3. Il lavoro svolto
3.1 Caratteristiche dell’occupazione: alcuni indicatori di qualità
L’inserimento occupazionale tout court non rappresenta l’unico obiettivo dei giovani che si affacciano al
mercato del lavoro, i quali, specie dopo aver concluso un lungo percorso di studi, presentano aspettative anche
rispetto alla qualità del lavoro. L’analisi degli indicatori relativi al tipo di occupazione (continuativa versus
stagionale/occasionale), al tipo di contratto e all’orario di lavoro consente di trarre alcune inferenze proprio
riguardo alla qualità delle occupazioni. Questi indicatori risultano piuttosto correlati con i tassi di occupazione e
di disoccupazione: la loro variabilità rispetto alle tre principali dimensioni di analisi (indirizzo di studi concluso,
ripartizione geografica e sesso) ripercorre infatti molti degli andamenti già riscontrati in relazione alla capacità
dei diplomati di trovare lavoro (vedi Capitolo1). È questo un segno di come la qualità risieda soprattutto
laddove, date le maggiori opportunità di lavoro, si diano anche maggiori possibilità di selezionare le offerte in
base ad alcune caratteristiche salienti.
I diplomati che svolgono attività lavorative avviate dopo la conclusione degli studi, lavorano
continuativamente - del tutto in linea con i laureati
12- nella quasi totalità dei casi (97 per cento), mentre gli
occupati in modo occasionale o stagionale sono solo 3 su cento (Prospetto 3.1). Il numero di occupati in attività
continuative, peraltro, è cresciuto nel corso dell’ultimo triennio: nel 1999 gli occupati in lavori saltuari o
stagionali erano 10 su 100.
13L’occasionalità/stagionalità della prestazione professionale si conferma in quanto caratteristica che riguarda
il lavoro autonomo più che quello dipendente: la quota di lavoratori non continuativi, pari al 9 per cento nel
primo caso, scende al 2 per cento tra gli occupati alle dipendenze. La scelta di intraprendere un lavoro non
subordinato comporta dunque ancor oggi, nonostante la forte espansione dell’area delle consulenze e
collaborazioni, un più elevato rischio di incorrere in attività che non assicurano il carattere di continuità nel
tempo.
Lavorare solo occasionalmente o stagionalmente può rappresentare il risultato di una scelta, operata, ad
esempio, per conciliare il lavoro alla formazione post-diploma, un’attività che, a tre anni dalla conclusione del
corso di diploma, coinvolge ancora un certo numero di diplomati. Più spesso, però, considerate le aspettative
professionali legate all’investimento formativo effettuato, la non continuatività della prestazione lavorativa è
sintomo di difficoltà ad inserirsi a pieno titolo nel mercato del lavoro, come dimostrato dall’elevata correlazione
della dimensione in analisi con il tasso di disoccupazione.
L’assenza di continuatività lavorativa rappresenta difatti un problema soprattutto per i diplomati del gruppo
educazione fisica che, sia che optino per il lavoro autonomo, sia che scelgano quello alle dipendenze, risultano
lavorare solo occasionalmente o stagionalmente molto più frequentemente della media (rispettivamente, nel 22
per cento e 8 per cento dei casi). L’incidenza di diplomati alle prese con attività lavorative che non rivestono
carattere di continuatività raggiunge inoltre punte molto elevate tra i lavoratori che provengono dal settore
letterario, occasionali o stagionali in 10 casi su 100. I lavoratori non continuativi rappresentano invece una
decisa minoranza tra i diplomati dell’area scientifica (gruppi scientifico, ingegneria e chimico-farmaceutico e
geo-biologico) e dei settori architettura, e medicina.
14Inoltre, la quota di occasionali/stagionali - maggiore tra le
donne che non tra gli uomini - assume valori inferiori alla media nel Nord e nel Centro e superiori nel
Mezzogiorno, dove raggiunge il 7,6 per cento tra i lavoratori totali e ben il 16 per cento tra gli autonomi.
12 Istat. I laureati e il mercato del lavoro. ibid.
13 Istat. Inserimento professionale dei diplomati universitari. ibid.
14
32
Prospetto 3.1 - Diplomati del 1999 (a) che nel 2002 lavorano per tipo di lavoro, gruppo di corsi, sesso e ripartizione
geografica
Indipendenti e consulenti/collaboratori Dipendenti Totale
GRUPPI DI CORSI, SESSO E
RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE In modo
continuativo Occ./stag. Totale (v.a.=100,0) In modo continuativo Occ./stag. Totale (v.a.=100,0) In modo continuativo Occ./stag. Totale (v.a.=100,0) GRUPPI DI CORSI Gruppo scientifico 92,3 7,6 36 100,0 - 193 98,7 1,3 229
Gruppo chimico-farm. e geo-biologico 100,0 - 8 96,7 3,2 67 97,3 2,7 75
Gruppo medico 94,3 5,6 624 99,4 0,5 3.286 98,6 1,4 3.910 Gruppo ingegneria 96,9 3,0 285 98,9 1,0 1.617 98,6 1,4 1.902 Gruppo architettura 100,0 - 29 100,0 - 58 100,0 - 87 Gruppo agrario 93,0 6,9 48 95,7 4,2 156 94,6 4,9 204 Gruppo economico-statistico 93,6 6,3 179 97,8 2,1 1.012 97,1 2,8 1191 Gruppo politico-sociale 96,3 3,6 196 98,1 1,8 676 97,7 2,3 872 Gruppo giuridico 95,3 4,6 22 98,3 1,6 62 97,6 2,4 84 Gruppo letterario 83,2 16,7 37 93,2 6,7 62 89,9 10,1 99 Gruppo linguistico 81,7 18,2 27 97,8 2,1 121 95,3 5,4 148 Gruppo insegnamento 96,0 4,0 25 94,9 5,1 39 95,1 4,9 64
Gruppo educazione fisica 78,1 21,8 440 91,8 8,1 701 86,6 13,4 1141
Totale 90,8 9,1 1.955 98,1 1,8 8.052 96,8 3,2 10.007 SESSO Maschi 92,9 7,0 850 98,0 1,9 3.258 97,0 3,0 4.108 Femmine 89,2 10,7 1.106 98,2 1,7 4.794 96,6 3,4 5.900 Totale 90,8 9,1 1.955 98,1 1,8 8.052 96,8 3,2 10.007 RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE (b) Nord 92,4 7,6 841 99,1 0,9 4.566 98,0 2,0 5.407 Centro 93,8 6,1 629 98,3 1,6 2.055 97,2 2,7 2.684 Mezzogiorno 84,5 15,5 484 95,1 4,9 1.431 92,4 7,6 1.915 Totale (c ) 90,8 9,1 1.955 98,1 1,8 8.052 96,8 3,2 10.007
(a) Sono esclusi quanti hanno conseguito un altro titolo universitario prima del 1999 e quanti erano già occupati prima del conseguimento del diploma. (b) Le ripartizioni si riferiscono alla residenza dei diplomati al momento dell’indagine.
(c) Inclusi i non residenti in Italia.
Anche tra quanti svolgono un’attività continuativa, d’altra parte, sono molti i giovani che hanno un rapporto
di lavoro di durata limitata. Tra i diplomati universitari che hanno dichiarato di svolgere un lavoro continuativo
iniziato dopo il diploma e di trovarsi in una posizione lavorativa subordinata o parasubordinata
(consulenti/collaboratori), il 72 per cento ha un contratto a tempo indeterminato (Prospetto 3.2), mentre il 26,5
per cento è coinvolto nel lavoro a termine. La percentuale di occupati con contratto a tempo determinato –
consistentemente diminuita nel corso del tempo (nella precedente tornata d’indagine si trattava del 32,6 per
cento)
15- è inferiore a quella riscontrata tra i laureati (31,2)
16, ed ancor più a quella rilevata sui diplomati di
scuola secondaria superiore (47,5)
17. Il confronto con i laureati,
18in particolare, sembra mostrare come il
diploma universitario, per lungo tempo poco valorizzato dalla domanda di lavoro, sia andato progressivamente
rafforzandosi fino a trovare spazi di migliore inserimento nel mercato del lavoro.
Quando non a tempo indeterminato, i diplomati universitari vengono ingaggiati con contratti di
collaborazione coordinata e continuativa in oltre 9 casi su 100, di formazione e lavoro in 4 casi e con altri tipi di
contratti a termine (lavoro interinale, apprendistato eccetera) in 13 casi. La quota di diplomati universitari che
lavora senza contratto è ancora inferiore a quella, comunque ridotta, riscontrata sui laureati (1,4 per cento contro
3,3 per cento).
15 Istat. Inserimento professionale dei diplomati universitari: ibid.
16 Istat. I laureati e il mercato del lavoro. ibid.
17 Istat. Diplomati e mercato del lavoro. ibid.
18
Si osservi infatti in proposito che, a differenza di quanto osservato per i diplomati universitari, per il laureati l’occupazione a termine è andata crescendo nel tempo, cfr. Istat. Inserimento professionale dei laureati. Indagine 1998. Roma: Istat, 2000. (Informazioni, n. 28).
Prospetto 3.2- Diplomati del 1999 (a) che nel 2002 svolgono un lavoro continuativo secondo il tipo di contratto, per
gruppo di corsi, sesso e ripartizione geografica
Contratto a tempo determinato GRUPPI DI CORSI, SESSO E
RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Contratto a tempo indeterminato Di Formazione e lavoro Di collabo-razione coordinata e continuativa Altro tipo di contratto a termine Totale Lavora senza contratto Totale (v.a.=100,0) GRUPPI DI CORSI Gruppo scientifico 74,4 5,7 7,5 11,3 25,0 0,5 212
Gruppo chimico-farm. e geo-biologico 88,4 4,5 - 7,6 12,1 - 66
Gruppo medico 81,8 0,9 5,0 11,5 17,4 0,6 3.490 Gruppo ingegneria 77,6 7,7 6,6 7,1 21,4 0,9 1.752 Gruppo architettura 66,0 4,1 23,0 6,8 33,8 - 74 Gruppo agrario 62,0 9,2 9,8 17,8 36,2 1,5 174 Gruppo economico-statistico 67,4 8,2 7,9 15,3 31,4 1,1 1.079 Gruppo politico-sociale 60,1 2,1 19,2 17,9 39,1 0,7 809 Gruppo giuridico 68,1 10,0 11,4 10,0 30,0 1,6 70 Gruppo letterario 52,6 1,4 24,3 20,3 45,9 1,8 74 Gruppo linguistico 64,7 5,9 8,8 18,4 33,1 2,1 136 Gruppo insegnamento 39,4 5,3 42,1 14,0 59,6 - 57
Gruppo educazione fisica 41,8 2,3 22,2 26,4 50,9 7,2 815
Totale 72,0 3,9 9,4 13,2 26,5 1,4 8.808 SESSO Maschi 72,0 6,4 8,3 11,6 26,3 1,7 3.533 Femmine 72,0 2,3 10,1 14,4 26,7 1,3 5.275 Totale 72,0 3,9 9,4 13,2 26,5 1,4 8.808 RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE (b) Nord 77,2 4,1 6,9 11,4 22,4 0,5 4.902 Centro 68,9 3,3 11,8 14,2 29,4 1,7 2.346 Mezzogiorno 60,5 4,2 13,5 17,7 35,4 4,1 1.560 Totale (c) 72,0 3,9 9,4 13,2 26,5 1,4 8.808
(a) Sono esclusi quanti hanno conseguito un altro titolo universitario prima del 1999, quanti erano già occupati prima del conseguimento del diploma e quanti svolgono un lavoro indipendente.
(b) Le ripartizioni si riferiscono alla residenza dei diplomati al momento dell’indagine. (c) Inclusi i non residenti in Italia.
Nei gruppi insegnamento ed educazione fisica la diffusione di contratti a termine è tale da superare
l’incidenza di quelli a tempo indeterminato, interessando, nell’ordine, il 60 ed il 51 per cento del totale dei
lavoratori dipendenti (i diplomati del gruppo educazione fisica, peraltro, associano al problema del precariato
una preoccupante quota di lavoratori senza contratto, pari al 7 per cento). Modalità di lavoro non standard sono
piuttosto diffuse anche tra i diplomati universitari che hanno concluso corsi dell’area letteraria (46 per cento) e
politico-sociale (39 per cento). Per i diplomati dei gruppi educazione fisica e letterario le già evidenziate
problematiche occupazionali si riconfermano dunque anche per quel che riguarda la durata contrattuale.
All’opposto, risultano caratterizzati da inserimenti professionali più tutelati anche da un punto di vista
contrattuale i gruppi in generale più forti sul mercato del lavoro: i giovani in possesso di diplomi afferenti
all’area chimico-farmaceutica e geo-biologica e medicina (ma anche ingegneria e scientifica) si inseriscono nel
lavoro dipendente o di consulenza/collaborazione più facilmente attraverso incarichi di durata illimitata.
Il Nord offre al diploma universitario opportunità di maggiore qualità anche in termini di inquadramento
contrattuale, con un’incidenza inferiore alla media sia di lavoratori a tempo determinato (22,4 per cento) sia di
persone che lavorano in totale assenza di garanzie contrattuali (solo 0,5 per cento). Il numero di occupati in
attività a tempo determinato cresce invece nel Centro ma soprattutto, come prevedibile, nel Mezzogiorno, dove
raggiunge il 35 per cento. In quest’ultima ripartizione, poi, anche la quota di lavoratori senza contratto è
nettamente superiore alla media (4,1 per cento). Non si rilevano invece scostamenti di genere significativi né per
quanto riguarda l’incidenza di lavoratori atipici, né rispetto alla diffusione di lavori senza contratto.
34
Forme di lavoro non standard sono anche quelle che interessano i lavoratori con orario part-time, che
ammontano al 12 per cento degli occupati in un lavoro continuativo avviato dopo il diploma, laddove gli
occupati con orario a tempo pieno rappresentano il restante 88 per cento (Prospetto 3.3). La quota di lavoratori a
tempo parziale, sebbene superiore a quella registrata per i laureati
19(10 per cento), è diminuita consistentemente
rispetto a quella rilevata solo tre anni fa
20(21 per cento). Le risposte fornite dai diplomati sulle motivazioni che
li hanno indotti all’impegno in un regime di orario ridotto confermano, comunque, i risultati già emersi per i
laureati: la riduzione dell’orario di lavoro si configura anche come il risultato di esigenze indipendenti dalla
volontà dei singoli, ammontando a poco meno della metà dei lavoratori part-time coloro che affermano di farlo
per mancanza di opportunità di lavoro a tempo pieno.
Prospetto 3.3 - Diplomati del 1999 (a) che nel 2002 svolgono un lavoro continuativo per tipo di orario, sesso, gruppo
di corsi e ripartizione geografica
Maschi e femmine Maschi Femmine
Part-time Part-time Part-time
GRUPPI DI CORSI, SESSO E RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE
A tempo
pieno Totale di cui: per mancanza di opportunità Totale (v.a.= 100,0) Tempo
pieno Totale di cui: per mancanza di opportunità Totale (v.a.= 100,0) Tempo
pieno Totale di cui: per
mancanza di opportunità Totale (v.a.= 100,0) GRUPPI DI CORSI Gruppo scientifico 95,5 4,4 1,3 226 97,3 2,6 - 181 88,1 11,8 6,6 45
Gruppo chimico-farm. e
geo-biologico 92,7 7,2 1,8 73 100,0 - - 43 82,4 17,5 4,3 30 Gruppo medico 90,3 9,6 4,0 3.855 91,2 8,7 2,9 792 90,0 9,9 4,3 3.063 Gruppo ingegneria 97,3 2,6 1,1 1.876 97,7 2,2 0,8 1.652 94,4 5,5 3,6 224 Gruppo architettura 95,0 4,9 - 87 97,9 2,0 - 48 91,4 8,5 - 39 Gruppo agrario 89,9 10,0 3,2 194 95,2 4,7 - 122 80,8 19,1 8,7 72 Gruppo economico-statistico 94,2 5,7 2,2 1.158 96,3 3,6 1,4 493 92,7 7,2 2,8 664 Gruppo politico-sociale 76,3 23,6 13,7 852 83,7 16,2 8,6 84 75,5 24,4 14,2 768 Gruppo giuridico 94,5 5,4 - 82 100,0 - - 32 91,0 8,9 - 50 Gruppo letterario 80,3 19,6 6,1 89 82,9 17,0 - 20 79,5 20,4 7,9 69 Gruppo linguistico 84,5 15,4 6,7 141 100,0 - - 16 82,6 17,3 7,5 125 Gruppo insegnamento 67,7 32,2 16,1 61 100,0 - - 7 63,4 36,5 18,3 54
Gruppo educazione fisica 59,3 40,6 22,1 988 68,1 31,8 19,5 494 50,4 49,5 24,7 494
Totale 87,6 12,3 5,9 9.682 92,2 7,7 3,7 3.983 84,4 15,5 7,5 5.698 RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE (b) Nord 91,9 8,1 3,2 5.300 95,0 5,0 1,6 2.356 89,4 10,6 4,6 2.944 Centro 86,4 13,5 6,1 2.611 90,2 9,7 4,4 870 84,5 15,4 7,0 1.741 Mezzogiorno 76,7 23,3 13,8 1.770 85,8 14,2 9,5 758 70,0 30,0 17,0 1.012 Totale (c) 87,6 12,3 5,9 9.682 92,2 7,7 3,7 3.983 84,4 15,5 7,5 5.698
(a) Sono esclusi quanti hanno conseguito un altro titolo universitario prima del 1999, quanti erano già occupati prima del conseguimento del diploma (b) Le ripartizioni si riferiscono alla residenza dei diplomati al momento dell’indagine.
(c) Inclusi i non residenti in Italia.
Alla diffusione dell’occupazione in part-time contribuiscono soprattutto i diplomati dell’area educazione
fisica (con 4 diplomati su 10), insegnamento (32,2 per cento) e politico-sociale (24 per cento). In questi settori,
la quota di occupati che lavorano in orario ridotto per mancanza di altre opportunità finisce per eccedere quella
di persone che il part-time, al contrario, lo scelgono. Sul versante opposto, le incidenze più ridotte di lavoro a
tempo parziale sono relative ai gruppi ingegneria (2,6 per cento), scientifico (4,4 per cento), architettura (4,9 per
cento) ed economico-statistico (5,7 per cento).
Coerentemente con i generali andamenti del mercato del lavoro, la percentuale di donne che dichiarano di
svolgere un lavoro in orario ridotto è molto più alta rispetto a quella degli uomini (si tratta del doppio). Il
differenziale tra i due sessi resta costante anche se si guarda al solo part-time involontario. Inoltre, la
percentuale di lavoratori part-time registrata al Mezzogiorno è quasi il triplo di quella del Nord (23 per cento
contro 8 per cento). In proporzione, gli scostamenti aumentano ancora considerando esclusivamente le persone
19
Istat. I laureati e il mercato del lavoro. ibid.