• Non ci sono risultati.

5.2: Carlo Naya

Nel documento La fotografia notturna (pagine 81-87)

Carlo Naya nacque a Tronzano Vercellese nel 1816 e morì a Venezia nel 188245: Venezia fu dal 1857 il luogo privilegiato per le sue fotografie e vi aprì

anche uno studio fotografico in Piazza San Marco nel 1868. Carlo Naya, dopo gli studi universitari in giurisprudenza, nel 1840 partì insieme al fratello per un viaggio che lo portò a visitare le principali città d’arte italiane ed europee. Visitò infine diversi paesi del Medio Oriente in un periodo nel quale era divenuto di moda visitare i paesi mediorientali e soprattutto fotografarli per ricordo, come souvenir da presentare in prova dell’aver visitato luoghi e civiltà così lontane e sconosciute. Nel 1857, stabilendosi a Venezia, lavorò come fotografo amatoriale, dimostrando però ben presto di essere al pari dei fotografi professionisti del tempo. Inizialmente Naya ebbe un forte appoggio dal grande fotografo Carlo Ponti (1821-1893) che gli consentì di vendere le sue prime opere nello studio fotografico di quest’ultimo.

44Chicco, Rosino 1990, 237

80

Quando nel 1868 Naya aprì il proprio studio fotografico in Piazza San Marco, realizzò un catalogo, nel quale scrisse che le sue fotografie erano <<realizzate

dagli originali e senza alcun ritocco>>(Manodori Sagredo 2008, 4). Naya, per tutelarsi da eventuali furti e contraffazioni delle sue fotografie (e del suo atelier) iniziò ben presto a modificare i negativi, cancellando piccole parti di essi (una foglia, un pezzo di monumento) come una firma.

Si occupò di fotografare principalmente opere d’arte, ad esempio affreschi, bassorilievi, monumenti e vedute architettoniche di Venezia, cercando di fotografare, ove possibile, da luoghi sopraelevati, per restituire così una città diversa da quella già molte volte rappresentata dagli artisti.

In questo periodo erano molto diffusi a Venezia degli album prodotti da atelier fotografici veneziani come quello di Carlo Ponti, Antonio Fortunato Perini o dello stesso Carlo Naya, che riproducevano i luoghi, le vedute e i monumenti più noti di Venezia; i turisti acquistavano questi album come souvenir poiché essi apprezzavano molto Venezia nella sua veste speciale notturna, misteriosa e romantica. Ma al tempo, come abbiamo appena visto, ancora non era possibile fare fotografie di notte, a causa della scarsa illuminazione e della bassa sensibilità dei materiali utilizzati per fotografare.

Si diffuse quindi l’uso di affidare a pittori e ritoccatori professionisti le immagini di Venezia scattate durante il giorno in modo che essi le modificassero ottenendone delle bellissime vedute notturne, grazie al cosiddetto “effetto notte” o “effetto chiaro di luna”. Carlo Naya per questi ritocchi si affidava all’artista Marcovich, molto conosciuto al tempo e collaboratore di Giuseppe Deyé, litografo ed incisore veneziano.

Le quattro fotografie seguenti sono di Carlo Naya, scattate di giorno ma modificate per renderle come se eseguite di notte: si tratta di stampe all’albumina, la prima di Palazzo Ducale in Piazzetta San Marco, la seconda del Fondaco dei Turchi sul Canal Grande, la terza del Canal Grande e la quarta della Basilica di San Marco in Piazza San Marco.

81

La prima fotografia pone Palazzo Ducale al centro, fotografato dalla riva antistante il Palazzo delle Prigioni, visibile sulla destra. In primo piano è ben visibile il Ponte della Paglia, famoso poiché dalla sua sommità è possibile vedere il Ponte dei Sospiri che unisce il Palazzo Ducale al Palazzo delle Prigioni. Sulla sommità del Palazzo Ducale è visibile la punta del Campanile di San Marco: è il vecchio Campanile, che crollerà poi nel 1902.

Sulla sinistra si può vedere la Biblioteca Nazionale Marciana, davanti la quale vi sono le due colonne di San Marco e di San Todaro in Piazzetta San Marco.

Figura 40: Carlo Naya, Palazzo Ducale, 1870

Nella successiva fotografia del Canal Grande, in primo piano è presente il Fondaco dei Turchi, oggi sede del Museo Civico di Storia Naturale di Venezia, la cui facciata è ben scandita grazie al gioco di luci e ombre creato dalle colonne presenti sulla facciata. Molto interessante risulta essere l’acqua del canale che appare immobile e liscia come uno specchio, sul quale si possono riflettere le barche e i palazzi presenti ai lati del Canal Grande.

82

Figura 41: Carlo Naya, Fondaco dei Turchi, 1870

Nella fotografia Venezia al chiaro di luna, il Naya fotografa la città dall’alto, probabilmente da un’altana di un palazzo: è possibile osservare il Canal Grande che si snoda tra i palazzi e i tetti di questi ultimi, con i loro camini e le loro altane. In lontananza è possibile scorgere il Ponte della Carità, realizzato nel 185446.

46 Il Ponte della Carità venne sostituito nel 1933 con un ponte provvisorio in legno, che doveva

essere temporaneo, ma che è ancora in uso con il nome di “Ponte dell’Accademia” a causa della sua vicinanza all’Accademia di Belle Arti.

83

Figura 42: Carlo Naya, Venezia al chiaro di luna, 1870

L’ultima fotografia, ma non meno importante delle precedenti, rappresenta la Basilica di San Marco al chiaro di luna. L’edificio viene proposto con una prospettiva che è normale ai giorni nostri e che ogni persona che abita o visita Venezia ha usato per i suoi scatti.

È importante sottolineare come nella fotografia siano ben visibili le ombre della Biblioteca Nazionale Marciana, del Campanile di San Marco e delle tre aste porta bandiera che si trovano sulla destra, tagliate fuori dall’inquadratura; queste ombre sono create dalla luce del sole pomeridiano che si affaccia su Piazza San Marco. Naya poi, con le sue tecniche, ha modificato la fotografia per simulare il chiaro di luna e per rendere più oscura l’immagine.

84

Figura 43: Carlo Naya, Basilica di San Marco, 1882

TECNICA DI CREAZIONE DI UN’IMMAGINE NOTTURNA

In cosa consisteva la tecnica che permetteva di modificare le fotografie per renderle notturne?

Ogni fotografo aveva un suo personale procedimento per modificare una fotografia scattata di giorno e renderla come se fosse stata scattata di notte. Ma complessivamente le fasi utilizzate da tutti erano molto simili, come di seguito elencate:

1° Fase: il fotografo scattava una fotografia del luogo che desiderava fotografare di notte, ma nel tardo pomeriggio, verso l’imbrunire, esponendo fino all’ora in cui la luce consentiva ancora di sensibilizzare la lastra.

2° Fase: nel suo studio il fotografo, in modo molto accurato e sapiente, sovrapponeva al cielo della fotografia scattata un altro scatto di un cielo nuvoloso (facendo molta attenzione ai contorni degli edifici).

85

3° Fase: successivamente il fotografo poteva decidere se creare la luna, ruotando sulla carta da stampa un pezzettino circolare di cartone.

4° Fase: infine il fotografo dipingeva a mano ad acquarello sulla fotografia, in modo da creare i toni della notte sulla fotografia. Spesso in questo caso si avvaleva del supporto di pittori esperti nel dipingere sulle fotografie.

Nel documento La fotografia notturna (pagine 81-87)

Documenti correlati