3. Il lavoro svolto
3.3 Grado di utilizzo e valutazione della formazione universitaria
L’analisi comparativa del rendimento sul mercato del lavoro del diploma universitario e della laurea ha
finora mostrato come il conseguimento del titolo breve preservi maggiormente dal rischio di disoccupazione ed
aumenti le probabilità di trovare un lavoro continuativo, così come un’occupazione a tempo indeterminato e/o
regolarizzata da un contratto. Anche i tempi di ricerca sembrano premiare maggiormente il diploma rispetto alla
laurea, mentre gli scostamenti tra redditi medi percepiti, a svantaggio del diploma, sono solo lievi. La
dimensione rispetto alla quale il diploma universitario risulta invece più penalizzato in confronto alla laurea è
quella che rinvia alla coerenza del lavoro svolto rispetto al titolo di studio posseduto.
A tre anni dalla conclusione dell’università, i diplomati occupati in attività continuative che richiedono il
possesso del diploma sono circa 64 su 100 (Prospetto 3.8). Se è vero che il diploma, nell’arco dei suoi 10 anni
circa di vita, ha compiuto molti passi avanti nella direzione di un sempre maggiore riconoscimento sul mercato
occupazionale (solo tre anni fa i diplomati che svolgevano un lavoro per il quale il titolo posseduto non era
requisito necessario erano 42,3 per cento, oggi sono 36,4 per cento
24), è pur vero che l’incidenza di lavori
coerenti con il livello di istruzione raggiunto è ancora inferiore al 67,5 per cento registrato tra i laureati.
Prospetto 3.8 - Diplomati del 1999 (a) che nel 2002 svolgono un lavoro continuativo, per necessità e valutazione del
diploma rispetto al lavoro svolto, gruppo di corsi, sesso e ripartizione geografica
Diploma necessario per il lavoro Valutazione diploma rispetto al lavoro
GRUPPI DI CORSI, SESSO E RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE
Sì No Totale (v.a.=100,0)
Eccessiva Necessaria Insufficiente
Gruppo scientifico 36,7 63,2 226 6,9 86,3 6,6
Gruppo chimico- farmaceutico. e
geo-biologico 65,1 34,8 73 14,6 72,9 12,3 Gruppo medico 87,3 12,6 3.855 6,3 83,0 10,6 Gruppo ingegneria 47,0 52,9 1.876 12,2 83,4 4,2 Gruppo architettura 36,1 63,8 87 8,6 88,2 3,1 Gruppo agrario 44,7 55,2 194 20,5 72,0 7,4 Gruppo economico-statistico 31,4 68,5 1.158 19,5 75,7 4,6 Gruppo politico-sociale 81,8 18,1 852 6,2 75,8 17,9 Gruppo giuridico 26,1 73,8 82 20,6 75,6 3,7 Gruppo letterario 33,3 66,6 89 18,8 71,0 10,1 Gruppo linguistico 17,8 82,1 141 33,7 60,5 5,6 Gruppo insegnamento 70,0 29,9 61 6,1 84,7 9,1
Gruppo educazione fisica 47,7 52,2 988 15,9 74,0 9,9
Totale 63,5 36,4 9.682 11,0 80,0 8,9 SESSO Maschi 52,5 47,4 3.983 11,9 81,1 6,9 Femmine 71,2 28,7 5.698 10,4 79,2 10,3 Totale 63,5 36,4 9.682 11,0 80,0 8,9 RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE (b) Nord 61,6 38,4 5.300 11,2 80,6 8,2 Centro 69,1 30,8 2.611 9,3 80,5 10,1 Mezzogiorno 61,1 38,9 1.770 13,0 77,8 9,3 Totale (c) 63,5 36,4 9.682 11,0 80,0 8,9
(a) Sono esclusi quanti hanno conseguito un altro titolo universitario prima del 1999 e quanti erano già occupati prima del conseguimento del diploma. (b) Le ripartizioni si riferiscono alla residenza dei diplomati al momento dell’indagine.
(c) Inclusi i non residenti in Italia.
24 Il mercato delle professioni dei laureati dimostra invece, in questo senso, un minor dinamismo, essendo la quota di laureati occupati in professioni non
adeguate al livello formativo raggiunto sostanzialmente stabile nel tempo, cfr. Istat. I laureati e il mercato del lavoro. ibid. e Istat. Inserimento
Le positive performance registrate dal diploma si devono, peraltro, soprattutto ai titoli del settore medico:
con soli 13 casi su 100 di ingaggi in attività per le quali non era richiesto il titolo posseduto, i diplomati in
discipline mediche - che, lo si ricorda, rappresentano circa un terzo del numero complessivo di giovani che si
sono diplomati nel 2002 - contribuiscono ad innalzare la quota media di inquadrati in posizioni adeguate al
livello formativo conseguito. Sono, in particolare, i settori legati all’assistenza e alla cura delle persone a
richiedere espressamente personale con un profilo professionale costruito attraverso specifici corsi universitari
di breve durata. Buoni anche i risultati dei gruppi politico-sociale ed insegnamento. Tutt’altra la situazione,
invece, per i diplomati provenienti dai settori linguistico, giuridico, economico-statistico, letterario ed
architettura, per i quali il problema dell’overeducation raggiunge livelli più preoccupanti: qui l’incidenza di
persone che si inseriscono in occupazioni per le quali il diploma non è richiesto va da un minimo di 64 su 100
(architettura) ad un massimo di 82 (linguistico).
L’elevato rendimento del gruppo medico si ripercuote sugli andamenti sia di genere sia territoriali. È anche
grazie alla notevole incidenza di diplomate nell’area degli studi medici, infatti, che le donne – confermando in
realtà andamenti già emersi in passato - trovano più frequentemente degli uomini occupazioni di livello
adeguato rispetto al percorso formativo concluso: si tratta del 71 per cento contro il 53. Da un punto di vista
territoriale, è il Centro Italia (in cui i diplomati dell’area medica sono più del 50 per cento) la ripartizione in cui
il diploma garantisce un inserimento professionale di migliore qualità. I diplomati che accedono a mansioni che
richiedono il titolo universitario breve sono infatti 69 su 100, nel Centro, contro i 62 del Nord (con un minimo
di 58 su 100 nel Nord-est) ed i 61 del Mezzogiorno.
La non completa rispondenza tra formazione ricevuta e richieste della domanda di lavoro viene sottolineata
anche dal punto di vista soggettivo: 11 giovani su 100 valutano il titolo di studio posseduto eccessivo rispetto al
lavoro svolto. Confrontando la situazione dei diplomati con quella dei laureati, emerge come questi ultimi
tendano ad affermare di svolgere lavori per i quali il titolo posseduto è eccessivo in percentuale superiore ai
diplomati (17 per cento
25), benché, come si è visto, siano più spesso inseriti in professioni per le quali la laurea
era requisito d’accesso. Trattandosi di un indicatore soggettivo, il dato può essere facilmente interpretato in
quanto conferma di come il crescere delle aspettative determinato dall’allungamento della durata degli studi
26(soprattutto delle attese connesse alla possibilità di sfruttare il patrimonio maturato durante gli studi nell’ambito
lavorativo) incida direttamente sulle valutazioni individuali.
Nelle dichiarazioni dei diplomati si confermano le migliori condizioni di inserimento professionale dei
diplomati del gruppo medico, politico-sociale ed insegnamento (tutti gruppi che registrano una contenuta
percentuale di persone che definiscono il possesso del diploma come eccessivo rispetto alle mansioni svolte) e,
all’opposto, la minore qualità del lavoro svolto dai diplomati dei gruppi linguistico, giuridico ed
economico-statistico. Un andamento anomalo si osserva invece per i diplomati dei settori scientifico, ed architettura che -
con una quota superiore alla media sia di individui che dichiarano di occupare posizioni per le quali il diploma
non era richiesto sia di occupati che definiscono il possesso del titolo come effettivamente necessario per lo
svolgimento delle proprie mansioni – sembrano collocarsi in uno spazio di sottoinquadramento rispetto agli
effettivi compiti svolti.
25
42
Prospetto 3.9 - Diplomati del 1999 (a) che nel 2002 svolgono un lavoro continuativo e utilizzano per l’attuale lavoro
le lingue straniere e il computer secondo la frequenza di utilizzo
Uso delle lingue straniere per: FREQUENZA
Leggere Scrivere Parlare
Uso del personal computer
Tutti i giorni 21,6 9,9 8,9 62,6
Una o più volte a settimana 20,7 10,8 11,6 9,5
Qualche volta al mese 13,3 8,7 13,3 2,0
Mai o quasi mai 44,2 70,4 66,0 25,7
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0
(a) Sono esclusi quanti hanno conseguito un altro titolo universitario prima del 1999 e quanti erano già occupati prima del conseguimento della laurea.
Sempre guardando al patrimonio di conoscenze e capacità richieste a chi si affaccia al mercato del lavoro,
di particolare interesse sono gli aspetti legati all’utilizzo del computer e delle lingue straniere (Prospetto 3.9). I
dati sembrano indicare, in primis, come le richieste rivolte dalla domanda di lavoro ai diplomati universitari
siano nel complesso inferiori rispetto a quelle indirizzate ai laureati.
27Tra i diplomati che svolgono un lavoro
continuativo avviato dopo l’università, 63 su 100 utilizzano il Pc quotidianamente (mentre i laureati sono 85 su
100), e 72 almeno una volta a settimana (contro 91). Più contenuto appare anche l’utilizzo delle lingue straniere:
nel complesso, su 100 diplomati, ricorrono alle lingue nello svolgimento del proprio lavoro almeno una volta a
settimana: 42 su 100 per leggere (versus 52 per i laureati), e 20 per scrivere o parlare (contro 35). Se si guarda
ad un uso quotidiano delle lingue straniere, la quota di diplomati a cui capita di leggere ammonta al 20 per
cento; la percentuale scende al di sotto del 10 per cento se si considerano sia quanti scrivono sia quanti parlano
quotidianamente in un’altra lingua.
Il computer viene utilizzato soprattutto per scrivere e per inserire dati (in oltre il 60 per cento dei casi),
consultare archivi o data-base (51 per cento), spedire posta elettronica e navigare su Internet (per entrambi 40
per cento circa) (Prospetto 3.10).
Prospetto 3.10 - Diplomati del 1999 (a) che nel 2002 svolgono un lavoro continuativo e utilizzano per l’attuale lavoro
il computer per l’uso che ne fanno (per 100 che lavorano)
MOTIVI PER CUI USANO IL COMPUTER
Scrivere 60,6
Disegnare 13,4
Navigare su Internet 40,1
Consultare archivi o data-base 51,1
Trattare il suono 2,4
Inserire dati 60,3
Spedire posta elettronica 40,8
Creare prodotti multimediali 7,8
Programmare 17,1
Fare calcoli 34,5
Altro 1,7
(a) Sono esclusi quanti hanno conseguito un altro titolo universitario prima del 1999 e quanti erano già occupati prima del conseguimento del diploma.
Nonostante il parziale scollamento tra richieste dei datori di lavoro e caratteristiche dei curricula accademici
si faccia evidente nelle risposte degli intervistati, l’utilizzo delle conoscenze acquisite non è l’aspetto del lavoro
che più preoccupa i diplomati, che dichiarano di esserne soddisfatti (molto o abbastanza) in 72 casi su 100
(Prospetto 3.11), una percentuale decisamente più elevata rispetto a quella osservata sui laureati.
28Se si esclude
questo particolare aspetto del lavoro, però, la soddisfazione dei diplomati – pur in netta crescita rispetto a quanto
27
Istat. I laureati e il mercato del lavoro. ibid.
riscontrato nella passata rilevazione - risulta inferiore in confronto a quella espressa dai laureati, e ciò
nonostante, come si è visto, il titolo più elevato non offra sempre migliori prospettive professionali.
Prospetto 3.11- Diplomati del 1999 (a) che nel 2002 svolgono un lavoro continuativo e sono molto o abbastanza
soddisfatti relativamente ad alcuni aspetti dell’attuale lavoro per gruppo di corsi
GRUPPI DI CORSI Trattamento
economico
Possibilità di carriera
Stabilità del posto di lavoro
Utilizzo delle conoscenze acquisite
Mansioni svolte Grado di
autonomia
Gruppo scientifico 81,9 75,2 83,6 76,1 87,2 90,3
Gruppo chimico- farmaceutico. e
geo-biologico 83,6 74,0 93,2 71,2 80,8 90,4 Gruppo medico 71,3 59,0 81,2 80,3 81,7 86,6 Gruppo ingegneria 78,0 74,4 84,1 68,4 85,4 91,2 Gruppo architettura 66,7 65,5 79,3 80,5 81,6 95,4 Gruppo agrario 78,9 67,5 79,9 68,0 79,4 86,1 Gruppo economico-statistico 77,4 70,8 78,8 58,9 84,9 88,7 Gruppo politico-sociale 67,0 57,4 67,3 77,1 85,9 88,1 Gruppo giuridico 82,9 75,6 85,4 64,6 86,6 79,3 Gruppo letterario 70,8 59,6 66,3 58,4 86,5 89,9 Gruppo linguistico 73,0 56,0 75,9 59,6 74,5 83,7 Gruppo insegnamento 52,5 41,0 37,7 86,9 85,2 86,9
Gruppo educazione fisica 68,0 55,5 61,2 61,4 82,8 88,3
Totale 73,1 63,6 77,9 72,2 83,4 88,1
(a) Sono esclusi quanti hanno conseguito un altro titolo universitario prima del 1999, quanti erano già occupati prima del conseguimento del diploma e quanti non hanno indicato il grado di soddisfazione.