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Mapping of an area potentially affected by debris flow on the conoid of the vaio del

1. CARATTERISTICHE GENERALI DELL’AREA

Il bacino del Vaio del Ri si colloca sul versante orientale della Valle dell’Adi- ge, in provincia di Verona, nel territorio comunale di Dolcè ed in minima par-

Figura 1. Il bacino idrografico del Vaio del Rì sopra l’abitato di Peri – Comune di Dolcè (VR). Estratto dalla Carta Tecnica Regionale con individuazione schematica delle formazioni geologiche presenti

te in quello di Sant’Anna d’Alfaedo. Il bacino ha una superficie di circa 2,346 km2 e si estende da una quota massima

di 1051 m ad una quota di 117 m. Il co- noide alluvionale si sviluppa nella parte terminale del bacino idrografico, dalla quota di 150 m s.l.m..

Dal punto di vista geologico l’area si trova all’interno del complesso del Monti Lessini. Il basamento di tale si- stema è costituito dalla formazione di Dolomia principale seguito dalla serie carbonatica del Giurassico e del Creta- ceo. Il substrato roccioso è sub affioran- te in corrispondenza di alcuni passaggi dell’alveo torrentizio. Salendo di quota lungo il bacino si osserva il graduale passaggio alle formazioni appartenenti al Gruppo dei Calcari Grigi. Si tratta di calcari compatti, sovente dolomitizzati, talvolta oolitici, disposti secondo una stratificazione di potenza variabile.

Le litologie affioranti presenti nel baci- no idrografico presentano una permeabi- lità secondaria variabile (da media ad ele- vata), indotta da fratturazione e carsismo.

I caratteri geomorfologici dei depositi presenti nell’area oggetto di studio sono ascrivibili principalmente a tre categorie:

• depositi fluvio-glaciali e alluvionali

antichi e recenti in corrispondenza delle aree golenali;

• depositi fluviali del fiume Adige,

nella pianura alluvionale recente;

• rilievi e altopiani prealpini della

piattaforma strutturale carbonatica mesozoica, corrispondenti alle aree di versante.

Verso monte i versanti, costituiti da falde detritiche e roccia sub affiorante, di- ventano ripidi, raggiungendo pendenze dell’ordine dei 35°. Segue poi una fascia caratterizzata da pareti verticali, al di so- pra delle quali la morfologia si addolcisce in un altipiano in corrispondenza di zone

prative adibite pascolo nel territorio co- munale di sant’Anna d’Alfaedo.

In corrispondenza del corso d’acqua si verificano dei fenomeni di erosione al piede delle falde detritiche, con con- seguente innesco di scoscendimenti di limitate dimensioni ed apporto di sedi- mento in alveo.

Si osserva la presenza di blocchi di dimensioni decimetriche (ma anche metriche) che talvolta raggiungono l’alveo principale dove, infatti, se ne ri- scontra presenza.

Il Vaio del Rì presenta stagional- mente variabilità di portata, garanten- do comunque sempre una presenza di acqua superficiale nell’alveo torrentizio.

Stante la presenza di rocce perme- abili per fessurazione non si può esclu- dere che la circolazione idrica si sviluppi non solo attraverso deflusso superficiale ma anche lungo percorsi ipogei.

Il torrente scorre in una incisione naturale priva di arginature e guadi fino all’apice del conoide dove è presente una condotta (tombotto) che permette al tor- rente di scorrere sotto il paese e riemerge- re a valle della strada statale n. 12 (Fig. 2).

Solo nel tratto torrentizio imme- diatamente a monte dell’abitato vi è la

presenza di alcune briglie di trattenuta che hanno ridotto localmente la natura- le pendenza dell’alveo.

La condotta ha uno sviluppo lineare di circa 169 m con una luce di 4,5 m2

all’imbocco e di 8,9 m2 all’uscita. La se-

zione minima, ad arco, di 2,3 m2 è posta

a 21 m dall’imbocco (Fig. 3a). La sezio- ne minima rettangolare (Fig. 3b) è di 3,3 m2 (a 110,5 m dall’imbocco).

2. ANALISI

MORFOMETRICA DEL CONOIDE

L’analisi geomorfologica è in grado di fornire utili indicazioni sui processi che hanno generato un conoide torrentizio.

La base per l’analisi morfologica del terreno mediante GIS, comprese le ela- borazioni riguardanti la rete idrografica, è stato il modello digitale delle elevazio- ni (DEM).

Per l’area in esame è, infatti, di- sponibile un DEM con maglia di 1x1 m fornito dalla Regione Veneto unito a quello di fondovalle del Ministero dell’Ambiente con medesima griglia.

Si è provveduto ad una corretta deli- mitazione del conoide utilizzando i dati disponibili (foto aeree e dati LIDAR) in modo da avere una giusta corrisponden- za con la base topografica.

L’Analisi morfometrica è un’analisi che permette di discriminare i conoidi generati da colata detritica da quelli generati da processi fluviali in base a due indici morfometrici tra i più comu- nemente utilizzati (indice di Melton e pendenza del conoide).

Per il presente lavoro si è utilizzato il metodo di Bertrand et al. (2013) basato sull’indice di Melton R e sulla pendenza del conoide S espressa in gradi [deg]. Se S > ∙ e 0.23 ∙ R–0.85 il conoide risulta

propenso alle colate detritiche.

Figura 2. Conoide su cui sorge l’abitato di Peri. Le frecce indicano l’inizio e la fine della condotta interrata sotto la frazione

Figura 3. Sezioni minime ad arco (a) e rettangolari della condotta(3b)

in sito, grazie al modello digitale del terreno in ambiente GIS si è ottenuto un volume di totale di circa 22·103 m3.

I dati ottenuti direttamente in sito sono stati confrontati con i risultati otte- nuti da formule empiriche e semi-empiriche (nello specifico, per tale confronto si sono applicate alcune formule riportate nell’articolo “An Estimate of the sediments

volume entrainable by debris flow along strobel and south pezorìes channels at Fiames (Dolomites, Italy)” in Degetto, Cricil et al. (2011) - Università di Padova - Dip.

Scienze del Territorio).

Tali formule utilizzano i parametri morfometrici e gli indici da essi derivati (es: superficie del bacino, pendenza del tratto torrentizio, indici litologici etc..). (1) V = 211 ∙ A ∙ i1,3 (D’Agostino, 1996)

(2) V = 667 ∙ e –0.005∙A A ∙ i (D’Agostino, 1996)

(2) V=13000 ∙ A–0.4 (Marchi e D’Agostino, 2004)

Dal raffronto si è riscontra corrispondenza - per ciò che riguarda l’ordine di grandezza - dei volumi di sedimento disponibile misurati in campo e quelli prove- nienti dalle formule empiriche sopra indicate: 1) 64 · 103 m3 - 2) 66 · 103 m3 - 3)

9,3 · 103 m3.