entrò in crisi e venne sostituito da un modello puramente industriale. Come reazione, avvenne una profonda trasformazione so- ciale associata alla partecipazione della popolazione al mercato del lavoro, legato soprattutto al settore in- dustriale. In questo periodo la migrazione dall’estero stava perdendo slancio, mentre la migrazione dalle campagne verso le metropoli andava incrementan- dosi e divenne la principale responsabile della rapida crescita. Nel 1947 la Città di Buenos Aires raggiunse una condizione di saturazione e vide arrestarsi la sua crescita demografica (3 milioni di abitanti). Non fu così per l’area metropolitana , che continuò a crescere e ad espandersi in maniera costante.

L’ espansione urbana dalla metà del XX secolo

La Suburbanizzazione periferica ebbe come protago- nista il frazionamento popolare. A causa di un regola- mento statale approssimativo, fu possibile un’offerta di terreni di scarsa qualità ambientale dove predomi- nò l’autocostruzione. Al contrario la Capitale Federale vide un intensa densificazione grazie alla costruzio- ne di edifici, soprattutto a sviluppo verticale, dove si collocarono le classi medio-alte. In contrapposizione a questo fenomeno, per quelle fasce di popolazione il cui reddito non consentiva loro di pagare un affitto, la città informale iniziò ad essere un tipo di insedia-

mento alternativo per vivere in città. Sin dal 1940, ini- ziarono ad essere occupati terreni e spazi interstizia- li pubblici. Ad una maggiore accessibilità del centro cittadino, e quindi al lavoro, il prezzo da pagare era risiedere in aree con condizioni di vita precarie ca- ratterizzate dalla mancanza di acqua e fognature, da edifici precari sovraffollati e dalla mancanza generale di igiene.

La crescita della città è stata accompagnata da una profonda trasformazione e differenziazione della so- cietà. Lungo gli assi più storici la crescita è stata con- tinua; in questo modo si sono sviluppati veri e propri

cluster urbani che seguivano i corridoi radiali che par-

tivano dal centro storico di Buenos Aires e si estende- vano verso i territori pianeggianti interni. In partico- lare l’asse Nord ha visto tra gli anni 50’ e gli anni ’60 e una forte espansione che portò al consolidamento della parte di territorio che va dai quartieri centrali di Recoleta e Retiro fino a quello di Tigre.

Una crescita così intensa della parte settentrionale della città di Buenos Aires è da collegarsi alla presen- za dell’asse ferroviario che collega la città con Rosa- rio, alla storica propensione di questa area cittadina di ospitare le classi più abbienti e alla presenza di abbondanti risorse paesaggistiche. Queste proprietà dello sviluppo urbano sono coincise con una migliore organizzazione dei trasorti pubblici e delle infrastrut- ture (autostrada), e da un una qualità migliore delle abitazioni e della vivibilità.

Sugli assi rivolti verso sud si riscontrano invece con- dizioni urbane ed ambientali più degradate, dettate dalla presenza massiccia delle industrie.

Il declino dell’industria

A partire dal 1970 si profilò una crisi nel campo in- dustriale che portò la sostituzione delle grandi fab- briche con altre attività di minore intensità produt- tiva, che richiedevano minore spazio e budget ridotti (come il campo logistico o di deposito).

Esempio di edificio neogotico in Buenos Air

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Ciò implicò lo smantellamento del tessuto industriale, con un conseguente forte impatto sulle piccole e me- die imprese che portò ad un aumento della disoccu- pazione e causò gran parte del degrado urbano delle zone industriali, in particolare nel sud della città. A ciò si sommarono trasformazioni significative a li- vello urbanistico come la liberalizzazione del mercato degli affitti, con la conseguente espulsione di una per- centuale significativa di popolazione a basso reddito. Alcune villas miseria vennero demolite per far spazio a grandi opere pubbliche come la costruzione delle autostrade.

La scarsa presenza statale nella progettazione e nelle questioni pubbliche in generale ( o il passaggio a for- me meno inclusive di gestione) ha ampliato il divario tra le zone della città.

La manifestazione fisica di questo processo è stato il declino, la disarticolazione e la polarizzazione sociale.

Dalla nuova democrazia fino ai giorni nostri.

Nell’area metropolitana , i meccanismi che avevano generato l’espansione (los loteos económicos) mo- strarono segni di arresto, e la crescita della popolazio- ne si manifestò nel territorio attraverso l’occupazione di lotti liberi, la densificazione dello spazio già costru- ito dalla suddivisione dei lotti, il sovraffollamento del- le abitazioni e anche dalla crescita degli insediamenti precari e delle baraccopoli cittadine. In questo modo la popolazione della Gran Buenos Aires ha continua- to ad aumentare nel 2001 superando i 12 milioni di abitanti.

In termini di espansione territoriale l’area metropo- litana raggiunse la terza corona. Essa comprende San Vincente , La Plata , Cañuelas, Marcos Paz , GeneralRo- driguez , Pilar e Escobar.

Nella periferia esterna della metropoli, servite dalle autostrade, è andato consolidandosi un altro fenome no, quello delle gated communities, rivolto a fasce di

popolazione con un alto potere di acquisto.

Sviluppare country club e comunità chiuse, che spesso vengono costruite nei pressi di zone abitate da popo- lazioni a basso reddito, è un fenomeno socio-spaziale che si traduce nella dissoluzione delle forme classiche del rapporto tra vicini di casa. Queste tipologie di spa- zi urbani sorgono a causa della ricerca da parte del- le classi più abbienti di spazi naturali, di sicurezza, e grazie ad un alta accessibilità infrastrutturale fornita da autostrade che permette un facile e veloce collega- mento con il centro cittadino.

Di pari passo si è avuto, a partire dagli anni ‘90, un notevole sviluppo, in aree specifiche, di attività legate al settore finanziario e a servizi d’impresa.

Attualmente nella zona centrale della Città di Buenos Aires, si trovano la maggior parte delle attività finan- ziarie e amministrative influenti sia a scala metropo- litana, nazionale che globale.

Si stanno anche verificando processi di rinnovamento associati alla rivitalizzazione urbana e alla promozio- ne del proprio patrimonio culturale e storico, come nel quartiere di San Telmo e di gran parte delle aree situate intorno al centro storico di Buenos Aires, si- tuato a sud di Plaza de Mayo. Nel 1991 sono state emanate Normative a tutela delle zone storiche, com- binate alla necessità di rinnovare la protezione delle aree dichiarate Patrimonio Storico.

Cir

colo dei pescat

ori, Costa ner

a, Buenos Air

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Piano di s

viluppo del C

Onur

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1.2.3 La città contemporanea.

1.2.3.1 Il modello della città europea: la Parigi del Sud America.

Negli anni di forte crescita , lo sviluppo urbano di Bue- nos Aires è stato caratterizzato dalla pianificazione statale ed il consolidamento delle infrastrutture pub- bliche (Gorelik e Silvestri 2002). Il sistema di svilup- po del tessuto urbano seguiva un progetto pubblico di espansione strutturato esclusivamente secondo lo schema a cuadras che si ripeteva continuamente in ogni fase di espansione della città ( Gorelik 1998) . Questa fase di crescita della città di Buenos Aires è fortemen- te legata all’immigrazione europea e conseguente- mente ad un adattamento dei concetti di vita del Vec- chio Continente nel territorio urbano della capitale. Come in gran parte delle città dell’America Latina, an- che a Buenos Aires si svilupparono sentimenti volti ad una nostalgia per il passato europeo; nella capitale argentina questo concetto fu è estremamente visibi- le nello stile architettonico degli edifici che, imitando

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