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5. RISULTATI E DISCUSSIONE

5.3 Caratterizzazione nutrizionale

La tabella 10 riporta i valori medi della composizione chimica delle sanse provenienti dai due tipi di impianto.

Si sono osservate differenze significative per tutti i parametri chimici determinati sui campioni di sanse in relazione al metodo di estrazione.

La sansa proveniente dagli impianti di estrazione a due fasi ha presentato un valore di umidità (Tab.10, Grafico 1) significativamente più elevato (72,51%) rispetto a quello misurato nella sansa proveniente dall‟impianto a pressione (49,35%), con un conseguente valore in sostanza secca pari, rispettivamente, a 27,49% e 50,65% (Tab.10, Grafico 2). Questa differenza potrebbe essere attribuita all‟addizione di acqua alla pasta di olio nella fase di centrifugazione che separa le sanse e l'acqua di vegetazione dal mosto d'olio.

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“Produzione e Sicurezza degli Alimenti di Origine Animale” - XXIII Ciclo – Università degli Studi di Sassari L‟elevato contenuto in acqua, presente nella sansa proveniente dall‟impianto a due fasi ha determinato, a causa della diluizione e dispersione, contenuti proteici, (Tab.10, Grafici 3 e 4) fibrosi (Tab.10, Grafici 5 e 6) e minerali, (Tab.10, Grafici 7 e 8) più bassi.

Per quanto riguarda il contenuto lipidico (Tab.10, Grafici 9 e 10) questo è risultato invece significativamente più elevato a causa della minore resa quantitativa degli impianti a due fasi a freddo, rispetto agli impianti per pressione.

Osservando le misurazioni di pH (Tab.10, Grafico 11) delle due serie di campioni si osservano differenze significative. Il pH dei campioni provenienti dal sistema a pressione risulta più elevato, probabilmente a causa dell‟addizione di acido citrico alla sansa per la sua stabilizzazione.

I risultati hanno messo in evidenza che, i sistemi continui a due fasi producono sanse eccessivamente umide con uno scarso valore merceologico (72,51% vs 49,35%). Le sanse diventano pertanto un prodotto di scarto da smaltire senza alcuna possibilità di recupero economico.

Tuttavia alla luce dei valori dei parametri composizionali (PG, LG, frazioni fibrose) delle sanse ottenute con metodo a due fasi e alla luce del fatto che molti produttori usano essiccare parzialmente le sanse, i risultati ottenuti sembrano evidenziare un utilizzo della sansa in zootecnia.

La sansa di olive infatti, adeguatamente stabilizzata ed essiccata, può costituire un‟ottima integrazione nei piani di razionamento per tutti gli animali da reddito.

I parametri più interessanti dal punto di vista dell‟apporto nutrizionale sono apparsi quelli relativi al contenuto in lipidi grezzi, che svolgono principalmente funzione energetica, e quelli relativi alle diverse frazioni fibrose (NDF, ADF, ADL), importanti per l‟ottimizzazione dei processi digestivi, specie nei ruminanti.

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“Produzione e Sicurezza degli Alimenti di Origine Animale” - XXIII Ciclo – Università degli Studi di Sassari Inoltre considerata la qualità degli acidi grassi presenti, nella frazione lipidica, in particolare l‟acido oleico, diventa interessante utilizzare la sansa in zootecnia, in parziale o totale sostituzione di altre fonti specie se di importazione (semi di lino, di cotone, ecc.).

Nell‟impianto di estrazione a due fasi, anche i dati relativi alla componente fibrosa sono risultati qualitativamente migliori rispetto all‟altra tipologia di impianto; infatti, dallo studio effettuato, si è riscontrato che la fibra neutro detersa (NDF), parametro correlato negativamente all‟assunzione di sostanza secca da parte dell‟animale, è risultato di molto inferiore rispetto a quello determinato su sanse provenienti dall‟impianto per pressione (Grafici 12 e 13). Lo stesso risultato è stato osservato anche per l‟ADF (Grafici 14 e 15) e ADL (Grafici 16 e17); quanto detto è di particolare interesse considerato che la fibra acido detersa, (ADF) e la lignina acido detersa (ADL) sono dei parametri correlati negativamente alla digeribilità dell‟alimento (Dell‟Orto et al, 2005).

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6. CONCLUSIONI

Il presente studio evidenzia che l‟applicazione della curva di calibrazione NIRS costruita per la sansa di olive, ha mostrato una buona efficienza in termini di risposte analitiche per i parametri: Umidità, Proteine grezze, Lipidi grezzi, Fibra grezza, Ceneri, NDF, ADF, ADL. Per quanto riguarda l‟analisi del pH, essendo tale parametro strettamente correlato alla presenza di acqua contenuta nel campione, si può supporre che introducendo nella calibrazione altri valori relativi a questa determinazione anche il pH potrebbe essere determinato senza alcun tipo di problema. La stessa considerazione non può essere fatta per l‟acidità i cui risultati non sono stati soddisfacenti per motivi correlati al principio della determinazione analitica più che alla metodica NIRS.

La tecnica NIRS, pertanto può essere una valida, economica e veloce alternativa nella caratterizzazione chimica dei principali costituenti di questa particolare tipologia di sottoprodotto.

È stato possibile inoltre, caratterizzare le sanse provenienti da due diversi impianti di estrazione dell‟olio, rispettivamente di quello a due fasi, e di quello a pressione, mettendo in evidenza i vantaggi e gli svantaggi dell‟uno e dell‟altro in termini di qualità, del sottoprodotto sansa. È stato riscontrato infatti, che le sanse provenienti dal sistema di estrazione in continuo a due fasi, risultano essere, dopo adeguata stabilizzazione ed essiccazione, qualitativamente migliori rispetto a quelle ottenute attraverso il metodo per pressione.

In conclusione si ritiene che una particolare attenzione vada rivolta alla valorizzazione di questo sottoprodotto agroindustriale nel settore della mangimistica, quale integratore, nelle razioni per animali da reddito, per la presenza

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“Produzione e Sicurezza degli Alimenti di Origine Animale” - XXIII Ciclo – Università degli Studi di Sassari di importanti principi nutritivi, in modo particolare di lipidi e fibra grezza, soprattutto alla luce del continuo rincaro delle materie prime e dei sottoprodotti di origine vegetale. In tale direzione la sansa essiccata, se adeguatamente gestita, può essere considerata una potenziale risorsa per il comparto zootecnico e non essere catalogata solo ed unicamente quale prodotto di scarto dell‟industria olearia.

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