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Caratteristiche generali

Nel documento Vol. 11 – Numero 2 – Dicembre 2014 (pagine 75-78)

Le strategie di adattamento e le risposte all’ambiente fisico, relazionale, socioeconomico e culturale sono significativamente connesse alla nozione di “benessere psico-sociale”. La risposta del soggetto a eventi significativi può essere costruttiva quando il funzionamento globale dell’individuo non diminuisce (o eventualmente diminuisce solo temporaneamente) ma può anche migliorare. In alcuni casi, il soggetto può rispondere agli eventi della propria vita in modo disfunzionale e patologico.

La caratteristica principale dei DA come definito nel DSM-5 e nell’IDC-10 (Organizzazione Mondiale della Sanità 1992) è una reazione negativa a uno o più eventi o fattori stressanti chiaramente definibili, che si manifesta con sintomi sul piano cognitivo, emotivo e comportamentale, tali da compromettere il funzionamento precedente del soggetto. L’individuo sviluppa dei sintomi in un periodo che può variare da qualche giorno a 3 mesi dall’insorgenza di eventi negativi nella vita. Questi eventi possono essere eventi stressanti per la maggior parte della popolazione o soltanto interpretati tali dal soggetto; sono comunque episodi significativamente associati con una variazione delle strategie di adattamento ordinarie del soggetto e quindi con lo stato psicopatologico conseguente.

Questa reazione negativa del soggetto è qualitativamente diversa rispetto alla presenza di sintomi cognitivi, affettivi e comportamentali spiegati da un disturbo preesistente, anche se può esserci, in ogni modo, un disturbo mentale non correlato alla reazione negativa rispetto agli eventi stressanti. In questo caso, il disturbo preesistente può essere affiancato da un DA se quest’ultimo spiega la variazione di sintomi come conseguenza della reazione del soggetto all’evento stressante. Si deve valutare con attenzione se la reazione del soggetto è una risposta meglio spiegata da un diverso disturbo e l’evento stressante è da considerarsi come evento scatenante un certo disturbo (ad es. Disturbo depressivo maggiore) o, invece, si tratta di un DA vero e proprio, o ancora si tratta di entrambi.

Solitamente il DA è Acuto e si risolve in un tempo breve, circa 6 mesi, ma può eventualmente prolungarsi. Se il soggetto manifesta sintomi oltre ai 6 mesi dall’esordio stressante, questo può essere dovuto alla presenza di uno stress cronico e prolungato, fattore che deve però sempre essere identificato e deve correlarsi (quindi, spiegare) alle condizioni cliniche e alla risposta negativa del soggetto. In questo caso il DA è Persistente (cronico) ed è indeterminato.

La natura del fattore o evento stressante può essere “semplice”, quando si verifica un evento definito, oppure “multiplo” e complesso, quando si manifestano nella vita del soggetto diversi fattori, anche concatenati tra loro (e anche l’uno conseguente all’altro); gli eventi possono essere anche “ricorrenti”, quando si esprimono attraverso situazioni cicliche, oppure “continui”, quando sono persistenti.

L’evento, naturalmente, può riguardare sia il soggetto come singolo, quando per esempio attiene ai propri specifici problemi, oppure può interessare l’individuo come membro di un gruppo o una comunità, nel caso di un evento ambientale o situazionale comune (questo è il caso di soggetti immigrati, rifugiati, profughi, sfollati, vittime di disastri ambientali naturali, perseguitati). Alcuni fattori ed eventi stressanti si riscontrano in eventi di vita ordinari (gravidanza, matrimoni, frustrazioni in diversi ambiti, separazioni, cambiamenti di natura fisica e sociale ecc.) sebbene vissuti in modo disfunzionale e patologico.

Nella tabella 1 sono riportati i criteri diagnostici del DSM-5 per i Disturbi dell’adattamento. Tabella 1. Criteri diagnostici Disturbi dell’adattamento DSM-5

A. Lo sviluppo di sintomi emotivi o comportamentali in risposta a uno o più eventi stressanti identificabili che si manifesta entro 3 mesi dall’insorgenza dell’evento/i stressante/i. B. Questi sintomi o comportamenti sono clinicamente significativi, come evidenziato da

uno o da entrambi i seguenti criteri:

1. Marcata sofferenza che sia sproporzionata rispetto alla gravità o intensità dell’evento stressante, tenendo conto del contesto esterno e dei fattori culturali che possono influenzare la gravità e la manifestazione dei sintomi.

2. Compromissione significativa del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altri importanti aree.

C. Il disturbo correlato con lo stress non soddisfa i criteri per un altro disturbo mentale e non rappresenta solo un aggravamento di un disturbo mentale preesistente.

D. I sintomi non corrispondono a un lutto normale.

E. Una volta che l’evento stressante o le sue conseguenze sono superati, i sintomi non persistono per più di altri sei mesi.

Specificare quale: Con umore depresso Con ansia

Con ansia e umore depresso misti Con alterazione della condotta

Con alterazione mista dell’emotività e della condotta Non specificati

Specificare se:

Acuto: meno di 6 mesi

Persistente (cronico): 6 mesi o più

Tipologia

Il DA nel DSM-5 così come accadeva nel DSM-IV è caratterizzato da 6 sottotipi ed evidenzia un’ampia gamma di sintomi e condizioni cliniche.

Esso può essere:

1. Con umore depresso: il soggetto evidenzia sintomi depressivi come scoraggiamento, tendenza al pianto, ritiro, evitamento degli impegni significativi;

2. Con ansia: i sintomi caratteristici sono l’irrequietezza, la preoccupazione e le ruminazioni, il frequente trasalimento e la tendenza all’attivazione dei sintomi fisiologici;

3. Con ansia e umore depresso misti: l’individuo può evidenziare entrambe le condizioni precedenti;

4. Con alterazione della condotta: in tale sottotipo il soggetto evidenzia una modalità di comportamento violento, aggressiva, lesiva dei diritti degli altri, e possono aversi le seguenti condizioni, fughe, vandalismo, risse, guida spericolata, comportamento aggressivo verso le persone significative;

5. Con alterazione mista dell’emotività e della condotta: in questo tipo il soggetto evidenzia sia i sintomi ansiosi e depressivi, sia comportamenti devianti e disfunzionali (come il tipo precedente);

6. Non specificati: quando l’individuo evidenzia sintomi che non sono ricompresi nelle tipologie precedenti (per esempio, lamentele somatiche o ritiro) mantenendo però i criteri generali del disturbo.

Il tipo più comune è quello depressivo (5,9%), segue quello misto emozioni e condotta (2,8%), quindi ansia (2,5%) e infine altri tipi 1,0%.

Le manifestazioni del disturbo possono presentarsi in una varietà di situazioni di vita (lavorative, scolastiche, familiari, sociali) e possono contribuire al peggioramento di condizioni Tabella 1. Continua

sanitarie e medico-generali preesistenti.

Da diversi studi (Biondi 1999) si è notato che le caratteristiche di genere possono spiegare una parte della varianza del disturbo: alle donne adulte viene diagnosticato questo disturbo con il doppio della frequenza rispetto ai maschi. Nessun’altra caratteristica socio-demografica ed economica rilevante spiega con chiarezza il resto dell’incidenza studiata.

Nel documento Vol. 11 – Numero 2 – Dicembre 2014 (pagine 75-78)