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Capitolo 1 – Le transizioni economiche e i mutamenti strutturali del mercato del lavoro

1.4 I cambiamenti demografici e gli effetti sul mercato del lavoro

Negli anni recenti, il Giappone sta sperimentando una sempre più grave condizione demografica che è prevista persistere per un lungo periodo di tempo, con implicazioni dirette per l’economia,

122 ibidem

123GORDON,“New and Enduring…”, cit., p. 18. 124 ibidem

la società e il mercato del lavoro. Attualmente, i dati forniti dal Ministero delle Comunicazioni e degli Affari Interni mostrano una popolazione in calo costante, se si osservano i valori afferenti agli scorsi dieci anni. Come è possibile notare in figura 1.6., all’ottobre del 2017, la popolazione ammontava a circa 126 milioni di abitanti126, dato in diminuzione di circa un milione e mezzo se

paragonato a quello del 2008127. Insieme a questo, gli studi evidenziavano dei valori molto alti

nella quota di popolazione anziana: al 2017, la fascia d’età corrispondente ai 65 anni o più contava il 27,7% sul totale della popolazione. A partire dal 2015 infatti, la generazione del “boom delle nascite” iniziava a entrare nella fascia di età di coloro che superavano i 65 anni128.

Di particolare rilievo, erano le quote relative alla proporzione degli anziani dai 75 anni e degli ultranovantenni: queste ammontavano rispettivamente al 13,8% e allo 1,6% della popolazione totale129, come si nota in figura 1.7.

Figura 1.6.: L’evoluzione demografica della popolazione giapponese dal 2006 al 2017.

Fonte: Ministero degli Affari Interni e delle Comunicazioni (MIC), “Jinkō suikei - Heisei 29 nen 10 gatsu hō” 人口推計 - 平成 29 年10 月報 (Valutazioni sulla popolazione – Resoconto dell’ottobre 2017), in “stat.go.jp”, 2017,

http://www.stat.go.jp/data/jinsui/pdf/201710.pdf, 22-08-2018.

125 Pierdavide CARLEA, L’economia giapponese negli ultimi trent’anni, Tesi di Laurea Magistrale, 2015/2016,

Università Ca’ Foscari di Venezia.

126 I dati qui riportati comprendono anche i residenti stranieri.

Ministero degli Affari Interni e delle Comunicazioni (MIC), “Jinkō suikei - Heisei 29 nen 10 gatsu tsuitachi genzai” 人口推計 - 平成 29 年 10 月 1 日現在 (Valutazioni sulla popolazione - Resoconto dell’ ottobre 2017), in “stat.go.jp”, 2017, https://www.stat.go.jp/data/jinsui/2017np/pdf/gaiyou.pdf, 22-08-2018.

127 MIC, Current Population Estimates as of October 1, 2008, in “stat.go.jp”, 2008,

https://www.stat.go.jp/english/data/jinsui/2008np/index.html, 24-08-2018.

128 L’ufficio del Gabinetto, “Kōreika no jōkyō” 高齢化の状況 (La situazione attuale afferente all’invecchiamento

demografico), 2016, http://www8.cao.go.jp/kourei/whitepaper/w-2017/gaiyou/pdf/1s1s.pdf, 26-08-2018.

129 MIC, “Tōkei kara mita wagakuni no kōreika (65 sai ijō)” 統計からみた我が国の高齢化 (65 歳以上)

(L’invecchiamento della popolazione giapponese sulla base di valori statistici – dai 65 anni in su), in “stat.go.jp”, 2017, http://www.stat.go.jp/data/topics/pdf/topics103.pdf, 25-08-2018.

Figura 1.7.: Le variazioni della popolazione anziana in percentuale dal 1950 al 2040.

Fonte: Ministero degli Affari Interni e delle Comunicazioni (MIC), “Tōkei kara mita wagakuni no kōreika (65 sai ijō)” 統計から みた我が国の高齢化 (65 歳以上) (L’invecchiamento della popolazione giapponese sulla base di valori statistici – dai 65 anni in

su), in “stat.go.jp”, 2017, http://www.stat.go.jp/data/topics/pdf/topics103.pdf, 25-08-2018.

I trend demografici attuali suggeriscono dunque sia in atto un consistente calo demografico unito a un progressivo invecchiamento della popolazione. Queste tendenze sembrano destinate a protrarsi anche negli anni a venire.

Secondo uno studio condotto nel 2016 dal National Institute of Population and Social Security Research (NIPSSR), per la popolazione giapponese si prospetta infatti una lunga fase di declino. Dai circa 127 milioni di abitanti registratisi nel 2015, le proiezioni tratteggiano una riduzione di quasi 20 milioni di persone per il 2040 che si prevede possa peggiorare nel 2065: la quota dovrebbe toccare i soli 88 milioni di abitanti. Di pari passo, anche la tendenza all’invecchiamento sembra essere confermata. Il numero della popolazione compresa nella fascia d’età dei maggiori ai 65 anni è previsto possa raggiungere il suo picco massimo al 2042. La proporzione della popolazione degli anziani quindi passerebbe dal rappresentare un quarto del totale degli abitanti, al 33,3% pari a un terzo dell’intera popolazione130.

Le cause che stanno alla base della difficile condizione demografica sono sicuramente da

130 Le proiezioni qui descritte sono basate sull’analisi della prospettiva di un tasso di fertilità medio.

National Institute of Population and Social Security Research (NIPSSR), Population Projections for Japan (2016- 2065): Summary, in “ipss.go.jp”, 2016, http://www.ipss.go.jp/pp- zenkoku/e/zenkoku_e2017/pp_zenkoku2017e_gaiyou.html, 26-08-2018.

ricercare in un tasso di fertilità molto basso, che attualmente si attesta intorno allo 1,4%. Sebbene si sia registrato un leggero incremento rispetto ai primi anni del 2000131, i valori rimangono ben

inferiori al 2,1%, quota che assicura la sostituzione delle generazioni. Tra le conseguenze dirette di un basso tasso di fertilità si annovera il declino del numero dei nati e un conseguente calo demografico. Dopo il “boom delle nascite” registratosi tra il 1947 e il 1949 infatti, il tasso di fertilità iniziò a ridursi gradualmente provocando una contrazione nella quota dei nuovi nati: nel giro di sessant’anni si passò da quasi tre milioni, a poco più di un milione di nascite nel 2007132.

La popolazione totale toccò il suo picco massimo nel 2008, momento a partire da cui conobbe un declino costante133. Inoltre, a un basso tasso di fertilità, si accostò un declino nel tasso di

mortalità che determinò un aumento delle aspettative di vita ai 65 anni. Dal 1947 a circa il 2010, queste quasi duplicarono sia nel caso degli uomini, sia nel caso delle donne134.

Tra gli effetti prodotti dal declino demografico e dal progressivo invecchiamento della popolazione, si annovera in primo luogo il declino nel numero degli appartenenti alla quota di popolazione in età compresa tra i 15 e i 64 anni. Nel periodo immediatamente successivo al secondo dopoguerra, gli alti tassi di natalità assicurarono un relativo rapido incremento della popolazione economicamente attiva che andò scemando nel corso del tempo: da un tasso di crescita del 13% registratosi nel 1970, si passò a un esiguo 1,7% nel 2006135. Nel periodo

compreso tra il 2000 e il 2017, la fascia di popolazione in età lavorativa passò a contare da 86,6

136 a 75 milioni di persone137, segnalando così un costante e drastico declino di quest’ultima. Si

prevede che la riduzione della popolazione in età lavorativa avrà seguito anche nel prossimo futuro. Per questo, sembra prospettarsi addirittura un inasprimento della problematica situazione in atto. I dati forniti dal NIPSSR, suggeriscono che la fascia di popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni passerà a toccare dai circa 77 milioni di persone registratesi nel 2015, ai 70 milioni nel 2029 per poi raggiungere i 45 milioni nel 2065138.

La contrazione della fascia di popolazione economicamente attiva ha chiaramente implicazioni

131 Robert L. CLARK, OGAWA Naohiro, KONDO Makoto, MATSUKURA Rikiya, “Population Decline, Labor Force

Stability and The Future of Japanese Economy”, European Journal of Population, vol. 26, no. 2, 2010, pp. 207-227.

132 ibidem

133 JILPT, Labor Situation in Japan…, cit., p. 15.

134CLARK, OGAWA, KONDO, MATSUKURA,“Population Decline, Labor Force…”, cit., p. 210. 135 ibidem

136 KAWAGUCHI Daiji, MORI Hiroaki, The Labor Market in Japan 2000-2016, in “wol.iza.org”, 2017,

https://wol.iza.org/articles/the-labor-market-in-japan/long, 26-08-2018.

137 MIC, Current Population Estimates as of October 1, 2017, in “stat.go.jp”, 2017,

dirette anche per il mercato del lavoro. Si prevede infatti la porzione di forza lavoro continuerà sulla strada di un continuo e drastico calo. Questa passerà dai quasi 66 milioni di persone registratisi nel 2013, ai 60 milioni nel 2030 e ai 40 milioni nel 2060. Il declino avverrà nonostante gli effetti prodotti dalle contromisure afferenti all’attivazione di altre fasce di popolazione partecipanti al mercato come donne e anziani139. Perciò, il declino demografico

ricorre come una delle cause primarie alla condizione di scarsità di forza lavoro in cui il mercato del lavoro attualmente versa e si prevede verserà anche nel prossimo futuro. Nel terzo capitolo, si osserverà come l’attuale Primo Ministro stia cercando di risolvere la questione140.

Inoltre, l’invecchiamento e il declino demografico producono un’inevitabile sproporzione tra la popolazione economicamente attiva e quella inattiva. In particolare, la contrazione della popolazione in età lavorativa rispetto a quella economicamente inattiva, conduce quest’ultima a dipendere da una da una forza lavoro che è in costante riduzione. Si prevede ad esempio, che il rapporto tra la popolazione economicamente attiva e inattiva passerà dal 2,56% all’1,3% nel giro di cinquant’anni141. Questo implica che un numero sempre più crescente di anziani dipenderà da

una forza lavoro in costante diminuzione. A questo si lega ad esempio, la questione di scarsità di personale nel campo dell’assistenza sanitaria che, come si vedrà, è uno dei tanti settori che negli ultimi anni risente della congiuntura di carenza di forza lavoro142.

1.5 La situazione attuale e le prospettive future: il Giappone aprirà le sue porte ai