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1 EXECUTIVE SUMMARY

1.2 C ONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI

La formulazione di raccomandazioni volte a migliorare le politiche di sviluppo rurale in una fase in cui il PSR 2014-2020 è già stato avviato, rischia di fornire elementi di giudizio poco utili per l’Amministrazione regionale. Nella predisposizione delle conclusioni e delle raccomandazioni si è quindi deciso di riportare, in primis, le riflessioni maturate nel corso della valutazione on-going

e secondariamente di tracciare le raccomandazioni specifiche sul PSR anche in funzione del nuovo ciclo di programmazione dello sviluppo rurale.

Entrando nel merito delle risultanze afferenti le singole Misure del PSR Liguria 2007-2013 gli elementi di successo e di criticità che possono offrire spunti di riflessione per il periodo di programmazione 2014-2020 sono riportati di seguito:

In termini di raggiungimento degli obiettivi le principali problematiche sono state riscontrate in relazione alle Misure di formazione e consulenza afferenti al capitale umano che non hanno trovato terreno fertile; anche le Misure a sostegno della promozione e rafforzamento dei prodotti di qualità non sono riuscite a coinvolgere i potenziali beneficiari come previsto. Si raccomanda di indagarne le cause e di stimolarne l’utilizzo con azioni dimostrative al fine di potenziare l’efficacia degli interventi immateriali sui temi connessi alla conoscenza.

Per quanto riguarda il sostegno all’innovazione, i progetti di investimento avviati sulle Misure 1.2.1 e 1.2.3 (agroindustria e forestale) hanno favorito il nascere di un processo di innovazione capace di modificare le strategie commerciali delle imprese agricole liguri e di migliorarne la competitività. Si raccomanda pertanto di proseguire su questa strada migliorando contemporaneamente l’approccio integrato verso Misure più complesse, come la 1.2.4, che, al contrario, hanno presentato difficoltà attuative e di coinvolgimento.

Per quanto riguarda l’Asse 2, ma in generale per le tematiche di carattere ambientale del PSR, le situazioni più performanti sono da ascriversi alla difesa della biodiversità e delle risorse genetiche ed alla difesa del paesaggio rurale e lotta all’esodo rurale. Per altri settori di intervento esistono ulteriori margini di miglioramento: salvaguardia delle risorse idriche, valorizzazione del patrimonio boschivo, produzione di energia da rinnovabili, massimizzazione degli effetti positivi dell’applicazione di metodi produttivi sostenibili (biologico ed integrato).

Il Programma ha fatto registrare risultati discreti per quanto riguarda la produzione di energia da fonti rinnovabili, impegno che dovrebbe essere ulteriormente potenziato in futuro, vista l’importanza strategica di tali interventi sia dal punto di vista delle ricadute di tipo ambientale, ma anche per migliorare la competitività delle aziende agricole e forestali regionali. Da considerare che in termini di efficienza della spesa (massimizzazione degli effetti delle risorse finanziarie utilizzate), quello degli investimenti nel settore delle rinnovabili appaiono come interventi particolarmente convenienti, dal momento che permettono una diminuzione strutturale delle spese di gestione aziendale e quindi una più elevata competitività sul mercato.

Un comparto che potrebbe beneficiare di ulteriore sostegno da parte del PSR è quello forestale. Fermo restando che la scelta di non prevedere l’imboschimento di ulteriori aree agricole appare assolutamente condivisibile, rimane da facilitare le aziende forestali nella loro capacità produttiva, eliminando/attenuando quei fattori che negli ultimi decenni ne hanno limitato l’operatività e la competitività.

Anche il supporto a sistemi produttivi sostenibili (agricoltura biologica ed integrata) ha fatto registrare risultati abbastanza positivi in termini di superfici finanziate e di beneficiari raggiunti. Vanno però sottolineati due fattori: i) da considerare il “peso” che hanno le colture estensive sul totale delle superfici finanziate (spesso in aree montane), che quindi possono assicurare solo un esiguo miglioramento in termini ambientali rispetto alle normali pratiche colturali di queste zone. Anche se le produzioni di punta dell’agricoltura ligure (floricoltura e orticoltura, che sono anche quelle a maggior impatto ambientale) difficilmente sono disponibili ad adottare sistemi come il biologico, appare però percorribile la strada dell’incentivazione di sistemi integrati a minore impatto ambientale; ii) il numero di aziende che aderiscono all’Azione sulla produzione biologica, in tendenziale diminuzione rispetto al numero totale di operatori biologici regionali, che è invece in aumento. Tale divaricazione rappresenta un campanello d’allarme che non può essere sottovalutato. Si raccomanda di indagare le cause dello

scarso interesse verso la sopra citata azione e di considerare l’opzione di assicurare in maniera generalizzata priorità nei punteggi agli interventi di aziende biologiche che dovessero aderire anche ad altre Misure del Programma.

La diffusione di pratiche agronomiche sostenibili, come le tecniche di salvaguardia suoli (inerbimenti, sovesci, compostaggi, ecc.), non può essere solo imposta dai disciplinari, ma deve essere compresa ed accettata dal singolo agricoltore. Di qui l’importanza di fornire assistenza di tipo formativo, informativo e consulenziale anche su questi temi specifici.

Miglioramento paesaggio rurale: per il paesaggio rurale ligure occorre assicurare che gli interventi finanziati di carattere strutturale siano quanto più possibile neutri per l’ambiente circostante, attraverso, ad esempio, il riconoscimento di priorità di punteggio ai progetti che utilizzano tecniche di ingegneria naturalistica, o comunque a basso impatto visivo.

Con riferimento a LEADER, si ritiene che il miglioramento dell’attrattività e della fruibilità delle risorse territoriali potrà, una volta che gli investimenti avranno dispiegato compiutamente i propri effetti, favorire l’aumento della competitività del settore turistico, contribuendo, soprattutto, allo sviluppo dell’economia dell’area interessata ed alla creazione di nuove opportunità occupazionali, con effetti indiretti sul fenomeno dell’abbandono delle aree marginali. Si raccomanda, tuttavia, di prendere in considerazione la possibilità di finanziare, almeno in parte, i costi di gestione per le attività dei GAL, permettendo agli stessi di utilizzare in maniera più efficiente le risorse a disposizione anche in virtù della maggiore capacità progettuale richiesta dal mutato quadro unionale, così come delle crescenti responsabilità loro attribuite.