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Canto? Canto? No!

Non è più canto. È grido.

Grido che irrompe da una voce chiara spingendo sponde,

fermando cannoni, disintegrando tirannie. Non è più canto. È grido.

Grido proletario che irrompe sincrono da tutte le bocche della terra per annunciare

l'impeto rosso del presente. Non è più canto.

È grido.

Grido di forza viva, di uomini che lottano, di menti che si liberano, di braccia sciolte

pronte a non cadere. Le masse ruggiscono. Pensano.

Sono.

Despierta

106

A la mujer puertorriqueña, en esta hora de trascendencia. Mujer,

tú que llevas en tus venas el ardor de la tierra borincana, tú que sientes los gemidos de la patria que respira esclavitud, deja a un lado las orgías,

deja a un lado los placeres,

y defiende heroicamente de tu patria la inocencia y la virtud. La inocencia amenazada por tiranos que procuran corromper nuestros puros sentimientos,

y lanzarnos a un abismo seductor, donde absortas en placeres, y olvidando mil deberes

respiremos de los vicios el perfume degradante y destructor. Mujer,

tú que viertes a menudo las amargas melodías de tu alma, tú que sientes, tú que sufres, tú que lloras en amarga soledad, ¿no percibes los tormentos?

¿No oyes tú los mil lamentos,

de tus hijos, de tu alma, de tu patria que reclama libertad? ¡No vaciles!

Son tus hijos los que lloran, es tu patria la que sufre sin cesar. La que llama a todas horas a sus hijos,

a sus hijos de su tierra y de su mar. A sus hijos valerosos,

a sus hijos fervorosos,

que se olvidan que en su tierra hay grandeza, que en sus almas hay pureza sin igual.

Marcha tú, mujer boricua, en la fila delantera que defiende tu virtud, rompe el lazo miserable que te tiene encadenada a tu prisión

y resurge valerosa,

a ofrendar tu sangre hermosa

a la causa libertaria que te ofrece dignidad y redención.

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106

Sveglia

Alla donna portoricana, in quest'ora di trascendenza. Donna,

tu che hai nelle vene l'ardore della terra borincana, tu che senti i gemiti della patria che respira schiavitù, lascia da parte le orge,

lascia da parte i godimenti,

e difendi eroicamente della tua patria l'innocenza e la virtù. L'innocenza minacciata da tiranni che vogliono corrompere i nostri puri sentimenti,

gettarci nell'abisso seduttore, dove assorte nei piaceri, scordando mille doveri,

respireremmo dei vizi l'aroma devastante e distruttore. Donna,

tu che spesso versi le amare melodie della tua anima,

tu che senti, che soffri, che piangi nell'amara emarginazione non avverti i tormenti?

Non senti tu i mille lamenti,

dei tuoi figli, del tuo cuor, della tua patria che vuole liberazione? Non vacillare!

Sono i tuoi figli che piangono, è la tua patria che soffre senza cessare. Quella che chiama sempre i suoi figli,

i figli della sua terra e del suo mare. I suoi figli valorosi,

i suoi figli fervorosi

che dimenticano che nella loro terra c'è grandezza, che nelle loro anime c'è purezza senza eguali.

Marcia, donna boricua, nella prima fila che difende la tua virtù, spezza il laccio misero che ti tiene incatenata alla tua prigione e risorgi coraggiosa,

dai la linfa vigorosa

alla causa libertaria che ti offre dignità e redenzione.

Anunciación

107

Se me ha prendido enero en la garganta

como mecha de anunciación.

La caña, en todo su apogeo verdinegro semeja un motín conspirado

en el fondo del alma de la tierra. El tren avanza

con su mueca de humo abastecido rompiendo la distancia del cañaveral. Norte – caña Sur – caña. Este – caña. Oeste – caña.

Los cuatro puntos cardinales del invasor

tajeando la distancia con nostalgia de víctimas. Callada está la tierra

esperando el azote

derrumbador de nudos apretados. Enero en marcha de machetes, de manos y de pies callosos

que hacen número en el montón de caña que va a parar a la central

como alimento del traidor. ¡Alerta, mercenarios! El momento presagia

fiesta de bienvenida en el país cañaveral. El paisaje se alfombra de trompetas y el ambiente se surte de valor. ¡Otro enero se acerca!

Ya se mueve en clarín de anunciación. Enero en marcha de almas,

de brazos y machetes. Enero en brasas

de rojas asonadas libertarias. Enero en carne de hombres libres, de obreros del honor,

ensangrentando el horizonte

con la nueva llamarada de redención universal.

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107

Annunciazione

Mi si è impigliato gennaio nella gola

come miccia d'annunciazione.

La canna, in tutto il suo apogeo verdecupo somiglia a una rivolta tramata

nel fondo dell'anima della terra. Il treno avanza

con la sua smorfia di fumo rifornito rompendo la distanza del canneto. Nord – canna. Sud – canna. Est – canna. Ovest – canna.

I quattro punti cardinali dell'invasore

che tagliano la distanza con nostalgia di vittime. Muta è la terra

attendendo la sferzata

che spezzi le strette annodature. Gennaio in marcia di machete, di mani e piedi callosi

che fanno numero nel mucchio di canne che vanno a finire alla centrale

come nutrimento del traditore. Attenti mercenari!

L'occasione prevede

una festa di benvenuto nel paese della canna. Il paesaggio si ammanta di trombe

e l'ambiente si riempie di coraggio. Un altro gennaio si avvicina!

Già avanza in clarinetti d'annunciazione. Gennaio in marcia di anime,

di braccia e di machete. Gennaio in braci

di rosse sommosse libertarie. Gennaio in carne d'uomini liberi, di operai dell'onore,

insanguinando l'orizzonte

con la nuova fiammata di redenzione universale.

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