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CAP VI – Le forme della violenza nella sinistra extraparlamentare

1. Controinformazione e violenza politica nell’estrema sinistra

Tra il 1970 ed il 1972 l’antifascismo militante generò un sostanziale cambiamento nell’utilizzo della violenza da parte della sinistra extraparlamentare: si passò rapidamente da azioni di carattere difensivo ad azioni offensive, fino alla pianificazione e all’organizzazione di operazioni mirate a colpire e ad atterrire gli avversari. Questo passaggio fu segnato da due momenti: l’intensificarsi degli scontri con l’estrema destra e l’inizio delle inchieste di controinformazione sugli attentati del 12 dicembre 1969. Dopo la strage di piazza Fontana e la morte dell’anarchico Pinelli i gruppi della sinistra extraparlamentare diedero vita ad un insieme di inchieste sulla responsabilità degli attentati. I primi lavori di controinformazione nacquero durante la contestazione studentesca per denunciare gli arresti e la repressione degli studenti e degli operai in lotta. Un importante antecedente di questi lavori fu l’inchiesta sulla morte dello studente Paolo Rossi per denunciare la responsabilità dell’estrema destra nel suo omicidio796. Nel giugno del 1970, come abbiamo visto, venne pubblicato La Strage di Stato un’indagine sugli attentati del 12 dicembre frutto del lavoro di una rete di militanti della sinistra extraparlamentare. Un vero caso editoriale che arrivò a vendere migliaia di copie per tutto il corso degli anni Settanta. Nello stesso periodo Lotta continua iniziò ad occuparsi della morte di Pinelli, mentre il Partito comunista d’Italia marxista-leninista lavorò sulla struttura eversiva di Ordine Nuovo797.

Nel 1971 nacque il Comitato “Strage di Stato” nel quale confluirono i collettivi di controinformazione di Lotta continua, Potere operaio, il Gruppo Gramsci, il Manifesto e il Collettivo “Lenin” di Torino798. I comitati di controinformazione, inoltre, lavorarono a stretto contatto con i partiti di sinistra e con la stampa indipendente799. Il 23 dicembre 1969 nacque il “Comitato per la libertà di stampa e per la lotta contro la repressione” che

796 Sulla nascita della controinformazione cfr. G. De Paolo, A. Giannuli, La strage di Stato. Vent’anni

dopo, Edizioni Associate, Roma 1989 e il recentissimo A. Giannuli, Bombe ad inchiostro, Rizzoli, Milano 2008.

797 F. Dubla, Secchia, Il Pci e il ’68, Datanews, Roma 1998, p. 17.

798 A. Giannuli, a cura di, Il Sessantotto. La stagione dei movimenti, 1960-1979, a cura della redazione di

«Materiali per una nuova sinistra», Edizioni Associate, Roma 1988, p. 166.

riuniva i giornalisti di diverse testate e che si avvalse della collaborazione della rete dei collettivi politici del “Soccorso Rosso”800.

Negli anni Settanta la controinformazione della sinistra extraparlamentare non si occupò, tuttavia, esclusivamente di stragi. Molti lavori di inchiesta, infatti, riguardarono la violenza dell’estrema destra. Questo tipo di pubblicazioni aumentò in maniera esponenziale alla percezione che si diffuse a sinistra del pericolo rappresentato dal neofascismo (in particolar modo in seguito alle rivelazioni del tentato golpe Borghese nel marzo 1971).

Le inchieste si avvalsero di un’estesa rete informativa e poterono giovarsi della grande quantità di notizie raccolte dai partiti di sinistra, dai sindacati, dalle associazioni partigiane e dalle stesse istituzioni. Tra il 1970 e il 1972, infatti, furono promosse una serie di pubblicazioni di denuncia delle violenze neofasciste, spesso presentate in lunghissime cronologie, con allegati documenti, dossier e notizie sull’organizzazione e la struttura dei singoli gruppi neofascisti (un lavoro che fu ripetuto con eguale forza, sul finire degli anni Settanta, nei confronti dell’Autonomia operaia e del terrorismo rosso). Nel 1972 il settimanale «Rinascita», ad esempio, lanciò l’iniziativa di un’inchiesta di massa per la denuncia dell’eversione nera chiedendo la collaborazione di tutte le forze antifasciste801.

In tutti i quotidiani, inoltre, in conformità al Codice Penale allora in suo che non prevedeva alcun tipo di riservatezza per le notizie riguardanti la privacy dei cittadini, era possibile reperire, senza alcuna difficoltà, notizie sulla vita e le abitudini dei neofascisti.

799 L’introduzione al libro La strage di Stato, come è noto, fu firmata da Lelio Basso, Aldo Natoli,

Alessandro Natta e Ferruccio Parri.

800 P. Murialdi, La stampa italiana del dopoguerra, 1943-1972, Laterza, Bari 1974, pp. 542-543.

801 Ai cittadini venne chiesto di documentare le violenze ascrivibili all’estrema destra, indicare i nomi e i

cognomi dei responsabili delle violenze, accertare l’esistenza di gruppi terroristici, l’eventuale collusione con le forze dell’ordine o le istituzioni, i finanziamenti, la copia del materiale di propaganda fascista, nonché la documentazione fotografica sui gruppi neri. Cfr. Iniziativa di Rinascita – Facciamo insieme una inchiesta sulla violenza fascista, «l’Unità», 16gennaio 1972. L’inchiesta fu pubblicata a puntate su «Rinascita» (nn. 5, 6, 7, 9, 11, 12, 16, con uno scritto finale di Enzo Santarelli). Le notizie furono poi raccolte e pubblicate nel libro Rapporto sulla violenza fascista, Napoleone Editore con una prefazione di Giancarlo Pajetta. Nello stesso periodo la federazione autonoma del Pci di Trieste pubblicò il Calendario nero, 1969-1972, Giorno per giorno bombe, attentati, processi, teppismo, violenza fascista a Trieste, in APC, Sezioni di Lavoro, Regioni e Province, Mf. 052, p. 375.

Per questo motivo i lavori curati dalla sinistra extraparlamentare erano del tutto simili a quelli pubblicati dai partiti di sinistra, essendo presenti, in entrambi i casi, le immagini, i nominativi, la descrizione dei tratti somatici, gli indirizzi delle abitazioni e i luoghi di ritrovo dei militanti di destra.

Cambiava, invece, la finalità delle notizie raccolte. Nei giornali dei gruppi extraparlamentari cominciarono a comparire con sempre più frequenza delle lunghe cronologie che elencavano le violenze di destra: queste apparivano in successione, dando l’impressione non solo di un’escalation ma anche della contemporaneità degli attacchi. Le notizie erano raccolte in dossier, pubblicati a mezzo stampa, spesso nella forma di libretti o di volantini, che denunciavano il ripetersi delle azioni squadriste. I manifesti e i tazebao sui muri delle scuole o delle università adempivano alla stessa funzione: amplificavano la sensazione della sinistra extraparlamentare di essere sotto assedio. In questo modo la cronaca diveniva un bollettino di guerra che raccontava l’avanzata del nemico, descrivendone le direttrici e la finalità strategica.

La sensazione di essere sotto assedio da parte dei neofascisti si accompagnò alla certezza che le organizzazioni di estrema destra, responsabili degli atti squadristici, fossero le stesse che pianificavano e realizzavano gli attentati terroristici nel quadro della strategia della tensione802. Queste indagini contribuirono a consolidare l’immagine di uno squadrismo organizzato che lavorava di concerto col terrorismo neofascista nel tentativo di destabilizzare il Paese803. L’avanzata elettorale del Movimento Sociale fu quindi avvertita come la prova della realizzazione di un piano eversivo tentacolare e ramificato nella società.

Questa lettura della realtà ebbe una forte ripercussione sulla diffusione della violenza: qualsiasi attivista o simpatizzante di destra diveniva potenzialmente il referente della “trama nera”, un’espressione con la quale i collettivi di controinformazione erano soliti indicare la rete di poteri e di complicità che stava dietro agli attentati.

Le inchieste non erano lasciate alla libera iniziativa dei militanti ma venivano meticolosamente preparate grazie alla diffusione di “manuali” scritti per insegnare e diffondere il più possibile i principi della controinformazione. In questi volumetti si 802Su questo tema vedi le ricerche di G. Binetti, G. Calvi, M. Martini, L'estremismo politico, ricerche

psicologiche sul terrorismo e sugli atteggiamenti radicali, Franco Angeli, Milano 1982.

803 Si veda, a questo proposito, la sezione Lo squadrismo e il terrorismo fascista in Lotta continua, Sulla

Situazione politica, Elementi di analisi della classi, documento n. 3 di discussione per il convegno nazionale di Bologna, 24-25 luglio 1971.

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