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Il concetto di capitale sociale è stato introdotto da Bourdieu (1980) e fa riferimento alle risorse derivanti dalle relazioni con le altre persone. Si riferisce quindi alla capacità dell’individuo o della famiglia di ottenere dei benefici dalle relazioni con i componenti delle strutture sociali di appartenenza (Bagnasco, Piselli, Pizzorno & Triglia, 2001; Baron, Field & Schuller, 2000; Portes, 1988). Di Nicola (2006) attribuisce al capitale sociale due significati diversi: il primo è inteso come metafora di appartenenza ad una comunità culturale ed il secondo come metafora del vantaggio. Nell’ambito della sociologia, il capitale sociale è inoltre assimilato a quello di rete sociale (White, 2001). Le diverse definizioni del costrutto hanno creato problemi per il suo studio (Donati, 2006), per questo, dal 1970, si sono sviluppati due grandi filoni di ricerca: secondo l’approccio individualistico o secondo quello olistico. Nel primo caso, il capitale sociale è

32 osservato dal punto di vista del singolo individuo, con l’obiettivo di spiegare i suoi comportamenti nella vita sociale. Nel secondo caso invece è considerato come un bene pubblico e quindi osservato dal punto di vista di un’entità collettiva (ad esempio una comunità locale, una collettività politica, religiosa o culturale) alla quale viene attribuito il comportamento del singolo nella sua vita sociale. Anche se questi due approcci vengono teorizzati in modo separato (micro e macro) di fatto vengono usati insieme. Per molti autori, la natura del capitale sociale è quella di una risorsa attivata da individui (livello micro) che giocano in un contesto strutturale vincolato (livello macro) (Donati, 2007).

Il capitale sociale può essere misurato rispetto alla famiglia o alla comunità di riferimento (Vieno & Santiello, 2006). Gli indicatori a livello familiare riguardano la struttura della famiglia e la qualità delle relazioni tra i suoi membri e quindi le risorse ad esse associate. Per la struttura è indagato il numero di genitori (biologici e non), fratelli, sorelle e nonni che abitano nella stessa casa (Enwistle et al., 1994). Per le relazioni sono stati indagati il rapporto genitori-figli, gli stimoli presenti nell’abitazione e il supporto sociale ed emotivo ricevuto (Gottfried, Gottfried, Bathurst, Guerin & Parramore, 2003). Coleman (1988) afferma infatti che il capitale sociale “nella” famiglia assume un importante funzione nella creazione del capitale umano della progenie.

Gli indicatori a livello di comunità comprendono le caratteristiche del vicinato: come la densità della popolazione e il livello medio di istruzione (Gellis et al., 2005), reddito e tipo di occupazione (Hudson, 2005), tasso di disoccupazione, numero di crimini commesso in un anno e percentuale di bambini nati da madri single (Gump et al., 1999).

33 L’eterogeneità del concetto di capitale sociale ha dato origine a diverse metodologie di rilevazione empirica in base agli indicatori selezionati (a livello familiare e a livello di comunità).

Per rilevare il capitale sociale di bambini a livello familiare possono essere utilizzati due strumenti standardizzati: la Home Observation for Measurement of the Environment Scales (HOME; Caldwell & Bradley, 1984) e la Family Environment Scale (FES; Moos & Moos, 1989; adattamento italiano di Cusinato & Cristante, 1993). La prima indaga la stimolazione cognitiva all’interno della casa, la ricchezza di esperienza, il coinvolgimento prenatale, il supporto sociale/emotivo e le caratteristiche del contesto fisico (Gottfried et al., 2003). La seconda analizza invece 10 dimensioni riguardanti la qualità delle relazioni familiari, l’organizzazione familiare e le attività svolte.

A livello di comunità, gli indicatori da rilevare possono essere la percezione della qualità del vicinato e del supporto sociale ricevuto. Nel primo caso alcuni esempi di scale sono la Neighborhood Cohesion Instrument (NCI; Buckner, 1998) e la scala dei Rapporti di Vicinato (Prezza & Pacilli, 2002); nel secondo caso la Multidimensional Scale of Perceived Social Support (MSPSS; Zimet, Dahlem, Zimet & Farley, 1988).

Alcuni ricercatori hanno proposto e analizzato vari strumenti per valutare il capitale sociale. L’Arabic Social Capital Scale di Looman e Farrag (2009), adattamento della versione inglese della stessa, indaga la percezione di supporto che il rispondente può ricevere dalla propria famiglia e dalla comunità di appartenenza.

34 Un ulteriore strumento per la valutazione del costrutto è la Personal Social Capital Scale (Chen, Stanton, Gong, Fang & Li, 2009) costituita da 10 item a loro volta suddivisi in 42 sub-item, misurati su una scala Likert a 5 punti. Questi item analizzano due diverse dimensioni del capitale sociale: il bonding capital e il bridging capital. La prima è riferita alle relazioni che si formano tra persone in modo informale (tra amici, conoscenti, vicini di casa), mentre la seconda riguarda le relazioni formali che si instaurano tra persone di diverso tipo, attraverso i gruppi e le organizzazioni di varia tipologia (culturali, sociali, economici e politici).

L’attendibilità è risultata adeguata calcolando la correlazione item totale e l’Alfa di Cronbach. La validità di costrutto è stata valutata con vari metodi tra cui quello dei gruppi contrapposti. In accordo con la letteratura, i punteggi ottenuti dagli uomini, dalle persone più istruite e dagli abitanti dei centri rurali sono più elevati rispetto a quelli delle donne, delle persone meno istruite e degli abitanti dei centri urbani. Infine la validità predittiva è stata confermata attraverso la relazione tra il punteggio ottenuto nella scala e le misure di accumulazione del capitale sociale, come le abilità sociali, il supporto sociale ricevuto, il contatto e la collaborazione con le altre persone.

2.4.1 Scala Capitale Sociale Personale

In questa ricerca è stato utilizzato l’adattamento italiano della Personal Social Capital Scale (Chen et al., 2009; adattamento di Balboni, Coscarelli, Magnani e Cubelli, 2011).

35 Come la versione proposta da Chen et al. (2009) è costituita da 10 item suddivisi in 54 sub-item a cui si risponde su scala Likert a 5 punti, che indagano le relazioni sociali informali (nucleo familiare, parenti, amici, vicini di casa e conoscenti) e quelle formali (adesione ad associazioni di diversa tipologia: economiche, sociali/politiche, religiose, culturali e ricreative).

L’adattamento italiano della scala è stato sottoposto a molteplici field test, in modo da rendere le istruzioni di compilazione, la formulazione delle domande e l’applicabilità della scala di risposta a ciascuna domanda, più chiare possibili. Inoltre, i field test effettuati hanno permesso di predisporre anche una versione per gli adolescenti che è uguale a quella per gli adulti, tranne per i tipi di gruppi e associazioni proposti (ad esempio sono state inserite le associazioni rivolte alla salvaguardia dell’ambiente, giovanili, studentesche e compagnie di recitazione, danza, arte e musicali).

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