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3.2 Indagine di campo

3.2.2 Campionamento e variabili demografiche di base

L’indagine è basata su un campionamento non probabilistico45, avendo avuto la possibilità di contattare un numero ridotto di soggetti per le interviste; per questo il campione stesso non può dirsi statisticamente rappresentativo. Data l’esiguità delle risorse, in termini di tempi e modi, si è preferito puntare ad una forma di

45 Al contrario, il campionamento probabilistico viene tradizionalmente utilizzato nella

ricerca standard. Viene denominato in tal modo perché, teoricamente, ciascun membro della popolazione di riferimento ha una probabilità nota diversa da zero di essere estratto e di entrare a fare parte del campione. Ogni campione è quindi ritenuto un sottoinsieme statisticamente rappresentativo della popolazione considerata (Tusini, 2006).

campionamento di tipo qualitativo piuttosto che quantitativo, orientata alla comprensione di specifici processi sociali piuttosto che sulla rappresentatività dell’intera popolazione dei migranti (Trobia, 2005). L’idea di fondo non è stata quella di costruire una ricerca che permettesse di estendere le conclusioni a vasti numeri, bensì lo scopo è stato quello di indagare i percorsi personali e le posizioni valoriali degli intervistati, con l’auspicio che le conclusioni tratte da questo microcosmo possano dare indicazioni per studiare realtà con caratteristiche analoghe (Tusini, 2006).

Il campione preso in considerazione conta 17 soggetti ed è composto in tal modo46:

• Migranti residenti sul territorio, provvisti di regolare titolo di soggiorno: n° 9 interviste;

• Migranti residenti sul territorio, sprovvisti di regolare titolo di soggiorno: n° 2 interviste;

• Medici di base: n° 4 interviste;

• Medici del Dipartimento di Prevenzione ed Igiene di Udine: n°1 intervista;

• Mediatori del Punto Informativo Sociosanitario di Pordenone: n° 1 intervista.

Le interviste si sono susseguite nel tempo come indicato in Tabella 9: possiamo osservare anche le nazionalità dei soggetti intervistati e, come si può notare, per grossa parte la provenienza è africana (7 intervistati su 17), 3

46 Per difficoltà logistiche e di tempo il numero dei soggetti intervistati è ristretto rispetto a

quanto pensato in sede di progettazione dell’indagine. La rielaborazione delle interviste è stata svolta con la consapevolezza di tale limite, leggendo i dati in chiave critica. L’auspicio è che la ricerca funga da ipotetico schema per successivi approfondimenti.

provengono dal continente asiatico, 1 dal Sud America, 1 è proveniente dal continente europeo. I medici, invece, sono di nazionalità italiana.

Tabella 9. Successione temporale delle interviste, tipologia dell’intervistato e nazionalità.

Fonte: interviste effettuate.

I criteri per l’inclusione o l’esclusione dei soggetti alla popolazione di riferimento sono stati diversi. Innanzitutto la provincia di residenza per i migranti o dell’ambulatorio medico per il personale sanitario. Per il migrante, fattore determinante di inclusione inoltre è stata la buona conoscenza della lingua italiana, veicolo fondamentale affinché le interviste fossero tra loro similari e comprese in modo univoco dagli intervistati. Inoltre, grande ruolo ha giocato la disponibilità all’intervista, classica variabile indipendente dall’impostazione

personale dell’indagine e in particolar modo collegata alla tempistica della ricerca, che ha influito sul numero dei soggetti inclusi nella popolazione di riferimento.

L’elezione dei soggetti è avvenuta in maniera tale da permettere l’espressione di diversi “ruoli” sociali. Innanzitutto, nella macro-categoria dei beneficiari dei servizi sanitari, i migranti, si è deciso di ricercare soggetti che fossero distinguibili in base alla loro condizione giuridica: da un lato, l’immigrato regolarmente residente, tutelato da apposita disciplina, dall’altro l’immigrato irregolare sul territorio, che gode quindi solo delle prestazioni essenziali del Servizio Sanitario Nazionale, come visto nel capitolo precedente. Per quanto attiene la macro-categoria degli erogatori dei servizi, i medici, si è voluto distinguere tra soggetti che erogano le prestazioni soprattutto a pazienti in regola con il titolo di soggiorno e tra medici che invece si trovano più spesso nella condizione di trovarsi innanzi un migrante sprovvisto del titolo. Infine, si è ricercata una figura del vasto settore socio-sanitario, per ascoltare il parere di un operatore che a tutti gli effetti “media” tra le due macro-categorie considerate.

Non sono state effettuate scelte a priori sulla fascia di età dei soggetti intervistati, che va quindi da 24 a 56 anni. Tuttavia, trattandosi di due categorie diverse tra loro, vanno fatte le opportune distinzioni: mentre l’età media dei medici si attesta intorno ai 48 anni, l’età anagrafica dei migranti è inferiore, attestandosi sui 39 anni.

Riferendoci ai beneficiari delle prestazioni, di cui ci interessa maggiormente osservare il dato prettamente quantitativo, sono opportune alcune considerazioni. Il criterio dell’inclusione dei soggetti più avvantaggiati con l’italiano e l’inevitabile fattore problematico della reperibilità delle persone ha comportato una “selezione naturale” che ha condotto ad interviste spontaneamente orientatesi verso migranti

residenti da molto tempo in Italia e, di conseguenza, anche ben integrati sul territorio.

Figura 4. Titoli di soggiorno posseduti dai migranti regolari, suddivisi per tipologia e motivo.

Fonte: dati ottenuti dalla rielaborazione delle interviste effettuate.

La figura 4 ci illustra come dei 9 soggetti intervistati in possesso di regolare titolo di soggiorno, la quasi totalità sia in possesso della vecchia Carta di Soggiorno, rilasciata dopo almeno 5 anni di residenza e segno di stabilità e continuità sul territorio. Se noi infatti andiamo a guardare la totalità degli 11 stranieri, inoltre, ben 6 di essi sono residenti in Italia da almeno 5 anni, 3 di loro da almeno 10 anni e 2 da almeno 15 anni. Questa radicalità sul suolo italiano permette un’analisi più oggettiva sulla tematica della salute da parte del migrante, terminato l’effetto”rimbalzo” da una forma di stato sociale all’altro, nonché la comprensione maggiore delle domande e dei concetti presentati durante l’intervista. Facilita inoltre anche l’aver maturato esperienza nei confronti del sistema sanitario italiano, ma al tempo stesso si può perdere la “freschezza” dell’impressione del nuovo arrivato.

Figura 5. Suddivisione per genere degli intervistati.

Fonte: dati ottenuti dalla rielaborazione delle interviste effettuate.

La popolazione di riferimento dei migranti, includendo qui anche gli stranieri sprovvisti del titolo di soggiorno, è stata abbastanza bilanciata nel genere (Figura 5), al fine di ottenere dati non falsati dal punto di vista di genere, seppur la difficoltà di intervista della componente femminile sia evidente. Il contatto con i soggetti si è avuto soprattutto grazie al lavoro svolto allo Sportello Immigrati di Patronato, che, svolgendo attività di supporto ed aiuto nell’adempimento delle pratiche burocratiche e legali, vede un’utenza soprattutto maschile.

Ulteriori dati richiesti, in qualche modo di certo influenti nei confronti dell’approccio del soggetto alla malattia ed al sistema sanitario risultano essere: l’occupazione lavorativa, l’appartenenza religiosa, la numerosità del nucleo familiare ed il titolo di studio in possesso. La suddivisione degli intervistati in base all’occupazione lavorativa, in Figura 6, ci permette di andare a determinare la maggiore o minore esposizione al rischio di infortuni sul lavoro o a malattie

Figura 6. Suddivisione degli intervistati per attività lavorativa svolta.

Fonte: dati ottenuti dalla rielaborazione delle interviste effettuate.

professionali. Il quesito sull’occupazione è stato richiesto anche ai migranti soggiornanti sul territorio in modo non regolare, ovviamente in riferimento al periodo di tempo precedente l’irregolarità. Quello che è emerso è la prevalenza dell’occupazione con qualifica di operaio che, nonostante qui il dato sia su piccola scala, oltre a confermare le statistiche nazionali sulle principali mansioni svolte dal migrante, va a mostrare che il livello di esposizione al rischio di salute sia effettivamente alto. Il dato sull’appartenenza religiosa, invece, è risultato interessante dal momento che, come si diceva al primo capitolo, la religione segna in particolar modo la vita delle comunità migranti sul suolo italiano (Canta, 2006). Questa variabile assume rilevanza nel contesto della nostra ricerca poiché, come vedremo, enfatizza o ammorbidisce determinati atteggiamenti propri dell’individuo, verificabile anche nell’approccio al tema sanitario. La Figura 7 ci indica la

Figura 7. Suddivisione degli intervistati per religione di appartenenza.

Fonte: dati ottenuti dalla rielaborazione delle interviste effettuate.

prevalenza per lo più cristiana ed in particolar modo la sua espressione cattolica. Per quanto riguarda invece il titolo di studio in possesso da parte degli intervistati, vediamo dalla Figura 8 che la maggioranza di essi (il 64%) è in possesso del diploma di Scuola Media (o equipollente), il 18% di una Laurea, il 9% ha un diploma di Scuola Elementare (o equipollente) ed il restante 9% ha terminato la Scuola Superiore (o equipollente). Infine, in Figura 9 viene riportato il dato sulla numerosità del nucleo familiare: solo uno degli intervistati si trova ad essere solo in Italia, mentre gli altri vivono in famiglie piuttosto numerose. È un dato molto importante, che ci aiuta ad osservare la rete familiare ed amicale più prossima all’individuo ed il conseguente livello di supporto morale e psicologico che gli ruota attorno quotidianamente.

Figura 8. Titolo di studio posseduto dagli intervistati.

Fonte: dati ottenuti dalla rielaborazione delle interviste effettuate.

Delle ultime variabili demografiche considerate, ovvero la conoscenza della lingua italiana ed i mezzi di trasporto utilizzati, ce ne occuperemo in sede di rielaborazione delle interviste nei prossimi paragrafi, in quanto emerse ripetutamente in sede di colloquio.

Figura 9. Suddivisione degli intervistati per composizione numerica del nucleo familiare.